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Un film di Jay Roach.
Con Robert De Niro, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Barbra Streisand, Blythe Danner.
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Titolo originale Meet the Fockers.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 115 min.
- USA 2004.
uscita venerdì 11 febbraio 2005.
MYMONETRO
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Mai deplorare la pochade: ha tradizioni antiche!
di Great StevenFeedback: 70008 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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martedì 13 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
MI PRESENTI I TUOI? (USA, 2004) diretto da JAY ROACH. Interpretato da BEN STILLER, ROBERT DE NIRO, DUSTIN HOFFMAN, BARBRA STREISAND, TERI POLO, BLYTHE DANNER, OWEN WILSON
Dopo il fidanzamento ufficiale con la ragazza wasp Pam, l’infermiere ebreo Gaylord Fotter, detto Greg, è obbligato dal cerimoniale a presentare ai suoceri e alla futura moglie i suoi genitori. Si tratta di un avvocato che, dopo la nascita di Greg, è diventato papà a tempo pieno e di una sessuologa specializzata nella sessualità degli anziani. Che cosa, dunque, più lontano dalla mente perbenista, patriarcale e soldatesca di Jack (padre di Pam), agente della CIA in pensione e con ancora addosso forti dubbi riguardo la verosimiglianza e l’affidabilità del genero? Le due famiglie mostrano fin da subito le fondamentali e ineliminabili differenze sorte alla radice: mentre i Byrnes sono alquanto tradizionalisti, freddi e flemmatici, i Fotter sono accomunati da un’affettività esplicita e un po’ sopra le righe che unisce tutti i membri del nucleo famigliare in modo spiritoso. Il week-end nell’isolotto dei genitori di Greg si trasformerà in un carosello di equivoci e situazioni al limite dell’imbarazzante, ma al termine di tutte queste tragicomiche peripezie Jack e la moglie Dina accetteranno Bernie e Roz come suoceri e acconsentiranno al matrimonio della figlia con Greg. Due visioni della vita e del concetto famigliare si scontrano in questo secondo (e penultimo) episodio della trilogia che vede protagonisti un B. Stiller imbranato e pacioccone e un R. De Niro di un’antipatia infinita e di una possessività quasi tirannica. Comunque, la differenza col film precedente – e la marcia in più, soprattutto, rispetto al predecessore – la fanno Hoffman e la Streisand (tornata al cinema dopo otto anni di assenza) in due personaggi di irresistibile buffoneria: questi due grandiosi attori, insieme, si danno da fare e scoprono di trovarsi a loro perfetto agio nel divertire gli spettatori non tanto con le parolacce o gli argomenti escatologici, quanto con un senso dell’umorismo genuino e un’autentica simpatia che sanno sfoderare come una spada che regala allegria in tutte le direzioni. Del resto, con tre premi Oscar a recitare nella medesima pellicola, non si poteva andare incontro ad una delusione sul piano recitativo e soprattutto a livello collettivo: la recitazione corale ottiene qui un risultato meraviglioso e privo di forzature, che scatena una comicità che si rivela irriverente senza apparire maleducata o volgare. Stiller riconferma la sua espressione spaesata e il suo tipico personaggio imbambolato e buono come il pane con un impegno e una dedizione che ormai gli si confanno adeguatamente, anche se sarebbe preferibile che, almeno qualche volta, si cimentasse in un ruolo diverso dal solito. Per completare gli apprezzamenti del cast femminile, T. Polo e B. Danner (quest’ultima madre naturale di Gwyneth Paltrow) convincono alquanto nelle parti neutrali ma costruite a puntino della figlia segretamente incinta del primogenito della coppia e della vivace e ottimista moglie di De Niro. La comparsata finale di Wilson non aggiunge nulla ad un film che, tuttavia, è già di per sé un’opera completa stilisticamente parlando, e che anche da un punto di vista narrativo non manca di particolari carte indispensabili per definirsi terminata e pronta per essere confezionata e indirizzata ad un pubblico che magari alzerà scocciato il labbro per i risvolti comici "bassi", senza dimenticare però che vantano un’antica e meritatissima tradizione.
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