Hollywood Hong Kong

Hollywood è un sogno che si guarda dal basso ,dai tetti di un baroccopoli di Hong Kong.
E' un sogno bello che ti raggiunge con la bocca accattivante di una sorprendente ninfetta ;ti bussa in casa e ti stupisce che una semi divina si scomodi a venir giù tra la sporcizia degli ultimi, a mangiare maiale arrostito in una bettola di macelleria e a giocare come una bambina ,volando sull'altalena quasi toccando il cielo grigio di Hong Kong , facendo all'amore ovunque, tra il fango e il recinto del porcile.
Il problema che Hollywood non è l'America,ma è una sua proiezione che si erge come 5 falangi di cemento sulla povertà, che nasce cresce e muore tra le sue piccole porzioni di cemento,che si fa spazio con i gomiti tra i labirintici vicoli stretti,dove le baracche crescono una sull'altra senza preoccuparsi troppo . [+]

Hollywood è un sogno che si guarda dal basso ,dai tetti di un baroccopoli di Hong Kong.
E' un sogno bello che ti raggiunge con la bocca accattivante di una sorprendente ninfetta ;ti bussa in casa e ti stupisce che una semi divina si scomodi a venir giù tra la sporcizia degli ultimi, a mangiare maiale arrostito in una bettola di macelleria e a giocare come una bambina ,volando sull'altalena quasi toccando il cielo grigio di Hong Kong , facendo all'amore ovunque, tra il fango e il recinto del porcile.
Il problema che Hollywood non è l'America,ma è una sua proiezione che si erge come 5 falangi di cemento sulla povertà, che nasce cresce e muore tra le sue piccole porzioni di cemento,che si fa spazio con i gomiti tra i labirintici vicoli stretti,dove le baracche crescono una sull'altra senza preoccuparsi troppo . Ma anche dentro le baracche arriva internet ,pronto a soddisfare, nei ritagli di tempo ,qualche sogno erotico e dove ,con una telefonata veloce ,ti portano come take away una dea dell'amore,tua vicina di casa in pantofole. Nel villaggio di Tai Hom si è così vicini che ogniuno sa tutto delle sventure dell'altro ...ma non ci si preoccupa troppo. Questo è un mondo alla rovescia dove, appunto, i sogni diventano realtà e gli incubi anche. Questo film ha tutte le caratteristiche di una favola.C'è una principessa bellissima e sempre sorridente che fa la prostituta sedicenne, c'è il grande orso, orsetto, e il il puro orsettino della felicità, una famigliola obesa di macellai che hanno una piccola bottega dove vendono maiali cinesi arrostiti della migliore qualità, c'è la maga del paese, ultima erede dell'antica medicina cinese, c'è Mama, una scrofa feticcio porta fortuna pronta e calda per essere accoppiata e per mettere al mondo figli umani, c'è un adolescente principino azzurro che fa il pappone e che si innamora della bella e innocente principessa e che finisce per rimetterci un braccio. Poi il guanto di velluto della favola viene rigirato con forza e dopo la carezza il regista ti molla un bello schiaffo. Insomma dalla favola kiss kiss alla parodia con qualche traccia di splatter.Hollywood, aimè, non è Hollywood-cinema , ma Hollywood-Hotel del buisness, dei centri commerciali e della neo borghesia dagli appartamenti lindi e fitti come arnie.E Hong Kong diventa un paradiso perduto su cui si eleva, come un' ombra, la Cina (filo conduttore, spesso con qualche scossa elettica, dell'argomento più sentito dai registi di hongkonghesi). Tutti gli uomini (i primitivi dal vecchio mondo) restano coinvolti da Hung Hung/Tong Tong (ragazza della cina) e finiscono per rimanere coinvolti (e sconvolti) in una truffa colossale. E, come in una reazione a catena, ognuno finisce per perdere qualcosa: chi la faccia, chi il braccio (nel senso letterale del termine), chi l'innocenza.
Fruit Chan ti costringe a seguire il filo conduttore della carne-merce, sessualità-affettività, madre-matrigna. Un film politico, ricco di simboli e matasse, un pò disequilibrato in alcuni punti, comunque sincero e vivace, la cui comicità ti strappa sembre una risata intelligente.
Coraggioso e sorprendente, Fruit Chan ancora una volta riesce a parlare dei grossi problemi che affliggono una metropoli così complessa (delinquenza, prostituzione e degrado) con lo sguardo di un bambino, e con un linguaggio acuto, onirico e ironico, senza mai cadere nello stereotipato linguaggio usurato del melò.

Per la recensione completa: www.myspace.com/shadowtrip [-]