eugen
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giovedì 3 agosto 2023
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gioiello d''¿inizio anni 2000
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"The Man Who Wasn't Here"dei Coen Brothers(Joel e Ethan, 2001)con questo film , dove un uomo che ha ucciso, quasi "per caso", esasperato dall'iprocrisia di chi ha fatto adulterio con sua moglie, che lo ha ingannato anche essendo in posizione di privilegio(da amico o ex.amico e'anche direttore del megastore, in cui lei lavora (viene ad essere condannato, in un continuum che lo porta, subito dopo la guerra(1949)ad essere condannato per lomicidio di una persona che non ha ucciso, invevce che di quella che ha realmente ammazzato, dopo aver perso la moglie suicidatasi dopo aver scoperto di essere incinta del rsuo rivale. QUasi un connubio tra fatum e caso, lontanamente vicina alla tesi del monologo e epistemologo Monod, in"Le Hasard et la ne'cessite'".
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"The Man Who Wasn't Here"dei Coen Brothers(Joel e Ethan, 2001)con questo film , dove un uomo che ha ucciso, quasi "per caso", esasperato dall'iprocrisia di chi ha fatto adulterio con sua moglie, che lo ha ingannato anche essendo in posizione di privilegio(da amico o ex.amico e'anche direttore del megastore, in cui lei lavora (viene ad essere condannato, in un continuum che lo porta, subito dopo la guerra(1949)ad essere condannato per lomicidio di una persona che non ha ucciso, invevce che di quella che ha realmente ammazzato, dopo aver perso la moglie suicidatasi dopo aver scoperto di essere incinta del rsuo rivale. QUasi un connubio tra fatum e caso, lontanamente vicina alla tesi del monologo e epistemologo Monod, in"Le Hasard et la ne'cessite'". A)Un noi straordinario, drei anti.chandleriano(senza detectives, che non servirebbero se non a non capire nulla...); B ).Noir in bianco e nero, diversissimo ma ben consapevole dei grandi film di Fritz Lang, di Orson Welles, di Alfred Hitichock. Una rilettura mai pedantesca ma sempre intelligentemente critica: C) Con la citazione del principio di indeterminazione di Wener Heisenberg, per cui il soggetto sperimentatore cambia i risultati dell'esperimento(contraggo la brevissima"sinossi"dellq questione)i Coen Brothers si pongono chiaramente fuori, anzi in pposizione rispetto al mainstream corrivo, per cui"di queste cose il cinema non si occua ne'si vuole/puo'occupare(altrimenti torna il codice Hays e il maccartismo, in forma magari trasvestita e subliminale...), dove, tra l0altro anche la musica beethoveniana(qui si suona la"Patetica",)e'"out", se non quasi sconosciuta, dove molti problabilmente identifcano Beethoven solo con il simpaticissmo cagnone dei film omonimi.... D)un new noir intelligente, con Bill Bob Thornton, James Gandolini(il vilain brutto, sporco e cattivo), Frances Mc Dormand, Richard Janskis e quasi al suo esordio Scarett Johansson, olttre a Tony SHalhoub, in un ruolo per lui inconsueto, Da rivalutare e risciprorie anche analiticamente, ossia nalizzando i singoli fotogrammi, per riscoprire un'"unita'molteplice". Eugen
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eugen
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giovedì 3 agosto 2023
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gioiello d''¿inizio anni 2000
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"The Man Who Wasn't Here"dei Coen Brothers(Joel e Ethan, 2001)con questo film , dove un uomo che ha ucciso, quasi "per caso", esasperato dall'iprocrisia di chi ha fatto adulterio con sua moglie, che lo ha ingannato anche essendo in posizione di privilegio(da amico o ex.amico e'anche direttore del megastore, in cui lei lavora (viene ad essere condannato, in un continuum che lo porta, subito dopo la guerra(1949)ad essere condannato per lomicidio di una persona che non ha ucciso, invevce che di quella che ha realmente ammazzato, dopo aver perso la moglie suicidatasi dopo aver scoperto di essere incinta del rsuo rivale. QUasi un connubio tra fatum e caso, lontanamente vicina alla tesi del monologo e epistemologo Monod, in"Le Hasard et la ne'cessite'".
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"The Man Who Wasn't Here"dei Coen Brothers(Joel e Ethan, 2001)con questo film , dove un uomo che ha ucciso, quasi "per caso", esasperato dall'iprocrisia di chi ha fatto adulterio con sua moglie, che lo ha ingannato anche essendo in posizione di privilegio(da amico o ex.amico e'anche direttore del megastore, in cui lei lavora (viene ad essere condannato, in un continuum che lo porta, subito dopo la guerra(1949)ad essere condannato per lomicidio di una persona che non ha ucciso, invevce che di quella che ha realmente ammazzato, dopo aver perso la moglie suicidatasi dopo aver scoperto di essere incinta del rsuo rivale. QUasi un connubio tra fatum e caso, lontanamente vicina alla tesi del monologo e epistemologo Monod, in"Le Hasard et la ne'cessite'". A)Un noi straordinario, drei anti.chandleriano(senza detectives, che non servirebbero se non a non capire nulla...); B ).Noir in bianco e nero, diversissimo ma ben consapevole dei grandi film di Fritz Lang, di Orson Welles, di Alfred Hitichock. Una rilettura mai pedantesca ma sempre intelligentemente critica: C) Con la citazione del principio di indeterminazione di Wener Heisenberg, per cui il soggetto sperimentatore cambia i risultati dell'esperimento(contraggo la brevissima"sinossi"dellq questione)i Coen Brothers si pongono chiaramente fuori, anzi in pposizione rispetto al mainstream corrivo, per cui"di queste cose il cinema non si occua ne'si vuole/puo'occupare(altrimenti torna il codice Hays e il maccartismo, in forma magari trasvestita e subliminale...), dove, tra l0altro anche la musica beethoveniana(qui si suona la"Patetica",)e'"out", se non quasi sconosciuta, dove molti problabilmente identifcano Beethoven solo con il simpaticissmo cagnone dei film omonimi.... D)un new noir intelligente, con Bill Bob Thornton, James Gandolini(il vilain brutto, sporco e cattivo), Frances Mc Dormand, Richard Janskis e quasi al suo esordio Scarett Johansson, olttre a Tony SHalhoub, in un ruolo per lui inconsueto, Da rivalutare e risciprorie anche analiticamente, ossia nalizzando i singoli fotogrammi, per riscoprire un'"unita'molteplice". Eugen
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paolp78
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venerdì 13 agosto 2021
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un noir senza colpi di scena
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Opera difficile da decifrare sotto diversi aspetti, tranne che per il ben riconoscibile stile registico dei fratelli Coen che rappresenta l’elemento più apprezzabile di tutta la pellicola.
Come consuetudine per i due geniali fratelli (la regia in realtà è firmata in questo caso dal solo Joel, autore anche della sceneggiatura insieme con l’altro fratello Ethan), la narrazione segue ritmi lenti e volutamente compassati, che si sposano molto bene con l’ambientazione nella provincia americana a cavallo tra gli anni ’40 e ’50: il tutto viene infine esaltato dalla curiosa ma azzeccatissima scelta del bianco e nero.
La storia sembra indirizzarsi verso un noir avvincente, pieno di colpi di scena, invece alla fine la trama segue uno sviluppo del tutto ragionevole e logico: i colpi di scena che pure avvengono, restano mascherati e non si fanno apprezzare; il concetto è che a ben vedere gli sviluppi della storia sono del tutto plausibili e conducono verso un finale che con un ragionamento a posteriori pare essere sempre stato ineluttabile.
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Opera difficile da decifrare sotto diversi aspetti, tranne che per il ben riconoscibile stile registico dei fratelli Coen che rappresenta l’elemento più apprezzabile di tutta la pellicola.
Come consuetudine per i due geniali fratelli (la regia in realtà è firmata in questo caso dal solo Joel, autore anche della sceneggiatura insieme con l’altro fratello Ethan), la narrazione segue ritmi lenti e volutamente compassati, che si sposano molto bene con l’ambientazione nella provincia americana a cavallo tra gli anni ’40 e ’50: il tutto viene infine esaltato dalla curiosa ma azzeccatissima scelta del bianco e nero.
La storia sembra indirizzarsi verso un noir avvincente, pieno di colpi di scena, invece alla fine la trama segue uno sviluppo del tutto ragionevole e logico: i colpi di scena che pure avvengono, restano mascherati e non si fanno apprezzare; il concetto è che a ben vedere gli sviluppi della storia sono del tutto plausibili e conducono verso un finale che con un ragionamento a posteriori pare essere sempre stato ineluttabile.
Le musiche, sebbene molto belle, sono abusate ed a lungo andare appesantiscono sin troppo la narrazione, rendendola faticosa e stancante per lo spettatore.
Ben studiata la scelta di affidare la parte del protagonista all’enigmatico e placido Billy Bob Thornton, autore di una performance in cui la misura è una necessità piuttosto che una scelta. Oltre a Thornton il cast è composto da grandi interpreti, molti dei quali spesso utilizzati dai Coen in quanto adatti al loro cinema: c’è la bravissima e pluripremiata Frances McDormand, l’intrigante Scarlett Johansson, ancora giovanissima, ed il sempre apprezzato James Gandolfini in una parte che gli sta a pennello. Si citano infine gli ottimi caratteristi Michael Badalucco, Tony Shalhoub, Jon Polito e Richard Jenkins.
Opera complessa che svolge alcune indagini filosofiche, alquanto ardite, sul concetto di verità e di giustizia, sul senso della vita e sulla ricerca della felicità.
La pellicola lascia una sensazione di vuoto e di non colto, sicuramente voluta dai Coen, ma che al contempo costituisce motivo di non completo appagamento per lo spettatore.
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bonessagiacomo@yahoo.it
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mercoledì 23 dicembre 2020
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un polpettone indigesto
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Film noiosissimo con una trama insignificante, oltretutto girato in bianco e nero. Inguardabile, non fatevi fregare da critici e cinefili con la puzza sotto il naso.
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francesca50
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lunedì 12 ottobre 2020
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film magistrale
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Amante del cinema questo film mi era sfuggito. Ho visto subito che era ottima la regia condotta con maestria per i commenti in sottofondo del protagonista che conclude volentieri una esistenza senza senso proprio per mancanza di amore. Il film infatti che mi è piaciuto per la originalità di noir fuori del comune fa riflettere anche su quanti uomini vivono tristemente e fa capire come la gioia di vivere sia data dagli affetti per cui se ne sei privo non vale la pena di vivere.
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cinephilo
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lunedì 22 luglio 2019
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il miglior film dei coen
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Il migliore dei lavori dei Coen. Come un noir dovrebbe essere.
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syntropy
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domenica 7 luglio 2019
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ΔxΔp≥ℏ/2
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Tutto perfetto: sceneggiatura, fotografia, interpretazione, musica ma il fulcro del film è il principio di indeterminazione di heisenberg citato in una bellissima scena dall avvocato. Il film ruota intorno a questo importante principio il che la dice lunga sui registi, veramente illuminati. Da oscar.
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ennio
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venerdì 3 maggio 2019
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un ottimo billy bob thornton
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"l'uomo che non c'era" è un film particolare, girato in bianco e nero. Forse per rendere più asciutto e sobrio il carattere del protagonista e per mettere perlopiù in ridicolo i tanti personaggi di contorno, rappresentanti quantomai tipici dell'America profonda: arrivisti boriosi e goderecci, piccoli uomini d'affari truffatori, donne annoiate e alcolizzate, avvocati pieni di sè nell'ego e nel portafoglio. E tutti più o meno in sovrappeso.
La storia in sè è un pò lenta, con momenti buoni per appisolarsi, ma sempre tenuta in piedi dall'intensa rappresentazione che quell'ottimo e versatile attore di Thornton dà al personaggio dell' uomo-invisibile, silenzioso e riflessivo e per contrasto così poco americano.
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"l'uomo che non c'era" è un film particolare, girato in bianco e nero. Forse per rendere più asciutto e sobrio il carattere del protagonista e per mettere perlopiù in ridicolo i tanti personaggi di contorno, rappresentanti quantomai tipici dell'America profonda: arrivisti boriosi e goderecci, piccoli uomini d'affari truffatori, donne annoiate e alcolizzate, avvocati pieni di sè nell'ego e nel portafoglio. E tutti più o meno in sovrappeso.
La storia in sè è un pò lenta, con momenti buoni per appisolarsi, ma sempre tenuta in piedi dall'intensa rappresentazione che quell'ottimo e versatile attore di Thornton dà al personaggio dell' uomo-invisibile, silenzioso e riflessivo e per contrasto così poco americano.
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alanladd
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venerdì 27 ottobre 2017
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pellicola filosofica
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Non un film noir,ma bensi' un omaggio a questo immortale genere.La pellicola e' un messaggio ottimista,che gli autori ci vogliono mandare
sul significato della vita e della morte.Lo si deduce,chiaramente nelle ultime scene.
La signora con la falce,e' sconfitta.Il protagonista,forse ha trovato un senso al travaglio terrestre,e con essa la pace.
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johngarfield
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giovedì 9 febbraio 2017
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c'è camus da queste parti
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Capolavoro, senza se o ma. Il senso di estraneità a questo mondo del protagonista ci immerge nell'universo camusiano e ci inquieta. Non è l'assenza di fiducia nella società, ma qualcosa di peggio: la consapevolezza che non c'è più nulla che abbia senso in questo mondo. Se tutto è assurdo, vengono a mancare i punti di riferimento morali e razionali. Posso quindi compiere le mie azioni non in base a leggi proprie o create, ma a impulsi, più o meno sensati. Il protagonista ci offre un"interpretazione assolutamente in linea con l'impostazione ideologica del film. Il tutto è fotografato in modo fenomenale, facendoci calare in una società americana del secondo dopoguerra con un'atmosfera noir che è direttamente coerente con l'idea dell'assurdità della vita.
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Capolavoro, senza se o ma. Il senso di estraneità a questo mondo del protagonista ci immerge nell'universo camusiano e ci inquieta. Non è l'assenza di fiducia nella società, ma qualcosa di peggio: la consapevolezza che non c'è più nulla che abbia senso in questo mondo. Se tutto è assurdo, vengono a mancare i punti di riferimento morali e razionali. Posso quindi compiere le mie azioni non in base a leggi proprie o create, ma a impulsi, più o meno sensati. Il protagonista ci offre un"interpretazione assolutamente in linea con l'impostazione ideologica del film. Il tutto è fotografato in modo fenomenale, facendoci calare in una società americana del secondo dopoguerra con un'atmosfera noir che è direttamente coerente con l'idea dell'assurdità della vita. Sappiamo bene cosa c'è alla base del noir (le ansie dei registi mitteleuropei, la 'caccia alle streghe' del maccartismo e la guerra fredda) e cosa significano i suoi chiaroscuri, il pessimismo, la paranoia di certe trame ecc. Temi che andrebbero approfonditi. Un grande film.
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