noia1
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giovedì 4 maggio 2017
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spettacolare schizofrenia
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Un capo mafioso scompare, un assassino misterioso miete vittime a nastro e nel contempo un potente malavitoso terrorizza le varie bande della città.
Miike è mostruoso come sempre e anche se prolifico è difficile che un film suo, seppur deludente, perda quel timbro che tanto lo distingue dal resto del mondo. Questo dal canto suo è forse uno dei film migliori, roba da podio, un film che seppur insopportabile è talmente bello che persino i nostri spocchiosi distributori hanno ceduto a distribuirlo in Italia.
Come al solito di questo regista la sceneggiatura non è sua eppure il risultato è sentito con una ridicolizzazione dell’ambiente malavitoso giapponese come formato da un branco di rimbambiti, una rappresentazione sconcertante non tanto per l’effettiva pericolosità del tipo di persone (che va presa seriamente) quanto più per il contrasto col solenne rispetto che gli altri registi nipponici – soprattutto i grandi maestri – sono soliti usare al toccare l’argomento.
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Un capo mafioso scompare, un assassino misterioso miete vittime a nastro e nel contempo un potente malavitoso terrorizza le varie bande della città.
Miike è mostruoso come sempre e anche se prolifico è difficile che un film suo, seppur deludente, perda quel timbro che tanto lo distingue dal resto del mondo. Questo dal canto suo è forse uno dei film migliori, roba da podio, un film che seppur insopportabile è talmente bello che persino i nostri spocchiosi distributori hanno ceduto a distribuirlo in Italia.
Come al solito di questo regista la sceneggiatura non è sua eppure il risultato è sentito con una ridicolizzazione dell’ambiente malavitoso giapponese come formato da un branco di rimbambiti, una rappresentazione sconcertante non tanto per l’effettiva pericolosità del tipo di persone (che va presa seriamente) quanto più per il contrasto col solenne rispetto che gli altri registi nipponici – soprattutto i grandi maestri – sono soliti usare al toccare l’argomento.
Una commediola si direbbe per la surreale atmosfera ironica in ogni scena, eppure la vicenda è seria in un complesso sviluppo di trama che non perde tempo in troppe parole per le spiegazioni, i drammi degli individui sono intensi e viscerali nonché realmente toccanti e dolorosi, sensazioni vivide e sentimenti profondi difficilmente comprensibili fino in fondo nell’altalena di eventi crudeli e ridicoli.
Uno scoppiettare di idee una dietro l’altra che non hanno solo lo scopo di scioccare, la telecamera non è semplice testimone e le poche parole sono tutt’altro che semplice colla per gli eventi con anzi forse più dubbi celati che risposte. Il soggetto sarà quel che sarà ma Miike decide di mostrare tutto, una violenza inaudita completamente nuda sotto i nostri occhi, senza pause o pecche, senza frenarsi quando dev’essere drammatica o invece comica e soprattutto azzeccando ogni cosa.
I sottotesti si sprecano e di certo non devo dirvi io come guardare il film, certo basta dare un occhio ai risultati di ogni tortura per avere un indizio di come la pensa il regista per esempio. Insomma una specie di viaggio psichedelico in una vicenda di bande resa ancora più destabilizzante da un comparto sonoro da capogiro con musiche quasi provenienti da un altro mondo.
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davidino.k.b.
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mercoledì 3 giugno 2015
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troppi spruzzi di sangue
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film irreale e grottesco, anche troppo
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alex41
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lunedì 16 settembre 2013
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l'inferno di takeshi miike
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Un vero e proprio cult, un cine-fumetto coi controc.......i, diretto dal maestro Takeshi Miike, tanto amato da registi come Quentin Tarantino quanto al pubblico dai gusti raffinati. I film di Miike rappresentano una violenza visiva scioccante ma artistica, estremamente folle ma nello stesso tempo quasi romantica, ed è questo l'effetto che mi ha dato vedere "Ichi The Killer". Un film che toglie il fiato e che stravolge completamente i soliti cliche dei film gangsters, dei manga stessi e dei film dei "supereroi" (il fatto che non c'è il buono di turno per esempio, lo stesso Ichi è un folle psicopatico come lo è l'antagonista, il masochista Kakihara, personaggio magnifico).
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Un vero e proprio cult, un cine-fumetto coi controc.......i, diretto dal maestro Takeshi Miike, tanto amato da registi come Quentin Tarantino quanto al pubblico dai gusti raffinati. I film di Miike rappresentano una violenza visiva scioccante ma artistica, estremamente folle ma nello stesso tempo quasi romantica, ed è questo l'effetto che mi ha dato vedere "Ichi The Killer". Un film che toglie il fiato e che stravolge completamente i soliti cliche dei film gangsters, dei manga stessi e dei film dei "supereroi" (il fatto che non c'è il buono di turno per esempio, lo stesso Ichi è un folle psicopatico come lo è l'antagonista, il masochista Kakihara, personaggio magnifico). L'estetica del film è estasiante, con colori forti che rendono le immagini ancora più forti e di grande impatto, ottima anche la sceneggiatura e il doppiaggio italiano. Una perla, per amanti del genere e non.
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luposilvestro
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lunedì 15 luglio 2013
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tanto pelo sullo stomaco
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Guardare questo film è, nel bene e nel male, un'esperienza. Io da amante della cultura giapponese ho forse potuto godere di sfumature che forse tanti altri non coglieranno, e comunque mi sento di consigliare a chiunque abbia un pò (forse più di un pò) di pelo sullo stomaco. E non solo per le trovate (registiche e non) geniali, o per il senso di disagio che colpisce chiunque guardi il film, o per il potentissimo personaggio di Kakihara. Ma soprattutto per conoscere una delle opere più pop (in senso buono) e meglio riuscite di Miike. Da notare, ed apprezzare, il cameo Shinya Tsukamoto, regista "malato" (anche qui in senso buono) almeno tanto quanto Miike.
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dandy
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martedì 25 ottobre 2011
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trasposizione così così del manga di yamamoto.
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Un fumetto(accio) che si è inimicato le censure di mezzo mondo.Sangue a fiumi,torture,donne brutalizzate,smembramenti(ma realizzati in un modesto digitale).In questo è da confrontare con "Perdita Durango".Ma qui dietro tutta questa violenza ed efferratezza c'è pochino.Non c'è la minima traccia di sfumature psicologiche nei personaggi(Ichi stesso ha traumi passati fittizi)e per chiunque sia già rodato allo splatter,la faccenda risulterà ripetitiva dopo i primi 30'.Che fosse o meno nelle intenzioni del regista,Kakihara non riesce a essere un personaggio memorabile,e così pure il suo meno appariscente rivale.La loro sfida finale avrebbe dovuto essere lunga e cruenta,stile "Freddy v.
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Un fumetto(accio) che si è inimicato le censure di mezzo mondo.Sangue a fiumi,torture,donne brutalizzate,smembramenti(ma realizzati in un modesto digitale).In questo è da confrontare con "Perdita Durango".Ma qui dietro tutta questa violenza ed efferratezza c'è pochino.Non c'è la minima traccia di sfumature psicologiche nei personaggi(Ichi stesso ha traumi passati fittizi)e per chiunque sia già rodato allo splatter,la faccenda risulterà ripetitiva dopo i primi 30'.Che fosse o meno nelle intenzioni del regista,Kakihara non riesce a essere un personaggio memorabile,e così pure il suo meno appariscente rivale.La loro sfida finale avrebbe dovuto essere lunga e cruenta,stile "Freddy v.s. Jason",invece è tutto l'opposto.C'è una bella dimensione ludica da teatrino dell'inconscio,dove i traumi reali passano in secondo piano rispetto a quelli immaginari.E anche il modo non banale in cui si mostra il fascino esercitato da Ichi sul ragazzino tartassato.La mancanza di logica o chiarezza in svariate parti(vedi l'ultima immagine)può essere un pregio o un difetto a seconda dei gusti.Di certo non è il miglior film di Miike.Curioso,ma poco sfruttato,il regista Tsukamoto nel ruolo dello yakuza Jiji che manipola Ichi.In dvd circola una cosiddetta versione integrale,ma secondo me qualche minutino gli manca anche lì.
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oblivion7is
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domenica 28 agosto 2011
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violenza gratuita o potente gangster movie?
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Miike Takashi: cos'hai in testa? Nel senso, non che il film mi sia dispiaciuto, ma... cosa? Nel senso... cosa? Beh, non riesco ad esprimermi, il fatto è che forse tu volevi trovare una specie di punto di contatto tra gli horror megasplatter che hanno fatto la storia del "dark side of the cinema" degli anni '80 con le pellicole gangsters di Scorsese aggiungendoci un tocco (oppure una manata) di cartoon asiatico (cosa che farà a breve anche Quentin Tarantino con i due Kill Bill). Beh, possiamo dice che il risultato c'è, ma non è buono come aspettavi. Dico la trama: Ichi è un giovane disturbato che confonde il desiderio di sesso con quello di morte.
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Miike Takashi: cos'hai in testa? Nel senso, non che il film mi sia dispiaciuto, ma... cosa? Nel senso... cosa? Beh, non riesco ad esprimermi, il fatto è che forse tu volevi trovare una specie di punto di contatto tra gli horror megasplatter che hanno fatto la storia del "dark side of the cinema" degli anni '80 con le pellicole gangsters di Scorsese aggiungendoci un tocco (oppure una manata) di cartoon asiatico (cosa che farà a breve anche Quentin Tarantino con i due Kill Bill). Beh, possiamo dice che il risultato c'è, ma non è buono come aspettavi. Dico la trama: Ichi è un giovane disturbato che confonde il desiderio di sesso con quello di morte. Nessuno sa uccidere la gente meglio di lui, ma per farlo deve essere convinto, poiché lui è timido e dopo un omicidio scoppia sempre a piangere: lo capisce l'enigmatico Jiji che gli innesta nella mente dei ricordi falsi e gli fa uccidere persone che in questi ricordi lo hanno disturbato quand'era piccolo. JIji vuole, per misteriosi motivi, eliminare certi elementi della mafia. Parallelamente, il fascinoso Kakihara, sadomasochista membro del clan Anjo, quando scopre dell'omicidio del suo capo, cerca di vendicarsi contro Ichi, ma allo stesso tempo vuole che lo uccida, per poter provare il "dolore perfetto, definitivo". Beh, chiaro, quindi, che questa pellicola contiene qualcosa di strano. Partiamo dal sangue: tanto. Le scene di violenza: troppe. Le torture: micidiali. Kakihara è un mostro ed uno dei cattivi più affascinanti che abbia mai visto, ma le torture che pratica sono difficilissime e crudeli. Le scene più disturbanti sono secondo me 4: quando con dei ganci enormi appende un uomo al soffitto dalla pelle della schiena e gli versa sulla schiena dell'olio bollente; quando strappa a mani nude la guancia di un suo nemico/collega (quando la guancia viene strappata non si vede, ma si vede mentre la tira); quando ficca dei bastoncini di metallo nella pelle di un suo rivale a mo' di puntaspilli; quando, dopo aver tagliato i capezzoli ad una prostituta, interroga il di lei cliente attuale (il suo "uomo") e, levandosi dei piercing ai lati della bocca, gli prende in bocca tutto il pugno e glielo scarnifica. Insomma, la violenza è tanta, troppa, abbastanza gratuita, depravata, assoluta, protagonista del film più di qualsiasi attore. Faccio notare i 4 attori principali: Tadanobu Asano, Kakihara, è molto bravo, la sua interpretazione mi ha fatto male alla testa; idem per Nao Omori, Ichi, anche se il biondo collega gli ruba la scena; una nota in meno per Jiji, interpretato da Shinya Tsukamoto, noto regista e attore di film weird di culto come "Tetsuo" e "Il ragazzo del palo elettrico", che fa notare di essere bravino solo nelle ultime scene; un punto a favore va poi a Paulyn Sun, che interpreta una prostituta che ha delle disavventure con tutti e tre i protagonisti, fino a che Ichi non la uccide tagliandole prima il piede e poi un pezzo di testa (l'attrice è brava, la doppiatrice no, forse perché esagera nel mischiare inglese e italiano). Insomma, quindi, questo film è bello o no? Deboli di cuore, non vedetelo. Non perché fa paura, non ne fa, ma perché a volte fa davvero venire da tapparsi gli occhi. È uno dei film più brutali e perversi mai fatti, ma è fatto bene ed è a suo modo avvincente, e la trama non è male: fosse stato fatto da un certo Martin Scorsese, però! Bella colonna sonora.
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tony montana96
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giovedì 4 agosto 2011
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un capolavoro di inizio millennio.
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Ichi the Killer ha tutti i diritti per essere considerato un capolavoro assoluto dell'arte cinematografica. Tratto dall'omonimo graphic novel, è un film che spazia da un genere all'altro: dal dramma, all'action, dal thriller all'horror, dal mafia movie allo splatter...
Sicuramente un'opera molto sopra le righe, dai dialoghi folgoranti, immagini che resteranno nella memoria, a tratti surreale dal taglio fumettistico e iperviolenta ( capezzoli tagliati, mutilazioni di lingue, corpi smembrati a metà, bagni di sangue degni del miglior Martin Scorsese ) e che può piacere come non ma di certo non lascia indifferenti.
Sconvolge e affascina come influenza il cinema post-moderno.
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Ichi the Killer ha tutti i diritti per essere considerato un capolavoro assoluto dell'arte cinematografica. Tratto dall'omonimo graphic novel, è un film che spazia da un genere all'altro: dal dramma, all'action, dal thriller all'horror, dal mafia movie allo splatter...
Sicuramente un'opera molto sopra le righe, dai dialoghi folgoranti, immagini che resteranno nella memoria, a tratti surreale dal taglio fumettistico e iperviolenta ( capezzoli tagliati, mutilazioni di lingue, corpi smembrati a metà, bagni di sangue degni del miglior Martin Scorsese ) e che può piacere come non ma di certo non lascia indifferenti.
Sconvolge e affascina come influenza il cinema post-moderno. Todanobu Asano firma la sua miglior interpretazione. Un villain così non si vedrà fino al Joker di Il cavaliere oscuro. Un film veramente straordinario per un pubblico ben disposto.
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argan
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giovedì 6 gennaio 2011
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capolavoro! ma a volte troppo troppo irreale....
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la violenza nei film di Takashi Miike non è mai esagerata, perchè è parte del film! anche in "Ichi the killer" la gran dose di violenza non risulta esagerata, ma la trama, piena di potenzialità risulta sviluppata male e a volte troppo banale,
un film che risulterebbe un capolavoro se le abilità atletiche di Ichi non fossero così irreali.
Titolo adatto agli amanti della violenza gratuita, assolutamente sconsigliato ai minori e ai soggetti facilmente impressionabili
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frz94
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venerdì 10 dicembre 2010
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ichi the killer
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Il boss Anjo fugge con 100 milioni di yen; sulle sue tracce viene sguinzagliato, con la sua gang, il folle e masochista Kakihara, il quale per i suoi metodi poco ortodossi (per usare un eufemismo) viene estradato dal sindacato della yakuza di Shinjuku. Contemporaneamente l’ambiente malavitoso è decimato dai deliranti attacchi omicidi di Ichi, ragazzo complessato e psicotico, la cui debole psiche è traviata e sconvolta da un misterioso manovratore; Ichi inoltre si incolpa di non aver tempo addietro salvato una ragazza stuprata da dei bulletti. Al corrente delle gesta di Ichi, Kakihara farà di tutto per trovarlo, conscio di aver trovato un rivale alla sua altezza per determinazione e ferocia.
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Il boss Anjo fugge con 100 milioni di yen; sulle sue tracce viene sguinzagliato, con la sua gang, il folle e masochista Kakihara, il quale per i suoi metodi poco ortodossi (per usare un eufemismo) viene estradato dal sindacato della yakuza di Shinjuku. Contemporaneamente l’ambiente malavitoso è decimato dai deliranti attacchi omicidi di Ichi, ragazzo complessato e psicotico, la cui debole psiche è traviata e sconvolta da un misterioso manovratore; Ichi inoltre si incolpa di non aver tempo addietro salvato una ragazza stuprata da dei bulletti. Al corrente delle gesta di Ichi, Kakihara farà di tutto per trovarlo, conscio di aver trovato un rivale alla sua altezza per determinazione e ferocia.
Film violento e controverso, tratto da una manga di Hideo Yamamoto e diretto dal regista giapponese Takashi Miike. Il personaggio inquietante di Ichi è oscurato da Kakihara, un maestro del sadismo e della tortura; entrambi i protagonisti tuttavia sono accomunati dall’essere, alla loro radice, due perdenti: Ichi è un fallito, un ragazzo da curare, violento e delicato, angelo e demone, che agisce con inconsapevole violenza e mascherata crudeltà tanto che lo spettatore non potrà non provare pena per lui; Kakihara è un mistico all’incontrario, alla ricerca di un dolore assoluto, di una commistione sovrana fra piacere e dolore che paradossalmente unisce lui e le sue vittime e che è destinata a rivelarsi fallimentare, alla ricerca di una pace estrema e celestiale e al tempo stesso inconcludente; una ricerca che avrà il suo culmine nella struggente e poetica scena finale in cui Kakihara si perforerà con due spuntoni i timpani in modo da non sentire più nulla: al massimo della violenza, alla saturazione totale Kakihara evade da una realtà insoddisfacente come insoddisfacenti sono le torture che realizza sulle vittime, elaborate, ma finite, destinate a concludersi, chiudendosi nel totale silenzio. La sua ricerca di un perverso assoluto coinciderà, alla fine, con la morte.
Il film nel complesso è ben realizzato, gli effetti speciali sono pregevoli e accurati e la prova corale degli attori è ottima: su tutti svettano la figura di Kakihara (non deve trarre in inganno il titolo del film, sulla locandina del film è lui a essere raffigurato) e di Ichi. La violenza eccessiva, a volte parossistica, ma mai fine a se stessa(per certi versi simile a quella dei film di Tarantino, anche se più aspra), le tematiche forti e il modo in cui sono trattate le donne lo rendono un prodotto non adatto a tutti.
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aksel07
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martedì 12 ottobre 2010
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non è semplicemente uno splatter
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Ben diretto grazie ad una sceneggiatura originalissima con alcune azzeccate ironie.
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