Ciascuno a suo modo e' un figlio unico, un egoista, un vittimista coatto, un isolato del tinello che soffre di solitudine. Una volta, negli Scandali al sole, c' era Sandra Dee che piangendo si chiudeva sbattendo la porta della sua camera, oggi anche la famiglia borghese italiana si e' evoluta, si e' umanamente disgregata, apre i suoi interni alla tecnologia, alleva madri divorziate e in carriera, amanti gentili, mariti indisponenti e figli, naturalmente, bisognosi di affetto. E' il quadro, piu' o meno, del gruppo che gioca ai quattro cantoni nel secondo film di Fulvio Wetzl, che del cinema si e' occupato in molti modi, Quattro figli unici, presentato alla Mostra di Venezia. Anche se, vista dalla platea, la piu' pericolosa e' la piccola Micol, che ha organizzato in una nastroteca uno spionaggio casalingo col computer, e' il figliastro, il teen ager Paolo, che accende la storia, scappando di casa .
[+]
Ciascuno a suo modo e' un figlio unico, un egoista, un vittimista coatto, un isolato del tinello che soffre di solitudine. Una volta, negli Scandali al sole, c' era Sandra Dee che piangendo si chiudeva sbattendo la porta della sua camera, oggi anche la famiglia borghese italiana si e' evoluta, si e' umanamente disgregata, apre i suoi interni alla tecnologia, alleva madri divorziate e in carriera, amanti gentili, mariti indisponenti e figli, naturalmente, bisognosi di affetto. E' il quadro, piu' o meno, del gruppo che gioca ai quattro cantoni nel secondo film di Fulvio Wetzl, che del cinema si e' occupato in molti modi, Quattro figli unici, presentato alla Mostra di Venezia. Anche se, vista dalla platea, la piu' pericolosa e' la piccola Micol, che ha organizzato in una nastroteca uno spionaggio casalingo col computer, e' il figliastro, il teen ager Paolo, che accende la storia, scappando di casa . anzi, inscenando una fuga . e mettendo in azione una caccia al tesoro, un Chi l' ha visto? a suo uso e consumo. On the road a ricercarlo, mamma e papa' n.2 andranno alla ricerca del piccolo fuggitivo, complici le ville palladiane e il labirinto di Stra. Dopo l' horror Rorret, Wetzl ha scritto e diretto una curiosa commedia da camera, in tutti sensi, attenta all' armonia o alla disarmonia delle voci, ammesso che ancora gli interessati riconoscano le tonalita' . E' un teorema, portatore sano di qualche ovvieta' sulla mediocrita' elettronica che genera solitudine, coniugata al piccolo borghesismo, che si esprime al meglio, grazie anche a Mariella Valentini (gia' giornalista con Moretti in Palombella rossa), nel personaggio della donnina in carriera. Wetzl prepara l' angolo del sentimento, del ricatto, del rimorso, del ricordo, e soprattutto del gioco, dato che il mondo e' quello che e' , ma un po' piu' ludico di ieri. Un vaudeville freddo sul disamore contemporaneo (o, come dice bene l' autore, sul "consumismo dei rapporti umani"), girato con abilita' e un certo humour, ma senza che cio' trasmetta emozioni o passioni, nonostante l' impegno della compagnia di prosa, in cui si mettono in luce Roberto Citran, Ivano Marescotti e una bella bambina dagli occhi grigi.
[-]
|
|