elgatoloco
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martedì 14 luglio 2020
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gassman nonno matto, a great"new kean"
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Vittorio Gassman, come noto, soffriva di depressione, come ha sempre ammesso. In due film, "Anima persa"(di Dino Risi, 1976)e "Tolgo il diturbo"(1980, Dino Risi, coautore con Enirco Oldoini e Bernardino Zapponi anche di soeggeto e scneggitura). Volendo, dunque, sempre con Risi, regista con cui aveva una"sim-patia"ed"em-patia"tutta speciale, almeno dai tempi del"Sorpasso"(1960), che aveva rifiutato, per sua stessa ammissione, di divenire psichiatra come avrebbero voluto i suoi colti e borghesi genitori.... Anche qui, ma in chiave sospesa tra dramma e commedia, con spunti comici però decisamente maggiori che in"ANima persa", che ra tratta da Giovanni Arpino, la coppia Gassman-Risis(dove è impensabile che, nonostante non iguri come coautore di soggetto e sceneggiatura, Vittorio Gassman non abbia in qualche modo collaborato ad essi), oltre al rapporto con figli(difficile)e nipoti femkine(in parte migliore, pur se con varie difficoltà), mentre , facendo la conoscenza con il suo successore quale direttore di banca(lui lo era stato, prima di passare 18 anni in manicomio, dove bisogna ricordare che la legge Basaglia entra in vigore in quegli anni e non dvienta comunque operativa subito), afferma senza mezzi termini"Ma che bella faccia da c.
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Vittorio Gassman, come noto, soffriva di depressione, come ha sempre ammesso. In due film, "Anima persa"(di Dino Risi, 1976)e "Tolgo il diturbo"(1980, Dino Risi, coautore con Enirco Oldoini e Bernardino Zapponi anche di soeggeto e scneggitura). Volendo, dunque, sempre con Risi, regista con cui aveva una"sim-patia"ed"em-patia"tutta speciale, almeno dai tempi del"Sorpasso"(1960), che aveva rifiutato, per sua stessa ammissione, di divenire psichiatra come avrebbero voluto i suoi colti e borghesi genitori.... Anche qui, ma in chiave sospesa tra dramma e commedia, con spunti comici però decisamente maggiori che in"ANima persa", che ra tratta da Giovanni Arpino, la coppia Gassman-Risis(dove è impensabile che, nonostante non iguri come coautore di soggetto e sceneggiatura, Vittorio Gassman non abbia in qualche modo collaborato ad essi), oltre al rapporto con figli(difficile)e nipoti femkine(in parte migliore, pur se con varie difficoltà), mentre , facendo la conoscenza con il suo successore quale direttore di banca(lui lo era stato, prima di passare 18 anni in manicomio, dove bisogna ricordare che la legge Basaglia entra in vigore in quegli anni e non dvienta comunque operativa subito), afferma senza mezzi termini"Ma che bella faccia da c..., non ne ho mai viste così". Condanna decisa dell'elettroshock(che tutta la psichiatria ufficlae, di destra, rivaluta invece disperatamente, come a suo tempo la ministra "cattolicona" della sanità, Rosy Bindi, eroina-non si sa bene perché-di molti e molte donne), della psichiatria ufficilae/irregimentante, messa in discussione dei criteri per cuio uno /una è matto/a, perché in contrasto con i ctiriteri della morale borghese, insomma il film, ancora una volta, solleva, in maniera intelligente, vari interrogativi che dovrebbero porsi molte persone, che invece vivono nel"buon senso e la viltà"... Nessuna paura di affrontaree il tema, da"de me fabula narratur"in Gassman, grande coraggio, prova d'attore da"mattatore", sempre riscoprendo il grande attore suo mdello, Edward Kean, aturore, tra l'altro del motto ripreso da Gassman"Aut Cesar aut nullus". tra dramma e comicitù, un vero grande film. Comprimari di lusso sono Dominque Sanda, Elliott Gould(anche lui rappresenta un"malato"-eslucso della società), mentre era qui quasi esordiente, in un film"serio"Eva Grimaldi. Se il grande teorico "assoluto"(nell'accezione letterlae del lemma) della a-psichiatria(anti-psic, se si vuole) italiana Giorgio Antonucci, scomparso circa due anni fa, avesse visto il film, quasi certamente sarebbe rimasto colpito molto favorvolmente. Se l'ha visto, non ne rimane traccia nei suoi scritti, ma indubbiamente lìeffetto sarebbe stato quello qui brevmenete caraterizzato. Gassman da rivedere, rileggere, riconsiderare, comunque sempre, in ogni suo film come in ogni sua grande realizzazione teatrale. Colpa di molti critici l'averlo per anni sottovalutato e non compreso come avrebbe meritato, invece.Anche questo film, inutile quasi dirlo/ripeterlo, non aveva avuto il successo che incece avrebbe in ogni caso meritato, ma questa, diremmo, viene ad essere praticamewnte"un'altra stioria":.. El Gato
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nadia meden
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sabato 11 luglio 2020
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grandissimo vittorio
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Ho potuto rivedere dopo molto tempo questo splendido film dove ancora una volta il grandissimo Vittorio Gassman dà prova della sua grande maestria al cinema come a teatro ! Una sublime interpretazione in un film che mette a confronto più generazioni e che, come spesso accade i vincitori rimangono i bambini e le persone anziane, dove per anziane intendo le persone sagge !!! Grazie Vittorio, ci manchi !!!
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marco chierici
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martedì 14 ottobre 2008
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sublime recitazione
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Sia il tema del film che il livello di recitazione di Gassmann meritano una recensione ben più ampia e articolata. Questo è solo uno dei lavori nei quali la bravura di Vittorio spicca il volo per raggiungere una professionalità teatrale straordinaria. Rimpiango la sua mancanza come interprete sublime di tante pellicole. Da non perdere infine il Gassmann che recita poesie o legge Dante.
marco chierici
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paola
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venerdì 14 settembre 2001
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struggente
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Ricordo di avere visto questo film una notte, lo davano in seconda serata. Ho pianto così tanto intensamente che dopo mi sono addormentata profondamente come una bimba con un gran mal di testa. Il più bel film di Gassman, mi è rimasto dentro. L'ho trovato così paradossalmente verosimile, questa storia d'amore tra due mondi così lontani e così vicini nello stesso tempo...quel non potere ancora e quel non poetere più...BELLO BELLO BELLO
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(di www.marcochierici.com)
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