peergynt
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sabato 29 aprile 2017
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come strapazzare e.a.poe
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Fra le moltissime trasposizioni filmiche dei racconti di E.A.Poe questa è probabilmente una delle peggiori. E non tanto per il primo episodio, "The facts in the case of Mr. Valdemar" girato da Romero, che è una corretta ma piatta e banale "zombizzazione" di uno dei racconti più inquietanti del grande scrittore (che nel "Tales of terror" del 1962 di Roger Corman viene raccontato splendidamente e interpretato da due grandi attori come Basil Rathbone nel ruolo del dottore e Vincent Price in quello di Valdemar).
L'episodio che affossa il film è, purtroppo, proprio quello di Argento, "The black cat", che svilisce il bellissimo racconto "Il gatto nero" (già filmato splendidamente da Corman sempre in "Tales of terror", con un Peter Lorre indimenticabile) con una narrazione inconcludente e dei personaggi immotivati, ai quali va aggiunto un finale a dir poco risibile (il racconto è talmente famoso che qui lo "spoileraggio" può essere perdonato: l'idea argentiana dei mici neonati che si divorano il cadavere murato della moglie del protagonista avrà fatto rivoltare nella tomba il povero Edgar Allan).
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Fra le moltissime trasposizioni filmiche dei racconti di E.A.Poe questa è probabilmente una delle peggiori. E non tanto per il primo episodio, "The facts in the case of Mr. Valdemar" girato da Romero, che è una corretta ma piatta e banale "zombizzazione" di uno dei racconti più inquietanti del grande scrittore (che nel "Tales of terror" del 1962 di Roger Corman viene raccontato splendidamente e interpretato da due grandi attori come Basil Rathbone nel ruolo del dottore e Vincent Price in quello di Valdemar).
L'episodio che affossa il film è, purtroppo, proprio quello di Argento, "The black cat", che svilisce il bellissimo racconto "Il gatto nero" (già filmato splendidamente da Corman sempre in "Tales of terror", con un Peter Lorre indimenticabile) con una narrazione inconcludente e dei personaggi immotivati, ai quali va aggiunto un finale a dir poco risibile (il racconto è talmente famoso che qui lo "spoileraggio" può essere perdonato: l'idea argentiana dei mici neonati che si divorano il cadavere murato della moglie del protagonista avrà fatto rivoltare nella tomba il povero Edgar Allan). Non va dimenticata anche l'inutile scena d'incubo del protagonista, che sogna di essere impalato durante una cerimonia pagana istruita dalla moglie sacerdotessa dei gatti: una scena, fra l'altro, completamente estranea al mondo narrativo di Poe.
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onufrio
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martedì 13 settembre 2016
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due maestri dell'horror a confronto
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Due episodi diretti da George A.Romero e Dario Argento tratti dai racconti di Edgar Allan Poe, il primo, quello diretto da Romero racconta la strana morte del signor Valdemar, malato e ormai in fin di vita è tenuto sotto ipnosi dalla giovane moglie e dal suo amante, un dottore che pratica l'ipnosi. Il secondo episodio (il gatto nero) diretto da Dario Argento ha come protagonista Harvey Keitel nei panni di un fotografo del brivido, egli infatti fotografa le scene del crimine, foto piene di sangue ed orrore; l'arrivo in casa di un gatto nero, voluto fortemente dalla propria compagna, porta l'uomo a compiere gesti efferati.
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stephen k.
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sabato 16 marzo 2013
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un buon horror da un ottimo romanzo
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Due occhi diabolici è un buon horror realizzato in simbiosi da due grandi registi come Argento e Romero e preso da un celeberrimo romanzo orrorifico di Edgar Allan Poe, Racconti del terrore. Vengono fatti collimare elementi di più genere, come il classico genere zombi di Romero e altri elementi del thriller soprattutto e qualch parte dell'horror. La sceneggiatura firmata da Ferrina, Romero e Argento si rivela buona, anche se un po' piatta nel primo episodio, con dialoghi intelligenti e ricercati. L'episodio diretto da Argento punta di più sul classico tema horror del regista romano, con la presennza massiccia di sangue. Il gatto nero si rivela invece uno stramo espediente che permette all'assassino di compiere i suoi delitti.
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Due occhi diabolici è un buon horror realizzato in simbiosi da due grandi registi come Argento e Romero e preso da un celeberrimo romanzo orrorifico di Edgar Allan Poe, Racconti del terrore. Vengono fatti collimare elementi di più genere, come il classico genere zombi di Romero e altri elementi del thriller soprattutto e qualch parte dell'horror. La sceneggiatura firmata da Ferrina, Romero e Argento si rivela buona, anche se un po' piatta nel primo episodio, con dialoghi intelligenti e ricercati. L'episodio diretto da Argento punta di più sul classico tema horror del regista romano, con la presennza massiccia di sangue. Il gatto nero si rivela invece uno stramo espediente che permette all'assassino di compiere i suoi delitti. Finale un po' scontato ma che conserva un po' di stupore. Gli interpreti sono buoni, come Adrienne Barbeau e Harvey Keitel. Ottime le musiche di Pino Donaggio, che danno al film un tocco di macabro in più. Nonostante le cattive critiche ricevute, resta un buon film. Da vedere per i cinefili amanti del genere thriller/horror.
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raysugark
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mercoledì 13 febbraio 2013
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il miglior film di george a. romero e dario argent
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Il film a due episodi più inquetanti sia di Romero e di Argento che abbiano mai fatto, ma allo stesso tempo il più bel film che abbia mai visto ma soppratutto ottime musiche di Pino Donaggio.
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nino pell.
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lunedì 28 gennaio 2013
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due registi dell'horror a confronto
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Film costituito da due episodi tratti da due celebri racconti del famoso scrittore Edgar Allan Poe e girati rispettivamente da due registi importanti del panorama del Cinema horror: George Romero e Dario Argento. Con tutta franchezza per quanto riguarda il primo episodio diretto dal regista americano, anche se l'ho trovato sicuramente interessante ed intrigante nella trama, esso purtroppo si snoda, nella forma, in una sorta di manierismo stucchevole che non rende giustizia al prosieguo della sceneggiatura e che fa apparire questa prova di Romero più come una pellicola a metà strada tra il fantasy e il visionario anziché come un vero e proprio horror impressionabile. Gli effetti speciali insomma non sembrano giocare a favore.
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Film costituito da due episodi tratti da due celebri racconti del famoso scrittore Edgar Allan Poe e girati rispettivamente da due registi importanti del panorama del Cinema horror: George Romero e Dario Argento. Con tutta franchezza per quanto riguarda il primo episodio diretto dal regista americano, anche se l'ho trovato sicuramente interessante ed intrigante nella trama, esso purtroppo si snoda, nella forma, in una sorta di manierismo stucchevole che non rende giustizia al prosieguo della sceneggiatura e che fa apparire questa prova di Romero più come una pellicola a metà strada tra il fantasy e il visionario anziché come un vero e proprio horror impressionabile. Gli effetti speciali insomma non sembrano giocare a favore. Pertanto l'esito ne risulta sufficientemente accettabile. Il secondo episodio curato da Dario Argento invece mi ha sinceramente entusiasmato in quanto arricchisce il romanzo originario grazie ad una serie di ingredienti e di situazioni assolutamente originali: la leggenda delle streghe del Medioevo, la curiosità incessante dei vicini di casa e soprattutto le sequenze finali cariche di suspense e di colpi di scena. Un perfetto thriller allo stato puro molto equilibrato e convincente. In conclusione dando un due stelle al primo epiosdio e quattro stelle al secondo, al film, nel suo complesso, gli decreto un buon sette.
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krasic
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sabato 8 gennaio 2011
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molto bello se vediamo solo la 2a parte del film.
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Bella trovata da parte di Romero, solo che sembra che si sia svegliato da un coma iniziato negli anni 50' e che subito ha girato il film. Cercare di terrorizzare con qualche maschera, fatta pure male, è davvero coraggioso, e Romero lo è stato. Solo che in questo caso il coraggio non viene ripagato, perché la prima storia del film è davvero poco gradevole, e fatta troppo male per credere che sia di Romero e del 1990. Fantastica la parte del film intitolata "Il gatto nero", dove D.Argento riporta al lume le scenografie e i colori di una volta. Ricompone inoltre le allucinanti e scenografiche tematiche riguardanti le streghe, insomma, una bella trovata.
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Bella trovata da parte di Romero, solo che sembra che si sia svegliato da un coma iniziato negli anni 50' e che subito ha girato il film. Cercare di terrorizzare con qualche maschera, fatta pure male, è davvero coraggioso, e Romero lo è stato. Solo che in questo caso il coraggio non viene ripagato, perché la prima storia del film è davvero poco gradevole, e fatta troppo male per credere che sia di Romero e del 1990. Fantastica la parte del film intitolata "Il gatto nero", dove D.Argento riporta al lume le scenografie e i colori di una volta. Ricompone inoltre le allucinanti e scenografiche tematiche riguardanti le streghe, insomma, una bella trovata. Rumori e il resto compongono una gradevole e tenebrosa storia.
Voto falso 8
Perché il film sarebbe da 8 pieno solo se il racconto di Romero non fosse mai stato girato, ma purtroppo....
Voto vero 5
Perché il film viene disgustosamente rovinato da uno scivolone così grande che da Romero non si aspetterebbe.
Voto da "giudizio personale" 7
Perché son troppo buono
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kronos
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lunedì 6 luglio 2009
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per una volta d'accordo con farinotti
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Ho poco da aggiungere a quanto scritto da Farinotti: corretto e professionale ma stanco (e ingenuo nel soggetto) l'episodio di Romero, visionario e inquietante, pur con qualche scivolone, il lavoro di Argento. Darei due stelline al primo e tre al secondo ... arrotondo a tre con un pizzico di buonismo.
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zen
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sabato 17 gennaio 2009
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stili diversi, riuscite diverse...
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Pur diretto con grande professionalità l'episodio di Romero è guastato da un soggetto assai ingenuo per i tempi. Poteva andare (forse) per le platee degli anni '60, oggi rischia di far sorridere...
Molto più succoso il mediometraggio di Argento. Certo non mancano pecche nella sceneggiatura e personaggi discutibili (il ragazzino che suona il violino è da pugni in faccia), ma nell'insieme è forse l'ultima pellicola in cui si vede lo stile del regista romano.
La visionarietà "malata" di Argento accompagna (un convincente) Harvey Keitel verso un gran finale memorabile che da dei punti ad Edgar Alan Poe.
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paride86
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giovedì 25 settembre 2008
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un passo falso
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Mi aspettavo molto di più da questo film, visti i nomi che firmano la regia. Invece l'ho trovato piatto e a tratti noioso.
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jd
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mercoledì 11 giugno 2008
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non ci siamo
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Film a doppio episodio girato in America con soldi italiani,troppo puntato su effetti da baraccone(di Tom Savini,che interpreta lo "strappadenti")e in cui non si avverte praticamente mai l'atmosfera dello scrittore a cui è ispirato.L'epsodio di Romero,ha qualche tratto di tensione discreta.Quello di Argento,sebbene meno manierista del solito,è mediocre e l'imbolsito Keitel non aiuta di certo.Originariamente si dice che dovevano prendervi parte anche Wes Craven e John Carpenter.Chissà se sarebbe stato meglio.
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