nino pell.
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lunedì 28 gennaio 2013
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due registi dell'horror a confronto
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Film costituito da due episodi tratti da due celebri racconti del famoso scrittore Edgar Allan Poe e girati rispettivamente da due registi importanti del panorama del Cinema horror: George Romero e Dario Argento. Con tutta franchezza per quanto riguarda il primo episodio diretto dal regista americano, anche se l'ho trovato sicuramente interessante ed intrigante nella trama, esso purtroppo si snoda, nella forma, in una sorta di manierismo stucchevole che non rende giustizia al prosieguo della sceneggiatura e che fa apparire questa prova di Romero più come una pellicola a metà strada tra il fantasy e il visionario anziché come un vero e proprio horror impressionabile. Gli effetti speciali insomma non sembrano giocare a favore.
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Film costituito da due episodi tratti da due celebri racconti del famoso scrittore Edgar Allan Poe e girati rispettivamente da due registi importanti del panorama del Cinema horror: George Romero e Dario Argento. Con tutta franchezza per quanto riguarda il primo episodio diretto dal regista americano, anche se l'ho trovato sicuramente interessante ed intrigante nella trama, esso purtroppo si snoda, nella forma, in una sorta di manierismo stucchevole che non rende giustizia al prosieguo della sceneggiatura e che fa apparire questa prova di Romero più come una pellicola a metà strada tra il fantasy e il visionario anziché come un vero e proprio horror impressionabile. Gli effetti speciali insomma non sembrano giocare a favore. Pertanto l'esito ne risulta sufficientemente accettabile. Il secondo episodio curato da Dario Argento invece mi ha sinceramente entusiasmato in quanto arricchisce il romanzo originario grazie ad una serie di ingredienti e di situazioni assolutamente originali: la leggenda delle streghe del Medioevo, la curiosità incessante dei vicini di casa e soprattutto le sequenze finali cariche di suspense e di colpi di scena. Un perfetto thriller allo stato puro molto equilibrato e convincente. In conclusione dando un due stelle al primo epiosdio e quattro stelle al secondo, al film, nel suo complesso, gli decreto un buon sette.
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stephen k.
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sabato 16 marzo 2013
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un buon horror da un ottimo romanzo
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Due occhi diabolici è un buon horror realizzato in simbiosi da due grandi registi come Argento e Romero e preso da un celeberrimo romanzo orrorifico di Edgar Allan Poe, Racconti del terrore. Vengono fatti collimare elementi di più genere, come il classico genere zombi di Romero e altri elementi del thriller soprattutto e qualch parte dell'horror. La sceneggiatura firmata da Ferrina, Romero e Argento si rivela buona, anche se un po' piatta nel primo episodio, con dialoghi intelligenti e ricercati. L'episodio diretto da Argento punta di più sul classico tema horror del regista romano, con la presennza massiccia di sangue. Il gatto nero si rivela invece uno stramo espediente che permette all'assassino di compiere i suoi delitti.
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Due occhi diabolici è un buon horror realizzato in simbiosi da due grandi registi come Argento e Romero e preso da un celeberrimo romanzo orrorifico di Edgar Allan Poe, Racconti del terrore. Vengono fatti collimare elementi di più genere, come il classico genere zombi di Romero e altri elementi del thriller soprattutto e qualch parte dell'horror. La sceneggiatura firmata da Ferrina, Romero e Argento si rivela buona, anche se un po' piatta nel primo episodio, con dialoghi intelligenti e ricercati. L'episodio diretto da Argento punta di più sul classico tema horror del regista romano, con la presennza massiccia di sangue. Il gatto nero si rivela invece uno stramo espediente che permette all'assassino di compiere i suoi delitti. Finale un po' scontato ma che conserva un po' di stupore. Gli interpreti sono buoni, come Adrienne Barbeau e Harvey Keitel. Ottime le musiche di Pino Donaggio, che danno al film un tocco di macabro in più. Nonostante le cattive critiche ricevute, resta un buon film. Da vedere per i cinefili amanti del genere thriller/horror.
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onufrio
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martedì 13 settembre 2016
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due maestri dell'horror a confronto
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Due episodi diretti da George A.Romero e Dario Argento tratti dai racconti di Edgar Allan Poe, il primo, quello diretto da Romero racconta la strana morte del signor Valdemar, malato e ormai in fin di vita è tenuto sotto ipnosi dalla giovane moglie e dal suo amante, un dottore che pratica l'ipnosi. Il secondo episodio (il gatto nero) diretto da Dario Argento ha come protagonista Harvey Keitel nei panni di un fotografo del brivido, egli infatti fotografa le scene del crimine, foto piene di sangue ed orrore; l'arrivo in casa di un gatto nero, voluto fortemente dalla propria compagna, porta l'uomo a compiere gesti efferati.
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peergynt
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sabato 29 aprile 2017
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come strapazzare e.a.poe
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Fra le moltissime trasposizioni filmiche dei racconti di E.A.Poe questa è probabilmente una delle peggiori. E non tanto per il primo episodio, "The facts in the case of Mr. Valdemar" girato da Romero, che è una corretta ma piatta e banale "zombizzazione" di uno dei racconti più inquietanti del grande scrittore (che nel "Tales of terror" del 1962 di Roger Corman viene raccontato splendidamente e interpretato da due grandi attori come Basil Rathbone nel ruolo del dottore e Vincent Price in quello di Valdemar).
L'episodio che affossa il film è, purtroppo, proprio quello di Argento, "The black cat", che svilisce il bellissimo racconto "Il gatto nero" (già filmato splendidamente da Corman sempre in "Tales of terror", con un Peter Lorre indimenticabile) con una narrazione inconcludente e dei personaggi immotivati, ai quali va aggiunto un finale a dir poco risibile (il racconto è talmente famoso che qui lo "spoileraggio" può essere perdonato: l'idea argentiana dei mici neonati che si divorano il cadavere murato della moglie del protagonista avrà fatto rivoltare nella tomba il povero Edgar Allan).
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Fra le moltissime trasposizioni filmiche dei racconti di E.A.Poe questa è probabilmente una delle peggiori. E non tanto per il primo episodio, "The facts in the case of Mr. Valdemar" girato da Romero, che è una corretta ma piatta e banale "zombizzazione" di uno dei racconti più inquietanti del grande scrittore (che nel "Tales of terror" del 1962 di Roger Corman viene raccontato splendidamente e interpretato da due grandi attori come Basil Rathbone nel ruolo del dottore e Vincent Price in quello di Valdemar).
L'episodio che affossa il film è, purtroppo, proprio quello di Argento, "The black cat", che svilisce il bellissimo racconto "Il gatto nero" (già filmato splendidamente da Corman sempre in "Tales of terror", con un Peter Lorre indimenticabile) con una narrazione inconcludente e dei personaggi immotivati, ai quali va aggiunto un finale a dir poco risibile (il racconto è talmente famoso che qui lo "spoileraggio" può essere perdonato: l'idea argentiana dei mici neonati che si divorano il cadavere murato della moglie del protagonista avrà fatto rivoltare nella tomba il povero Edgar Allan). Non va dimenticata anche l'inutile scena d'incubo del protagonista, che sogna di essere impalato durante una cerimonia pagana istruita dalla moglie sacerdotessa dei gatti: una scena, fra l'altro, completamente estranea al mondo narrativo di Poe.
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