Tetsuo - The Iron Man

Film 1989 | Horror, V.M. 14 71 min.

Anno1989
GenereHorror,
ProduzioneGiappone
Durata71 minuti
Regia diShin'ya Tsukamoto
AttoriKei Fujiwara, Nobu Kanaoka, Naomasa Musata, Tomoro Taguchi, Renji Ishibashi Naosama Musaka, Shin'ya Tsukamoto.
Uscitalunedì 7 aprile 2025
TagDa vedere 1989
DistribuzioneCat People
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14
MYmonetro 3,42 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Shin'ya Tsukamoto. Un film Da vedere 1989 con Kei Fujiwara, Nobu Kanaoka, Naomasa Musata, Tomoro Taguchi, Renji Ishibashi. Cast completo Genere Horror, - Giappone, 1989, durata 71 minuti. Uscita cinema lunedì 7 aprile 2025 distribuito da Cat People. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 - MYmonetro 3,42 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 3 aprile 2025

Un uomo diviene un mutante: il suo corpo si trasforma in un ammasso di ferro e metallo e compie orrendi delitti. In Italia al Box Office Tetsuo - The Iron Man ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 32,2 mila euro e 30 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,42/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,33
CONSIGLIATO SÌ
Un classico cyberpunk, che ha ridefinito i limiti del visibile alla fine degli anni '80.
Recensione di Emanuele Sacchi
giovedì 3 aprile 2025
Recensione di Emanuele Sacchi
giovedì 3 aprile 2025

Il grigio impiegato Tomoo Taniguchi e la fidanzata investono un uomo e si disinteressano della sua sorte. La vendetta di quest'ultimo si traduce in una strana mutazione, destinata a contaminare Tomoo: radendosi, questi scopre qualcosa di metallico in procinto di uscire dalla sua guancia. È l'inizio di una graduale trasformazione da uomo a macchina, che finisce per togliergli il senno. A farne le spese è la fidanzata, perforata dal suo membro meccanico, finché Tomoo non si avvia all'inevitabile scontro finale con il suo misterioso aguzzino feticista.

Raccontare Tetsuo significa inevitabilmente provare ad articolare il suo impatto sull'immaginario dell'epoca in cui esce.

Chi ha la fortuna nel 1989 di vedere questi 71 minuti di delirio - girati con un budget risibile e raccogliendo materiale industriale di scarto dell'emittente televisiva che ha prodotto il film - ne rimane inevitabilmente scioccato. Non tanto per i temi trattati - cyberpunk e mescolanza ballardiana tra organico e macchinico, body horror figlio degenere di Lynch, Cronenberg e Raimi - ma per la forma in cui sono espressi: un assalto sensoriale di immagini estreme, spesso attraverso il ricorso alla tecnica passo uno, accompagnate da una colonna sonora industrial (affidata a Chu Ishikawa, grande fan di Einstürzende Neubauten), in un crescendo insostenibile di clangori.

Una visione catartica che provoca malessere e gioca costantemente sul limite del filmabile, generando nello spettatore aspettative destinate a essere superate da quel che vede; concepita per mettere a disagio, ma lasciare un persistente pensiero residuo da rielaborare post-visione. Tetsuo non può che uscire alla fine degli anni '80, quando l'edonismo reaganiano e l'accelerazione decennale del capitalismo ha ridotto l'uomo medio a strumento prescindibile del sistema. Un corpo alienato, frustrato e bombardato di impulsi, che sfociano in pensieri di delirio superomistico ed erotismo represso.

È un film che non potrebbe prescindere da un substrato di immaginario pornografico e da quanto compiuto in questo senso dagli anime, che hanno in qualche modo legittimato perversioni fin lì sottaciute attraverso il tratto di fumetti dall'apparenza innocente. Tsukamoto svela tutto quanto, toglie il pedale dal freno delle inibizioni e si lascia andare oltre quel che i limiti di budget e tecnologia sono in grado di mostrare, celando l'incubo futurista in un bianco e nero da cinema d'autore e in un 16mm che confonde i contorni e aumenta il mistero del non visibile.

Un discorso che il regista proseguirà negli anni, articolandolo in varie forme, tra sequel e remake che proveranno a ripetere l'impatto dell'originale (fallendo) e rielaborazioni e contaminazioni. Tra cui A Snake of June, uno dei vertici dell'opera di Tsukamoto, che riprende sia l'antagonista, il feticista diabolico interpretato dal regista, che il contatto malsano tra la sensualità femminile e uno strumento meccanico di eccitazione - dal pene-trivella di Tetsuo al vibratore incorporato di A Snake of June.

La centralità della componente sessuale di Tetsuo è indissolubile da un punto di vista strettamente maschile, con una visione del femminino misteriosa e primordiale calata - contraddizione nella contraddizione - in un contesto metropolitano e tecnologizzato. Il viaggio, senza ritorno, nell'universo di Tsukamoto non può che cominciare da qui, consapevoli che dopo aver visto Tetsuo nulla sarà più come prima.

Sei d'accordo con Emanuele Sacchi?

Tomoo viene infettato e diviene un mutante: il suo corpo si trasforma in un ammasso di ferro e metallo e compie orrendi delitti e mutilazioni con il progredire della malattia. Un giorno Tomoo si imbatte nel mutante che l'ha infettato ed ingaggia una lotta atroce. I due corpi si fondono fino a diventare una massa compatta di ferro e acciaio simile a un carro armato. Il nuovo cyber androide può partire alla conquista del mondo . Un film interessante, proprio come gli altri lavori di questo regista che ha creato un nuovo modo di fare cinema, con inquadrature velocissime ed effetti speciali originali e deliranti.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 5 maggio 2009
taniamarina

Film delirante, immagini quasi insostenibili, violenza tarantiniana che sfiora volutamente l'iornia, un bianco e nero eccezionale ed effetti speciali davvero unici nel loro genere. Per la serie: come l'industria ed il capitalismo automobilistico (e non) entrano nelle nostre vite, fin quasi a negare e combattere l'essenza stessa dell'essere umano. Erotismo e violenza miscelati con gran classe, con sfondo [...] Vai alla recensione »

martedì 19 febbraio 2013
Le Gars

Sono d'accordo, spiegare un film come questo è inutile. Qui abbiamo proprio cinema puro; un messaggio socio-politico se vogliamo filtrato da immagini conturbanti! il capolavoro di Tsukamoto rimane però Vital, li secondo me raggiunge l'apice della sua maturazione cinematografica.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 8 aprile 2025
Daniele D'Orsi
Sentieri Selvaggi

Cantore del corpo e delle sue trasformazioni, Shinya Tsukamoto si è profilato, sin dal momento in cui ha debuttato nel panorama cinematografico nipponico, quale un meticoloso indagatore della corporeità umana: centro di convergenza della totalità degli elementi che rendono l'Uomo tale, dagli impulsi sessuali agli istinti di sopravvivenza, dai processi di costruzione dell'identità ai meccanismi profondi [...] Vai alla recensione »

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giovedì 3 aprile 2025
 

Regia di Shin'ya Tsukamoto. Un film con Kei Fujiwara, Nobu Kanaoka, Naomasa Musata, Tomoro Taguchi, Renji Ishibashi. Da lunedì 7 aprile al cinema. Guarda il trailer »

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