elgatoloco
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sabato 7 gennaio 2017
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larmoyant, ma comunque accettabile, pur se...
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Con"One Magic Christmas"di Phillip Borsos è del 1985, quando il"filone natalizio"era già in pieno vigore, con l'esibizione ostentata-diremmo-di Babbi Natale, Renne, Elfi quali protagonisti del e dei film-ma non maca, in questo film come anche in altri, l'angelo custode. La situazione di partenza è più che mai"larmoyant", lacrimosa, qui: madre di famiglia in crisi e perseguitata dalla sfortuna(Mary Steenburgen piange praticamente sempre, dall'inizio alla fine del film), ma il Santa Claus del film(Harry Dean Stanton)"spiazza"una troppo facile e prevedibile narrazione, quella che molte persone probabilmente si sarebbero aspettata.
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Con"One Magic Christmas"di Phillip Borsos è del 1985, quando il"filone natalizio"era già in pieno vigore, con l'esibizione ostentata-diremmo-di Babbi Natale, Renne, Elfi quali protagonisti del e dei film-ma non maca, in questo film come anche in altri, l'angelo custode. La situazione di partenza è più che mai"larmoyant", lacrimosa, qui: madre di famiglia in crisi e perseguitata dalla sfortuna(Mary Steenburgen piange praticamente sempre, dall'inizio alla fine del film), ma il Santa Claus del film(Harry Dean Stanton)"spiazza"una troppo facile e prevedibile narrazione, quella che molte persone probabilmente si sarebbero aspettata. "The happy end"non manca, ma lo è invero solo in parte, vista la citata espressione imperturbabilmente"accigliata"(ed è dir poco)della protagonista. Film di Natale onesto, senza grandi"voli pindarici", in linea con quanto più o meno si può attendere, da un film appunto di genere natalizio, che non avrà deluso(e non deluderà chi lo vede ora o negli anni prossimi), dove lo svolgimento è onesto, con quella"variabile"costituta da "questo"(questo particolare, sarebbe forse da aggiungere, determinando meglio il discorso) Santa Claus."Spirito guida"per la capofamiglia perennemente depressa è qui l'angelo custode, ma probabilmente ancor più i suoi due figli piccoli, che hanno una funzione trainante. Da vedere e da criticare, magari, stando però attenti/e al fatto che il Natale, in particolare nella tradizione statunitense e nord-europea(Inghilterra in testa)riesce a comunicare dei"frissons"che spezzano il quotidiano, il banale; questo impulso proviene da registi e autori(anche interpreti, cfr.anche quanto detto sopra)e si trasmette agli spettatori e alle spettatrici(dove, se è questione di genere, molti realizzatori puntano soprattutto al genere femminile, anche considerando studi socio-psicologici in parte anche datati, non sempre in linea con quanto si può indurre dall'evoluzione di costume, che ci propone, invece, una sostanziale equiparazione tra femmine e maschi sul piano anche emozionale prima ancora che di complessiva rielaborazione del vissuto; ma, bisogna pur considerare il caso specifico, i dati disponibili erano riferiti a metà anni Ottanta o anche a poco prima... El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 30 dicembre 2020
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ma altri film quasi"copiati"da questo...
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""One Magic Christmas"(1985, di Philip Borsos)era in qualche modo un film-chiave per capire come il fillm natalizio conoscesse una sua evoluzione, in epoca moderna, id est a metà anni 1980. Parimenti negli anni 2000 già ampiamente avviati, sarà "Magic Christmas"(John Bradshaw, 2011)con un plot tutto sommato molto siimile(là è la preghiera della bambina figlia di una mamma dimentica del Natale a Babbo Natale, qui, invece, è un incidente commesso dalla donna a preciptarla in sitazuione comatosa, gravisisma, nonostante le previe raccomandazioni delllo zelante angelo custode a condurla in una condizione da cui dovrà"salvarsi"aitutando un'altra persona, a risolvere la situazione.
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""One Magic Christmas"(1985, di Philip Borsos)era in qualche modo un film-chiave per capire come il fillm natalizio conoscesse una sua evoluzione, in epoca moderna, id est a metà anni 1980. Parimenti negli anni 2000 già ampiamente avviati, sarà "Magic Christmas"(John Bradshaw, 2011)con un plot tutto sommato molto siimile(là è la preghiera della bambina figlia di una mamma dimentica del Natale a Babbo Natale, qui, invece, è un incidente commesso dalla donna a preciptarla in sitazuione comatosa, gravisisma, nonostante le previe raccomandazioni delllo zelante angelo custode a condurla in una condizione da cui dovrà"salvarsi"aitutando un'altra persona, a risolvere la situazione. Constatato qui l'"effetto shock", mentre era ben più soft la situazine di"ONe Magic Show", dunque ciò che segna la differenza(verrebbe da dire"o tempora, o mores"ma sarebbe ben scontato...), notiamo però, tra i due film, somiglianze notevolissime, tali quasi, ma certamente non del tutto, a coinsiderare il secondo film(dove non a caso manca solo l'iniziale"ONe"a marcare la differenza anche a livello di titolo)quasi un"remake"del primo. Sono tali le analogie, anche senza voler "cassare"le differenze, già brevmente menzionate, a far vedere come nella poetica cinematografica sul Natale vi siano analogie tali da far capire come non si possa prescindere da una continuità del cinema e TV-Movies, ovviamente, nel cinema moderno sul Natale, che presenta noteovli differenze rispetto al passato, ma dove comunque l'elemento recupero del passato, dei Natali passati, presenti e ffuturi(non si dica di no, soprattutto in ambito anglosassone, il peso lasciato da Charles Dickens con"A Christmas Carol"è ancora non solo forte ma asssolutamente determinante, tanto che quasi sempre questo capolavoro assoluto della lettertatura sul Natale e letterario in generale viene citato, riletto, riadattato certo con modalità diverse tra loor, ma non tali da tradire la sostanza di quanto Dickens diceva in questa come in altre opere narrative sul Natale e il periodo natalizio(penso anche a"Bells"ma a tutte le altre novelle che il grande autore"realista"ha lasciato). Decisamente la continuità, pur considerando le differezne, rimane forte, tanto da doverla considerare come fondatrice; in specifico, le due opere rimandano una all'altra, al di là delle diverse opzioni registiche(certo rilevanti)delle differenze tra le due attrici protagoniste etc. El Gato
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goodoldchuck
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mercoledì 10 febbraio 2010
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tra angeli e babbi natale
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Nonostante le volenterose insistenze di marito e pargoli, la disillusa Ginny Grainger (una poco coinvolta Steenburgen) mal tollera il clima delle feste natalizie. A farle cambiare partito ci penserà l’angelo Gedeone, inviato da Babbo Natale in persona.
Modesta commedia canadese sull’insoddisfazione, che mima la parabola natalizia de La vita è meravigliosa. Ma se nel film del 1946 l’angelo interveniva per salvare James Stewart dopo che quest’ultimo aveva perso tutto, qui la situazione si ribalta, trasformandosi in un singolare gioco al massacro: è l’intervento dell’angelo, infatti, a privare la protagonista delle sue sicurezze (famiglia e lavoro), con l’intento di farle comprendere l’importanza di godersi ciò che possiede.
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Nonostante le volenterose insistenze di marito e pargoli, la disillusa Ginny Grainger (una poco coinvolta Steenburgen) mal tollera il clima delle feste natalizie. A farle cambiare partito ci penserà l’angelo Gedeone, inviato da Babbo Natale in persona.
Modesta commedia canadese sull’insoddisfazione, che mima la parabola natalizia de La vita è meravigliosa. Ma se nel film del 1946 l’angelo interveniva per salvare James Stewart dopo che quest’ultimo aveva perso tutto, qui la situazione si ribalta, trasformandosi in un singolare gioco al massacro: è l’intervento dell’angelo, infatti, a privare la protagonista delle sue sicurezze (famiglia e lavoro), con l’intento di farle comprendere l’importanza di godersi ciò che possiede. Ma le tragedie sono surrealmente repentine, il climax è inesistente, lo scioglimento finale codardo e risibile. E la commistione tra redenzione pseudo-religiosa e elementi fantastici genera ibridi sconcertanti: i lavoratori dell’officina di Babbo Natale sono gli spiriti dei defunti, mentre l’angelo, che nel film di Capra era interpellato direttamente da Dio, qui dialoga con la voce tonante e incorporea di Babbo Natale.
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