Ivo Franchi
Ogni film di Antonioni si potrebbe definire come un rovesciamento del paradosso kafkiano sul cinema; per Kafka i film sono «persiane di ferro» che impediscono di vedere: «La velocità dei movimenti e il rapido mutare delle immagini ci costringono continuamente a passare oltre. Lo sguardo non si impadronisce delle immagini, ma queste si impadroniscono dello sguardo, e allagano la coscienza». Viceversa nel cinema di Antonioni è lo sguardo che, soffermandosi sulle immagini fino a farle “esplodere”, ne penetra il fitto tessuto - da ciò deriva, ad esempio, il significativo uso del piano sequenza che “rallenta” il flusso ininterrotto del tempo reale, dividendolo in una serie di segmenti-attimi “statici”. [...]
di Ivo Franchi, articolo completo (5288 caratteri spazi inclusi) su pp. 43-44