totybottalla
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venerdì 28 luglio 2017
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le trame indefinite di antonioni!
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La messa in scena del qualunque che cambia strada quando credi d'averci capito qualcosa, il cinema di Antonioni che si presta ad interpretazioni soggettive e surreali, frammenti di storie servite in suggestive locations illuminate da una splendida fotografia, qui, la magia si sgretola nei dialoghi e le interpretazioni impalpabili, due ore passate cercando di costruire un mosaico a cui sembrano mancare dei pezzi! Saluti.
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odysseios
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domenica 8 gennaio 2017
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bei tempi 20 anni prima...
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Il grande Antonioni sposa gli anni '80, ma sono lontani i tempi della Trilogia dell'Incomunicabilità (tetralogia se vi includiamo "Il deserto rosso").
Qui non troviamo nulla di tutto ciò, perfino la OST di John Foxx, un altro grande ed ex-Ultravox, è bolsa come la fotografia e l'intero lungometraggio. Con gli anni '90 è andata meglio: dovremo aspettare "Al di là delle nuvole" per rivedere il Maestro in forma.
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fedeleto
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lunedì 2 marzo 2015
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identificazione di un regista
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Dopo 8 anni di silenzio, il regista ferrarese Michelangelo Antonioni torna a dirigere una pellicola di grande talento e tematica. Scritto da Antonioni, Gerard Brach, e Tonino Guerra, il film racconta la difficoltà di Niccolo, regista italiano, a trovare un volto per l'attrice del suo prossimo film.Frequenta prima Mavi (un'aristocratica) e poi Ida (una ragazza semplice), ma qualcuno spia il tutto.I rapporti non saranno facili e forse la.soluzione arriva da molto lontano.Antonioni (blow up, la notte) dirige un ottimo film, dove il tema dell'identità predomina insistentemente.Niccolo (interpretato da un buon Tomas Milian) e' alla ricerca di un volto, ma in realtà questo volto è la ricerca di se stesso, della sua identità, concetto che viene espresso abilmente anche nella lunga sequenza della nebbia, ove Mavi e Niccolo si confondono con la convinzione che qualcuno li spii.
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Dopo 8 anni di silenzio, il regista ferrarese Michelangelo Antonioni torna a dirigere una pellicola di grande talento e tematica. Scritto da Antonioni, Gerard Brach, e Tonino Guerra, il film racconta la difficoltà di Niccolo, regista italiano, a trovare un volto per l'attrice del suo prossimo film.Frequenta prima Mavi (un'aristocratica) e poi Ida (una ragazza semplice), ma qualcuno spia il tutto.I rapporti non saranno facili e forse la.soluzione arriva da molto lontano.Antonioni (blow up, la notte) dirige un ottimo film, dove il tema dell'identità predomina insistentemente.Niccolo (interpretato da un buon Tomas Milian) e' alla ricerca di un volto, ma in realtà questo volto è la ricerca di se stesso, della sua identità, concetto che viene espresso abilmente anche nella lunga sequenza della nebbia, ove Mavi e Niccolo si confondono con la convinzione che qualcuno li spii.La nebbia principalmente esprime anche l'umido,dunque il freddo, pertanto appare come una metafora della freddezza dei rapporti umani (anche nel deserto rosso vi era una sequenza simile).Ma ad ogni modo rimane un dubbio chi è questo qualcuno che li spia? Niccolo ipotizza sia il padre di Mavi, ma del resto non si hanno prove ne tantomeno certezze.L'ontologia della pellicola assume un aspetto indecifrabile che nella sequenza finale del sole trova l'essenza del fuoco, elemento del divenire, e dunque del trasformare e ricreare.Niccolo decide nel finale di abbandonare il personaggio perché ora ha capito che cercava se stesso, e la ricerca è anche il futuro (metaforizzato da una navicella che va sul sole) , e se prima aveva un dubbio su se stesso (chissa come sono mentre dormo dice Niccolo) ora la prospettiva è chiara e non c'è piu nulla di caduco (come ad esempio la casa costruita sul nulla sotterraneo).Le riprese e le sequenze ottime sono parecchie dalle doppie inquadrature degli specchi (ancora una volta l'identità), alle sequenze erotiche con Mavi (come a significare che ella sia corpo e mente, e come esso sia mutevole, non a caso con Ida non sussistono sequenze erotiche, come Niccolo chiede con chi vai a letto ella trova una siringa per terra e la scalcia, come a dire che il corpo non la identifica nel sesso) alla nebbia , una delle migliori sequenze del cinema antoniano.La magistralita del regista oramai settantenne non manca, e il film sembra un riassunto dell opera filmica del regista ferrarese, ormai proiettato verso il futuro (ottime le musiche di tangerine dream e xtc) diventa poeta del grande mosaico dell'evoluzione.Peccato per la troppa acerba Daniela Silverio che nella dizione lascia ad intendere.
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paride86
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domenica 28 dicembre 2008
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film sulla difficoltà dei rapporti
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"Identificazione di una donna" è un film sull'amore, sulla necessità e l'impossibilità di costruire rapporti sentimentali. Questa volta non si tratta di incomunicabilità, che Antonioni ha ben approfondito nel suo passato cinematografico, ma di incompatibilità, riferita ai caratteri, alle esigenze e alle classi sociali. Il film mi è piaciuto molto, ma non ne ho capito alcuni passaggi:a cosa serviva la storia della persecuzione, per esempio? Un altro difetto della pellicola è l'eccesso di nudo: non sono un tipo che si scandalizza o si infastidisce ma praticamente le donne in questo film non fanno altro che spogliarsi, e quasi mai la cosa ha un senso ai fini della storia!
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cristiana de sanctis
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lunedì 28 luglio 2008
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Che dire? uno dei peggiori film del regista. Sembra non andare in nessun luogo, anche se la celebrazione della frammentarietà dell'epoca moderna è sicuramente intenzionale. Tuttavia, quello che dovrebbe essere un espediente strutturale e nucleo tematico del film, non funziona. Geniale sarebbe stato riuscire a rappresentarla, questa frammentarietà, con un esito coerente, manifesto, riconoscibile. Film sospeso fra naturalismo e antinaturalismo, non decolla, non convince, non "emoziona", nemmeno intellettualmente. Peccato.
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