figliounico
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giovedì 13 aprile 2023
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la veggenza di damiani
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Damiano Damiani è stato un veggente. Nel ’77, nel mezzo della stagione del terrore e della strategia della tensione, aveva capito quasi tutto, chi erano gli autori delle stragi di stato, la manovalanza criminale nera ed i servizi segreti, sbagliando solamente il ministero di appartenenza. Tutte cose difficilmente immaginabili all’epoca e che soltanto dopo più di quarant’anni, nell’ultima sentenza sulla bomba alla stazione di Bologna, sono state accertate in modo chiaro, con l’aggiunta del terzo elemento del governo ombra che ha dominato l’Italia dal dopoguerra fino a poco tempo fa, la P2 di Licio Gelli. A Pasolini costò la vita la pubblicazione nel ’74 del suo famoso articolo sul Corriere ricordato come “Io so”.
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Damiano Damiani è stato un veggente. Nel ’77, nel mezzo della stagione del terrore e della strategia della tensione, aveva capito quasi tutto, chi erano gli autori delle stragi di stato, la manovalanza criminale nera ed i servizi segreti, sbagliando solamente il ministero di appartenenza. Tutte cose difficilmente immaginabili all’epoca e che soltanto dopo più di quarant’anni, nell’ultima sentenza sulla bomba alla stazione di Bologna, sono state accertate in modo chiaro, con l’aggiunta del terzo elemento del governo ombra che ha dominato l’Italia dal dopoguerra fino a poco tempo fa, la P2 di Licio Gelli. A Pasolini costò la vita la pubblicazione nel ’74 del suo famoso articolo sul Corriere ricordato come “Io so”. Damiani è stato più accorto e ha tradotto i suoi sospetti in un poliziesco, un’opera di pura fantasia, in cui, come recita la didascalia finale dopo i titoli di coda, i fatti narrati nel film sono immaginari e qualsiasi riferimento alla realtà è da ritenersi puramente casuale. Gian Maria Volontè e Erland Josephson danno vita a due personaggi indimenticabili, il poliziotto onesto ed intelligente ma poco istruito ed il giudice a fine carriera, integerrimo e religioso ma troppo ingenuo e fiducioso nella integrità delle istituzioni, l’uno caratterizzato da una istintiva vitalità, un’animalesca voglia di sopravvivere a tutti i costi, l’altro dalla solitudine e da una depressione senile che gli fa quasi desiderare la morte. “Io ho paura” se fosse stato girato da Rosi o da Petri sarebbe divenuto un cult, un film sulle aberrazioni del sistema politico italiano degli anni settanta, una denuncia dirompente e scandalosa che rivelava al pubblico le trame oscure della prima repubblica e gli insospettabili personaggi eccellenti che agivano nell’ombra per stabilizzare il potere con le bombe ed i morti ammazzati ed invece, girato da un regista come Damiani, ritenuto, forse per la sua ecletticità, disimpegnato, è caduto ingiustamente nell’oblio.
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plz
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giovedì 29 luglio 2021
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visto nel 2021 fa ancora più impressione.
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Manco ci fosse bisogno di ripeterlo, un bel film, con un grande interprete, Volontè, un grande regista, Damiani, una ottima trama e sceneggiatura, non poteva che essere a parer mio un capolavoro.
L'ho scoperto per caso, non ne sapevo nulla, ma trovo che la storia sia di una tensione e soprattutto di un realismo tale che pensare sia un film del 1977, quando ancora di Gladio non si parlava ma si intravvedevano chiaramente i servizi deviati, sia stato un colpo di genio, realizzato bene, con qualche licenza alla trama come è giusto che sia in un film, ma con un realismo aumentato dalla bravura degli interpreti, Volontè su tutti naturalmente, sia stato perfetto, forse il finale un po' scontato, ma ci stava benissimo per l'epoca in cui è stato realizzato.
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Manco ci fosse bisogno di ripeterlo, un bel film, con un grande interprete, Volontè, un grande regista, Damiani, una ottima trama e sceneggiatura, non poteva che essere a parer mio un capolavoro.
L'ho scoperto per caso, non ne sapevo nulla, ma trovo che la storia sia di una tensione e soprattutto di un realismo tale che pensare sia un film del 1977, quando ancora di Gladio non si parlava ma si intravvedevano chiaramente i servizi deviati, sia stato un colpo di genio, realizzato bene, con qualche licenza alla trama come è giusto che sia in un film, ma con un realismo aumentato dalla bravura degli interpreti, Volontè su tutti naturalmente, sia stato perfetto, forse il finale un po' scontato, ma ci stava benissimo per l'epoca in cui è stato realizzato.
Un quasi capolavoro che lascia l'amaro in bocca.
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nibacco
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giovedì 4 aprile 2019
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da vedere
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Hai ragione, è uo dei pochissimi film a non essere stato digitalizzato. Si triova solo in VHS e difficile pure da reperire. Pensa, all'inizio, il film è stato snobbato dalla critica, che oggi, la stessa critica ha valorizzato. Hai fatto una buona analisi. Un piccolissimo particolare non condivido: il brigadiere "vigliacco".
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nibacco
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sabato 16 marzo 2019
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l'antieroe
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La storia di un poliziotto del sud, che arruolatosi per “fame”, suo malgrado si trova coinvolto in affari malavitosi a livello di servizi segreti deviati. Cerca di tirarsi fuori, ma non è semplice…
Con questo film, il regista Damiano Damiani esce dai soliti schemi (dove il protagonista principale appare sempre come l’eroe, invincibile, immortale, privo di paura), mettendo invece in risalto i disagi, le problematiche e le debolezze umane.
La frase, «Io ho paura» verrà sottolineata durante tutta la narrazione.
Recitazione superba di Gian Maria Volontè che come al solito dà lezioni di trasformismo.
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La storia di un poliziotto del sud, che arruolatosi per “fame”, suo malgrado si trova coinvolto in affari malavitosi a livello di servizi segreti deviati. Cerca di tirarsi fuori, ma non è semplice…
Con questo film, il regista Damiano Damiani esce dai soliti schemi (dove il protagonista principale appare sempre come l’eroe, invincibile, immortale, privo di paura), mettendo invece in risalto i disagi, le problematiche e le debolezze umane.
La frase, «Io ho paura» verrà sottolineata durante tutta la narrazione.
Recitazione superba di Gian Maria Volontè che come al solito dà lezioni di trasformismo.
Da premiare la regia e l’interpretazione dell’attore protagonista
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[+] io ho paura
(di s.moon)
[ - ] io ho paura
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brando fioravanti
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martedì 23 dicembre 2014
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ottimo
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Un pavido polizziotto fa da scorta ad un giudice e si ritrova coinvolto in una pericolosa operazione nonostante cerchi continuamente di tirarsi fuori. Quando capisce di essere finito nel mirino passa al contrattacco. Grande tenzione e grandi risvolti psicologici. Damiani efficace alla regia e Volontè unico nel genere. Bella l'amicizia insolita tra il giudice e scortatore.
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dandy
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martedì 7 giugno 2011
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io avevo paura...di non riuscire a vederlo.
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Ne avevo sentito parlare circa 7 anni fa.L'avevo cercato e ricercato senza successo.Non credo sia stato editato in DVD.Su un sito dove acquistavo i film l'avevo trovato in VHS ad un prezzo esorbitante(più di 100 euro!).E avevo lasciato perdere.Poi,il miracolo:l'hanno trasmesso su Rai1 una sera,e ho potuto togliermi il pensiero(anche se quasi certamente lo avranno accorciato).Concordo con chi lo ritiene il miglior film di Damiani.Un'analisi diretta e pessimista degli anni di piombo(e della complicità dell'autorità con la criminalità)nel classico meccanismo un pò giallo e un pò poliziottesco,attraverso gli occhi di un uomo comune che cerca invano di lottare contro forze troppo grandi.
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Ne avevo sentito parlare circa 7 anni fa.L'avevo cercato e ricercato senza successo.Non credo sia stato editato in DVD.Su un sito dove acquistavo i film l'avevo trovato in VHS ad un prezzo esorbitante(più di 100 euro!).E avevo lasciato perdere.Poi,il miracolo:l'hanno trasmesso su Rai1 una sera,e ho potuto togliermi il pensiero(anche se quasi certamente lo avranno accorciato).Concordo con chi lo ritiene il miglior film di Damiani.Un'analisi diretta e pessimista degli anni di piombo(e della complicità dell'autorità con la criminalità)nel classico meccanismo un pò giallo e un pò poliziottesco,attraverso gli occhi di un uomo comune che cerca invano di lottare contro forze troppo grandi.I discorsi sul doppiogiochismo del terrorismo tra destra e sinistra erano certamente più incisivi allora che oggi,ma la violenza secca e improvvisa,che accade in strada o in modesti condomini lascia ancora il segno.Memorabile il prefinale nel cinema porno ai danni del giudice censore.Sempre ottimo Volontè,brigadiere "vigliacco" che commette troppi errori ma alla fine riesce(quasi)a riscattarsi.Josephson,non è da meno.Musiche di Riz Ortolani.Aldo Valletti,uno dei protagonisti del"SAlò"di Pasolini,è il direttore del carcere.
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zen
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domenica 14 settembre 2008
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da riscoprire
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In genere la critica italiana valorizza solo le "opere d'autore", perdendo di vista i grandi films di genere.
"Io ho paura" è forse il miglior lavoro di Damiani: regia, sceneggiatura, atmosfera, attori, ritmo, tensione ... tutto è di alto livello.
Grande Thriller-poliziesco da riscoprire.
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harvey
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lunedì 21 luglio 2008
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uno dei più duri film italiani di denuncia
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Film a dir poco coraggioso. Damiani si butta a capofitto nel clima socio-politico degli anni '70 in Italia e realizza un'opera perfetta come un orologio svizzero, carica di amarezza e di voglia di denunciar le trame occulte delle stragi che insanguinavano il Belpaese e che avrebbero continuato a insanguinarlo ancora per anni. Il senso di paura del brigadiere Graziano (che poi è lo stesso che aveva la gente in quel periodo) è reso perfettamente, grazie anche a una recitazione perfetta non solo di Volontè, ma di tutti gli attori. Il ritmo di narrazione è lento, ma in questo caso è un bene, perchè ciò permette allo spettatore di focalizzare meglio l'attenzione sui fatti. Insomma un film da vedere e rivedere, consigliato a tutti, politicanti in testa.
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vincenzo faiello
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sabato 26 maggio 2007
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non abbiate paura
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Ho visto "io ho paura" quando nel 1977 ero un ragazzotto che usciva dal guscio delle cose imparate per forza e mi sforzavo insieme a tanti della mia generazione a leggere le cose che succedevano. Come il personaggio interpretato dal bravo Volontè, la coscienza della verità a molti come me e come tanti, è costata di non essere stati per lungo tempo ritenuti "affidabili", ancora oggi le verità risapute vengono a galla nella sozzeria dei piaciani che recitano la parte dei politici. Si sa che gli affidabili sono quelli che non vedono, non parlano e non sentono. Ho voluto cercare negli anni questo titolo perchè nella mente mi ritorna l'urlo di rabbia e di iompotenza del personaggio che vede e avrebbe dovuto non vedere e finalmente, dopo che ho saputo che il Ministero degli Interni lo aveva secretato, grazie a Internet l'ho trovato.
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Ho visto "io ho paura" quando nel 1977 ero un ragazzotto che usciva dal guscio delle cose imparate per forza e mi sforzavo insieme a tanti della mia generazione a leggere le cose che succedevano. Come il personaggio interpretato dal bravo Volontè, la coscienza della verità a molti come me e come tanti, è costata di non essere stati per lungo tempo ritenuti "affidabili", ancora oggi le verità risapute vengono a galla nella sozzeria dei piaciani che recitano la parte dei politici. Si sa che gli affidabili sono quelli che non vedono, non parlano e non sentono. Ho voluto cercare negli anni questo titolo perchè nella mente mi ritorna l'urlo di rabbia e di iompotenza del personaggio che vede e avrebbe dovuto non vedere e finalmente, dopo che ho saputo che il Ministero degli Interni lo aveva secretato, grazie a Internet l'ho trovato. Ancora oggi però leggo e vedo le tragedie dovute alle responsabilità di chi causa la morte delle persone e la distruzione del futuro e ancora si erge a rappresentante delle istituzioni, ma contro di coloro, non si può far nulla che non sia la speranza che intervenga la giustizia, magari prima dei trent'anni che ci sono voluti perchè la denuncia del film sia potuta essere ascoltata. Vorrei che un nuovo Damiano Damiani o Francesco Rosi possa investire la sua arte e i suoi mezzi per produrre un film sulle "mani sulla monnezza" e magari "non abbiate paura"
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doors57
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lunedì 2 aprile 2007
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e' ottimo
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