giovanni morandi
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venerdì 12 aprile 2024
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gli imprenditori di provincia
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Rete4, nel ciclo il Cinema di Notte, stamani prima dell'alba ha trasmesso La Califfa-film del 70 diretto da Bevilacqua, autore anche dell'omonimo romanzo pubblicato nel 64.
Irene Corsini, detta Califfa, (Romy Schneider) è una bella operaia che vive nell'Oltretorrente, quella zona popolare a sinistra del torrente Parma che, citando il segnalibro originale, "divide simbolicamente i poveri dai ricchi", in una Parma anni sessanta. La Califfa, vedova di un operaio morto nelle proteste sindacali, si ritrova a divenire amante dell'industriale più potente della città, Annibale Doberdò (Ugo Tognazzi), il quale proprio grazie a questo amore, in un momento cruciale della sua esistenza, dove si inizia ad avvertire l'insofferenza per quel meccanicistico e spietato mondo dell'industria, trova una nuova vita e la sua libertà.
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Rete4, nel ciclo il Cinema di Notte, stamani prima dell'alba ha trasmesso La Califfa-film del 70 diretto da Bevilacqua, autore anche dell'omonimo romanzo pubblicato nel 64.
Irene Corsini, detta Califfa, (Romy Schneider) è una bella operaia che vive nell'Oltretorrente, quella zona popolare a sinistra del torrente Parma che, citando il segnalibro originale, "divide simbolicamente i poveri dai ricchi", in una Parma anni sessanta. La Califfa, vedova di un operaio morto nelle proteste sindacali, si ritrova a divenire amante dell'industriale più potente della città, Annibale Doberdò (Ugo Tognazzi), il quale proprio grazie a questo amore, in un momento cruciale della sua esistenza, dove si inizia ad avvertire l'insofferenza per quel meccanicistico e spietato mondo dell'industria, trova una nuova vita e la sua libertà.
Purtroppo, però, la scelta di "socializzazione" con gli operai della sua azienda, lo porta in un tragico conflitto con i colleghi imprenditori.
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hulk1
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martedì 17 novembre 2020
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la san babila della califfa
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Bevilacqua è stato i più abile piazzista di se stesso, è diventato uomo ovunque decine di anni prima dei mostri generati da maurizio costanzo, del quale era ospite fisso con un libro, un disco , un film.
La califfa vale come istant movie , san babila ore 20 un delitto inutile, anche se Lizzani era più abile nella regia.
A parte Tognazzi, era nel suo periodo migliore, la divina Romy come operaia proprio non ci azzeccava nulla.
Fascisti, fascisti, comunisti, comunisti, visto oggi è semplicemnete ridicolo, il motivo è semplice Bevilacqua come la maggior parte dei registi italiani, parlava per sentito dire, leggeva i titoli dell'espresso e sbirciava nuovi argomenti.
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Bevilacqua è stato i più abile piazzista di se stesso, è diventato uomo ovunque decine di anni prima dei mostri generati da maurizio costanzo, del quale era ospite fisso con un libro, un disco , un film.
La califfa vale come istant movie , san babila ore 20 un delitto inutile, anche se Lizzani era più abile nella regia.
A parte Tognazzi, era nel suo periodo migliore, la divina Romy come operaia proprio non ci azzeccava nulla.
Fascisti, fascisti, comunisti, comunisti, visto oggi è semplicemnete ridicolo, il motivo è semplice Bevilacqua come la maggior parte dei registi italiani, parlava per sentito dire, leggeva i titoli dell'espresso e sbirciava nuovi argomenti.
Si trovavavano nei salotti, anche quelli televisivi e racconatvano storie su di una Italia che esisteva solo nelle loro fantasie, con i pippi baudo che annuivano.
Il mondo andava avanti, ma loro erano fermi a parma la grassa, arrivava la lady di ferrro, ronnie, ma loro credevano ancora ci fosse la guerra di corea.
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parsifal
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giovedì 27 settembre 2018
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lotta di classe e odio/amore
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A.Bevilacqua, uno degli scrittori italiani più rappresentatativi della seconda metà del '900, firma la regia e la sceneggiatura di questo film, tratto dal suo romanzo omonimo. Ancora una volta la vicenda si svolge nella sua Parma, terra dalla quale non si separò mai, pur vivendo a Roma. In particolare in quella parte , sinistra del fiume denominanta " Oltretorrente" che divide idealmente i ricchi dal proletariato. In questa zona della città abita Irene Corsini, interpretata da una splendida R.Schneider, vedova di un operaio morto durante un tumulto cittadino, in circostranze mai del tutto chiarite. La donna, accecata dal dolore della scomparsa del marito, attribuisce al proprietario della fabbrica in cui lavorava la responsabiltà morale della sua morte.
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A.Bevilacqua, uno degli scrittori italiani più rappresentatativi della seconda metà del '900, firma la regia e la sceneggiatura di questo film, tratto dal suo romanzo omonimo. Ancora una volta la vicenda si svolge nella sua Parma, terra dalla quale non si separò mai, pur vivendo a Roma. In particolare in quella parte , sinistra del fiume denominanta " Oltretorrente" che divide idealmente i ricchi dal proletariato. In questa zona della città abita Irene Corsini, interpretata da una splendida R.Schneider, vedova di un operaio morto durante un tumulto cittadino, in circostranze mai del tutto chiarite. La donna, accecata dal dolore della scomparsa del marito, attribuisce al proprietario della fabbrica in cui lavorava la responsabiltà morale della sua morte. L'industriale Annibale Doberdò , un grande ed agguerrito Tognazzi, riceve per tale motivo uno sputo sul viso, di fronte a tutte le maestranze riunite. LA donna esprime tutto il suo disprezzo senza freni di alcun genere. Da qui, da questo gesto di repulsione e di odio , nascerà una relazione tra due, ricca di dialogo e confronti, anche molto aspri, ma sempre all'insegna della ricerca di sè e della Verità. come accadeva spesso nei romanzi del grande autore. Incontri galeotti, scontri dialettici di grande livello e temperamento , popolano la relazione tra i due che tende a consolidarsi , al di là delle convenzioni sociali e dei giudizi di chi li circonda. Intanto, le cose sul piano lavorativo e politico tendono a diventare sempre più aspre , giorno dopo giorno. Doberdò diviene il capro espiatoprio di tutta la classe dominante a causa delle sue idee avveniristica riguardanti la gestione della proprietà; gli operai , da nemici diventano alleati ed i soloni, sodali sino a poco prima, vogliono la sua testa. Finale non certo lieto ma sincero. L'universo Uomo-Donna ricorrente nelle opere dello scrittore, su uno sfondo barricadero ed avveniristico. Destinato ad un pubblico che ama riflettere.
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toty bottalla
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venerdì 13 settembre 2013
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il grande tognazzi in grande forma!
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E' un film dai tempi lenti e lunghe sequenze tagliate male, la schneider troppo bella per essere credibile in quel ruolo ma servirà dopo per l'inevitabile storia d'amore, bravo come sempre tognazzi forse all'apice della sua carriera, la storia sociale, seria, tipica e interesante di quel tempo quando ancora c'erano le fabbriche, cambia corso e diluisce il suo interesse in una storia vagamente erotica, non mancano poi: terrorismo, mafia, miseria, traditori e violenza, firmato italia! Saluti.
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ralphscott
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sabato 11 maggio 2013
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forte,ma il romanzo ancor di più
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Del suo romanzo Bevilacqua focalizza ed amplifica le vicende della fabbrica,scegliendo di tagliar del tutto via i contrasti tra quartieri benestanti e città povera,parte delle umiliazioni che la vita infligge ad Irene ed i personaggi femminili secondari,compagne di sventura della protagonista. Nonostante questi tagli vistosi,ciò che viene inscenato sono immagini suggestive,dialoghi incisivi e due protagonisti davvero in gamba. La bella colonna sonora,qui solo strumentale,assume sfumature struggenti nella versione cantata da Milva (una delle tante raccolte di E. Morricone).
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lzanola
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venerdì 21 gennaio 2011
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film capolavoro
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gentile redazione di mymovies ,oggi per la prima volta ho visto il film LA CALIFFA che ho scoperto grazie a voi.che io non avevo mai visto e che neppure conoscevo.un film stupendo.un grande ugo tognazzi e una grandissima e bellissima romy scheneider,con una colonna sonora da brividi.fantastico....un grazie a voi...ciao da antonio di vicenza
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guglielmo
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mercoledì 24 settembre 2008
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ora basta!!!!
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Sono stufo di leggere recensioni di QUESTO film che lo mortificano.
Premetto che sono un grande appassionato di due registi (Kubrik e Greenaway) per i quali vi sfido a qualsiasi confronto ma il MITICO Ugo Tognazzi...
Non sopporto Bevilacqua e ritengo che la fotografia, la poesia e i tempi del film non siano cosa sua ma del GRANDISSIMO Ugo Tognazzi (acceto confronto anche con Bevilacqua).FISCHIO AL NASO DOCET
Questo film è senza tempo.
Chi può dire in che periodo (senza saperlo) è stato girato Bary Lyndon, C'era una volta in America, il ventre dell'Architetto, La parola ai giurati...
Uno MOLTO ADIRATO perchè un GIGANTE è stato dimenticato.
VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!
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giorgio
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domenica 16 marzo 2008
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un capolavoro di immediatezza cinematografica
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Il film "la califfa" è la riprova di come, talvolta, basti poco per confezionare un piccolo-grande film.
Cos'è "la califfa"?
"La califfa", anzitutto, riesce nell'inteto poetico di rappresentare alcune fondamentali passioni umane colte nel loro lato ELEMENTARE, nella loro essenziale NUDITA': la passione, il lavoro come riscatto, la cupidigia, la lealtà, l'amore, la fedeltà alla propria terra e alle proprie radici. Tale è, infatti, il significato del rapporto scontro tra i protagonisti ed il mondo circostante che li emargina.
La grande trovata di Bevilacqua, poi, è quella di rappresentare l'intrico di tali passioni, senza intellettualismi, senza sofisticazioni stilistiche, ma ricorrendo a forme di drammatizzazione che ricordano il melodramma verdiano ("il trovatore", in particolare) e che, oltre a convincere stilisticamente, garantiscono la godibilità dello spettacolo a qualsiasi tipo di pubblico.
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Il film "la califfa" è la riprova di come, talvolta, basti poco per confezionare un piccolo-grande film.
Cos'è "la califfa"?
"La califfa", anzitutto, riesce nell'inteto poetico di rappresentare alcune fondamentali passioni umane colte nel loro lato ELEMENTARE, nella loro essenziale NUDITA': la passione, il lavoro come riscatto, la cupidigia, la lealtà, l'amore, la fedeltà alla propria terra e alle proprie radici. Tale è, infatti, il significato del rapporto scontro tra i protagonisti ed il mondo circostante che li emargina.
La grande trovata di Bevilacqua, poi, è quella di rappresentare l'intrico di tali passioni, senza intellettualismi, senza sofisticazioni stilistiche, ma ricorrendo a forme di drammatizzazione che ricordano il melodramma verdiano ("il trovatore", in particolare) e che, oltre a convincere stilisticamente, garantiscono la godibilità dello spettacolo a qualsiasi tipo di pubblico.
Raramente, l'ELEMENTARE, il PRIMITIVO sono stati rappresentati con tanta immediatezza e plastica evidenza nel cinema italiano, paragonabile solo a certo grande cinema americano.
Mi permetto di dire che è questa la strada maestra (almeno secondo il mio giudizio) per una ripresa del cinema italiano, sia sul fronte dei contenuti poetico-espressivi, che sul fronte spettacolare.
Naturalmente superbi sia Tognazzi sia la Schneider.
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scarabeo
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giovedì 17 ottobre 2002
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grande
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Uno dei miei film preferiti.
Appassionante ache se visto più volte.
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nino bruno
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domenica 17 giugno 2001
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film del genere andrebbero trasmessi ogni anno.
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Ne avevo sentito parlare, ma non l'avevo mai visto. Una conferma, l'ennesima, che il cinema italiano è stato grandissimo, forse il migliore. Film del genere andrebbero trasmessi ogni anno nei cinema. Ma è già una fortuna se li si incontra per caso, a tarda notte, su rete quattro!! Ovviamente la colonna sonora, splendida, è di Morricone. Spero di rivederlo su grande schermo.
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(di ale)
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