stefano franzoni
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mercoledì 17 gennaio 2007
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colazione con audrey
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New York; una giovane donna fasciata da un tubino nero, occhiali da sole e sacchettino di carta in mano, cammina con grazia e leggerezza all'ombra dei palazzi della Fifth Avenue. Questi, marmorei e biancastri, troneggiano impassibili ed immuni ai turbamenti (o paturnie) della vita d'ogni persona. In particolare Tiffany & co., gioielleria nella quale "pare che nulla di male possa mai accaderti" è la meta della nostra Holly, la quale, estratti croissant e bibita dal sacchetto, osserva la vetrina mentre consuma la sua colazione. Così si apre "Colazione da Tiffany", film nell’olimpo dei più cult di tutti i tempi. Quando nell’autunno del 1960 Audrey Hepburn decise non senza molti dubbi (aveva da poco partorito il suo primo tanto desiderato figlio) di partecipare alla trasposizione cinematografica del film tratto dall'omonimo romanzo di Truman Capote, compì quella scelta che l'avrebbe legata per sempre alla paradossale-cinica-sognatrice-adorabile Holly Golightly.
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New York; una giovane donna fasciata da un tubino nero, occhiali da sole e sacchettino di carta in mano, cammina con grazia e leggerezza all'ombra dei palazzi della Fifth Avenue. Questi, marmorei e biancastri, troneggiano impassibili ed immuni ai turbamenti (o paturnie) della vita d'ogni persona. In particolare Tiffany & co., gioielleria nella quale "pare che nulla di male possa mai accaderti" è la meta della nostra Holly, la quale, estratti croissant e bibita dal sacchetto, osserva la vetrina mentre consuma la sua colazione. Così si apre "Colazione da Tiffany", film nell’olimpo dei più cult di tutti i tempi. Quando nell’autunno del 1960 Audrey Hepburn decise non senza molti dubbi (aveva da poco partorito il suo primo tanto desiderato figlio) di partecipare alla trasposizione cinematografica del film tratto dall'omonimo romanzo di Truman Capote, compì quella scelta che l'avrebbe legata per sempre alla paradossale-cinica-sognatrice-adorabile Holly Golightly. Holly è una sofisticata donna di New York che tra party e visite a Sing Sing ha un solo mero obiettivo: farsi sposare da un qualche ricco sfondato. Abita in un pratico appartamento con un gatto senza nome, dorme con i tappi per le orecchie, chiama i taxi con un fischio e veste scintillanti capi alla moda; poco gli interessano gli altri e forse poco gli interessa anche la sua quotidiana routine, patinata solo all’apparenza. Un giorno Paul (George Peppard), scrittore alle prime armi ed in cerca di idee e tranquillità, si trasferisce nello stesso palazzo, ma dopo la conoscenza di Holly si accorgerà che con lei vicina il suo mestiere non gli era mai sembrato così difficile. In mezzo alle luci ed ai rumori di New York, tra strade trafficate e chiassosi interni si svolge l'amicizia dei due e la ricerca della propria compiutezza personale di Holly. "Colazione da Tiffany" è più di un film ed in esso Audrey Hepburn è più di un attrice. Insieme fanno moda e tendenza, così come di tendenza erano i magnifici abiti ideati appositamente per Audrey dal celebre stilista Hubert de Givenchy, che si aggiungeva alla schiera di nomi famosi legati alla produzione quali Blake Edwards, Truman Capote e Henry Mancini. Le locandine del '61 certo non peccarono di superbia quando inneggiarono ad un film che sarebbe stato "eternamente chic". Quante cose infatti ancora oggi appaiono inscindibilmente legate ad esso: il lunghissimo bocchino per sigaretta che usa Holly, il magnifico tubino nero disegnato da Givenchy, l'indimenticabile "Moon river", motivo principale della colonna sonora di Mancini, la stessa casa di gioielli di Tiffany & co.,che ottenne una pubblicità non superabile neppure dai moderni media. Ed ancora Audrey Hepburn, in una delle più famose e celebrate interpretazioni della storia del cinema.
Infine quella scena del bacio sotto la pioggia: magica, superba, cristallizzata nelle languide note di "Moon river" che paiono trasmettere allo spettatore una sensazione di eternità.
L'eternità dell'avvicendarsi delle paturnie e della felicità, del sole e degli acquazzoni, l'eternità di un film davvero unico.
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peppermint.nicole
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lunedì 8 gennaio 2007
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un miliardario messicano?
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non sono certa se per il film è rimasta la stessa nazionalità del libro, ma il miliardario dovrebbe essere di nazionalità brasiliana, non messicana.
il film cmq è bello ma il libro è migliore (secondo me).
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renato corriero
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mercoledì 20 dicembre 2006
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fuori dell'ordinario!!
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A volte certi films faccio fatica a commentarli; certo che come commedia anni '60 è veramente eccezionale! Bravissima Audrey Hepburn in tutto il film, ma incantevole quando canta "Moon River" alla finestra suonando la chitarra!Ovvio che il personaggio interpretato da George Peppard non poteva resisterle. Blake Edwards che poi ci darà i favolosi comici dell'ispettore Clouseau e "La grande corsa" qui riesce anche a commuovere, non manca comunque di introdurre le sue macchiette come il bel gattone ed il giapponese magistralmente interpretato da Mickey Rooney. Un film veramente da tramandare!
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lucy
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mercoledì 22 novembre 2006
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audrey-lulamì
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capolavoro immortale scritto da truman capote
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fede90
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martedì 3 ottobre 2006
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spettacolare audrey
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Un capolavoro con una maravigliosa Audrey Hepbourn...per chi ama le eterne storie d'amore e non smette mai di sognare...Da vedere asslutamente. Moon River è la colonna sonora di questo bellissimo film, che è ormai una delle colonne portanti del grande cinema....
Dedicato a tutti quelli che hanno le paturnie..
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diletta
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domenica 6 novembre 2005
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elegance is an attitude
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Bè, questo film è sicuramente un capolavoro, con tutta la classe di Audrey Hepburn e la bravura di George Peppard, questo Film con la maiuscola rappresenta davvero una storia formidabile, piena di emozioni e che ci fa davvero amare il cinema americano degli anni '60, questo film è senz'altro uno dei più belli che io abbia visto, da vedere?Assolutamente si
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tessa
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giovedì 23 giugno 2005
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lezione di cinema
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Un film dolce, romantico, brillante ed emozionante. Anche e soprattutto a quasi cinquant'anni di distanza. La Hepburn è una delle migliori attrici che abbia mai recitato sotto i capricciosi riflettori di Hollywood, superando sempre al meglio le difficili prove dell'industria cinematografica. In questo film ha superato se stessa; sia la Hepburn che Edwarts hanno dato una lezione di Cinema (con la 'C' veramente maiuscola) che molti attori/attrici e registi dovrebbero imparare prima di avventurarsi in film senza capo né coda. imparando che il cinema non è uno svago per il tempo libero, ma un impegno con il pubblico, un'arte che si impara con fatica ed umiltà.
Sicuramente è un film che non mi stancherò di vedere.
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Un film dolce, romantico, brillante ed emozionante. Anche e soprattutto a quasi cinquant'anni di distanza. La Hepburn è una delle migliori attrici che abbia mai recitato sotto i capricciosi riflettori di Hollywood, superando sempre al meglio le difficili prove dell'industria cinematografica. In questo film ha superato se stessa; sia la Hepburn che Edwarts hanno dato una lezione di Cinema (con la 'C' veramente maiuscola) che molti attori/attrici e registi dovrebbero imparare prima di avventurarsi in film senza capo né coda. imparando che il cinema non è uno svago per il tempo libero, ma un impegno con il pubblico, un'arte che si impara con fatica ed umiltà.
Sicuramente è un film che non mi stancherò di vedere. Mai.
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ziogiafo
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giovedì 3 febbraio 2005
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ziogiafo - film da collezionare !!!
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Un commedia elegante, un vero cammeo della cinematografia mondiale.
E' la storia di un candido amore che sboccia in una bellissima
New York anni sessanta, tra Holly e Paul sulle note di una superlativa
"Moon River". Sullo sfondo l'imponenza di "Tiffany" la famosa gioielleria ... utilizzata come luogo di ristoro mentale dalla protagonista, che nei momenti critici della sua vita, si ricarica consumando una frugale colazione affacciandosi a quelle sontuose vetrine, facendo il pieno di fantastici sogni di ricchezza. La gracile e affascinante Audrey Hepburn nel ruolo dell'incontentabile Holly che sfugge continuamente a se stessa, eterno "spirito libero" che non riesce a trovare una sua dimensione e neanche un nome per il suo gatto.
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Un commedia elegante, un vero cammeo della cinematografia mondiale.
E' la storia di un candido amore che sboccia in una bellissima
New York anni sessanta, tra Holly e Paul sulle note di una superlativa
"Moon River". Sullo sfondo l'imponenza di "Tiffany" la famosa gioielleria ... utilizzata come luogo di ristoro mentale dalla protagonista, che nei momenti critici della sua vita, si ricarica consumando una frugale colazione affacciandosi a quelle sontuose vetrine, facendo il pieno di fantastici sogni di ricchezza. La gracile e affascinante Audrey Hepburn nel ruolo dell'incontentabile Holly che sfugge continuamente a se stessa, eterno "spirito libero" che non riesce a trovare una sua dimensione e neanche un nome per il suo gatto. Il paziente e perseverante Paul, scrittore alle prime armi
(George Peppard) riesce a fatica a capirla e ad entrare in sintonia con il suo mondo,ma l'amore lo rende tenace e comprensivo fino a fargli dichiarare il suo amore nonostante tutto. Questo film dai ritmi rilassanti riesce ad appassionare lo spettatore in maniera coinvolgente, grazie alla stupenda intepretazione dei due protagonisti che nella storia danno luogo a un gioco di ruoli trasparenti che per certi versi si assomigliano, visti i pregressi dei personaggi.La resa è incredibilmente realistica con un finale struggente, sotto una pioggia battente che quasi lava via il loro passato per dare l'avvio ad una nuova vita ... insieme.-
Film da collezionare !!!-
Cordialmente -
ziogiafo
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fiamma cavalcanti
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martedì 10 luglio 2001
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l'insostenibile leggerezza dell'essere
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Sullo sfondo di una New York "Eldorado", simboleggiata dai bagliori e dai brillanti del lussuoso negozio di Tiffany incastonato nel titolo, si dipana la storia d'amore tra uno scrittore esordiente e squattrinato, Paul, e una giovane "senza origini" (Holly-Lulamy), che mira alla ricchezza tanto quanto tiene alla propria libertà interiore. Giocato sul filo dell'ironia e della satira leggera per gli stereotipi della commedia sentimentale della società dorata (l'amore impossibile, ma coronato da lieto fine, tra il letterato mantenuto da una ricca attempata signora e la giovane a caccia di un marito facoltoso, tra party e serate alla moda), il film disegna una trama leggera come un origami, in cui i personaggi sanno vivere con grande intensità pur senza mai cedere alla dimensione drammatica dell'esistenza.
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Sullo sfondo di una New York "Eldorado", simboleggiata dai bagliori e dai brillanti del lussuoso negozio di Tiffany incastonato nel titolo, si dipana la storia d'amore tra uno scrittore esordiente e squattrinato, Paul, e una giovane "senza origini" (Holly-Lulamy), che mira alla ricchezza tanto quanto tiene alla propria libertà interiore. Giocato sul filo dell'ironia e della satira leggera per gli stereotipi della commedia sentimentale della società dorata (l'amore impossibile, ma coronato da lieto fine, tra il letterato mantenuto da una ricca attempata signora e la giovane a caccia di un marito facoltoso, tra party e serate alla moda), il film disegna una trama leggera come un origami, in cui i personaggi sanno vivere con grande intensità pur senza mai cedere alla dimensione drammatica dell'esistenza. Passioni, emozioni, scelte controcorrente e problematiche, matrimoni e separazioni, tragedie familiari, persino guai giudiziari che li vedono coinvolti vengono affrontati ogni volta con un senso della misura e del provvisorio, che tanto rassicura gli spettatori, guidati sapientemente alla serena consapevolezza che tutto si risolverà, purché gli si dia il giusto peso. Nessuna porta, anche sbattuta con violenza, si chiude per sempre: perché di irrevocabile, al mondo, c'è davvero soltanto la morte. Da questa consapevolezza, la breve ma intensissima lettura della vita che ogni film s'incarica di ritagliare nel caso specifico diventa una sorta di guida a riscoprire la fondamentale dimensione leggera dell'essere (insita nella sostanziale evanescenza e irripetibilità della singola esistenza). Come vorremmo tutti poter sempre ricordare, per noi e pe gli altri anche nel consumare le nostre, personali e quotidiane, molto spesso più modeste "Colazioni".
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