A cavallo della tigre

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Un film di Luigi Comencini. Con Nino Manfredi, Mario Adorf, Valeria Moriconi, Gian Maria Volonté, Raymond Bussières.
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Commedia, b/n durata 107 min. - Italia 1961. MYMONETRO A cavallo della tigre * * * - - valutazione media: 3,38 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
carloalberto sabato 31 luglio 2021
una tragicommeddia che non lascia speranze Valutazione 0 stelle su cinque
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 Commedia amara di Comencini, con un grande Manfredi, che offre uno spaccato sarcastico ed impietoso dell’Italia degli anni sessanta, quando la miseria morale e materiale delle classi popolari risaltava stridente nel contrasto con l’incipiente progresso tecnologico e pseudo culturale del boom economico. La voce fuori campo del protagonista, lo stesso Manfredi, accompagna la narrazione con un italiano stentato e maccheronico, appreso dalla televisione, con un effetto comico che trasforma immediatamente la tragedia del racconto filmico in farsa grottesca. Simbolica la caduta del giovanissimo Volontè, macchiatosi di un delitto d’onore,  sul tetto del cinema che si apre sotto i suoi piedi fagocitandolo, a significare lo spirito neorealistico che anima le intenzioni dell’autore, che, al di là delle apparenze e nonostante i toni della commedia, intende catturare le storie reali di uomini presi dalla vita di tutti i giorni per trasfigurarli in personaggi esemplari destinati all’immortalità della celluloide. [+]

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angelo libranti domenica 24 novembre 2013
non andava bene nel 1961 Valutazione 4 stelle su cinque
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Indubbiamente nel 1961, la storia, anticipava, la percezione della società contemporanea, almeno quella sottoproletaria e delinquenziale. Molti tabù restavano tali e non si ammettevano deroghe. L'insuccesso di pubblico si giustifica perché lo spettatore amava il film a colori d'oltreoceano e rideva per certa commedia popolare. A mio parere fu sbagliata, anche, la scelta del titolo, che non aiutò il grande pubblico ad avvicinarsi ad una pellicola interamente italiana. Ottime le recitazioni ed ottime le inquadrature in bianco e nero. Il film meritava ampio successo.

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gianleo67 martedì 12 novembre 2013
triste parabola di un uomo senza qualità Valutazione 3 stelle su cinque
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Finito in carcere per una maldestra simulazione di reato, un modesto e sprovveduto padre di famiglia si ritrova in cella con tre ergastolani sodali decisi ad evadere. Coinvolto suo malgrado nella fuga e fatta amicizia con il più truce ma leale dei tre, una volta fuori scopre che la moglie lo ha lasciato per vivere con un uomo povero ma onesto che la aiuta a crescere i figli ancora piccoli. I due lo convincono a farsi catture insieme al suo compagno fuggiasco per riscuotere la taglia e risollevare così le proprie sorti economiche.
Scritto da Age & Scarpelli con la collaborazione di Monicelli e dello stesso regista su di un comune soggetto, è una commedia di amara e caustica ironia che fonda il suo presupposto drammaturgico sulla simulazione e sull'inganno quale componente dominante della natura e delle relazioni umane laddove l'infingimento e l'apparenza sono la maschera fatua di una realtà che non tarda a mostrare la sua cinica e spietata doppiezza. [+]

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santucci sabato 20 giugno 2009
ennesima richiesta di rivalutazione Valutazione 5 stelle su cinque
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Un capolavoro nascosto che ha assolutamente bisogno di essere rivalutato, non si possono dimenticare simili lavori fatti da grandissimi artisti e senza sbavature di alcun tipo

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guantanamera martedì 16 dicembre 2008
critica Valutazione 0 stelle su cinque
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La critica e sbagliata

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francesco domenica 3 agosto 2008
fregato dalla vita Valutazione 3 stelle su cinque
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Perche' certi film scompaiono? Sudato e polveroso ritratto di un fregato dalla vita, uno dei piu' amari del cinema italiano negli anni del boom. Non ci si dimentica di Giacinto Rossi/Nino Manfredi, che poi, il boom, nemmeno fa in tempo ad annusarlo e ne viene travolto. Perche', se a investirlo non sono le auto, che all'uscita dal carcere sono improvvisamente padrone di Roma ("Il sorpasso" arriva un anno dopo...), sara' il destino a ributtarlo in carcere, "sacrificato" per far campare i figli, divorato dalla legge della jungla, gratificato solo - beffardamente - dalla fama di criminale di genio. Proprio lui, che e' appena un povero Cristo. E che parla come il proletariato gia' in via di rieducazione tv: vedi la "spada di Dracula" e i riferimenti agli spot della Stock. [+]

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