paolp78
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sabato 1 agosto 2020
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bellezza fatale
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Dramma psicologico e sentimentale alquanto complesso, ma che si fa ben seguire con interesse sino alla fine.
La sceneggiatura di Mankiewicz è gradevole, raffinata e profonda al contempo.
L'evoluzione della storia, di cui l'autore decide di svelare immediatamente l'epilogo, è molto interessante e ben costruita; in particolare si apprezza la scelta di introdurre nuovi personaggi che si avvicendano tra di loro affiancando quello principale e permettendo così alla pellicola di rigenerarsi continuamente, riaccendendo più volte l'attenzione nello spettatore.
Come si accennava, al centro di tutta l'impalcatura c'è il personaggio della protagonista, molto intrigante e difficile da decifrare, splendidamente interpretato da Ava Gardner, che domina la pellicola con il suo fascino e la sua bellezza statuaria (in ogni senso, visto che già dalla prima scena, ancora prima di vederla in carne e ossa, si può ammirare una statua che la ritrae).
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Dramma psicologico e sentimentale alquanto complesso, ma che si fa ben seguire con interesse sino alla fine.
La sceneggiatura di Mankiewicz è gradevole, raffinata e profonda al contempo.
L'evoluzione della storia, di cui l'autore decide di svelare immediatamente l'epilogo, è molto interessante e ben costruita; in particolare si apprezza la scelta di introdurre nuovi personaggi che si avvicendano tra di loro affiancando quello principale e permettendo così alla pellicola di rigenerarsi continuamente, riaccendendo più volte l'attenzione nello spettatore.
Come si accennava, al centro di tutta l'impalcatura c'è il personaggio della protagonista, molto intrigante e difficile da decifrare, splendidamente interpretato da Ava Gardner, che domina la pellicola con il suo fascino e la sua bellezza statuaria (in ogni senso, visto che già dalla prima scena, ancora prima di vederla in carne e ossa, si può ammirare una statua che la ritrae).
La presenza scenica di cui è dotata la Gardner è indispensabile per ricoprire efficacemente un ruolo così magnetico, come quello che le è affidato. La diva americana, credibilissima nei panni di una bellezza mediterranea (spagnola), è indiscutibilmente padrona della scena, riuscendo a relegare in secondo piano persino Bogart, comunque molto bravo.
Tra gli altri interpreti meritano di essere menzionati Rossano Brazzi e Edmond O'Brien che venne premiato con l'Oscar quale miglior attore non protagonista. Interessante anche il personaggio del produttore cinematografico, tanto ricco quanto antipatico.
Ottimi i dialoghi, davvero apprezzabili e ben scritti.
Molto elegante la regia di Mankiewicz, come nel suo classico stile.
Buono l'utilizzo delle voci fuori campo, espediente già efficacemente utilizzato dal regista in altre pellicole.
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samanta
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lunedì 16 dicembre 2019
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come è bello camminare senza scarpe...
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Il film del 1954 che ebbe anche buoni riconoscimenti della critica è di Joseph Mankiewicz, uno dei più affermati registi di Hollywood che in due anni consecutivi vinse contemporaneamente l'Oscar per la regia e la sceneggiatura (Lettera a tre mogli e Eva contro Eva) e, seppure datato, merita una critica non sfavorevole. Inizia il film in un cimitero della Riviera Ligure mentre si sta svolgendo il funerale sotto la pioggia, della contessa Torlato-Favrano e in 4 flashback da parte dei presenti si ricostruisce la vita della donna che si chiamava Maria Vargas (Ava Gardner), una ballerina spagnola che si esibiva a Madrid, un produttore di Hollywoood Edwards (Warren Stevens) "pescecane" della finanza duro e scontroso (riecheggia Howard Hughes), è andata a vederla con il suo braccio destro Oscar (Edmund O'Brien che riceverà l'Oscar come migliore attore n.
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Il film del 1954 che ebbe anche buoni riconoscimenti della critica è di Joseph Mankiewicz, uno dei più affermati registi di Hollywood che in due anni consecutivi vinse contemporaneamente l'Oscar per la regia e la sceneggiatura (Lettera a tre mogli e Eva contro Eva) e, seppure datato, merita una critica non sfavorevole. Inizia il film in un cimitero della Riviera Ligure mentre si sta svolgendo il funerale sotto la pioggia, della contessa Torlato-Favrano e in 4 flashback da parte dei presenti si ricostruisce la vita della donna che si chiamava Maria Vargas (Ava Gardner), una ballerina spagnola che si esibiva a Madrid, un produttore di Hollywoood Edwards (Warren Stevens) "pescecane" della finanza duro e scontroso (riecheggia Howard Hughes), è andata a vederla con il suo braccio destro Oscar (Edmund O'Brien che riceverà l'Oscar come migliore attore n.p.) e il regista Harry Daves (Humphrey Bogart), il magnate vuole ingaggiarla ma lei rifiuta, la convince Daves, che rimarrà il suo solo amico, e con un trucco riesce a mandare a monte il contratto capestro preparato dal produttore con un contratto favorevole alla ballerina. Maria gira tre film tutti di grande successo, ma abbandona il produttore stanca della sua violenza e si mette con Alberto Bravano un ricchissimo sudamericano che vuole lanciarsi nel cinema (Marius Goring). Ma anche quest'ultimo si mostra prepotente e non capisce la sua voglia di libertà, la schiaffeggia e lei viene difesa dal conte Torlato-Favrano (Rossano Brazzi) presente nell'Albergo della Costa Azzurra dove si trova maria con Bravano, lei si rifugia nel palazzo di Rapallo del conte, ricchissimo, che, dopo alcuni mesi (non vivono come amanti), decide di sposarla. Però la notte delle nozze il nobile rivela alla moglie di essere impotente, lei sconvolta intavolerà una relazione con l'autista e rimarrà incinta, lo rivela al conte sperando che accetti il figlio come suo ma lui uccide entrambi.
Mankiewitz ha delineato un film gradevole , come al solito il personaggio femminile è delineato con cura ed interpretato da una splendida per bellezza e bravura Ava Gardner, la fotografia a colori è eccellente, gli scorci della Costa Azzurra e della Riviera sono incantevoli, alcune riprese sono da manuale, come quando all'inizio Maria balla e si vedono solo le sue mani che si intrecciano e le facce estasiate degli uomini che l'ammirano, anche i dialoghi come al solito sono ben curati e senza sbrodolature. Però ho la sensazione che nel finale il regista si sia lasciato prendere la mano, la notte delle nozze rappresentare il conte che arriva con un certificato medico che attesta che lui è impotente per un blocco nervoso e lo consegna alla moglie esterefatta, è francamente una scena pò ridicola, c'erano metodi migliori per rappresentare la siuazione. Ottima la recitazione non solo di Ava Gardner, ma soprattutto di Humphrey Bogart che recita con maestria l'amico testimone e bravo Edmund O'Brien che vinse l'Oscar, bravi i comprimari, salvo, mi spiace dirlo, Rossano Brazzi che recita in modo penoso. Un film che per l'enesima volta affronta la drammaticità che esiste dietro il palcoscenico di Hollywood.
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luca scialò
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giovedì 30 giugno 2011
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una stella spenta dal successo
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Harry Dawes è un regista e scenografo sempre a caccia di talenti da far assoldare al suo ricchissimo produttore. Approdano a Madrid per vedere una giovane e bella danzatrice, Maria Vargas, che Dawes e gli altri vogliono trasformare in una stella di Hollywood. Sarà proprio lui a convincerla, ma la vita patinata non fa per lei. Conosce anche un affascinante aristocratico, Vincenzo Torlato-Favrini, che sembra potergli far vivere una vita da favola. Ma non tutte le favole, si sa, sono a lieto fine...
Ottima la ricostruzione della storia, con flashback e continui cambi di ambientazione.
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Harry Dawes è un regista e scenografo sempre a caccia di talenti da far assoldare al suo ricchissimo produttore. Approdano a Madrid per vedere una giovane e bella danzatrice, Maria Vargas, che Dawes e gli altri vogliono trasformare in una stella di Hollywood. Sarà proprio lui a convincerla, ma la vita patinata non fa per lei. Conosce anche un affascinante aristocratico, Vincenzo Torlato-Favrini, che sembra potergli far vivere una vita da favola. Ma non tutte le favole, si sa, sono a lieto fine...
Ottima la ricostruzione della storia, con flashback e continui cambi di ambientazione. Ottima anche la scelta degli attori, tra i quali spiccano, oltre che ovviamente Humphrey Bogart e Ava Gardner, anche "i nostri" Rossano Brazzi Valentina Cortese e Renato Chiantoni.
Forse, se la trama fosse stata leggermente "asciugata" e qualche dialogo fosse stato soppresso, ne sarebbe venuto un capolavoro.
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toty bottalla
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sabato 4 dicembre 2010
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poco emozionante!
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Devo essere sincero, per quanto apprezzi il grande BOGART, "la contessa scalza" è un film che non mi ha emozionato nè coinvolto emotivamente, la storia sembra forzata, la GARDNER è certamente bella, ma la sua interpretazione appare incerta, l'entrata in scena di R. BRAZZI sembra trasformare il film in episodi, mi scuso coi nostalgici, ma infondo è solo la mia opinione. Saluti.
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theta
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domenica 13 gennaio 2008
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non riesco a capire......
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Scusate,ma sto conte che voleva????
Rivela la sua impotenza dopo il matrimonio e pretende che la moglie gli sia fedele?????
Se non voleva essere cornificato glielo doveva dire prima!!!!!
Il matrimonio non è un voto di castità!Non mi sembra:)
Voi che ne dite?Ho ragione o mi sfugge qualcosa?Magari la trama è diversa....
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breberto
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mercoledì 5 dicembre 2007
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preteso capolavoro
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Truffaut non è stato il solo a parlare mirabilmente di LA CONTESSA SCALZA, ho trovato giudizi lusinghieri in varie storie del cinema e profili del regista ed è per questo che da tanto tempo desideravo rivedere questo film visto decenni fa. Ora è uscito in DVD e ho potuto soddisfare la mia curiosità ma sono rimasto deluso perchè mi ha lasciato freddo e insoddisfatto. Il personaggio della protagonista - attraverso i flash bach degli uomini - salta fuori poco o niente, ha una sua psicologia abbastanza originale ma non sviluppata ed è mal servito dalla modesta interpretazione di Ava gardner che si limita a sfoggiare abiti ed è una bella presenza. Qualche tocco cattivo nella presentazione del mondo hollywoodiano ma ci vuole bel altro per prenderci oggi, mentre certi sviluppi narrativi sono banali o mal sviluppati (tutta la seconda parte col matrimonio con il conte italiano, fra l'altro servito malissimo dalla mediocre interpretazione di Rossano Brazzi).
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Truffaut non è stato il solo a parlare mirabilmente di LA CONTESSA SCALZA, ho trovato giudizi lusinghieri in varie storie del cinema e profili del regista ed è per questo che da tanto tempo desideravo rivedere questo film visto decenni fa. Ora è uscito in DVD e ho potuto soddisfare la mia curiosità ma sono rimasto deluso perchè mi ha lasciato freddo e insoddisfatto. Il personaggio della protagonista - attraverso i flash bach degli uomini - salta fuori poco o niente, ha una sua psicologia abbastanza originale ma non sviluppata ed è mal servito dalla modesta interpretazione di Ava gardner che si limita a sfoggiare abiti ed è una bella presenza. Qualche tocco cattivo nella presentazione del mondo hollywoodiano ma ci vuole bel altro per prenderci oggi, mentre certi sviluppi narrativi sono banali o mal sviluppati (tutta la seconda parte col matrimonio con il conte italiano, fra l'altro servito malissimo dalla mediocre interpretazione di Rossano Brazzi). Insoma, amo Mankiewicz ma questo suo film mi ha deluso e rimango legato agli altri suoi. Il gioco dei Flash back e dei punti di vista è più felice in LETTERA A TRE MOGLI ed EVA CONTRO EVA. Caro Truffaut, non ho visto nel film quello che ci hai visto tu, ma non è la prima volta. Secondo te, per esempio, LA CARROZZA D'ORO di Renoir sarebbe un sublime capolavoro.
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