Georges Sadoul
Un barcaiolo (Jean Dasté) sposa una giovane contadina (Dita Parlo) che mal s’adatta a vivere in una chiatta su cui domina un vecchio eccentrico (Michel Simon). Giunta alla periferia della città, la giovane abbandona il marito. Separati, si disperano entrambi, finché si ritrovano felicemente.
La sceneggiatura (opera di uno sconosciuto, sotto pseudonimo) fu accettata, piuttosto che scelta, da Vigo che, adattandola liberamente, ne fece il suo capolavoro. Le sequenze più importanti sono: le nozze in un villaggio della Normandia, e la sposa vestita di bianco imbarcata in fretta sulla chiatta; la cambusa in cui vive il bizzarro Michel Simon, che tiene in un barattolo sotto spirito delle mani tagliate, e i suoi vecchi grammofoni e meccanismi vari, le sue cianfrusaglie surrealistiche, le sue sigarette fumate coll’ombelico; un ballo campestre in cui compare un venditore ambulante che cerca di piazzare la sua merce (Gilles Margaritis); l’arrivo alla periferia, coi terreni ancora edificabili dominati dai piloni dell’elettricità; la donna che va in giro per Parigi, il furto della borsetta, e il presunto borsaiolo che la folla arriva quasi a linciare dietro una griglia simbolica; la disperazione del barcaiolo che continua a tuffarsi per ritrovare nell’acqua il volto della donna che perdutamente ama. [...]
di Georges Sadoul, articolo completo (2934 caratteri spazi inclusi) su 1968