50 giorni di cinema internazionale di Firenze 2016
50 giorni di cinema internazionale di Firenze, il programma dei 166 film. Firenze - 29 ottobre/9 dicembre 2016. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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La grande rivoluzione musicale di oggi si svolge in Africa, dove la musica urbana dei club si fonde con gli stili tradizionali. Le ultime tecnologie e la velocità delle comunicazioni hanno creato nuovi ed eccellenti talenti la cui musica e le cui idee si diffondono velocemente nel resto del mondo. Viaggiando da Dakar, attraverso Accra, Lagos e Luanda e arrivando fino a Johannesburg, incontriamo alcuni dei giovani artisti più creativi e interessanti della scena odierna. D'accompagnamento, i loro videoclip e le parole dalla voce di Fela Kuti, tratta da interviste d'archivio inedite. Recensione ❯
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Siamo al centro assistenza sanitaria per migranti dell'ospedale Avicenne di Bobigny, vicino alla banlieu parigina. Il mondo che sfila davanti ai nostri occhi è un mondo sofferente, di uomini affetti da mali fisici e psicologici amplificati dal loro percorso per raggiungere la Francia e dall'estrema precarietà del loro quotidiano. Dinanzi a loro, un medico, affiancato da uno psichiatra, tenta di offrire soluzioni mediche immediate e un ascolto accogliente. Recensione ❯
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Beirut, 1983. La vita segreta di Lina, 12 anni, ruota attorno a Siham, la domestica della zia, di sei anni più grande. Pur sostenendone gli amori clandestini e difendendone gli interessi, la piccola passa inosservata tanto agli occhi di Siham, quanto a quelli della famiglia, soprattutto del padre: un uomo distruttivo, avventuriero e giocatore d'azzardo. Nell'incertezza di un quotidiano dominato dalla guerra, da passioni e frustrazioni, Lina entra nel mondo degli adulti, senza avere una vera coscienza del bene e del male... Recensione ❯
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1999: Mentre la NATO bombardava la Jugoslavia, un camion contenente 53 cadaveri immersi nel Danubio, vicino al confine con la Romania. Non indagini sono state effettuate. In precedenza, a Suva Reka, Kosovo: serbi abitanti del villaggio gregge polizia in una pizzeria e lanciare granate nell'edificio. Una donna guarda come il suo 10-anno-vecchio figlio viene ucciso. Lei stessa sopravvive solo fingendo di essere morto.
Eventi insondabili, ogni dettaglio organizzato secondo una logistica di crudeltà. "Dubina DVA" è il nome di un piano segreto di stato volto a annientare sistematicamente le fasce della popolazione e senza lasciare traccia. Un decreto con le parole "nessun corpo, nessun reato" scritto sulla parte superiore. Corpi che scompaiono in fosse comuni a distanza, persone che sono considerate altro che la materia di base.
Il documentario di Ognjen Glavonic Dubina dva riguarda misurare la verità. Il film ricostruisce le atrocità consentendo testimoni di allora a dire la loro in voce fuori campo, le loro testimonianze accompagnate da immagini del presente. Recensione ❯
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Il regista pone la sua videocamera davanti a un muro di cinta di una città brasiliana. Qualcosa di inatteso s'insinua nell'inquadratura, un dettaglio che diventa centrale, ineludibile. Quel fotogramma fornisce l'occasione per realizzare un sofisticato viaggio-saggio nella storia e nell'intricata rete di rapporti sociali che ogni immagine inevitabilmente evoca. Recensione ❯
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Circa 80.000 rifugiati siriani vivono nel campo profughi di Zaatari in Giordania, il secondo più grande in tutto il mondo. Il cinquantotto per cento dei suoi abitanti sono bambini. Il film immerge lo spettatore nei ritmi del campo, avvicinandolo al ruolo degli operatori umanitari e alla vita quotidiana di due famiglie prese nella morza di un futuro incerto. Recensione ❯
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Al Lewis racconta in camerino se stesso. Ma il racconto diventa ben presto un'analisi sull'America e sui sogni degli americani. Espandi ▽
Al Lewis è un attore americano famoso per aver interpretato la parte del nonno nella serie di culto degli anni Sessanta The Monsters. Nel camerino di un piccolo teatro di posa, l'attore, davanti allo specchio mentre viene truccato, racconta sé stesso e la propria vita, tra impegno politico e amore per lo spettacolo, tra cinema, televisione e radio. Un racconto che diventa ben presto un ritratto dell'America, dei suoi sogni e delle sue utopie, delle sue lotte e delle sue disillusioni. Recensione ❯
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Samir è un contrabbandiere algerino che trasporta petrolio nella zona di confine col Marocco. Il buio della notte e il bagliore di una sigaretta rappresentano la compagnia ideale per la messa in scena dei suoi sentimenti. Espandi ▽
Samir è un contrabbandiere algerino che trasporta petrolio nella zona di confine col Marocco. Come ogni uomo, ha delle aspirazioni, dei sogni, delle angosce. Il buio della notte e il bagliore di una sigaretta rappresentano la compagnia ideale per la messa in scena di sentimenti così profondi, l'occasione per scandagliare pensieri che alla luce del giorno fanno fatica a trovare espressione. In maniera quasi speculare, le angosce e i desideri di Samir si riflettono nello stato d'animo di chi è dietro la camera. Recensione ❯
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Sergio e suo padre, Simão, non si incontrano da oltre vent'anni. Alla vigilia della Coppa del mondo del 2014, Sergio ritorna a San Paolo, la sua città natale, sperando di vedere le partite con il padre come quando era piccolo. Espandi ▽
Sergio e suo padre, Simão, non si incontrano da oltre vent'anni. Alla vigilia della Coppa del mondo del 2014, Sergio ritorna a San Paolo, la sua città natale, sperando di vedere le partite con il padre come quando era piccolo. Sembrano esserci tutti i presupposti per un perfetto incontro tra i due: un mese da passare insieme, il loro programma scandito da quello dei Mondiali. Con il passare dei giorni, però, la loro relazione comincia a scivolare verso territori inesplorati e il loro patto di guardare insieme all'intero campionato diventa un pericoloso rituale... Recensione ❯
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Caterina Pecchioli viaggia per l'Italia interrogandosi sul rapporto degli italiani con la corruzione. Espandi ▽
Qual è il rapporto degli Italiani con la corruzione? La regista percorre la penisola in treno dal punto più a Nord a quello più a Sud per porre questa domanda ai suoi connazionali. Il risultato è una serie di appassionanti conversazioni e testimonianze, divertenti e tragiche al tempo stesso, che si compongono in una storia collettiva dove il confine tra giusto e sbagliato tende a confondersi. L'eclettico paesaggio Italiano, esso stesso personaggio del film, fa da contrappunto al coro di voci appartenenti alle diverse generazioni. Recensione ❯
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Un rifugio antiatomico per i rifugiati richiedenti asilo Espandi ▽
Un'immersione sensoriale e in prima persona nell'esperienza soffocante di un rifugio sotterraneo in Svizzera risalente alla seconda guerra mondiale, nel quale, a decine di metri di profondità, vengono oggi rinchiusi i richiedenti asilo. Il film invita lo spettatore a vivere l'angoscia di uno di loro, Mohammad, che rievoca la sua esperienza di vita sotterranea. Recensione ❯
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Songs for Madagascar è un viaggio intimo attraverso l'isola del Madagascar alla ricerca della sua anima musicale. Seguiamo da vicino il lavoro creativo di un gruppo di musicisti, i loro spettacoli e i loro incontri con le comunità locali. Le parole delle canzoni sono più efficaci di lunghi discorsi: con un film divertente e stimolante il pluripremiato regista Cesar Paes, lavorando a stretto contatto con gli artisti e con i ricercatori dell'Università di Southampton, porta all'attenzione del pubblico in Madagascar, in Europa e in tutto il mondo alcune questioni di rilevanza mondiale. Recensione ❯
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I nonni di Zofia, dopo una separazione di 8 anni, durante la quale lui ha vissuto con un'altra donna, tornano a vivere insieme e si preparano a festeggiare l'anniversa- rio di matrimonio. La nipote/regista li riprende nel loro piccolo appartamento, uno (e unico) spazio, che grazie all'uso della camera, diventa un grande specchio che riflette la loro relazione. Lo sguardo della camera è dolce e comprensivo nel ripren- dere la vita quotidiana, in cui i vecchi rancori e la consapevolezza di non poter fare a meno l'uno dell'altra si mescolano senza distinguersi in un legame d'amore che resiste al tempo e alle turbolenze della vita. Recensione ❯
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Un'intensa ricognizione poetica per disegnare un suggestivo "paesaggio interiore", quello della regista, che ci conduce a visitare Lika, la terra che fu dei suoi antenati e che sarà dei suoi discendenti. Espandi ▽
Lika è un campo coperto di erba; è un alveare pieno di miele; è montagna, lago, aria, vento, albero, fiore. D'inverno, è un campo coperto di neve. Un'intensa ricognizione poetica per disegnare un suggestivo "paesaggio interiore", quello della regista, che ci conduce a visitare Lika, la terra che fu dei suoi antenati e che sarà dei suoi discendenti. Un paesaggio magico e speciale, perché non risiede nel Regno del Reale, ma in quello, incontaminato e incorruttibile, dell'anima. Un film che guarisce le ferite interiori, perché fatto da chi l'anima ebbe ferita. Recensione ❯
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