Anno | 2013 |
Genere | Commedia drammatica |
Produzione | Francia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Axelle Ropert |
Attori | Cédric Kahn, Laurent Stocker, Louise Bourgoin, Paula Denis, Serge Bozon Gilles Gaston-Dreyfus, Camille Cayol, Jean-Pierre Petit, Alexandre Wu, Chloé Esdraffo, Kea Kaing, Nusch Batut, Zéphir Batut, Paul Bozon. |
Tag | Da vedere 2013 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 luglio 2016
Un film della regista e sceneggiatrice Axelle Ropert.
CONSIGLIATO SÌ
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Boris e Dimitri Pizarnik sono fratelli e medici a Parigi. Occupati nello stesso studio, ubicato nel tredicesimo arrondissement, dove si è accomodata una rilevante comunità asiatica, i due fratelli condividono visite, turni e quotidiano. Generosi e disponibili coi loro pazienti, abitano l'uno di fronte all'altro e coltivano una sorta di rassegnazione serena nei confronti della vita e del loro celibato. Una notte rispondono alla chiamata di Alice, una bambina diabetica e sola perché la madre lavora come barista in un locale notturno. Rintracciata Judith, i due uomini se ne innamorano follemente senza rivelarselo ma rivelandosi alla mamma di Alice, che cederà al corteggiamento di Boris, il più enigmatico e pragmatico dei due. Dimitri da par suo, tenta un approccio, prima impacciato e poi disperato, provando a resistere al desiderio di bere. Ex alcolista, Dimitri non sopporta la felicità del fratello con la donna che lui ama disperatamente ma il padre di Alice, 'richiamato' dal passato, ristabilisce l'equilibrio. Da qualche parte però qualcosa è accaduto e i due fratelli si separano professionalmente. Per uno di loro tuttavia la felicità è dietro l'angolo, dietro la porta.
È frontale, come le loro finestre, l'amore che lega i fratelli di Axelle Ropert, regista francese alla sua seconda prova (La Famille Wolberg). Semplice e incontestabile il loro legame agisce lungo la linea ideale che unisce e separa i loro immobili. Medici e fratelli desueti, ma proprio per questa desuetudine irresistibili, i Pizarnik sono gli eroi concreti di una storia classica che si muove dentro notti lontane dalla mitologia abituale dei festini e delle trasgressioni. La notte nel film della Ropert è il momento delle confidenze e dell'abbandono, è l'occasione in cui dirsi (tutto), è lo spazio che esalta la bellezza rossa e rigogliosa di Judith, madre nubile e donna eccitante, che innamora Boris e Dimitri. (S)oggetto emerso del loro desiderio, Judith impatta l'armonia affettiva e professionale dei protagonisti, introducendo l'amore, quello romantico dichiarato da entrambi a voce alta e senza precauzione come solo il cinema francese sa fare e può fare. Intrepidi, (a)sociali e liberi alla maniera dei personaggi di François Truffaut, Boris e Dimitri amano senza mezzi termini dentro un film sul sentimento ma senza pornografia sentimentale. Fisicamente e caratterialmente opposti, si completano senza assomigliarsi, obbligando lo spettatore a trovare una consonanza segreta, che la Ropert intercetta in un sentimento e poi incarna in una donna, la stessa.
Diversamente dal cinismo speculativo del Dr. House, i medici di Tirez la langue, mademoiselle praticano una medicina partecipe e razionale, una medicina sociale che rivela nelle loro visite diurne e notturne lo spirito di un arrondissement etnicamente e architettonicamente eterogeneo. Oscurato dal limitrofo e celebre Quartiere latino, il tredicesimo arrondissement è il territorio 'esotico' in cui procede la vita routinaria dei protagonisti, a proprio agio in una babele asiatica e resistente alla gentrificazione incalzante di Parigi, una sorta di enclave moderna e provinciale insieme che conserva e nasconde una bellezza segreta all'ombra delle sue torri. Una bellezza piena e tangibile, gravata spesso dalla solitudine, dalla malattia, dalla dipendenza, dall'ansietà. Ma questa gravità nel film non pesa mai nemmeno quando i due fratelli si scoprono rivali in amore, il conflitto è gestito con dignità e ironia, è mediato dall'amico di sempre, interpretato dal regista Serge Bozon, 'assistito' come conviene a due medici e ponderato come si addice a due fratelli.
Film di grande misura ed equilibrio, Tirez la langue, mademoiselle compensa crudeltà e dolcezza e bilancia tre tipi fisici differenti, segnati allo stesso modo dalla fatica del lavoro notturno. Louise Bourgoin, Cédric Kahn e Laurent Stocker, 'prestato' al cinema dalla Comédie-Française, partecipano dello statuto lirico, fragile e unico di un film sull'ingiustizia della vita (è ingiusto che Charles debba morire) e dell'amore (è ingiusto che Dimitri non ne abbia diritto), in cui anche la felicità degli uni (Boris e Judith) soffre il dolore 'collaterale' degli altri. Due emozioni inscindibili per chi è prossimo. Prossimo come un figlio, un amico, un fratello.
Tirez la langue madeimoselle, (2013) film di Axelle Ropert con Louise Borgoin, Cédric Kahn, Laurent Stocker Magnifico film drammatico, ambientato a Parigi ed in lingua originale con sottotitoli, in perfetta linea con l’eleganza della miglior cinematografia francese, che si inoltra nel microcosmo del settore medico e delle creature che lo popolano [...] Vai alla recensione »