Anno | 2012 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Xavier Giannoli |
Attori | Kad Merad, Cécile De France, Louis-Do de Lencquesaing, Alberto Sorbelli, Pierre Diot Christophe Kourotchkine, Stéphan Wojtowicz, Garba Tounkara, Romain Medioni, Mathias Camberlein. |
MYmonetro | 2,71 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 settembre 2012
Una commedia drammatica sulle conseguenze di una popolarità che cresce rapidamente.
CONSIGLIATO SÌ
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Martin Kazinski, destandosi un mattino di un giorno uguale al precedente, si trova trasformato, durante il solito tragitto in metropolitana, in una superstar. Tutti vogliono fotografarlo, avere un suo autografo, riconoscerlo. Impaurito e infastidito, accetta l'aiuto di una giovane produttrice televisiva che, in cambio della sua apparizione in trasmissione, gli promette di far luce sulle ragioni di ciò che gli è accaduto. Uno scherzo di qualcuno? Uno scherzo del destino? Ma è un cane che si morde la coda e, da questo momento in poi, "l'uomo che è diventato famoso perché non voleva esserlo" non può dire o fare nulla senza che ogni sua parola venga adottata come uno slogan, ogni sua azione riempita di un senso e del suo contrario.
La Francia di Debord e Lyotard, qui ridotti a Bignami di se stessi, interpreta in chiave drammatica lo spunto che Allen aveva recentemente velato di ironia, o meglio di sarcasmo. Tuttavia Giannoli non si spinge alle estreme conseguenze, limitandosi a mettere in campo il maggior numero di derivazioni narrative e speculative offerte dall'argomento, fino al punto in cui questa quantità si fa eccessiva e il film si ritrova, per converso, impoverito.
Dal ricordo esplicito dell'aggressione dei paparazzi a Diana Spencer, l'ultima notte della sua vita, fino alla citazione altrettanto manifesta della moda editoriale parigina dei pamphlet alla Stéphane Hessel ed epigoni ("Indignatevi!"), Giannoli evidentemente crede che il cinema sia l'unico mezzo in grado di conservare quella distanza focale che permette di non farsi fagocitare dal tritatutto della massa che decide l'agenda della televisione che decide l'agenda della massa e così via, ad libitum. La finzione dichiarata è dunque moralmente più giusta della (pretesa della) realtà? Non è un pensiero nuovo, né conduce molto in là, in tempi di storytelling obbligato di qualsiasi (non) evento, come denuncia il film stesso, ma avrebbe una sua validità se Superstar il cinema non se lo dimenticasse (di proposito?) dietro un cassonetto, dentro poche scene "rubate", che non a caso comprendono sempre la presenza di Cécile de France, vera luce del film.
A differenza di quanto avviene in Reality di Garrone, che è cinema allo stato puro e confina, non a caso, l'immagine televisiva dentro limiti precisi e stretti, in Superstar il cinema occupa fisicamente gli spazi della televisione e smarrisce se stesso, finendo per diventare ridondante (l'ultimo neo sono proprio i titoli di coda) e farsi piccolo piccolo.
È un uomo di mezza età, di aspetto dimesso, senza famiglia: ogni giorno prende il metrò, con in mano un sacchetto di plastica che non molla mai e va in un laboratorio di elettronica dove sovrintende al lavoro di ragazzi disabili. Persone come lui, come Martin Kazinski, non le vede nessuno, sono invisibili, e proprio per questo liberi, sereni. Ma un mattino, di colpo, senza ragione, la gente sulla metro, [...] Vai alla recensione »
Chissà se al giurato Matteo Garrone piacerà Superstar, il film del francese Xavier Giannoli entrato ieri in concorso, così simile al suo Reality: entrambi raccontano la storia di un uomo qualunque che si confronta con la popolarità con conseguenze devastanti, con la macroscopica differenza che il protagonista di Reality cercava disperatamente il riconoscimento del pubblico mentre il protagonista di [...] Vai alla recensione »
Ispirandosi al romanzo Le Idol di Serge Joncour, il francese Giannoli mette in scena la paradossale odissea di un uomo qualsiasi che all’improvviso e senza alcun motivo si scopre famoso: tipo la storia del Benigni alleniano di To Rome with Love , però giocata su un tono più drammatico. Martin Kazinski è un quarantenne solitario che lavora - alla guida di un gruppetto di disabili che considera la sua [...] Vai alla recensione »
Come può cambiare la vita di un uomo al tempo della globalizzazione? Due film, uno francese e uno italiano, tentano di rispondere. Ma come quasi sempre succede al cinema, le domande sono più efficaci delle risposte. E non a caso il protagonista di Superstar, del francese Xavier Giannoli, si interroga sul proprio futuro in un camerino televisivo dopo aver vergato sullo specchio, con un rossetto, un [...] Vai alla recensione »
Vecchia storia, nuova storia, che ognuno può avere almeno 15 minuti di fama. E se non li voglio, né 15, né un mese, tantomeno una vita intera? Per i paparazzi accampati davanti a casa, George Clooney ha deciso di lasciare l’amatissima villa sul lago. Per averli, i paparazzi davanti a casa, migliaia di giovani concorrono per un posto da tronista. La televisione scalpita con i “saranno famosi”, quando [...] Vai alla recensione »
Un incubo a occhi aperti lo vive anche l’operaio francese Martin Kazinski di “Superstar”, interpretato dal prodigioso Kad Merad di “Giù al Nord”. L’ometto, 43 anni, senza figli, single, smonta e ricicla computer: è un signor nessuno, ma onesto e dignitoso, finché di colpo - il film non spiega i motivi - diventa una celebrità. Tutti lo fotografano, lo salutano, lo idolatrano, va in tv, i giornali ne [...] Vai alla recensione »
Un signor nessuno (Kad Merad) si ritrova celebrità: senza un perché, e suo malgrado. Prima le fotografie in metro, poi i video su Internet, infine la tv: tutta la Francia parla di lui, il 40enne scapolo, pelato e sfigato Martin Kazinski. In Concorso Xavier Giannoli prende il romanzo L’idole di Serge Joncour, lo frulla col quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol e riflette sul contagio della fama e [...] Vai alla recensione »
Meno smalto visivo, ma molte idee e una non comune capacità d’orchestrazione nel secondo titolo in gara, Superstar di Xavier Giannoli. Uno di quei film destinati a cadere ostaggio della teoria che illustrano se Giannoli non riuscisse a incarnare questa parabola sulla fama ai tempi di Internet in una folla di personaggi assai ben disegnati e motivati.