Titolo originale | Mai Mai Shinko to Sennen no Mahou |
Anno | 2009 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Giappone |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Sunao Katabuchi |
Attori | Mayuko Fukuda, Ei Morisako, Manami Honjou, Nako Mizusawa . |
Distribuzione | Koch Media |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 giugno 2016
Un racconto introspettivo e bucolico, incentrato su due bambine alla scoperta del mondo e di un'antica leggenda locale.
CONSIGLIATO SÌ
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La piccola Shinko ha un ciuffo di capelli che sfida la legge di gravità: lo ha battezzato "mai mai" ed è convinta che sia lui a stimolare la sua immaginazione, tale da rendere quasi tangibile il mondo parallelo in cui ama rifugiarsi. Mentre il nonno alimenta le sue fantasie raccontando di mille anni prima, quando al posto di Kokuga e dei suoi campi c'era il regno di Suo, in paese arriva Kiiko, ragazza di città rimasta orfana di madre e ben presto emarginata dai suoi compagni. Shinko fa amicizia con lei e prova a introdurla nel magico mondo del suo "mai mai".
Anche senza conoscere il passato di Katabuchi Sunao, assistente di Miyazaki per Kiki consegne a domicilio, il suo debito nei confronti dell'immaginario Ghibli risulta evidente. Le protagoniste, adolescenti dalle esistenze difficili e spesso incomprese, la natura verdeggiante che domina il paesaggio, l'escapismo pedagogico della protagonista: tutti topoi del celebre studio di animazione, fedelmente riproposti in Shinko e la Magia dei Mille Anni. La sequenza della sorellina scomparsa sembra prelevata di peso da Totoro, dove l'elaborazione del lutto e l'estrema malinconia richiamano Takahata Isao. Ma nonostante gli ingombranti modelli Katabuchi infonde uno slancio di entusiasmo capace di dar vita ai fondali statici ma a colori caldi di Kokuga. Nel parallelismo tra mondo reale e controparte fantastica, tra la placida campagna di Kokuga e l'aristocratico villaggio di Suo, Shinko trova la sua maturazione e Kiiko elabora il lutto materno, in un percorso di crescita collettivo che passa attraverso l'accettazione di un mondo pieno di ingiustizie e di storture. Shinko, arbitra del destino suo e dei suoi amici all'interno dell'universo di fantasia, traspone questa sicurezza nella realtà, aiutando i suoi amici a ritrovare un insperato sorriso.
L'apologo morale resta confuso e i piani narrativi si intrecciano in maniera a volte maldestra, rendendo poco agevole la continuity della narrazione, ma gli sprazzi di vitalità visionaria di Katabuchi (i disegni infantili a pastello che devono ancora trasformarsi in illusione) lasciano intravedere un talento che va ben oltre i limiti che affliggono Shinko e la Magia dei Mille Anni.