Je suis heureux que ma mère soit vivante

Film 2009 | Drammatico 90 min.

Anno2009
GenereDrammatico
ProduzioneFrancia
Durata90 minuti
Regia diClaude Miller, Nathan Miller
AttoriChristine Citti, Vincent Rottiers, Yves Verhoeven, Sophie Cattani, Françoise Gazio .
MYmonetro Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Claude Miller, Nathan Miller. Un film con Christine Citti, Vincent Rottiers, Yves Verhoeven, Sophie Cattani, Françoise Gazio. Genere Drammatico - Francia, 2009, durata 90 minuti. Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento giovedì 3 settembre 2009

Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
Cinema
Trailer
La dolorosa ricerca di una madre naturale raccontata senza falsi buonismi da Miller padre e figlio.
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 4 settembre 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 4 settembre 2009

Vincent ha 12 anni ed è consapevole di essere stato adottato all'età di 4 insieme al fratellino di due anni più giovane. Vorrebbe però sapere se la madre naturale era bella e inizia a ribellarsi ai genitori adottivi soprattutto dopo che a scuola un compagno ha diffuso la notizia del suo status. Lo ritroveremo a vent'anni quando, dopo aver creato più di un dispiacere soprattutto al padre adottivo, si mette alla ricerca della sua vera madre. Vuole capire perché lo ha abbandonato, vuole rendersi conto se per lei è stato davvero un peso di cui liberarsi.
Coppia decisamente interessante quella formato dai Miller padre e figlio. I due si uniscono per narrare senza concessioni a falsi buonismi la storia del bisogno di un ragazzo di ritrovare le proprie radici anche a costo di mettersi contro a chi gli ha dato tutto ciò che poteva, sia sul piano dell'affetto che su quello materiale.
C'è una scena, nella parte iniziale del film che si può considerare quasi simbolica: Vincent e il padre si tuffano in acqua e il ragazzino, dotato di tavoletta, fila via più veloce lasciando il padre indietro immerso non solo nell'acqua ma anche nella disperazione del non vederlo più.
È una condizione umana condivisa da molti figli adottivi quella di Vincent. Il bisogno di sapere prevale sulla consapevolezza del fatto che, quasi ineluttabilmente, si soffrirà e si farà soffrire.
I due Miller seguono il loro protagonista con lo sguardo partecipe di chi sa che l'orlo dell'abisso è prossimo ma con la consapevolezza che non può essere altrimenti. Vincent non può non cercare una risposta. Costi quel che costi.

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