Titolo originale | Tsatsiki, morsan och polisen |
Anno | 1999 |
Genere | Avventura |
Produzione | Svezia, Danimarca, Norvegia, Islanda |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Ella Lemhagen |
Attori | Samuel Haus, Jacob Ericksson, Jonas Karlsson, George Nakas, Sam Kessel Isa Engström, Marcus Hasselborg, Maria Hazell, Kasper Lindström, Minken Fosheim, Henric Holmberg, Christina Stenius, Lena B. Eriksson, Peter Melin, Arvid Lind, P-A Wikander, Helge Jordal, Maria Bonnevie, Alexandra Rapaport. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento giovedì 19 novembre 2009
Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni,
CONSIGLIATO N.D.
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Tsatsiki 8 anni vive a Stoccolma con la madre Tina. Non ha mai conosciuto suo padre, un pescatore di polipi greco che non sa neanche di avere un figlio. Tsatsiki sogna di andare in Grecia e conoscerlo. Tina suona la chitarra in un gruppo e sogna di diventare una rockstar. Quando la donna affitta una stanza a G÷ran, un poliziotto, lui e Tsatsiki diventano subito amici. G÷ran ama ballare e sogna l'amore. Infine nel mondo di Tsatsiki c'è anche il suo compagno di scuola, Per, e Maria, il suo amore segreto. Tutti i loro sogni si avvereranno, ma forse non nel modo in cui loro si aspettano.
Tsatsiki è centrato sul protagonista il cui nome dà il titolo al film, un ragazzino che offre la sua personale visuale sul mondo che lo circonda, sulle persone che lo abitano e che con lui interagiscono. Spesso la cinepresa è sistemata al livello di Tsatsiki, ad altezza di bambino, e si giunge a “tagliare” i volti degli adulti: l’attenzione è puntata prima su Tsatsiki e in secondo luogo – e solo attraverso il filtro di Tsatsiki – sugli adulti. Il film segue le esperienze di Tsatsiki, rappresenta le relazioni del bambino con i vari aspetti del mondo degli adulti, ritrae i rapporti e il rovesciamento dei ruoli tradizionali fra Tsatsiki e i grandi. Tsatsiki, da ragazzino pronto ad assorbire le lezioni degli adulti, scopre di avere qualcosa da insegnare ai grandi, che trovano ancora in sé qualcosa da imparare, qualcosa che, crescendo, hanno dimenticato, disimparato, perduto. L’altra traccia del film è data dall’assenza del padre di Tsatsiki, dalla ricerca del padre da parte del protagonista. La figura paterna oscilla tra ricordo, pensiero, sogno e mito, livelli della virtualità simbolizzati dal mare, dall’acqua, dalla Grecia. Il momento determinante arriva quando il sogno-mito si scontra con la pesantezza della realtà e Tsatsiki deve confrontarsi con la necessità di crescere. Tsatsiki s’immerge nelle acque del sogno, del mito, e ne riemerge superando il passato, la memoria mitica, senza però recidere tutti i legami con la figura paterna: la dimensione della memoria e dei sogni, sembra dire il film, non deve essere cancellata, ma custodita come patrimonio personale, e al contempo superata, per andare avanti, dirigersi verso un nuovo orizzonte. Con un seguito.