Saimir

Film 2004 | Drammatico +16 88 min.

Anno2004
GenereDrammatico
ProduzioneItalia
Durata88 minuti
Regia diFrancesco Munzi
AttoriMishel Manoku, Xhevdet Ferri, Lavinia Guglielman, Anna Ferruzzo .
Uscitavenerdì 29 aprile 2005
TagDa vedere 2004
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,72 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Francesco Munzi. Un film Da vedere 2004 con Mishel Manoku, Xhevdet Ferri, Lavinia Guglielman, Anna Ferruzzo. Genere Drammatico - Italia, 2004, durata 88 minuti. Uscita cinema venerdì 29 aprile 2005Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,72 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi Saimir tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Francesco Munzi, ex burattinaio di Trastevere, non dimentica il suo "piccolo" pubblico, di cui adotta lo sguardo passando dietro la macchina da presa. Un corpo di celluloide, questa volta, per raccontare la "traversata" di un adolescente albanese. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 2 candidature a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Saimir ha incassato 75,9 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
3,72/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,44
CONSIGLIATO SÌ
Un film che ha l'incanto e la pesante leggerezza dell'adolescente Antoine Doinel di Truffaut.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Saimir ha sedici anni, è albanese e vive dietro una finestra aperta sul mare di Ostia. Le sue notti sono lunghe, infinite come il numero di immigrati clandestini che raccoglie sul litorale laziale e che poi suo padre traffica coi piccoli imprenditori agricoli della zona. Saimir è poi e soprattutto un adolescente che vive un'età straordinaria dentro una realtà e una condizione altrettanto straordinarie:quella dell'immigrazione e dell'emarginazione. Saimir è due volte fuori: fuori dai valori parentali, fuori dai valori comuni dei suoi coetanei italiani. Nel processo di transizione verso lo stato adulto, Saimir come ogni altro ragazzo della sua età ricerca l'autonomia dal genitore, da Edmond, padre disorientato e rassegnato a una realtà miserabile che chiama "destino". Dentro una situazione eccezionale e già esasperata dalla condiscendente indolenza paterna, Saimir si trova a dover interpretare la propria drammatica esperienza, conquistando la consapevolezza di non volere più applicare ad essa il modello familiare. Fa quello che può, Saimir, per riorganizzare la sua vita e il suo disagio, creandosi delle possibilità, cercando soluzioni adeguate per diventare la persona che vuole diventare. Il regista e il direttore della fotografia impressionano l'educazione esistenziale e sentimentale di Saimir su una pellicola livida e de-saturata dai colori accesi della post-adolescenza per indicare quella zona liminale in cui non si è più e non si è ancora. Allora Saimir, incrementato il proprio interesse nei confronti dei sentimenti e dei suoi stati d'animo, si innamora di Michela, una coetanea che lo corrisponde davanti al mare e alla dimensione naturale del rapporto e che lo rifiuta nella dimensione culturale, quella casa diroccata, che denuncia le azioni di piccola criminalità che Saimir sperimenta e condivide con altri piccoli rom. Ma più del cocente rifiuto di Michela potrà lo sguardo di una quindicenne albanese introdotta in Italia clandestinamente e avviata con l'inganno alla prostituzione. Per Saimir la ricerca di un nuovo equilibrio col mondo e col proprio sé passerà allora attraverso la denuncia e il "parricidio" simbolico. Ci sono voluti tre anni per produrre un film che ha l'incanto e la pesante leggerezza dell'adolescente Doinel di Truffaut, tre anni per trovare produttori col coraggio di osare. Francesco,come François, rintraccia la spensieratezza dovuta all'adolescenza nella liricità del furto e dell'illegalità. Sventatezza che merita di tuffarsi nella piscina dei grandi.

Sei d'accordo con Marzia Gandolfi?
Francesco Rufo
venerdì 17 luglio 2009

Saimir, opera prima di Francesco Munzi, s’impernia su un realismo sociale di stampo documentaristico, su una prospettiva oggettiva e insieme partecipe. Saimir è un giovane senza patria, senza madre, con un padre che non sa fargli da guida. Il ragazzo si trova sul confine tra adolescenza e maturità. Il film segue il cammino che egli compie per uscire da questa zona ed entrare nel mondo degli adulti. Saimir aspira a integrarsi con gli italiani, anche attraverso il legame con Michela, ma il pregiudizio lo condanna a essere vittima dell’emarginazione. Il legame con Michela sembra possibile nella dimensione naturale, sulla spiaggia, al di fuori della società, delle differenze di classe e cultura; ma si spezza nella dimensione culturale, a scuola. Saimir diventa adulto nel momento in cui non si lascia più condizionare dagli altri (dal padre, dagli amici, dagli italiani), e inizia a decidere autonomamente. Come in tutte le crisi di crescita, Saimir deve scontrarsi con il padre. Il contrasto tra padre e figlio si sovrappone al contrasto tra destino e scelta. Il padre, assuefatto alla criminalità e alla logica della sopravvivenza, impone la linea del destino ineluttabile, dicendo al figlio che si lamenta della loro vita: «Questo è il nostro destino». Il conflitto padre-figlio deflagra quando Saimir denuncia il padre. Questa scelta è una reazione allo scontro tra la realtà e i sogni di Saimir, sogni di integrazione, di normalità, di libertà. Da questo scontro, i sogni escono sconfitti. Saimir giunge così alla consapevolezza dell’impossibilità di integrarsi, di riscattarsi da una condizione di emarginazione. Il solo modo di ribellarsi è denunciare il padre e affermare la propria persona con una scelta che si oppone al destino e alle imposizioni dettate dalle scelte altrui. Dopo la rottura del legame impossibile con Michela, Saimir rompe anche il legame con il padre, e resta solo. La sua scelta è autonoma e consapevole, ma anche sofferta e disperata, è una scelta di libertà e giustizia (Saimir significa giusto). Il percorso di Saimir, che cerca un legame con una ragazza borghese e poi salva una giovane prostituta, è simile a quello del protagonista di Taxi Driver di Martin Scorsese.

Sei d'accordo con Francesco Rufo?

SAIMIR disponibile in DVD o BluRay

DVD

BLU-RAY
€12,99
€12,99
Powered by  
PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 17 luglio 2017
stefano capasso

Saimir, adolescente, vive col padre ad Ostia. Sono immigrati irregolari albanesi e sbarcano il lunario come possono, trafficando con l’immigrazione clandestina Mentre il padre ha trovato una donna con cui dividere la sua vita, Saimir è in quella fase della vita in cui l’inquietudine e i bisogni assillanti lo spingono a sperimentare esperienze di varia natura, trovandosi fondamentalmente [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Federica Lamberti Zanardi
La Repubblica

Paesaggio pasoliniano, protagonisti da neorealismo, una storia dura di emarginazione, conflitto generazionale, ribellione. È Saimir, opera prima di Francesco Munzi, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Venezia e alla Berlinale. Finora lodato dalla critica, arriva il 29 aprile nelle sale. Racconta di un sedicenne albanese che vive con il padre Edmond in un luogo desolato del litorale laziale. [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

È lontana l’Italia? - domanda sorridendo un piccolo kosovaro a Saimir (Mishel Manoku), che lo guarda con un’insofferenza venata di pietà. In fretta, Saimir gli risponde che c’è già arrivato, in Italia. E quello, di nuovo: «Come si sta in Italia?». Ha attraversato il mare, insieme con molti altri, ed è appena sbarcato di nascosto su una spiaggia buia, lasciandosi alle spalle la sua terra avara.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Un solo vero amico, il motorino. Dal mattino a sera in giro per l’estrema periferia di Roma, nelle vicinanze di un degradato lungomare: angoli d’Italia “pasoliniana”, quelli in cui trascorre la sua vita il giovanissimo immigrato albanese Saimir, protagonista del film omonimo di Francesco Munzi. Vita senza orizzonti, ore e ore buttate via aspettando la chiamata del padre-padrone, che sbarca il lunario [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

I "ragazzi di vita", che un tempo Pier Paolo Pasolini rappresentava nella pagina e sullo schermo, vivono ancora nei sobborghi laziali, ma ora provengono da lontano. Dall'Albania nel caso di Saimir, da cui prende il nome la toccante opera prima di Francesco Munzi. Ancor più dei personaggi pasoliniani, però, sono giovani in bilico su se stessi. Come il quindicenne protagonista di questa storia non immemore [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Dai giovani milanesi agli immigrati albanesi, dagli “emersi” ai sommersi. Per un caso curioso insieme a L’uomo perfetto esce Saimir , che ne è l’esatto rovescio. Accostarli è arbitrario ma forse istruttivo. Saimir ha 16 anni, è albanese, aiuta il padre che traffica in clandestini per rifornire di braccia le aziende agricole del litorale laziale. La cosa non gli piace, ma la rivolta scatta solo quando, [...] Vai alla recensione »

Antonello Catacchio
Il Manifesto

Ha raggranellato premi e consensi ovunque sia stato presentato. Da Città del Capo a Sulmona, da Venezia a Berlino, da Salerno a Goteborg passando per un'infinità di festival. Ora, finalmente, Saimir, l'intenso film d'esordio di Francesco Munzi arriva anche nelle sale italiane grazie alla distribuzione dell'Istituto Luce e all'adozione di Cp Company.

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Edmond e Saimir, due albanesi, padre e figlio nell'Italia di oggi. Un postaccio, dentro e fuori. L'anziano è Michel Manoku, affermato attore teatrale d'Albania. L'altro è lo studente esordiente Xhevdet Feri. Vivono con emozioni a tutto tondo (ora sfumate ora decise) in provincia di Roma, lungo un litorale deturpato da architetti molto più criminali di Enver Hoxha e Memet Sheu messi insieme.

Elena Nieddu
Avvenire

L'Italia di Saimir non è Lamerica. L'Italia di Saimir, 16 anni, nato in Albania, è la tv accesa su qualsiasi programma, vetri spaccati di automobili, rapine in ville per pochi euro, un padre che si guadagna da vivere accogliendo sulle spiagge gruppi di immigrati clandestini e portandoli sui campi, al lavoro. Un film lancinante, quello di Francesco Munzi.

Aldo Fittante
Film TV

Saimir significa Il giusto, un destino segnato fin dal nome che tenta in tutti i modi di ribellarsi al suo ineluttabile karma. Perché Saimir, sedicenne albanese finito chissà come nel degradato litorale laziale, è costretto dal padre a una sporca complicità in un traffico di clandestini. Sogna di andarsene Saimir, mentre scappa via da se stesso in sella al suo motorino, sogna di innamorarsi, di condurre [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

SAIMIR si propone il compito non facile di rispecchiare una realtà esterna a quella del suo autore, il trentaseienne romano Francesco Munzi regista e sceneggiatore (con Serena Brugnolo e Dino Gentili) di questa piccola (dal punto di vista produttivo) ma convincente opera prima, che si addentra nello sconosciuto territorio dell'immigrazione clandestina.

Stefano Lusardi
Ciak

Questa non è vita. E la frase ripetuta, con dolore e consapevolezza, da Saimir, sedicenne albanese che vive col padre in una squallida periferia sul lungomare laziale. Se l’uomo ha accettato amaramente il suo destino di trasportatore di immigrati clandestini, il ragazzo, che vive di piccoli furti insieme a un gruppo di Rom, intravvede un destino diverso quando incontra Michela.

winner
miglior regista esordiente
Nastri d'Argento
2006
winner
menzione speciale venezia opera prima
Festival di Venezia
2004
Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati