Stéphane, una moglie infedele

Un uomo ammazza l'amante della moglie. Questa, interrogata dalla polizia, afferma di non aver mai conosciuto il defunto. I sospetti cadono ugualmente su suo marito, e lei ha le prove della sua colpevolezza quando scopre in una sua giacca la foto dell'ucciso. Soddisfatta dalla piega che hanno preso gli avvenimenti, assiste indifferente all'arresto del coniuge. 

Charles Desvallées, dirigente di una società di assicurazioni, è sposato con la bella Stéphane ed è padre di un bambino, Michel. La vita di Charles sembra essere perfettamente felice... fino a quando nella mente dell'uomo non si insinua il terribile sospetto che sua moglie lo tradisca. Per dare una risposta ai propri dubbi, Charles decide di ingaggiare un investigatore privato affinché scopra la verità.
Partendo da uno spunto narrativo assai comune (il triangolo amoroso che sfocia inevitabilmente in tragedia), Claude Chabrol ha realizzato una delle migliori e più celebri pellicole della sua carriera: Stéphane, una moglie infedele. Sceneggiato dallo stesso Chabrol, questo film segna il punto più alto nella lunga collaborazione fra il noto regista francese e l'attrice Stéphane Audran (all'epoca sua moglie), qui nel memorabile ruolo della femme infidèle del titolo, che durante i suoi pomeriggi trascorsi in città tradisce l'assicuratore Charles (Michel Bouquet) con il giornalista Victor Pegala (Maurice Ronet)... fino al giorno in cui il tarlo del dubbio comincia a tormentare l'animo di suo marito, che ha ascoltato per caso un frammento di una conversazione telefonica e da allora non riesce a darsi pace. L'incipit ci presenta subito l'immagine idilliaca della famiglia felice in una bella villetta di campagna; ben presto, però, in questo quadro di perfetta felicità borghese compare un'incrinatura, un'incrinatura che rischia di compromettere l'armonia coniugale fra Charles e sua moglie Stéphane (ma nella versione originale si chiamava Hélène). Lo spettatore si ritrova ad assistere alla vicenda quasi esclusivamente tramite il punto di vista di Charles, condividendo le sue incertezze e la sua angoscia, fino ad una drammatica svolta: quando l'uomo, in preda alla gelosia, uccide l'amante della moglie e si adopera a cancellare ogni traccia del proprio delitto. Attraverso uno stile lucido e controllato, Chabrol infonde nel racconto una suspense dal timbro hitchcockiano, mettendo al centro della scena un uomo comune che, spinto dalle circostanze, si trasforma in un assassino.
La narrazione filmica, nella sua apparente semplicità, ci regala alcune scene magistrali - come quella in cui Michel ripulisce meticolosamente l'appartamento della sua vittima mentre nel frattempo, a casa, si festeggia il compleanno del figlio. Bravissimi i due protagonisti, Bouquet e la Audran, e splendida la sequenza conclusiva, con una formidabile carrellata all'indietro che pare voler sottolineare l'ambiguità del finale. Nel 2002 Adrian Lyne ne ha fatto un remake a Hollywood, L'amore infedele, con Diane Lane e Richard Gere.