Advertisement
Dag Johan Haugerud racconta il suo Dreams: «La corsa alla definizione rischia di imprigionare i giovani»

Il regista è alla Berlinale per presentare il primo film di una trilogia in uscita in Italia dal 13 marzo. 
di Claudia Catalli

venerdì 21 febbraio 2025 - Incontri

La sfida non è stata tanto raccontare, da uomo, le turbolenze emotive di un’adolescente che si scopre innamorata di una sua insegnante e lo racconta, per iscritto, a sua madre e sua nonna, quanto tornare a porsi la domanda: «Com’era essere giovani, vivere, innamorarsi a quell’età?». 

Lo racconta a MYmovies il regista Dag Johan Haugerud, parlando di Dreams, primo titolo della trilogia delle relazioni (Sex, Dreams, Love), appena presentato alla 75ma Berlinale. A chi lo mette in cima al toto-Orso d’Oro dice subito: «I premi agli autori non servono, servono più a distributori e coproduttori».
 

Cosa è il cinema, secondo Haugerud?
La possibilità di vedere le cose in modo diverso. Da spettatore, prima che da regista, amo quei film che mi fanno pensare “Caspita, potevo reagire in modo diverso”. Un film mette nella condizione di essere sfidato da nuove prospettive, il che non è sempre piacevole, ma credo utile.

Il senso dell'umorismo, presente anche nel suo film, aiuta?
Non l’ho mai pensata come una commedia, ma certo l’umorismo aiuta sempre, alleggerisce la vita.

Definirebbe Dreams, come recita una sua battuta, un «Queer awakening»?
Sì, ma non tanto per il sentimento che si accende nella protagonista all’inizio, quanto più per la scena finale – che non sveleremo, ndr -, per la sua scelta più consapevole. Mi premeva far capire, attraverso questo film, che non c'è alcun bisogno di definirsi a tutti i costi.

La protagonista ha paura di quello che sente per la sua insegnante, ha paura di quello che penserebbero di lei…
Mi sembra che i giovani oggi diano troppa importanza al “dichiarare” chi sono, ma questa corsa alla definizione della loro identità rischia di imprigionarli anziché liberarli, perché poi devono essere fedeli alla dichiarazione di chi sono. E poi c’è chi ci fa un pensiero, come la madre del film che vede nella storia raccontata dalla figlia il potenziale economico, così come nelle trasmissioni vediamo quanto oggi si parli di coming out o disturbi alimentari, trovare il proprio “potenziale di minoranza” può rivelarsi remunerativo.

Nel film affronta anche la questione degli abusi, centrale dopo il Me Too, insinuando il dubbio.
Volevo che il pubblico si chiedesse fino alla fine: «Ma è un caso alla “Me too”, oppure no?”. Non sta a me rispondere, mi limito a sollevare l'interrogativo. 


CONTINUA A LEGGERE

Tutti i film da € 1 al mese

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2025 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Riserva TDM | Dichiarazione accessibilità | Accedi | Registrati