Lo sport preferito dell'uomo

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Un film di Howard Hawks. Con Rock Hudson, Paula Prentiss, John McGiver, Maria Perschy, Charlene Holt Titolo originale Man's Favorite Sport?. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 120 min. - USA 1964. MYMONETRO Lo sport preferito dell'uomo * * * 1/2 - valutazione media: 3,56 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Attualità di Hawks Valutazione 3 stelle su cinque

di johngarfield


Feedback: 1350 | altri commenti e recensioni di johngarfield
giovedì 20 ottobre 2011

 
 
 
Può essere anche vero che Hawks sia un talento versatile e che la sua filmografia conti su capolavori in ogni genere che si rispetti (Western, Noir, gangster-movie, commedia brillante, fantascienza, azione, guerra ecc.), ma non si può negare, con onestà intellettuale, che il genere preferito dal regista di Goshen, sia la commedia. Lo è al punto che essa, i suoi toni, la sua levità, spesso influenzano film dall’impostazione drammatica. E’ il caso, ad esempio, di UN DOLLARO D’ONORE (gustosissime le scenette fra Wayne e Brennan) o lo stesso IL GRANDE SONNO (Bogart e la Bacall al telefono o Bogart nel negozio di libri rari). Sono esempi notissimi, ma un livello d’attenzione più alto permetterà di rilevarne molti altri. Jacques Rivette, nel suo celebratissimo saggio GENIALITA’ DI HOWARD HAWKS, Cahiers du Cinéma n.23, maggio 1953) scrive a proposito:” La commedia non è mai assente dagli intrecci più drammatici;lungi dal compromettere  il senso tragico, essa lo preserva dalla comoda fatalità mantenendolo in un precario equilibrio, in una provocante incertezza che ne accresce i poteri (…).La personalità di Hawks si riflette evidentemente sul suo lavoro che si distingue soprattutto per due aspetti fondamentali: l’intelligenza (che diventa genialità in molti casi) e la moralità, intesa come rispetto profondo per il lavoro e la professionalità.
Questo non toglie che ci siano abissi di “metodo” fra lui e registi della commedia come Wilder, Mannelli e Capra per esempio. Famoso, ad esempio, è il suo consegnare, in diversi film, le parti agli attori pochi minuti prima di girare, oppure l’improvvisazione, che lo spingeva a lasciare improvvisamente un set per iniziare un altro film, salvo poi, ritornare a girare, magari ripartendo da zero.
Il film in esame è importante ed esemplare per diverse ragioni: Hawks riesce a dirigere un film che, nonostante i tagli dissennati della Universal (la casa di produzione)ancora oggi fa divertire. Si inventa un Rock Hudson comico, nonostante il parere contrario di molti (il film era stato scritto per Cary Grant). Costruisce una storia sostanzialmente esile e un tantino paradossale, ma l’arricchisce disegnando un rapporto uomo-donna che è la vera struttura portante del film.
La donna, insomma, è la vera protagonista. Vediamo il perché. Roger Willoughby (Rock Hudson)lavora presso un negozio di articoli da pesca. Ha scritto un manuale del perfetto pescatore pur non avendo mai pescato in vita sua. Tutto sembra procedere bene quando un giorno si presentano due ragazze che gli chiedono di partecipare a un’importante gara di pesca. Il principale lo invita, nonostante le ritrosia ovvia di Roger, a partecipare. Finirà che vincerà la gara, pur se aiutato da un’incredibile serie di circostanze fortunate. Una delle ragazze però lo convincerà a confessare di non meritare il premio. Verrà licenziato, la fidanzata lo lascerà (anche perché convinta della sua infedeltà), ma nel frattempo è scoppiato l’amore tra lui e Abigail (Paula Prentiss) una delle ragazze, e alla fine riavrà il suo posto.
A differenza di altri casi, qui il protagonista non è il maschio dominante, colui che fa innamorare e che è leader naturale di un gruppo (vedi HATARI, GLI AVVENTURIERI DELL’ARIA, UN DOLLARO D’ONORE ecc.), qui siamo più vicini a COLPO DI FULMINE o a SUSANNA! (Non per niente, come si è ricordato, il film era stato scritto per Grant). Qui è la donna a sparigliare tutto: mette nei guai il povero Roger facendolo partecipare a una gara di pesca contro il suo volere (e ne ha ben donde!), lo circuisce e lo “tampina” in modo ossessivo fino a causarne il licenziamento e la rottura del fidanzamento. Lo desidera, lo vuole e alla fine lo cattura, proprio come un pesce.
Siamo quindi di fronte al secondo tipo di intreccio amoroso: non è l’uomo forte a far innamorare la donna, ma è la donna forte a far innamorare l’uomo. Hudson, diciamola tutta, rappresenta qui la tipologia del tontolone, bello e aitante ma ingenuo e debole. La donna forte ama questo tipo di uomo, con cui è convinta di poter costruire un rapporto solido e duraturo. In questo film gli uomini giocano ruoli secondari: lo stesso principale di Roger è tutto meno che un’aquila. Gli altri protagonisti maschili sono personaggi di contorno, compreso il finto “indiano” furbacchione che cita Confucio e sfrutta i turisti ingenui. Le donne in cambio rappresentano l’elemento forte. La stessa fidanzata di Roger, Tex (Charlene Holt) è molto più intraprendente e decisa del fidanzato, che vive il rapporto in modo passivo e subordinato. Gira e rigira, è sempre la donna il motore di tutto, sia che l’uomo rappresenti il “macho” forte, che spesso però denuncia un certo impaccio con l’altro sesso, sia che raffiguri il timidone (GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE). Le donne di Hawks sono intraprendenti, spigliate, emancipate, spesso fanno mestieri di uomini. Sono insomma il tipo di donna che mette l’uomo in difficoltà, che ne mette in discussione l’autorità, che crea scompiglio nei circoli maschili (COLPO DI FULMINE, HATARI, LINEA ROSSA 7000). L’universo prima dell’irruzione della donna è una caldaia in cui qualcosa sta bollendo, ma per il momento è sotto controllo. La donna fa saltare per aria equilibri instabili, tensioni sopite, invidie represse, ma ha il merito di portare tutto a chiarimento.
L’architettura hawksiana è un intreccio ben costruito, ma ha un fascino speciale, ed è quello di storie ben raccontate e scritte, di un mix formidabile di arguzia, dramma e dialoghi sorretti da un montaggio perfetto, da un’apparente semplicità frutto di un lavoro preciso fino al dettaglio, tale da richiamare un senso di classicità proprio per la fluidità naturale delle scene e del racconto. E la moralità di Hawks è proprio qui: nel non barare, nel rispetto e nell’impegno assoluti per il proprio lavoro, cosa che si riflette nello spirito con cui si svolgono le attività professionali dei vari protagonisti dei suoi film. E questa classicità li  rende sempre attuali.
 

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