Wall Street - Il Denaro non dorme mai |
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Un film di Oliver Stone.
Con Michael Douglas, Shia LaBeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan, Eli Wallach.
continua»
Titolo originale Wall Street: Money Never Sleeps.
Drammatico,
durata 133 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 22 ottobre 2010.
MYMONETRO
Wall Street - Il Denaro non dorme mai
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il fallimento di un sequeldi braxioFeedback: 906 | altri commenti e recensioni di braxio |
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lunedì 25 ottobre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ben 23 anni sono trascorsi da quando il primo Wall Street comparve sui nostri schermi. Il decennio dei rampanti manager della Grande Mela volgeva al termine e le crepe dell'imbellettato edonismo reaganiano cominciavano ad affiorare in superficie. All'epoca Stone, tormentato e contraddittorio osservatore della società a stelle e strisce, costruì un convincente apologo sulle possibili deviazioni dell'economia di mercato, servendosi delle maschere azzeccatissime di Michael Douglas e Charlie Sheen ( al primo andò un Oscar per il suo ruolo ) e di una sceneggiatura che, per buona parte del film, riusciva ad evitare uno dei difetti più cospicui del regista, quello del moralismo didascalico; difetto che, ahimé, riaffiora pesantemente in questo sequel, il cui obiettivo, stavolta, è costituito dal recente crollo finanziario delle banche d'affari come Lehman Bros e Goldman-Sachs. Il cinico speculatore Gekko, nel primo film, finiva travolto dalla sua brama di denaro e potere grazie alla ottimistica convinzione che la società americana possieda anticorpi in grado di spedire in galera anche il lestofante più potente; un punto di vista forse ingenuo e puerile, ma sostanziato da un sincero bisogno di giustizia, quel bisogno che ci fa sperare, da sempre, in un futuro meno minaccioso e criminale del presente; ora, uscito di galera, Gekko scrive libri e tiene lezioni all'università sui meccanismi che sono alla base delle bolle speculative, ammonendo studenti e lettori sul disastro imminente. Il lupo si è trasformato in agnello dopo la lunga detenzione? No, si direbbe dal resto della storia; semmai il suo posto è stato preso da altri, che Gekko stesso contribuisce, per tramite del broker fidanzato di sua figlia, a smascherare; il cattivone di turno è lo stesso che procurò la rovina di Gekko e che ha spinto al suicidio un bravo (?) banchiere che il broker venerava come un padre. Il basic instinct del predatore, però, non si è affatto affievolito in Gekko e, proprio mentre egli sembra aver riacquistato l'affetto della figlia, le zanne del lupo brillano ancora di sinistro scintillio. Se il film fosse finito qui, sarebbe stato molto meglio; ne sarebbe affiorata una visione desolante, ma decisamente più realistica, dell'alta finanza e della sua accolita di avvoltoi senza scrupoli. Ma il film prosegue, la sceneggiatura si sfilaccia e il ritmo decade, mentre si fa strada in Stone l'irresistibile tentazione dell'happy ending, prevedibilissimo, scontatissimo, zuccherosissimo, con il Bene che finisce per trionfare, anche se con mezzi discutibili e maldestramente escogitati pur di garantire lo scopo. Ottime alcune riprese sullo skyline di New York e negli interni, buona la prova degli attori, ma la narrazione manca di incisività e conosce non poche falle in grado di vanificarne le buone (troppo?) intenzioni.
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