Il film parte bene.Il prologo, stupendo, dice tutto sull'innocenza, destinata ad infrangersi sullo scoglio della fase adulta, in cui viene catapultata traumaticamente. Prosegue anche discretamente sull'illusione del superare o comunque dell'affrontare il discorso del Male.Ma come di colpo, e in questa ellissi il problema del regista e quello della resa filmica, sono tutt'uno, si sbarella:tutto diventa letterale e qua si assiste ad un vero spettacolo splatter in cui i simboli diventano ridicoli. Rimane l'atmosfera e rimane l'evocazione di una idea del regista. Cioè che il dolore sconfina con la pazzia fino a perdersi.I due protagonisti fanno parte di una sola anima, e quella folle va recisa. La scena finale ( la marea di donne senza volto) mi pare voglia alludere a una continua lotta con l'indecifrabile ombra che ci sta sempre accanto: l'irrazionale. Un film che entra nelle viscere della sofferenza, comunicandola superbamente ( Charlotte G. è perfetta) ma senza contrappunti che siano convincenti, malgrado le manifeste intenzioni registiche.
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