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Un negozio di ceramiche artigianali auto prodotte, la passione per il piano bar proposto tutte le sere in un ristorante di amici, la maternità di un bel bimbo senza però un compagno stabile. Questa sarebbe stata la vita di Laura Pausini se non avesse vinto Sanremo. Chi lo sa? Di certo lei la immagina così e soprattutto è convinta che, anche senza il successo mondiale, anche senza i riflettori sempre accesi, la sua vita sarebbe stata bella lo stesso. Durante la pandemia, con il blocco di tutte le attività comprese quelle artistiche e musicali, Laura Pausini ha l'occasione di vivere per la prima volta una vita “normale”: può fare la mamma di Paola a tempo pieno, apprezzare al meglio la storia d'amore con Paolo, passare molto tempo con la sua famiglia ed i suoi amici. Qui nasce allora la domanda: cosa sarebbe accaduto se non avesse vinto Sanremo? Il film scorre su due binari. Quello noto, iniziato proprio nel 1993 con il successo incredibile de “La solitudine”, in vetta alle classifiche europee, fino alla nomination all'Oscar per la miglior canzone del 2021, passando per premi come i Grammy Award, il Golden Globe, i concerti a San Siro - prima donna in Italia - e in tutto il mondo, i programmi in TV. L'altra storia l'abbiamo già accennata. E' una storia semplice di provincia, eppure Laura sembra sempre uguale. Questo forse è il suo segreto: essere rimasta la ragazza semplice e spontanea che ha affascinato il pubblico di Sanremo e di tutta Italia cantando di quel Marco che se ne è andato e non ritorna più. Su tutto l'amore per la famiglia, ed in particolare per il papà Fabrizio musicista, scopritore del suo talento e mentore. Ivan Cotroneo dirige con mestiere un soggetto della stessa Pausini, riservando allo spettatore momenti di emozione e commozione come quando alla fine del film le due Laura finalmente si incontrano sotto i portici di Faenza. E si sorridono.
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