Delitto al Blue Gay |
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Un film di Bruno Corbucci.
Con Tomas Milian, Bombolo, Vinicio Diamanti, Enzo Garinei, Angelo Pellegrino.
continua»
Poliziesco,
durata 98 min.
- Italia 1984.
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Nico Giraldi e Venticello all'ultima corsadi woody62Feedback: 6249 | altri commenti e recensioni di woody62 |
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giovedì 2 aprile 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo dieci film in otto anni – tra “squadre”, “delitti” e “assassini” - della saga corbucciana con Milian poliziotto trucido e Bombolo ladro e spalla ideale (anche se nel primo episodio “Squadra antiscippo” del 1976 Bombolo ancora non c'era), l'ultimo film ambientato nel mondo delle drag queen e degli spettacoli di travestiti, pur con qualche spunto interessante, mostra evidenti segni di stanchezza. A partire dalla trama, improbabile e piuttosto cervellotica, che lega l'omicidio di un giovane effeminato, uno dei divi del “Blue gay” locale romano molto frequentato, a una torbida storia di spionaggio nucleare tra Stati Uniti, Italia, Germania e Unione Sovietica. Naturalmente l'indagine viene affidata a Nico Giraldi – ormai vera e propria maschera del “coattismo” trucido romano – mirabilmente doppiato da Ferruccio Amendola. Accanto a lui Franco Lechner, in arte Bombolo, promosso a fine carriera (morirà nel 1987 a soli 56 anni) al rango di coprotagonista e non più destinato solo a qualche battuta e alla solita raffica di schiaffi. Qui “Venticello” deve ospitare Nico in cassa sua al fine di fornirgli una copertura per la moglie che lo crede in America per una indagine. E non solo. Deve anche acconciarsi da donna, con esiti chiaramente comici, per accompagnare Giraldi nell'indagine al Blue Gay. Da segnalare la bella interpretazione di Vinicio Diamanti, specialista dei ruoli “en travesti” che è inizialmente sospettato dell'omicidio della “collega”. La sua “Colomba Lamar” vera star del Blue Gay dove canta e balla, si ispira chiaramente a “Zaza Napoli” il personaggio interpretato da Serrault nel piccolo capolavoro del 1979 “Il vizietto”. Più che la trama gialla e la spy story, risulta divertente la serie di equivoci con Milian e Bombolo inevitabilmente scoperti dalla moglie di Nico, Olimpia di Nardo, o la scena di Bombolo cuoco che prepara lo “spezzatino alla gattara”. Le coreografie e le musiche anni'80 allungano il brodo ma risultano comunque piacevoli. Il finale è ambientato nella uggiosa Berlino dove si fa in tempo a vedere lo storico muro destinato a cadere di lì a cinque anni. Con un simpatico finalino familiare tra Nico, la moglie e il piccolo e bravo Paco Fabrini nel ruolo del figlio, cui partecipano anche Bombolo e Diamanti. Insomma il “canto del cigno” di una saga trash, oggi rivalutata e diventata cult, anzi “stracult”.
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