fabio1957
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martedì 4 agosto 2015
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niente di speciale
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Pellicola non particolarmente brillante,non si capisce bene il messaggio che vuole trasmettere,forse che l'amore vince sempre?Mah, quello che colpisce è la città di Bucarest, che probabilmente è veramente quella che che si vede nel film,bella e pericolosa,dove la malavita domina il territorio,la vita di un uomo non vale niente,la polizia è corrotta e le persone inquietanti ma volte sorprendenti.
Il film nel complesso non è niente di speciale
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onufrio
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mercoledì 12 ottobre 2016
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la necessaria morte di charlie countryman
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Dopo la morte della madre, Charlie si trasferisce a Bucarest e durante il viaggio in aereo il suo vicino muore, la sua morte lo porta a conoscenza della figlia Gabi, e per Charlie è amore a prima vista, ma la ragazza viene da un matrimonio alquanto burrascoso con Nigel, losco personaggio della malavita di Bucarest (interpretato magistralmente da Mads Mikkelsen), l'uomo non accetta il fatto che la donna l'abbia lasciato e la vuole tutta per sè, ciò lo porta ad un forte contrasto col giovane Charlie, il ragazzo si ritroverà ad un passo dalla morte. Film abbastanza strano e particolare, non segue una filo narrativo classico, divaga fra commedia, azione, thriller e comico,e non mette in giusto risalto la reale situazione di pericolo in cui il protagonista si ritrova per quasi tutto il film.
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Dopo la morte della madre, Charlie si trasferisce a Bucarest e durante il viaggio in aereo il suo vicino muore, la sua morte lo porta a conoscenza della figlia Gabi, e per Charlie è amore a prima vista, ma la ragazza viene da un matrimonio alquanto burrascoso con Nigel, losco personaggio della malavita di Bucarest (interpretato magistralmente da Mads Mikkelsen), l'uomo non accetta il fatto che la donna l'abbia lasciato e la vuole tutta per sè, ciò lo porta ad un forte contrasto col giovane Charlie, il ragazzo si ritroverà ad un passo dalla morte. Film abbastanza strano e particolare, non segue una filo narrativo classico, divaga fra commedia, azione, thriller e comico,e non mette in giusto risalto la reale situazione di pericolo in cui il protagonista si ritrova per quasi tutto il film.
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iuriv
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lunedì 3 agosto 2015
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tutta forma, niente sostanza.
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A volte ho l'impressione che certi registi si lascino influenzare da alcune idee visive che vengono loro in mente e si concentrino solamente su come rappresentarle in un film. Spesso, quando succede, noto nella pellicola una mancanza di continuità, quasi che la storia abbia fretta di giungere al punto in cui tali visioni si possano finalmente manifestare.
Charlie Countryman è un esempio di quello che cerco di dire. Fredrik Bond ci tiene a mostrare alcuni scorci della sua capacità, grazie a scene rallentate, momenti di violenza e allucinazioni lisergiche, ma sembra dimenticare di riempire il resto con qualcosa di sostanzioso.
Protagonisti di questa storia sono Shia LeBeouf e Evan Rachel Wood (ma potevo dire Silvio Muccino e Laura Chiatti, che tanto era la stessa cosa) e il loro amore impossibile tra le strade di Bucarest.
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A volte ho l'impressione che certi registi si lascino influenzare da alcune idee visive che vengono loro in mente e si concentrino solamente su come rappresentarle in un film. Spesso, quando succede, noto nella pellicola una mancanza di continuità, quasi che la storia abbia fretta di giungere al punto in cui tali visioni si possano finalmente manifestare.
Charlie Countryman è un esempio di quello che cerco di dire. Fredrik Bond ci tiene a mostrare alcuni scorci della sua capacità, grazie a scene rallentate, momenti di violenza e allucinazioni lisergiche, ma sembra dimenticare di riempire il resto con qualcosa di sostanzioso.
Protagonisti di questa storia sono Shia LeBeouf e Evan Rachel Wood (ma potevo dire Silvio Muccino e Laura Chiatti, che tanto era la stessa cosa) e il loro amore impossibile tra le strade di Bucarest. Un classico del genere romantico, se vogliamo, con un ambientazione esotica e il solito corollario di criminali e gente fuori di testa.
Ciò che ne viene fuori è un film concettualmente anni 90, solo noioso come una mosca. Il difetto principale di Bond è quello di prendersi troppo sul serio, di voler costruire una storia ambiziosa, di lasciare qualcosa a chi si avvicina alla sua opera. Ambizioni e ispirazioni non sono nulla di male, per carità, ma a volte bisogna concentrarsi più sul lavoro che sul risultato.
Così, suggestioni stilistiche a parte (che tra l'altro non sono nemmeno così uniche), ci si ritrova ad assistere a un racconto vuoto, dove gli eventi accadono perché la storia ne ha bisogno e con dei personaggi costruiti in fretta.
Prendiamo Silvio Muccino per esempio: il suo Charlie è in grado di parlare con i defunti. Eppure questo dono, che potenzialmente potrebbe scaraventare il suo personaggio in un vortice di deliri e follie, viene utilizzato solo all'inizio per costruire un paio di premesse atte al proseguimento della vicenda.
Nemmeno a Wood va meglio, costretta a portare sullo schermo un personaggio dal background così complicato da non essere gestibile. Oltretutto la storia che Bond ci mette sopra per renderla credibile è talmente fiabesca da cozzare violentemente con il clima crudo che il regista vorrebbe farci respirare per larghi tratti.
A spezzare il ritmo di un film prevedibile come pochi, ci pensa il duo comico d'oltre manica che, tanto per cambiare, abusa di droghe , dice cose senza senso e, soprattutto, non fa ridere.
Certo, ci sono anche degli istanti che valgono la pena di essere visti, come l'ingresso di LeBeouf nell'ostello Sci-Fi e qualche altra sequenza qua e la. Ma nulla serve a togliere la noia che impregna la pellicola, causata da una trama banale, inutilmente complicata da dialoghi artificiali e flashback utili solo a spiegare l'ovvio.
Insomma, la scatola con cui questo lavoro è confezionato è molto più grande del regalo che è custodito all'interno. Alla fine si tratta del solito filmetto generazionale che cerca disperatamente di urlare al mondo la sua maturità. Fallendo mestamente.
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