tony montana
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giovedì 21 ottobre 2010
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grandioso ed epico
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Seguito de La compagnia dell’anello, diretto da un Peter Jackson che non perde tempo in inutili preamboli (basta l’incubo iniziale di Frodo a tappare la bocca a tutti quelli che volevano un prologo), e che ci catapulta direttamente al centro dell’azione, durante il combattimento tra Gandalf e il Balrog nel cuore della Montagna. Tre ore filate che bastano appena al regista per definire una storia vastissima, carica di avvenimenti e di personaggi che approfondiscono la loro personalità, come Aragorn e Frodo, e di nuovi protagonisti come la creatura Gollum. La storia si complica e di conseguenza anche la sceneggiatura, il rischio maggiore, data la notevole quantità di personaggi impegnati in ambiti diversi, era quello di non riuscire a creare una omogeneità nella trama, cioè che il passaggio da una storia all’altra risultasse troppo forzato.
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Seguito de La compagnia dell’anello, diretto da un Peter Jackson che non perde tempo in inutili preamboli (basta l’incubo iniziale di Frodo a tappare la bocca a tutti quelli che volevano un prologo), e che ci catapulta direttamente al centro dell’azione, durante il combattimento tra Gandalf e il Balrog nel cuore della Montagna. Tre ore filate che bastano appena al regista per definire una storia vastissima, carica di avvenimenti e di personaggi che approfondiscono la loro personalità, come Aragorn e Frodo, e di nuovi protagonisti come la creatura Gollum. La storia si complica e di conseguenza anche la sceneggiatura, il rischio maggiore, data la notevole quantità di personaggi impegnati in ambiti diversi, era quello di non riuscire a creare una omogeneità nella trama, cioè che il passaggio da una storia all’altra risultasse troppo forzato. Se questo per certi aspetti è vero, lo si nota maggiormente nella parte in cui gli Hobbit Marry e Pipino parlano con Barbalbero, e in alcuni dialoghi che, seppur riusciti, smorzano il dramma o risultano non esattamente appropriati. Un esempio lampante sono le battutine di Gimli che qui sembra essere diventato una sorta di cabarettista. Per il resto tutta la vicenda è permeata da una continua atmosfera cupa e apocalittica, piena di città in rovina, dove Frodo inizia a soccombere al volere dell’Anello, Saruman getta morte ovunque posi il suo sguardo e l’inevitabile battaglia finale sembra sempre di più la fine di tutto.
Se da una parte il personaggio di Frodo inizia a scoprire il proprio lato oscuro, dall’altra Aragorn diventa sempre più virtuoso e complesso, forte ma al tempo stesso triste per l’amata Arwen lasciata a Gran Burrone, mentre il fato gli fa conoscere Eowyn (Miranda Otto) che sembra innamorarsi di lui. Ma la vera rivelazione del film è Gollum, personaggio modellato al computer sulle movenze dell’attore Andy Serkis, che attraverso il motion control ha dato vita a quella che probabilmente è la migliore creatura digitale (sotto tutti i punti di vista, non solo a livello tecnico) mai creata. La spiegazione è semplice: gli sceneggiatori e il regista hanno trattato Gollum come fosse un attore normale, forse anche meglio, scrivendo per lui una parte complessa che richiedeva una fisicità inconsueta e che rischiava di scivolare sempre nel ridicolo involontario. Insomma, quello che altrove avremmo etichetto e bollato come grottesco (i dialoghi di Goblin in Spiderman ) qui diventa un esempio di comportamento psicotico degno di uno dei migliori film sullo sdoppiamento della personalità. E quello che altrove è solo sfoggio tecnologico qui diventa pura volontà di plasmare la tecnica al volere della narrazione.
La regia rispetto al primo episodio migliora, divenendo più matura e robusta, anche se Jackson non si lascia certo scappare l’opportunità di giocare con la macchina da presa come solo lui sa fare. Le scene migliori sono sicuramente quelle in cui Gollum è protagonista e quelle dello scontro finale, dove la macchina da presa vola letteralmente sopra le mura del Fosso di Helm mostrandoci l’immensa battaglia che richiama alla memoria quella di Braveheart e di Giovanna d’Arco. Il regista riesce inoltre a ricreare un’atmosfera epica che tocca il culmine massimo quando gli orchi riescono ad entrare nella fortezza di Re Thèoden. Una scena da antologia su tutte è quella di Gandalf che “esorcizza” dal male il Re, di cui Saruman si era impossessato, e che prelude ad un incontro diretto fra i due stregoni che vedremo sicuramente nel terzo capitolo.
Gli attori sono tutti ottimi ed al cast già vasto del primo episodio si aggiungono volti nuovi, come quello di Miranda Otto, perfetta nella parte di Eowyn, possibile rivale in amore di Arwen; quello di Bernard Hill nel glorioso ruolo di Re Thèoden e quello di Brad Dourif, il biforcuto consigliere Grima Vermilinguo. Wood nella parte di Frodo riesce a proporre egregiamente il lato oscuro del personaggio e McKellen, che si vede ridotta la parte rispetto al primo episodio, non aggiunge nulla di nuovo alla sua interpretazione, come del resto anche Christopher Lee. Più enfatica invece quella di Sean Astin, mentre nella norma quella di Bloom e Rhys-Davies. Apparizioni per Liv Tyler, Cate Blanchett e Hugo Weaving.
Gli effetti speciali a cura della Weta sono quasi sempre ottimi: se sbalordiscono quelli della battaglia finale o quelli utilizzati per creare Gollum, altri come quelli della scena del Cancello Nero non sono sempre all’altezza, e l’utilizzo delle miniature è più palese che nel primo episodio. Howard Shore, che ha composto la colonna sonora del film, potrebbe benissimo fare il bis e vincere il secondo Oscar consecutivo: le sue musiche sono a dir poco strabilianti, perfettamente in tono con l’atmosfera del film. Bellissimo il tema d’accompagnamento per l’avvento degli uomini, con violini antichi in sottofondo, e la canzone dei titoli di coda scritta da Fran Walsh per cui vale la pena rimanere seduti fino alla fine.
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paolo
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mercoledì 22 gennaio 2003
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avventura cupa
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La seconda parte del film merita secondo me il voto più alto per l'impegno grandissimo usato per questo film, le inquadrature fantastiche e fantastici effetti speciali. Le scene di guerra sono molto realistiche e fanno dimenticare che uno dei due eserciti è fatto di orchi; quando dico realistiche intendo dire che danno l'immagine di come dovevano essere le battaglie nei secoli passati: violenza cieca, uomini votati al massacro delle lame e dardi,etc.Naturalmente c'è qualche inevitabile incongruenza con il libro ma questo nel cinema succede sempre, in questo caso però senza diminuire la carica di magia della vicenda. Il film è rude e macabro, ma niente in confronto a come dovrebbe essere la terza parte.
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La seconda parte del film merita secondo me il voto più alto per l'impegno grandissimo usato per questo film, le inquadrature fantastiche e fantastici effetti speciali. Le scene di guerra sono molto realistiche e fanno dimenticare che uno dei due eserciti è fatto di orchi; quando dico realistiche intendo dire che danno l'immagine di come dovevano essere le battaglie nei secoli passati: violenza cieca, uomini votati al massacro delle lame e dardi,etc.Naturalmente c'è qualche inevitabile incongruenza con il libro ma questo nel cinema succede sempre, in questo caso però senza diminuire la carica di magia della vicenda. Il film è rude e macabro, ma niente in confronto a come dovrebbe essere la terza parte. Voto 10 per il personaggio di Gollum.
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laurence316
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mercoledì 1 febbraio 2017
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secondo ottimo capitolo migliore del precedente
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Il secondo film inizia, per volere del regista, senza alcun riassunto dei fatti precedenti e, di conseguenza, presuppone, anche abbastanza arrogantemente, che lo spettatore conosca alla perfezione gli eventi alla base de La Compagnia dell’Anello. Al di là di questo, comunque, Le Due Torri si rivela, fin dai primissimi minuti, più interessante ed avvincente del precedente, meno incentrato (fortunatamente) su Frodo (che non si giova di certo dell’interpretazione di Wood) ma, a detta dello stesso Jackson, incentrato stavolta su Aragorn, di cui si approfondisce maggiormente la psicologia (anche se, francamente, le scene riguardanti Arwen sono le più deboli e patetiche del film).
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Il secondo film inizia, per volere del regista, senza alcun riassunto dei fatti precedenti e, di conseguenza, presuppone, anche abbastanza arrogantemente, che lo spettatore conosca alla perfezione gli eventi alla base de La Compagnia dell’Anello. Al di là di questo, comunque, Le Due Torri si rivela, fin dai primissimi minuti, più interessante ed avvincente del precedente, meno incentrato (fortunatamente) su Frodo (che non si giova di certo dell’interpretazione di Wood) ma, a detta dello stesso Jackson, incentrato stavolta su Aragorn, di cui si approfondisce maggiormente la psicologia (anche se, francamente, le scene riguardanti Arwen sono le più deboli e patetiche del film). E il suo punto di forza sono soprattutto gli ultimi 40 minuti circa della battaglia al Fosso di Helm, una parte che poteva rivelarsi noiosa e dispersiva (anche perché nel romanzo non occupa più di un capitolo) e che invece emoziona e coinvolge, grazie soprattutto all’ottima fotografia di Lesnie (che esalta l’atmosfera cupa e tenebrosa), agli eccezionali effetti speciali e ad alcune buone trovate per tenere alto il ritmo (è il caso delle numerose “comparsate” del nano Gimli, calato in un certa, particolare sfida con l’elfo Legolas).
In questo film viene inoltre introdotto (era già comparso nel film precedente, in verità, ma solo per pochissimi istanti e mai a figura intera) il geniale personaggio di Gollum, che si affianca ai due hobbit, Frodo e Sam, ruba da subito la scena al protagonista e ravviva la narrazione in questi segmenti che, altrimenti, avrebbero certamente rischiato la monotonia (ed, evidentemente, ne era ben conscio anche lo stesso Tolkien).
Ma sono diversi altri i personaggi determinanti che compaiono per la prima volta: vedi il caso di Barbalbero, che incrocia la via di Merry e Pipino, o di re Théoden, e di Éowyn ed Éomer, ma da non dimenticare è anche la viscida figura di Vermilinguo).
Le Due Torri si rivela, insomma, nonostante qualche caduta di ritmo qua e là, un film più riuscito de La Compagnia dell’Anello, un film più solido e compatto, nonostante non presenti né un vero inizio né una vera conclusione. Questo potrà anche dare “la sgradevole sensazione di aver assistito alla più costosa sequenza di raccordo della storia del cinema, anziché a un film autonomo” (Mereghetti), ma si tratta certamente di una sequenza di ottimo livello.
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mauro
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domenica 25 marzo 2007
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grandioso
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Il cinema in tutte le sue forme ed espressioni..anche chi non predilige il genere non potrà non apprezzare l'impatto visivo di questo film, veramente forte ed emozionante:grandioso
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(di elanor)
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bella earl!
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lunedì 1 agosto 2011
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mordor è sempre più vicina.
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- Cercate i vostri amici, ma non fidate nella speranza.Ha abbandonato da tempo queste terre. -
Frodo e Sam vanno verso Mordor accompagnati da Gollum che per un patto stipulato con Frodo gli farà da guida. Aragorn, Legolas e Gimli sono sulle tracce di Merry e Pipino i due hobbit rapiti dagli orchi; la loro caccia li porterà nelle terre di Rohan. Di Gandalf, ancora, nessuna traccia. Così si apre il secondo episodio della trilogia fantasy di Tolkien, diretta da Peter Jackson. Il cast è lo stesso del primo capitolo, grandioso all'inverosimile. La regia è grande, come sempre la sceneggiatura ottima e in questo secondo capitolo lascia grande spazio all'azione (caratteristica che raggiungerà il culmine nella grandiosa "battaglia per il fosso di Helm").
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- Cercate i vostri amici, ma non fidate nella speranza.Ha abbandonato da tempo queste terre. -
Frodo e Sam vanno verso Mordor accompagnati da Gollum che per un patto stipulato con Frodo gli farà da guida. Aragorn, Legolas e Gimli sono sulle tracce di Merry e Pipino i due hobbit rapiti dagli orchi; la loro caccia li porterà nelle terre di Rohan. Di Gandalf, ancora, nessuna traccia. Così si apre il secondo episodio della trilogia fantasy di Tolkien, diretta da Peter Jackson. Il cast è lo stesso del primo capitolo, grandioso all'inverosimile. La regia è grande, come sempre la sceneggiatura ottima e in questo secondo capitolo lascia grande spazio all'azione (caratteristica che raggiungerà il culmine nella grandiosa "battaglia per il fosso di Helm"). Viggo Mortensen raccoglie i panni di Aragorn e fa di lui il personaggio più completo e grandioso di tutto il film. Grande seguito il capolavoro della trilogia.
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hal 9000
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lunedì 25 maggio 2009
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secondo capitolo di una grandiosa trilogia
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I toni sono sicuramente meno cupi del primo capitolo, ma la narrazione prende il tono di un dramma storico e se da una parte esalta l'eroismo dei personaggi, dall'altra non rinuncia a mostrare gli orrori della guerra. Pur scansano una vera e propria connotazione politica è evidente una forte condanna dell'assolutismo tanto che nel discorso di guerra di Saruman è inevitabile non cogliere un richiamo ai regimi totalitari europei del '900. Emerge inoltre un forte messaggio di fede, con Gandalf che risorge, e un'attacco all'industrializzazione sfrenata che porta alla distruzione delle foreste (Fangorn).
Ancora perfetto il cast con nuovi attori e personaggi, tra cui a rubare la scene è sicururamente lo schizzofrenico Gollum/Smeagol, pefettamente credibile seppur realizzato in digitale con i lineamenti facciali e la voce di Andy Serkis.
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I toni sono sicuramente meno cupi del primo capitolo, ma la narrazione prende il tono di un dramma storico e se da una parte esalta l'eroismo dei personaggi, dall'altra non rinuncia a mostrare gli orrori della guerra. Pur scansano una vera e propria connotazione politica è evidente una forte condanna dell'assolutismo tanto che nel discorso di guerra di Saruman è inevitabile non cogliere un richiamo ai regimi totalitari europei del '900. Emerge inoltre un forte messaggio di fede, con Gandalf che risorge, e un'attacco all'industrializzazione sfrenata che porta alla distruzione delle foreste (Fangorn).
Ancora perfetto il cast con nuovi attori e personaggi, tra cui a rubare la scene è sicururamente lo schizzofrenico Gollum/Smeagol, pefettamente credibile seppur realizzato in digitale con i lineamenti facciali e la voce di Andy Serkis. Inutile dire che gli effetti speciali sono strabilianti e le scene d'azione coinvolgenti, con un'imponente battaglia finale di ben 45'. Straordinari i costumi, le scenografie, il trucco e indimenticabile la colonna sonora di Howard Shore. Non eccellente il montaggio che rischia di interrompere troppo bruscamente alcune sequenze. Lo strepitoso successo di pubblico si è ripetuto e meritatamente.
In un'edizione degli Oscar in cui un film mediocre come "Chicago" è riuscito a prevalere su "Il Pianista" di Roman Polanski, anche il film di Peter Jackson non ha ottenuto il successo sperato: solo due statuette: migliori effeti speciali e miglior montaggio sonoro, di nuovo sarebbero stati meritatati i riconoscimenti per i costumi, la colonna sonora, il trucco e la scenografia.
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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più maturo del primo capitolo,ma non come il terzo
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La compagnia si è divisa: Frodo (Wood) e Sam (Astin) procedono verso Mordor accompagnati da Gollum (Serkis, in motion-capture), Merry (Monaghan) e Pipino (Boyd) scappano dagli Uruk-Ai e finiscono nella Foresta di Fangorn, dove incontrano Barbalbero, Aragorn (Mortensen), Legolas (Bloom) e Gimli (Rhys Davies) incontrano Gandalf (McKellen), risorto, e raggiungono il regno di Rohan dove dovranno aiutare Re Theoden (Hill) contro la minaccia dell’esercito di Saruman (Lee). Secondo capitolo, forse il meno riuscito, della trilogia di Jackson iniziata nel 2001. Simile come contenuti, anche se meno avventuroso, al precedente capitolo: il regista realizza nuovamente un film di grande qualità, che fa riflettere, riflette gli ideali dei poemi epici medievali, e dà molto spettacolo, specialmente nella scena della battaglia del Fosso di Helm, un po’ troppo lunga, ma comunque emozionante dall’inizio alla fine.
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La compagnia si è divisa: Frodo (Wood) e Sam (Astin) procedono verso Mordor accompagnati da Gollum (Serkis, in motion-capture), Merry (Monaghan) e Pipino (Boyd) scappano dagli Uruk-Ai e finiscono nella Foresta di Fangorn, dove incontrano Barbalbero, Aragorn (Mortensen), Legolas (Bloom) e Gimli (Rhys Davies) incontrano Gandalf (McKellen), risorto, e raggiungono il regno di Rohan dove dovranno aiutare Re Theoden (Hill) contro la minaccia dell’esercito di Saruman (Lee). Secondo capitolo, forse il meno riuscito, della trilogia di Jackson iniziata nel 2001. Simile come contenuti, anche se meno avventuroso, al precedente capitolo: il regista realizza nuovamente un film di grande qualità, che fa riflettere, riflette gli ideali dei poemi epici medievali, e dà molto spettacolo, specialmente nella scena della battaglia del Fosso di Helm, un po’ troppo lunga, ma comunque emozionante dall’inizio alla fine. Il difetto principale del film è la lunghezza, nonostante sia più corto del terzo capitolo, risulta meno emozionante e davvero eterno, fino a diventare nella parte contrale persino un po’ noioso. Il cast è riconfermato al completo, con la new entry Andy Serkis, che dà vita al personaggio più riuscito della trilogia, Gollum, psicopatico innamorato dell’Anello. Resta comunque un film riuscitissimo, anche se ripeto, è un film a metà: La Compagnia dell’Anello riuscì bene, ma non aveva le ambizioni del secondo capitolo, mentre proprio Le Due Torri ha le ambizioni de Il Ritorno del Re, ma le realizza solo in parte. Ennesimo trionfo al botteghino. Sei nomination agli Oscar e due statuette: effetti speciali e montaggio sonoro. Sempre magnifica la colonna sonora di Howard Shore, per problemi tecnici neanche nominata all’Academy Award. Resta comunque una pietra miliare, insieme agli altri due capitoli, del fantasy.
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jacopo b98
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domenica 15 dicembre 2013
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un grandissimo fantasy!
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La compagnia si è divisa: Frodo (Wood) e Sam (Astin) procedono verso Mordor accompagnati da Gollum (Serkis, in motion-capture), Merry (Monaghan) e Pipino (Boyd) scappano dagli Uruk-Ai e finiscono nella Foresta di Fangorn, dove incontrano Barbalbero, Aragorn (Mortensen), Legolas (Bloom) e Gimli (Rhys Davies) incontrano Gandalf (McKellen), risorto, e raggiungono il regno di Rohan dove dovranno aiutare Re Theoden (Hill) contro la minaccia dell’esercito di Saruman (Lee). Secondo capitolo, forse il meno riuscito, della trilogia di Jackson iniziata nel 2001. Simile come contenuti, anche se meno avventuroso, al precedente capitolo: il regista realizza nuovamente un film di grande qualità, che fa riflettere, riflette gli ideali dei poemi epici medievali, e dà molto spettacolo, specialmente nella scena della battaglia del Fosso di Helm, un po’ troppo lunga, ma comunque emozionante dall’inizio alla fine.
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La compagnia si è divisa: Frodo (Wood) e Sam (Astin) procedono verso Mordor accompagnati da Gollum (Serkis, in motion-capture), Merry (Monaghan) e Pipino (Boyd) scappano dagli Uruk-Ai e finiscono nella Foresta di Fangorn, dove incontrano Barbalbero, Aragorn (Mortensen), Legolas (Bloom) e Gimli (Rhys Davies) incontrano Gandalf (McKellen), risorto, e raggiungono il regno di Rohan dove dovranno aiutare Re Theoden (Hill) contro la minaccia dell’esercito di Saruman (Lee). Secondo capitolo, forse il meno riuscito, della trilogia di Jackson iniziata nel 2001. Simile come contenuti, anche se meno avventuroso, al precedente capitolo: il regista realizza nuovamente un film di grande qualità, che fa riflettere, riflette gli ideali dei poemi epici medievali, e dà molto spettacolo, specialmente nella scena della battaglia del Fosso di Helm, un po’ troppo lunga, ma comunque emozionante dall’inizio alla fine. Le scene che restano in memoria sono tante e Jackson si dimostra geniale nell’alternare superbe scene d’azione a poetiche immagini. Punto indiscusso di forza per questo secondo capitolo (e per tutta la trilogia) resta la scelta delle location. Unico difetto, forse, la lunghezza, un po’ eccessiva, ma comunque appropriata. Il cast è riconfermato al completo, con la new entry Andy Serkis, che dà vita al personaggio più riuscito della trilogia, Gollum, psicopatico innamorato dell’Anello. È il capitolo più frammentato e rivoluzionario della trilogia, in quanto, nei toni e nelle atmosfere comincia ad avvicinarsi sempre più al film migliore della trilogia, il successo assoluto di Peter Jackson: Il ritorno del re. Ennesimo trionfo al botteghino. Sei nomination agli Oscar e due statuette: effetti speciali e montaggio sonoro. Sempre magnifica la colonna sonora di Howard Shore, per problemi tecnici neanche nominata all’Academy Award. Resta comunque una pietra miliare, insieme agli altri due capitoli, del fantasy.
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borghij
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domenica 4 gennaio 2015
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l'anello si avvicina a mordor.
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La seconda puntata della trilogia del signore degli anelli vede ora Sam e Frodo che si stanno avvicinando a Mordor per gettare nelle fiamme del monte fato l'unico anello; nel mentre Isengard si allea con Mordor e crea un esercito enorme per distruggere completamente Rohan e la sua capitale Edoras. Re Theoden dopo essere stato liberato dalla maledizione che lo teneva in uno stato vegetativo per colpa di Saruman da parte di Gandalf il Bianco, decide che la soluzione migliore per la sua popolazione minacciata da 10000 uruk hai sia di difendersi nel Fosso di Helm, una fortezza inespugnabile.
Nel mentre Pipino e Merry i due Hobbit della contea vengono trovati da degli Ent che dopo aver fatto diverse Entaconsulte, si decidono per distruggere Isengard, ormai lasciata indifesa dagli uruk hai partiti per distruggere Rohan .
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La seconda puntata della trilogia del signore degli anelli vede ora Sam e Frodo che si stanno avvicinando a Mordor per gettare nelle fiamme del monte fato l'unico anello; nel mentre Isengard si allea con Mordor e crea un esercito enorme per distruggere completamente Rohan e la sua capitale Edoras. Re Theoden dopo essere stato liberato dalla maledizione che lo teneva in uno stato vegetativo per colpa di Saruman da parte di Gandalf il Bianco, decide che la soluzione migliore per la sua popolazione minacciata da 10000 uruk hai sia di difendersi nel Fosso di Helm, una fortezza inespugnabile.
Nel mentre Pipino e Merry i due Hobbit della contea vengono trovati da degli Ent che dopo aver fatto diverse Entaconsulte, si decidono per distruggere Isengard, ormai lasciata indifesa dagli uruk hai partiti per distruggere Rohan .
La battaglia che si svolgerà nel fosso di helm è sicuramente la migliore della storia del cinema, frecce a volontà, gli sguardi della popolazione ormai assediata completamente persi nel vuoto, gli urli degli uruk hai che fanno tremare la terra, quelle orde di migliaia di orchi senza nessun volto, senza anima, che vogliono solo distruggere tutto per volere di uno stregone, tutto questo caratterizza una battaglia senza precedenti che sconvolgerà completamente la terra di mezzo.
Ormai gli uomini assediati nel trombatorione (la parte più protetta del fosso di Helm) non hanno più speranza, una sola porta li separa da loro e un orda di orchi affamati di carne, quando ecco che Gandalf con i Rohirim arriva all alba del terzo giorno appunto in loro soccorso, proprio quando non c'era più nulla da fare.
Nel mentre Frodo e Sam sono stati catturati da dei Raminghi (guerrieri di Gondor che combattono tra gli alberi armati di archi) che li proteggono, ma nello stesso momento Faramir il comandante Ramingo mette gli occhi sull' anello che porta Frodo, che già in passato aveva ucciso e fatto impazzire suo fratello Boromir, e lo vuole portare a Gondor perché pensa possa essere usato contro il nemico e possa essere la salvezza degli uomini, mentre invece deve solo essere distrutto e il male soccomberebbe.
Ad Osghiliat (l'ultima frontiera tra bene e male) Faramir cambia idea e lascia proseguire Sam e Frodo per Mordor, però prima Frodo viene colto da un momento di debolezza portato dall' anello e tenta di uccidere Sam, quando si accorge che egli è il suo amico lascia cadere la spada e si accascia, lì allora Sam riassume ciò che stanno passando inevitabilmente, ricorda quanto era bello vivere alla contea, felici, senza guerra senza morte, ricorda però che il male prima o poi dovrà svanire, che ogni cosa è passeggera, e che se si lotta per ciò che è giusto, per il bene allora ce la si può fare, durante il Monologo passato alla storia di Sam, sotto la sua voce, scorrono, sotto le incantevoli musiche di John Williams, le scene di battaglia al fosso di Helm, le spade che si scontrano, le lacrime dei soldati abbattuti, il bene che trionfa, Sam, solo un ragazzo, riesce a capire cosa c'è sotto tutto questo male, è consapevole di cosa deve fare che deve aiutare Frodo a portare l'anello a Mordor, perché in quel momento migliaia di cavalieri di rohan di gondor, stanno lottando per loro, perché loro possano avere più tempo per portare l'anello al monte fato e far finire questo spargimento di sangue e ritornare a brindare su questa bella terra!
Questo film è una parte fondamentale della trilogia, perché è una transizione inevitabile, è il percorso inevitabile che chiunque affronta nella vita: momenti difficili, altri belli, questo momento, nel mezzo di una città sconosciuta piena di morti piena di dolore è un momento triste, che solo due grandi amici come loro possono passare insieme e come un elfo e un nano possono passare insieme e come tutti i guerrieri di Rohan vicini ai propri compagni di battaglia devono passare; per vincere il mare, per ritornare a essere uomini che è la cosa più importante al mondo: la libertà!
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fedecap
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mercoledì 9 settembre 2015
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un sequel migliore
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Secondo capitolo de il Signore degli Anelli, le due torri riprende il racconto da tre sequenze narrative diverse, come le parti in cui si è dovuta dividere la Compagnia: Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Astin) si dirigono verso Mordor per adempiere al loro compito, e cioè distruggere l'Unico, l'anello di Sauron. Durante il viaggio riceveranno l'aiuto di un'improbabile alleato e incontreranno i raminghi di Gondor, guidati da Faramir (David Wenham), fratello del defunto Boromir. Merry (Dominic Monaghan) e Pipino (Billy Boyd) sono ancora prigionieri degli Uruk-hai, che si dirigono verso Isengard, convinti che siano i loro prigionieri a portare "l'arma" (l'anello) richiesta da Saruman (Christopher Lee).
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Secondo capitolo de il Signore degli Anelli, le due torri riprende il racconto da tre sequenze narrative diverse, come le parti in cui si è dovuta dividere la Compagnia: Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Astin) si dirigono verso Mordor per adempiere al loro compito, e cioè distruggere l'Unico, l'anello di Sauron. Durante il viaggio riceveranno l'aiuto di un'improbabile alleato e incontreranno i raminghi di Gondor, guidati da Faramir (David Wenham), fratello del defunto Boromir. Merry (Dominic Monaghan) e Pipino (Billy Boyd) sono ancora prigionieri degli Uruk-hai, che si dirigono verso Isengard, convinti che siano i loro prigionieri a portare "l'arma" (l'anello) richiesta da Saruman (Christopher Lee). Ma lungo la strada gli orchi si scontreranno con i Rohirrim, i cavalieri del reame di Rohan, e durante lo scontro i due Hobbit fuggiranno e si nasconderanno nella vicina foresta di Fangorn, dove faranno conoscenza delle misteriose creature che la popolano e con cui stringeranno un'alleanza per aiutare i loro amici. Per quanto riguarda "i tre Cacciatori" Aragorn (Viggo Mortensen), Legolas (Orlando Bloom) e Gimli (John Rhys-Davies), li ritroviamo all'inseguimento degli Uruk-hai, che tengono prigionieri Merry e Pipino. Saranno costretti a cambiare i loro propositi quando incontreranno, con loro enorme sorpresa, Gandalf (Ian McKellen), vincitore dello scontro con il Balrog e rinato con il rango di "Bianco", titolo che ha perso Saruman dopo il suo tradimento. Lo stregone guiderà i tre verso Edoras, capitale del reame di Rohan, per aiutare Re Théoden (Bernard Hill) a sconfiggere Saruman e gli Uruk-hai, che stanno minacciando il suo regno.
Il livello di epicità di questo secondo capitolo supera di gran lunga il primo, anche grazie ai nuovi protagonisti e alla prima battaglia della trilogia, quella al Fosso di Helm, in cui si esalta il livello di precisione dei costumi, dei trucchi e soprattutto degli effetti speciali, attenzioni di Jackson già viste nel primo film. Giocano un ruolo di primo piano nelle scenografie le bellissime Alpi Neozelandesi, che fanno da sfondo al reame di Rohan. Si evidenzia in questo capitolo uno dei temi cari a Tolkien, quello della natura contro la tecnologia, e che vede contrapposti gli Ent (abitanti della foresta di Fangorn) e le genti di Rohan (che vivono di agricoltura e allevano cavalli) contro Saruman, che invece usa le risorse naturali per alimentare le sue industrie indirizzate verso un'economia di guerra, come lo erano le nazioni europee allo scoppio della Grande Guerra (affrontata peraltro dallo stesso Tolkien e tema ricorrente nelle sue opere). La recitazione, in generale, è buona: spiccano positivamente Elijah Wood, Viggo Mortensen, Christopher Lee, Bernard Hill e Sean Astin. Jackson, gli sceneggiatori e gli addetti al montaggio riescono ancora una volta a rendere il film fluido e dinamico, tagliando e aggiungendo parti, come, ad esempio, la "deviazione" di Aragorn dopo la battaglia con i mannari, parte che non è presente nel libro ma che si inserisce benissimo per spiegare il conflitto tutto interiore del ramingo, consapevole del suo destino e del suo amore verso Arwen. Complessivamente è migliore del primo capitolo: in barba a quelli che dicono che i sequel sono sempre "meno" del primo, il Signore degli Anelli di Jackson è un continuo crescendo di bellezza ed emozioni, un climax cinematografico che non ha precedenti nella storia.
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