Il film è una sorta di versione western di Michele Strogoff, il corriere dello zar inventato da Jules Verne. Inizialmente doveva essere diretto da Alberto De Martino. Le vicende che ne circondano la realizzazione sono incredibili. Inizialmente viene prodotto da Bruno Turchetto e Mario Montanari. I due però dopo aver assistito alle riprese si spaventano e temono un clamoroso flop. Cercano qualcuno a cui rifilarlo e lo trovano in Edmondo Amati della Fida Cinematografica che fa uno degli affari più lucrosi della sua vita. Il film, infatti, costato 195 milioni di lire, incassa più di tre miliardi. È lo stesso Gemma, all’epoca star di prima grandezza del western all’italiana, a imporre Giorgio Ferroni.
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Il film è una sorta di versione western di Michele Strogoff, il corriere dello zar inventato da Jules Verne. Inizialmente doveva essere diretto da Alberto De Martino. Le vicende che ne circondano la realizzazione sono incredibili. Inizialmente viene prodotto da Bruno Turchetto e Mario Montanari. I due però dopo aver assistito alle riprese si spaventano e temono un clamoroso flop. Cercano qualcuno a cui rifilarlo e lo trovano in Edmondo Amati della Fida Cinematografica che fa uno degli affari più lucrosi della sua vita. Il film, infatti, costato 195 milioni di lire, incassa più di tre miliardi. È lo stesso Gemma, all’epoca star di prima grandezza del western all’italiana, a imporre Giorgio Ferroni. L’accoppiata viene poi sottolineata anche dalla promozione del film che sottolinea come riproponga lo stesso regista e lo stesso protagonista del fortunato Un dollaro bucato. Amati, per non avere fastidi con De Martino gli affida la regia di Django spara per primo. Nelle riprese c’è anche la mano di Enzo G. Castellari. Ricco d’azione può contare, come spesso accade quando c’è di mezzo Giuliano Gemma, sui migliori stuntmen del periodo. Tutt’altro che irrilevante il ruolo della protagonista femminile Sophie Daumier che, contrariamente a quanto in genere accade nel western all’italiana, partecipa direttamente all’azione rivelandosi determinante in molte situazioni. Nei titoli di testa compare anche il nome di Ennio Morricone come autore della colonna sonora. In realtà di suo c’è soltanto un brano. Questo fatto provocerà una lunga causa legale tra Morricone e Amati.
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