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domenica 25 novembre 2018
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capolavoro
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Il mii film di zombie preferito
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francis metal
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mercoledì 30 novembre 2016
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banale e stereotipato
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mi sono stancato di queste pellicole copia e incolla!
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elgatoloco
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sabato 5 marzo 2016
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efficace, comunque
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Questo"28 days later"risulta un film più che interessante: a parte la situazione di partenza(virus prodotto"in vitro", poi diffuso, per una"fuga"), la metropoli deserta e percorsa inizialmente da un solo protagonista(dove la parola assume una valenza forte, anche se poi si aggiungono altri"attanti", per ovvi motivi, essendo comunque difficile realizzare, a livello pratico e commerciale, un cinema"monologico"e"monologante"), il viaggio legato alla speranza di trovare il"rimedio", il"vaccino", il contravveleno, interessante è poi , soprattutto, lo"svolgimento del tema", dove probabilmente è la scelta del digitale a favorire soluzioni molto interessanti a livello cromatico e anche di inquadratura.
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Questo"28 days later"risulta un film più che interessante: a parte la situazione di partenza(virus prodotto"in vitro", poi diffuso, per una"fuga"), la metropoli deserta e percorsa inizialmente da un solo protagonista(dove la parola assume una valenza forte, anche se poi si aggiungono altri"attanti", per ovvi motivi, essendo comunque difficile realizzare, a livello pratico e commerciale, un cinema"monologico"e"monologante"), il viaggio legato alla speranza di trovare il"rimedio", il"vaccino", il contravveleno, interessante è poi , soprattutto, lo"svolgimento del tema", dove probabilmente è la scelta del digitale a favorire soluzioni molto interessanti a livello cromatico e anche di inquadratura... Decisamente, questo "apocalittico"britannico, realizzato circa un anno(un po'meno, in realtà)dopo l'11 /9/2001 è più che interessante, appunto, per le situazioni complessivamente anti-convenzionali cui dà luogo... Film che non mitizza il"principio speranza"ma non lo anniente; lasciando da parte il fatto che il sequel"28 weeks later", realizzato (non da Boyle)un lustro dopo fornisca, più che "soluzioni", ulteriori sviluppi, il film vale di per sé, senza il bisogno di diventare di per sé un"cult". El Gato
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filippo catani
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venerdì 9 ottobre 2015
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una londra spettrale ed apocalittica
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Londra. Un gruppo di animalisti libera delle scimmie che però erano state infettate con la rabbia per svolgere dei test. Nel giro di 28 giorni Londra e il resto dell'Inghilterra hanno assunto una atmosfera spettrale. Un giovane ragazzo, appena risvegliatosi dal coma, dovrà cercare di sopravvivere.
Ottimo film targato Boyle che si avvale di una fotografia e di una colonna sonora sublimi. Le ricostruzioni di Londra completamente deserta e di una Manchester devastata da un incendio perenne lasciano letteralmente senza fiato. Inoltre un ritmo serrato e un forte senso di angoscia che finisce per attanagliare lo spettatore fanno in modo che non ci si perda nemmeno un fotogramma.
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Londra. Un gruppo di animalisti libera delle scimmie che però erano state infettate con la rabbia per svolgere dei test. Nel giro di 28 giorni Londra e il resto dell'Inghilterra hanno assunto una atmosfera spettrale. Un giovane ragazzo, appena risvegliatosi dal coma, dovrà cercare di sopravvivere.
Ottimo film targato Boyle che si avvale di una fotografia e di una colonna sonora sublimi. Le ricostruzioni di Londra completamente deserta e di una Manchester devastata da un incendio perenne lasciano letteralmente senza fiato. Inoltre un ritmo serrato e un forte senso di angoscia che finisce per attanagliare lo spettatore fanno in modo che non ci si perda nemmeno un fotogramma. Valida la sceneggiatura e niente male anche la scelta del cast. Magari ora gli amanti di The Walking Dead non rimarranno parecchio sconvolti ma questo film è veramente un piccolo gioiello per il genere.
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floyd80
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giovedì 26 febbraio 2015
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i morti che corrono...
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Per i famelici appassionati degli zombie-movie un film da conservare nella propria videoteca horror.
Bravissimi gli attori (...ehi è un horror con bravi attori...), musiche fantastiche (...ehi stiamo parlando di Danny Boyle uno che di musica ne mastica...), fotografia eccelsa (...Londra vuota è uno spettacolo...) e i morti che corrono (...preferisco il barcollo ma questo passa il governo inglese...)
Pieno di citazioni (Zombie, la casa) 28 giorni dopo ci trascina per mano in una trama apocalittica e orribile come le fauci di un morto vivente.
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Per i famelici appassionati degli zombie-movie un film da conservare nella propria videoteca horror.
Bravissimi gli attori (...ehi è un horror con bravi attori...), musiche fantastiche (...ehi stiamo parlando di Danny Boyle uno che di musica ne mastica...), fotografia eccelsa (...Londra vuota è uno spettacolo...) e i morti che corrono (...preferisco il barcollo ma questo passa il governo inglese...)
Pieno di citazioni (Zombie, la casa) 28 giorni dopo ci trascina per mano in una trama apocalittica e orribile come le fauci di un morto vivente.
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aigle des alpes
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sabato 13 settembre 2014
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homo homini lupus
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La paura (con i suoi corollari di orrore e terrore) è compagna dell'uomo tanto quanto la speranza. Al terrore si sfugge o si soccombe, senza che quest'ultima scelta abbia necessariamente una connotazione negativa, come dimostrato dal gesto dei genitori del protagonista. Così come si dice che il viaggio è la meta, in questo film la fuga è la speranza, dato che la meta non è necessariamente un porto sicuro. L'uomo non è sempre così umano, l'unica vera speranza può forse derivare dal suo inquadramento nella civiltà... ma il pericolo della degenerazione è sempre in agguato.
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pulp96
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domenica 13 ottobre 2013
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28 giorni dopo, un film che fa pensare.
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Allo spettatore disinteressato e anche un po' superficiale potrebbe sembrare il classico film zombie - splatter anche di basso rango , ma l'atteggiamento del film è tutt'altro.
Il film si discosta dai soliti canoni monotoni filmici del genere e approda su un altro pianeta.
La prima parte del film è un inno alla morte, ci mostra la distruzione, il nulla, l'anarchia.
Ma soprattutto ci mostra l'atteggiamento dell'uomo in preda alla paura ancestrale, la paura delle paure, la paura che i primi uomini sulla terra hanno riportato, la solitudine.
Questa prima parte è una rivisitazione della leggenda di Adamo ed Eva in chiave cinematografica.
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Allo spettatore disinteressato e anche un po' superficiale potrebbe sembrare il classico film zombie - splatter anche di basso rango , ma l'atteggiamento del film è tutt'altro.
Il film si discosta dai soliti canoni monotoni filmici del genere e approda su un altro pianeta.
La prima parte del film è un inno alla morte, ci mostra la distruzione, il nulla, l'anarchia.
Ma soprattutto ci mostra l'atteggiamento dell'uomo in preda alla paura ancestrale, la paura delle paure, la paura che i primi uomini sulla terra hanno riportato, la solitudine.
Questa prima parte è una rivisitazione della leggenda di Adamo ed Eva in chiave cinematografica.
L'uomo da solo di fronte al nulla, l'uomo di fronte a se stesso.
Una città distrutta, isolata dal mondo e dove l'unica sicurezza è la morte.
Nella seconda parte il film si apre.
Gli zombie passano in secondo piano.
Militari in preda ad una crisi depressiva che arrivano all'idea di stuprare una bambina imbottita di Valium , un interrogativo si fa strada nella mente di un osservatore attento: qual è il male?
Il discorso zombie è dietro le quinte, in una città vuota, desolata, distrutta, l'uomo fa la guerra con i suoi simili.
In quindici minuti il film cambia prospettiva, l'uomo riconosce il suo antagonista: lui stesso.
L'alleanza, la bontà, la fratellanza non esistono.
Si comincia a dubitare con maggior forza di quale sia il male in circolo per la terra:Gli zombie o l'uomo stesso seppure in minoranza?.
La chiave di tutto in queste scene.
Il protagonista come Adamo nel giardino dell'eden:Nudo, spoglio da ogni certezza, senza futuro, senza parenti, senza progetti da portare avanti sfrutta uno zombie per eliminare il male:L'uomo.
Finale mediocre a mio avviso, ma il film risiede in queste scene che sono al culmine della genialità.
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matteo manganelli
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lunedì 26 agosto 2013
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romero sarebbe fiero di danny
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Per chi ama il genere ormai è già un cult. Danny Boyle, regista di pellicole più o meno riuscite, anche se sempre caratterizzate da una visionaria e continua sperimentazione dei mezzi tecnici, ha realizzato uno dei migliori film di zombie di sempre e lo ha fatto rivoluzionando la figura del morto vivente, rendendolo un infetto rabbioso. Film dotato di un grande ritmo, di influenza Romeriana, dove il vero cattivo non è lo zombie ma l'uomo stesso. Antimilitarista per premeditazione. Girato e montato benissimo. Ha un seguito piacevole, ma con un cambio alla regia che si sente molto. Da non perdere.
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max1974
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lunedì 1 luglio 2013
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28 giorni dopo inimitabile
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Di zombie- movies ne ho visti parecchi, ma questo non ha avuto i giusti meriti ed elogi che avrebbe dovuto. L'inghilterra nn l'ha pubblicizzato abbastanza , un'idea originale mal copiata dagli USA ma ben pubblicizzata con io sono leggenda. Ma questo film è originale ed inimitabile per come nasce, per l'idea, per le musiche, per il phatos delle scene, per il senso di realismo mai visto neanche una volta in RESIDENT evil (tutta la serie compreso l'ultimo ridicolo).
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mystic
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venerdì 1 febbraio 2013
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gli zombie di romero infettano anche danny boyle
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Jim (Cillian Murphy), ragazzo risvegliatosi dal coma dopo 28 giorni, scopre che la popolazione inglese è stata decimata dagli zombie, uomini infettati da un potente virus che a loro volta ne infettano altri. Cercherà di fuggire, anche grazie all'aiuto di nuovi amici, raggiungendo Manchester, ultimo baluardo per la salvezza.
28 giorni dopo è l'ennesima trasposizione cinematografica di una storia quasi scontata in cui gli scenari catastrofici si susseguono in un paesaggio di sconvolgente tristezza. Questa avventura, nuova e vecchia allo stesso tempo, diventa però esteticamente bellissima sotto l'egida di Danny Boyle, coronata dall'ottima fotografia che ha sempre distinto le realizzazioni del regista di The Millionaire.
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Jim (Cillian Murphy), ragazzo risvegliatosi dal coma dopo 28 giorni, scopre che la popolazione inglese è stata decimata dagli zombie, uomini infettati da un potente virus che a loro volta ne infettano altri. Cercherà di fuggire, anche grazie all'aiuto di nuovi amici, raggiungendo Manchester, ultimo baluardo per la salvezza.
28 giorni dopo è l'ennesima trasposizione cinematografica di una storia quasi scontata in cui gli scenari catastrofici si susseguono in un paesaggio di sconvolgente tristezza. Questa avventura, nuova e vecchia allo stesso tempo, diventa però esteticamente bellissima sotto l'egida di Danny Boyle, coronata dall'ottima fotografia che ha sempre distinto le realizzazioni del regista di The Millionaire.
E', senza troppi giri di parole, un classico moderno del genere. Boyle dipinge un Londra abbandonata a se stessa, che riprende con una telecamera sempre partecipe alla scena che descrive inquadrature ora grandangolari, ora oblique. Si tratta di una visione post-apocalittica indimenticabile che ha un impatto visivo più forte della Manhattan in ginocchio di molti disaster-movie hollywoodiani.
"28 Giorni dopo" è sanguinoso, violento, ricalca gli elementi tipici del genere e propone scene angoscianti, persino una chiesa infestata dai mostri di Romero dove anche il prete è stato contagiato dal virus.
La colonna sonora? Bellissima. Il finale? Soddisfa le aspettative. Il lato sconcertante? Il fatto di vedere come, anche dopo anni di cinema horror, sia ancora straziante considerare che i veri mostri non sono gli zombie: quel titolo spetterebbe di diritto all'uomo.
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