onufrio
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sabato 8 giugno 2019
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una società da "lupi"
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Il mondo manageriale è una giungla giornaliera piena di insidie e di gente disposta a tutto pur di arrampicarsi nella scala sociale lavorativa. Will Randall (Jack Nicholson) dopo un'esperienza trentennale riceve il ben servito dal nuovo magnate della società per cui lavora. Al tempo stesso però qualcosa in lui cambia, una sera viene morso da un lupo sulle strade innevate del Vermont, la mutazione è costante e graduale sino a liberare in lui un Lupo Mannaro, a darle una mano sarà la splendida Laura Alden (Michelle Pfeiffer). Pur affrontando un tema fantastico, il regista Nichols si differenzia di gran lunga rispetto ai precedenti registi che si sono cimentati con l'uomo lupo.
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Il mondo manageriale è una giungla giornaliera piena di insidie e di gente disposta a tutto pur di arrampicarsi nella scala sociale lavorativa. Will Randall (Jack Nicholson) dopo un'esperienza trentennale riceve il ben servito dal nuovo magnate della società per cui lavora. Al tempo stesso però qualcosa in lui cambia, una sera viene morso da un lupo sulle strade innevate del Vermont, la mutazione è costante e graduale sino a liberare in lui un Lupo Mannaro, a darle una mano sarà la splendida Laura Alden (Michelle Pfeiffer). Pur affrontando un tema fantastico, il regista Nichols si differenzia di gran lunga rispetto ai precedenti registi che si sono cimentati con l'uomo lupo. Il risultato è ottimo.
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taniamarina
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sabato 24 aprile 2010
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perfezione mancata
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Poteva essere un film perfetto. Le citazioni alla mitologia cinematografica del licantropismo sono tutte raffinate, la musica di Morricone è bellissima ed il cambiamento psicologico di Nicholson è notevole. Lo stesso attore recita magnificamente in una delle sue prime volte in tono pacato, ma tutti questi pregi nascondono dei difetti che rovinano la pellicola: il tentativo di Nichols di creare alcune scene e farle passare per mito, rende invece il tutto ridicolo, al punto da meritarsi fischi in sala. Alcuni personaggi come il vecchio esperto di licantropia, fanno storcere giustamente il naso. E' un bellissimo film, con difetti che difficilmente si fanno perdonare. Peccato.
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joker91
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venerdì 11 dicembre 2009
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la bravura di nicholson salva tutto
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un film godibile con nicholson che salva una pellicola a tratti indigesta.
nicholson si dimostra sempre un mito ma il regista poteva render meglio un film di questo tipo.
brava anche la pfeiffer,l' intesa tra jack e michelle è ottima
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toty bottalla
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mercoledì 1 aprile 2009
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c'era una volta...
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la storia del lupo è una variante fantastica per condire la storia amara di un'umanità spietata avida e squallida
che attraversa il quotidiano a qualunque livello sociale.
beh, dopo una disamina così ottimistica sulle virtù umane
non mi resta che eloggiare le virtù del cinema americano
sempre pronto a trasformare un'idea affascinante ma trita
in un buon film. indiscutibile la bravura di NICHOLSON discreta la regia e il resto del cast.
ah! ma quanto è bella la PFEIFFER!
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pep
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mercoledì 12 novembre 2008
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attenti al lupo
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Sono molto d'accordo con la recensione di my movies.Questo film non parla solo di licantropia,ma anche del mondo degli affari e della società manageriale,valutate appunto criticamente.Un aspetto che aggiunge molto a questo film facendo si che non sia un semplice horror.Se poi aggiungiamo anche la bravura degli attori il risultato è più che piacevole.Nicholson da veterano del cinema riesce a calarsi anche questa volta alla perfezione in questo nuovo ruolo,interpretando magistralmente sia la parte di un normale capo di una casa editrice con i suoi problemi personali,che quella del lupo mannaro.Non da meno naturalmente Michelle Pfeiffer,una di quelle attrici che con la sua bellezza e la sua bravura riesce sempre a dare qualcosa in più al film.
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Sono molto d'accordo con la recensione di my movies.Questo film non parla solo di licantropia,ma anche del mondo degli affari e della società manageriale,valutate appunto criticamente.Un aspetto che aggiunge molto a questo film facendo si che non sia un semplice horror.Se poi aggiungiamo anche la bravura degli attori il risultato è più che piacevole.Nicholson da veterano del cinema riesce a calarsi anche questa volta alla perfezione in questo nuovo ruolo,interpretando magistralmente sia la parte di un normale capo di una casa editrice con i suoi problemi personali,che quella del lupo mannaro.Non da meno naturalmente Michelle Pfeiffer,una di quelle attrici che con la sua bellezza e la sua bravura riesce sempre a dare qualcosa in più al film.
Nicholson + Pfeiffer = accoppiata vincente.
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giulia
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sabato 2 febbraio 2008
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michelle pfeiffer con le spalle al muro
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Jack Nicholson, che interpreta Will Randall, ad un certo punto del film piazza i palmi delle mani, con forza, sopra le tette di una spiazzata Michelle Pfeiffer, che, nel non aspettarselo e nell'essere imbarazzata-offesa, è adorabile. Per il resto è una strana storia di licantropia. Licantropia A.
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nevedispagna
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domenica 25 novembre 2007
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...michelle, my belle...
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Jack nicholson è un qualcosa di appena poco più che un idolo: è un'idea, una maschera, un certo modo assolutamente personale di "fare" cinema.Qualsiasi personaggio cerchi o gli venga affidato , viene letteralmente "vestito" dall'espressività quasi selvaggia del suo volto, dal suo metodo "Tenerezza nell'aggressività repressa", cosìcchè ogni titolo nel quale figura diventa non tanto un' occasione per godersi una serata all'insegna della 10ma arte, quanto l'ennesimo appuntamento con l'attore, che nel suo gigioneggiare stende la metratura sulla qule valutare il film.Solo per questo Wolf meriterebbe 20, aggiungo il trucco lupesco da "anni 40 Lon Cheney" ed arriviamo a 25.Eppure terminano i titoli di coda rimane un sapore amarissimo che scende in gola, che trama ridicola, che pessimo Spader, che inutilità la bellezza dela Pfeifer, che finale stupido, regia debolissima, mancanza totale d'un qualsiasi senso nella narrazione.
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Jack nicholson è un qualcosa di appena poco più che un idolo: è un'idea, una maschera, un certo modo assolutamente personale di "fare" cinema.Qualsiasi personaggio cerchi o gli venga affidato , viene letteralmente "vestito" dall'espressività quasi selvaggia del suo volto, dal suo metodo "Tenerezza nell'aggressività repressa", cosìcchè ogni titolo nel quale figura diventa non tanto un' occasione per godersi una serata all'insegna della 10ma arte, quanto l'ennesimo appuntamento con l'attore, che nel suo gigioneggiare stende la metratura sulla qule valutare il film.Solo per questo Wolf meriterebbe 20, aggiungo il trucco lupesco da "anni 40 Lon Cheney" ed arriviamo a 25.Eppure terminano i titoli di coda rimane un sapore amarissimo che scende in gola, che trama ridicola, che pessimo Spader, che inutilità la bellezza dela Pfeifer, che finale stupido, regia debolissima, mancanza totale d'un qualsiasi senso nella narrazione.U Immane Jack Nicholson sopra un tappeto di foglie cadenti...Peccato!
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