The Fabelmans

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Un film di Steven Spielberg. Con Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 151 min. - USA 2022. - 01 Distribution uscita giovedì 22 dicembre 2022. MYMONETRO The Fabelmans * * * * - valutazione media: 4,17 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
antonio montefalcone martedì 10 gennaio 2023
“i film sono sogni, che non dimenticherai mai” Valutazione 4 stelle su cinque
96%
No
4%

La nuova pellicola di Steven Spielberg è un intenso racconto personale, ispirato alla sua infanzia e adolescenza ma anche un potente atto d'amore per la Settima Arte, un sentito omaggio a quella che è stata e continua ad essere la più grande ragione di vita dello stesso regista. Non una semplice opera semi-autobiografica romanzata dunque, ma qualcosa di altro e di più interessante, coinvolgente, affascinante: una confessione privata che si rende anche magistrale lezione di cinema.
Attraverso la storia di Sam Fabelman che fin da bambino si avvicina alla magia del cinema e se ne innamora, Spielberg si racconta e ci racconta le sue origini, cercando di mettere in scena, dopo averlo catturato, quel senso di incantevole/meraviglioso/magico che è il mettere per immagini una storia. [+]

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johnny1988 lunedì 26 dicembre 2022
lettera di amore e perdono Valutazione 4 stelle su cinque
84%
No
16%

 Sam Fabelman (Mateo Zoryan da piccolo, Gabrielle LaBelle da grande) sta per entrare per la prima volta in un cinema, ha sei anni ed è terrorizzato; i genitori, Mitzi (Michelle Williams) e Burt Fabelman (Paul Dano), che lo accompagnano, lo rassicurano, il padre illustrando il concetto della “persistenza visiva” applicata alla velocità dello scorrimento dei fotogrammi su pellicola, la madre affabulando invece il piccolo con l'incanto delle immagini. Il film si apre con questa sequenza, forse la più didattica ma anche una delle più “sentite” nella Storia del Cinema sino ad oggi. C'è tutto in questi due minuti, che forse sintetizzano un intero capitolo biografico e “storico”, dai movimenti di macchina alla composizione, dalla fotografia alla colonna sonora in una confluenza di arti avvolgente e calda. [+]

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fabriziog martedì 3 gennaio 2023
spielberg e' tornato! Valutazione 5 stelle su cinque
89%
No
11%

“The Fabelmans”, l’ultimo film di Sua Maestà il Cinema Steven Spielberg, ci proietta nella adolescenza dell’immenso regista per farci scrutare i suoi primi passi nel mondo dell’arte cineastica.

Autobiografico, intimistico, introspettivo, la narrazione scorre placida nel primo tempo, mentre, durante il secondo, si impenna per concludersi con la maestosità delle citazioni per immagini del funambolico Charlie Chaplin e del cow boy John Ford.

L’antisemitismo americano degli anni ’60 e la pazzia della madre, la debolezza caratteriale del padre ed il suo grande amore per la moglie che insisteva nel tradirlo, la macchina da presa usata per far percepire all’altro chi fosse veramente, la finzione artistica che descriveva come i compagni di scuola erano visti nella comunità e come in realtà loro si sentivano sul serio. [+]

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fabriziog martedì 3 gennaio 2023
spielberg e'' tornato! Valutazione 0 stelle su cinque
89%
No
11%

The Fabelmans”, l’ultimo film di Sua Maestà il Cinema Steven Spielberg, ci proietta nella adolescenza dell’immenso regista per farci scrutare i suoi primi passi nel mondo dell’arte cineastica.
Autobiografico, intimistico, introspettivo, la narrazione scorre placida nel primo tempo, mentre, durante il secondo, si impenna per concludersi con la maestosità delle citazioni per immagini del funambolico Charlie Chaplin e del cow boy John Ford. [+]

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fabriziog martedì 3 gennaio 2023
spielberg e'' tornato! Valutazione 4 stelle su cinque
89%
No
11%

The Fabelmans”, l’ultimo film di Sua Maestà il Cinema Steven Spielberg, ci proietta nella adolescenza dell’immenso regista per farci scrutare i suoi primi passi nel mondo dell’arte cineastica.
Autobiografico, intimistico, introspettivo, la narrazione scorre placida nel primo tempo, mentre, durante il secondo, si impenna per concludersi con la maestosità delle citazioni per immagini del funambolico Charlie Chaplin e del cow boy John Ford. [+]

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eugenio venerdì 6 gennaio 2023
la fascinazione di una scoperta Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
12%

Il cinema, le immagini in movimento. L’emozione di una sala buia, lo spettacolo che diviene scena, fittizia rappresentazione di ciò che l’occhio coglie per interpretare la realtà. Che spesso, non è come appare, che talune volte magari è manipolata, asservita in quelle immagini a scopi diversi dal reale. Il cinema, però va oltre, con la sua capacità di stupire, di meravigliarci, è vita finta su schermo vero, che ci fa ridere, piangere, divertire.

Ecco cosa ho pensato all’uscita delle due ore e quaranta di The fabelmans, un biopic alla fine, romanzato, di quello che è l’uomo della fiaba in qualche maniera, Steven Spielberg, capace di dar volto con il suo occhio alle innumerevoli sfaccettature della vita umana, declinando dal serio, al faceto, un dramma di de-costituzione familiare che porterà poi al divorzio dei suoi genitori e in parallelo all’affinazione della tecnica “filmica” tanto studiata con l’osservazione critica della realtà.

In questo mondo degli anni Cinquanta, nasce Sammy Fabelman/Steven Spielberg (interpretato da Gabriel LaBelle) che a cinque anni, è colto da fascinazione alla visione di un classico: Il più grande spettacolo del mondo (Oscar nel 1952 come Miglior film), in particolare dalla scena del deragliamento di un treno. Sam rimane talmente traumatizzato, e tanto sfinisce i suoi genitori, che quelli gli comprano per l'Hanukkah il modellino di un treno a vapore. Cosa che non fa altro che incitarlo con la sua cinepresa otto millimetri di famiglia a simulare lo scontro di un trenino giocattolo con una carrozza in legno. Da questo scontro, nasce l’incontro e per meglio dire, la fascinazione di Sam per la rappresentazione di ciò che il suo sguardo è portato a vedere, l’innamoramento per la macchina da presa che diverrà quasi ossessione, sfociando quindi nella cinefilia.

Sam inizia, per hobby come creduto dall’austero padre Burt (Paul Dano), ingegnere informatico, esperto nell’elaborazione di dati, a filmare quell’intimità domestica borghese numerosa ai tempi del boom economico, fatta di picnic in campagna con la moglie pianista Mitzi (una convincente Michelle Williams), l’anima artistica della famiglia, le sue sorelle e “l’amico” Bennie (Seth Rogen)- fin troppo vicino alla moglie- ma anche di piccoli corti con gli amici simulando con perizia effetti speciali innovativi per l’epoca. Sam modella ciò che vede, taglia e ricuce i nastri, proiettando a cavallo di traslochi a Phoenix e in California per via del lavoro paterno in General Electric, la sua realtà domestica fatta di macchine Cadillac e frigoriferi General Motors.  E nel far questo, farà i conti con il dolore della perdita, con l’accettazione a tratti amara e inconsapevole dell’amore, oltrepassando la zona d’ombra sino alla decisiva maturità, fatta di scelte “foderate” e attutite senza i suoni lontani o gli echi indistinti della guerra in Vietnam, ma cercando di cogliere il senso di una formazione caratterizzata da educazione sociale e lavoro.

Patinando la pellicola secondo il dettame di Spielberg che abbiamo apprezzato in precedenti e celebri pellicole come Et, acutamente lontana dalle deiezioni oscure americane razzismo, ma al massimo spruzzando qualche pepe di bullismo, nel classico stereotipo del belloccio della squadra di football e degli amori adolescenziali, The fabelmans sfugge alla semplice etichetta di film di formazione, per la sua natura ondivaga e variamente mutevole. Il dramma si fonde abilmente al faceto, secondo un punto di vista che è quello dello stesso protagonista con la cinepresa, quel piccolo Sam/Steven, mai nostalgico ma soggetto a cambi di tono repentini, miscelandolo con sapienza da “cinema nel cinema” senza mai perdere la visione di insieme della pellicola.

Pellicola che in fondo non fa altro che ribadire l’eterno, invalicabile confronto tra scienza e arte, tra razionalità e tecnica, tra astratto e concreto, tra padre e madre con un semplicismo che solo superficialmente è retorica e che si traduce in fondo, in sapiente equilibrio. Quello di chi sa che il cinema, appunto, deve saper trasmettere allo spettatore: farlo giocare con la semplicità di una storia. Che qui Spielberg ha ben fatto sua romanzandola e rendendola quindi immortale, come del resto fa il cinema, con la C maiuscola.

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mauridal martedì 3 gennaio 2023
verità e finzione , è il cinema . Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

 Quando una autobiografia ,diventa una opera d’arte. E’ questo il caso del film di  Steven Spielberg, che in fondo però non vuole definirsi grande artista ma si accontenta di essere regista di cinema , più laicamente e molto più tecnicamente.La storia della sua famiglia come l’ ha vissuta da piccolo , narrata per quasi tutto il film, intanto è una traccia secondaria, poiché il vero motivo di fondo è il Cinema , come esistenza e necessità di vita addirittura,  e potrebbe essere una esagerazione per gran parte del pubblico, che intanto guarda il film. [+]

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enzo70 domenica 8 gennaio 2023
intenso omaggio ai genitori e al cinema, stupendo Valutazione 5 stelle su cinque
85%
No
15%

Steven Spielgerg decide di raccontare il cinema, il suo cinema, e lo fa con la sensibilità e la classe che da sempre contraddistinguono i suoi film. Ma in questa pellicola, c’è di più, perché un film così intimo, così personale, raccontato come una fiaba, entra immediatamente nel novero dei capolavori. La storia è semplice, perché è la storia romanzata del regista e della nascita della sua passione per il cinema, bellissima la scena iniziale del bambino imbambolato davanti all’incidente dei treni nel film “Il più grande spettacolo del mondo”. Ma se il cinema è vita Spielberg non può rinunciare a raccontare la sua vita, quella di un adolescente con le tensioni tipiche dell’età, la scoperta del tradimento della madre, il difficile rapporto con il padre, ingegnere dell’Ibm, la relazione con le tre sorelle, il primo amore, le difficoltà per un ragazzino ebreo di inserirsi nella luccicante società californiana. [+]

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federico valla venerdì 17 marzo 2023
steven, un uomo rimasto ragazzo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Spielberg sembra portare sullo schermo la storia della sua vita, dal primo amore per il cinema ai traumi della giovinezza, esattamente come veniva raccontato nel documentario di Susan Lacy del 2017. 
L’inizio e la fine di questo film sono fondamentali. Il giovane Sammy realizza da capo, con i suoi mezzi, una delle scene più epiche del film di De Mille. Come per esorcizzare le paure e lo shock di quel disastro, di quella “magia oscura”, di quel mito, quasi un arrivo del treno alla stazione di La Ciotat. Il mito di quegli anni lo avrebbe affrontato anche Spielberg girando coi propri “moderni” mezzi il suo West Side Story.
La vera sorpresa sono però i genitori. [+]

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gabriella domenica 16 aprile 2023
where is the horizon? Valutazione 4 stelle su cinque
100%
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0%

 S'incomincia con un temporale... prendo a prestito l'incipt del libro più famoso di Luigi Meneghello, per descrivere la scintilla che ha poi dato vita a uno dei più famosi e importanti registi al mondo. Nel caso di Spielberg non si parla ovviamente di un fenomeno atmosferico, piuttosto un temporale emotivo, suscitato dalla sua prima visione di un film in una buia sala cinematografica, lo scontro di un treno, che gli rimarrà impresso e del quale avvertirà il bisogno di replicarlo . [+]

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