filippotognoli
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venerdì 11 febbraio 2022
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ottima confezione, poca anima
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Premetto che prima dell'uscita del film nelle sale ho letto il romanzo, e come quasi sempre in questi casi si resta un pochino delusi dalla pellicola. Detto cio' il film in se' e' girato molto bene, ha un bel ritmo, splendide location (vien voglia di andare a fare una crociera sul Nilo), e musiche blues caldi e travolgenti. Il cast e' di livello alto, con qualche inevitabile differenza: Branagh/Poirot e' sempre il centro catalizzatore intorno a cui gira tutto, i personaggi sui quali cadono inevitabilmente i nostri sospetti, ovvero tutti come da tradizione di Agatha Christie, sono discrete comparse. Io ho preferito la prima parte, alla seconda, C'e' una bella costruzione della storia, con i tempi giusti secondo il mio gusto, invece nella seconda mi e' sembrato tutto un po' troppo frettoloso e alcuni passaggi chiave non hanno il timing necessario per essere apprezzati e capiti subito.
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Premetto che prima dell'uscita del film nelle sale ho letto il romanzo, e come quasi sempre in questi casi si resta un pochino delusi dalla pellicola. Detto cio' il film in se' e' girato molto bene, ha un bel ritmo, splendide location (vien voglia di andare a fare una crociera sul Nilo), e musiche blues caldi e travolgenti. Il cast e' di livello alto, con qualche inevitabile differenza: Branagh/Poirot e' sempre il centro catalizzatore intorno a cui gira tutto, i personaggi sui quali cadono inevitabilmente i nostri sospetti, ovvero tutti come da tradizione di Agatha Christie, sono discrete comparse. Io ho preferito la prima parte, alla seconda, C'e' una bella costruzione della storia, con i tempi giusti secondo il mio gusto, invece nella seconda mi e' sembrato tutto un po' troppo frettoloso e alcuni passaggi chiave non hanno il timing necessario per essere apprezzati e capiti subito. Bisogna in sostanza ragionarci a posteriori e con qualche fatica, per capire esattamente cosa e perche' e' successo. Dovendo fare un paragone con Assassinio sull'Orient Express, sempre di Branagh, devo ammettere che tra i due e' meglio il primo, ma anche qui nulla di strano. Comunque rimane un film per tutti, godibile e ben adattato alle esigenze di un pubblico contemporaneo. Spero ne facciamo un terzo, ma ovviamente tutto dipendera' dal box office.
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[+] l''anima più dolente e sentimentale di poirot
(di antonio montefalcone)
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fabrizio friuli
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venerdì 23 giugno 2023
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gli amanti pericolosi
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Hercule Poirot incontra in Egitto un suo amico di nome Bouc e viene anche ingaggiato da una ricca coppia di conugi perché possa tenerli al sicuro o meglio, controllare una ex amica della sposa nonché la ex compagna di Simon Doyle che li osserva perché attende pazientemente che Simon torni ad essere suo. Hercule Poirot capisce che Simon e Linnet hanno deciso di trascorrere una vacanza indimenticabile in Egitto attraversando il fiume egiziano in crociera ( il loro viaggio indimenticabile è proprio il loro viaggio di nozze ) tuttavia, la ricca e seducente Linnet Ridgeway Doyle viene misteriosamente assassinata con un colpo di pistola che le ha perforato la tempia uccidendola istantaneamente.
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Hercule Poirot incontra in Egitto un suo amico di nome Bouc e viene anche ingaggiato da una ricca coppia di conugi perché possa tenerli al sicuro o meglio, controllare una ex amica della sposa nonché la ex compagna di Simon Doyle che li osserva perché attende pazientemente che Simon torni ad essere suo. Hercule Poirot capisce che Simon e Linnet hanno deciso di trascorrere una vacanza indimenticabile in Egitto attraversando il fiume egiziano in crociera ( il loro viaggio indimenticabile è proprio il loro viaggio di nozze ) tuttavia, la ricca e seducente Linnet Ridgeway Doyle viene misteriosamente assassinata con un colpo di pistola che le ha perforato la tempia uccidendola istantaneamente. In seguito al delitto, l' illustre investigatore Hercule Poirot deve risolvere questo nuovo caso prima che l' assassino ( o gli assassini ) uccidano altri passeggeri, ma nel corso dell' indagine, vengono assassinati altri due passeggeri ( tra cui l' amico di Poirot ).
Il film è basato su un ' opera letteraria di Agatha Cristie , ed è caratterizzato dalla regia e dalla presenza scenica dell' attore Kenneth Branagh ( colui che ha indossato la maschera del talentuoso e solitario investigatore Hercule Poirot ) non è certo un prodotto cinematografico di infima qualità, dato che le riprese dei paseggi e all' interno del faraonico albergo in Egitto sono state realizzate con una certa cura, gli attori scelti per lavorare sono stati tutti bravi, anche se Gal Gadot non ha avuto una considerevole presenza scenica come quella di Johnny Depp nel film precedente ( Assassinio sull' Orient Express ) quindi, non è lecito stabilire se lei come attrice sia valida oppure no, tuttavia, il suo personaggio ha ammesso apertamente che lei, essendo molto ricca, è diffidente nei confronti delle persone che la circondano ( e in un certo senso non è da biasimare ), la sceneggiatura del film è più che soddisfacente, ed è un film diretto agli amanti del genere giallo, anche se il film di Kenneth Branagh è il secondo film basato sul romanzo Poirot sul Nilo, e quindi, è possibile che altri preferiscano il film dell' anno 1978. Dopo aver interrogato i sospetti e aver scoperto altri due cadaveri , verso la fine del film , in seguito all' omicidio di Bouc ( amico e forse ammiratore di Hercule Poirot ) accade che l' investigatore fa entrare i sospettati all' interno di una grande sala del piroscafo a pale ed egli espone la verità davanti a tutti : Simon e Jacqueline hanno ucciso i tre passeggeri e lo stesso Simon è il responsabile della morte di Linnet, compiendo il femminicidio mentre Jacqueline ha assassinato altri due passeggeri , e il tutto termina con Jacqueline, nota anche come Jackie che compie il suo ultimo crimine, uccidendo Simon e ponendo fine alla sua esistenza sparando ad entrambi e i due amanti assassini muoiono insieme come Giulietta e Romeo ( anche se i protagonisti della tragedia di William Shakespeare non sono due assassini, ma due giovani innamorati i cui fati sono stati distrutti dalle loro famiglie ).
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samanta
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domenica 13 febbraio 2022
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branagh troppo disinvolto
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Agatha Christie probabilmente è tra gli scrittori quello che ha visto più trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi. Basti pensare alla versione di Assassinio sull'Orient Express del 1974, con un cast stellare (Richard Widmark, Sean Connery, Ingrid Bergman che vinse l'Oscar; John Gielgud, Laureen Bacall ...) con un bravo Albert Finney nella parte di Poirot. . Nel 1978 usci Assassinio sul Nilo con Peter Ustinov come Poirot (il migliore Poirot del cinema con il personaggio ripetuto con Delitto sotto il sole, Appuntamento con la morte) con un cast notevole: David Niven, Mia Farrow, Bette Davis ...).. Kenneth Branagh nel 2017 aveva fatto un remake de Assassinio sull'Orient Expres un buon film (da me recensito con 4 stelle) interpretando Poirot e facendo anche la regia.
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Agatha Christie probabilmente è tra gli scrittori quello che ha visto più trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi. Basti pensare alla versione di Assassinio sull'Orient Express del 1974, con un cast stellare (Richard Widmark, Sean Connery, Ingrid Bergman che vinse l'Oscar; John Gielgud, Laureen Bacall ...) con un bravo Albert Finney nella parte di Poirot. . Nel 1978 usci Assassinio sul Nilo con Peter Ustinov come Poirot (il migliore Poirot del cinema con il personaggio ripetuto con Delitto sotto il sole, Appuntamento con la morte) con un cast notevole: David Niven, Mia Farrow, Bette Davis ...).. Kenneth Branagh nel 2017 aveva fatto un remake de Assassinio sull'Orient Expres un buon film (da me recensito con 4 stelle) interpretando Poirot e facendo anche la regia. Purtroppo l'attuale film non è riuscito bene come il precedente, cominciando dalle modifiche alla trama introducendo un prologo fuori luogo: Poirot fantaccino nel 1914 viene ferito da una mina che gli provoca ferite deturpanti al viso che causano l'abbandono della donna amata e che lo costringono a dotarsi di super baffoni per mascherare le ciccatrici. C'è poi un inizio in un locale notturno di Londra nel 1937 con danze sensuali e un pò grottesche che permettono di presentarci alcuni dei personaggi che appariranno successivamente, con ulteriori modifiche alla trama romanzesca non migliorative.
Siamo poi in presenza del matrimonio tra Simon Doyle (Armie Hammer) che ha sposato la bellissima e ricchissima Linnet Ridgeway (Gal Gadot modella israeliana con parti in alcuni Fast Fourious) Simon era stato presentato a Linnet dalla sua fidanzata Jacqueline (Emma McKay) che ha lasciato preferendo la ricchezza. Jacqueline per vendetta lo perseguita seguendolo nel viaggio di nozze che gli sposi fanno in Egitto con un gruppo di amici, prima in un albergo di lusso di Assuan e poi per sfuggire, invano, alla donna in un battello in crociera sul Nilo. Nel battello si sussseguono il ferimento con una piccola pistola a 2 canne di Simon da parte di Jacqueline e poi in rapida successione l'uccisione di Linnet con la medesima pistola, e poi di un giovane Bouc (Tom Bateman) e poi di Rose (Louise Bourget) segretaria di Linnet. Nella consueta riunione finale dei superstiti Poirot svelerà i nomi dei colpevoli che finiranno tragicamente.
Il film mi ha deluso a cominciare dall'inizio che mi è apparso ridondante, e poi proseguito con un tono tra il sarcastico e il surreale, con balli scatenati (anche sul battello) che tendono al grottesco, allesioni sessuali; gli attori recitano sopra le righe sembrano manichini che parlano, si salvano Annette Banning nella parte di Eupheumia la madre di Bouc e Kenneth Branagh sempre bravo anche nel recitare un personaggio mal congegnato.
Il film ha degli effetti speciali abbastanza malfatti, a cominciare dall'Hotel di Assuan un trionfio del cattivo guso sembra il palazzo dei Casamonica, le piramidi di Giza non sono convincenti pare che siano state realizzate con il polisterolo, almeno il battello poteva essere riprodotto come erano sembra invece la versione grande di un giocattolo per bambini, frettoloso finale con un inverosimile sparo di una piccola pistola che trapassa due corpi abbracciati. E' il trionfo del politycally correct, Bouc è innamorata di una ragazza nera, una coppia anziana sono donne lesbiche, l'equipaggio per salvare la pari opportunità è composto da marinai donne che girano con calzoncini bianchi (ma figurarsi siamo nel 1937 in Egitto!). Tra l'altro parrebbe che sia stata ritardata l'uscita del film per l'accusa di Armie Hammer di avere subito abusi sessuali.
In ogni caso manca quell'atmosfera di elegante suspence tipica dei romanzi della Christie, mi spiace per Branagh bravo attore e regista ma qui ha fatto un passo falso.
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loland10
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martedì 22 febbraio 2022
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poirot ego.digitale
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“Assassinio sul Nilo” (Death on the Nile, 2022) è l’undicesimo lungometraggio del regista-attore-produttore di Belfast, Kenneth Branagh.
Hercule e Kenneth, Poirot e Branagh, Agatha e William, Christie e Shakespeare, il classico e la sceneggiatura, il risvolto e il d’antan. Tutto in miscela oscura misto di gioco e di sguardo con i baffi sempre statuari. E’ pur vero che ci sono delle spiegazioni ma il ‘mito’ non si trasforma al proprio piacimento (senza guardarlo da lontano).
Le cellule grigie (di cotanto infimo discernimento) e le furbizie attoriali (di bravura infima spuria).
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“Assassinio sul Nilo” (Death on the Nile, 2022) è l’undicesimo lungometraggio del regista-attore-produttore di Belfast, Kenneth Branagh.
Hercule e Kenneth, Poirot e Branagh, Agatha e William, Christie e Shakespeare, il classico e la sceneggiatura, il risvolto e il d’antan. Tutto in miscela oscura misto di gioco e di sguardo con i baffi sempre statuari. E’ pur vero che ci sono delle spiegazioni ma il ‘mito’ non si trasforma al proprio piacimento (senza guardarlo da lontano).
Le cellule grigie (di cotanto infimo discernimento) e le furbizie attoriali (di bravura infima spuria).
Quando il romanzo e l’ingranaggio della scrittrice Agatha Christie sono soverchiate e abbandonate all’uso personale per un film troppo egocentrico, la matassa meta-filodrammatica e sentimentale si perde in mille rivolo inutili e non per nulla giusti all’uomo.
Il film di Branagh rimane imperfetto è perfetto era metà e il famoso macigno che cade e non colpisce i sfiora gli innamorati colpisce pesantemente lo spettatore amante...del cinema e del grande schermo.Una frivola lesione di classicismo che si perde in inquadrature sotto acque di ancore e predatori, con ospiti inattesi che salutano e si adagiano ad uno spettacolo.....pubblicitario mente un ‘coccodrillo’ del Nilo azzanna e prende su di se un volatile qualsiasi. Il rettile ci riesce benissimo (e non piange) noi (spettatori non colpevoli) prendiamo il film e piangiamo dalla disperazione, per gli alti propositi, mal posti e contorti.
E Hercule Poirot diventa un alto-pretesto per raccontarvi, sei allo stesso Branagh il piacere di recitare ma non certo il mondo giallo vero della scrittrice incorse
Il ‘franchising’ di Branagh è puramente teatrale, aumenta, carica, si volumizza, si ritirare accosta la sua bravura (su quella non ci sono dubbi) deviando, sbuffando, sbeffeggiando e istigando il Poirot della scrittrice in un suo piacere personale.
Non c’è che dire, il trucco si vede 8° quasi) e l’incipit (girato benissimo in ‘stile’ copia) aggiunge poco al carisma ma distoglie lo spettatore al mito dell’investigatore belga. E le cellule grigie si arrovellano in una sceneggiatura simmetrica (inizio e fine) dando la sensazione di una convulsa messa in scena sui vari delitti che arrivano quasi insieme e (fin) troppo tardi per la spiegazione (dal fuori ‘traghetto’ per entrare nel ‘salone’ set personale. Il Nilo diventa oscuro e gli interrogatori nebbiosi e filtrati da luci lunari da incubo più che da ‘eccellenza cine’. Il noir e il grigio (interiore) si confrontano e si specchiano (mentre ll ‘baffuto’ ricostruisce per chi non avesse le idee chiare. E il doppio suicido suggella (dal set spettrale) la coppia (romantica) persuasiva di un film che si perde tra acque oscure, luci fluorescenti e sangue in discesa.
Si passa dal ‘plot-spot’ delle piramidi e del battello ad un chiuso carcerario di camere e ritrovi per cibarie varie.
Ecco che l’eccessivo cambio investigativo e aggiunte personali (di sceneggiatura) non soddisfano in toto, oltre la scrittura originaria che pur sempre rimane il vero inizio (unico inizio) per un film del (e di) genere. Il paragone con il film del 1978 (di John Guillermin) rimane impietoso da questo punto di vista. E il mestierante regista londinese non fa brutta figura di fronte al ‘direttore’ Branagh (che crede troppo nelle sue possibilità omnia di tutto). Il cast soprattutto (del film del ’78) rimane una spanna sopra: Peter Ustinov,David Niven,Mia Farrow,Bette Davis,Angela Lansbury,Maggie Smith e via discorrendo.
A tal proposito il miglior (unico) Poirot cinematografico rimane Albert Finney (nel film di Sidney Lumet ‘Assassinio sull'Orient Express’ del 1974), mentre quello televisivo (nelle serie ‘Poirot) di settanta episodi) è stato dell’attore londinese David Suchet (parere personale).
Il cast si compiace della bravura attorno al Poirot girovago (piroscafo Karnak, ospite) con eccessi romantici e ‘souvenir’ di coppia che osano tra i ‘misteri’ dell’antico Egitto. Sfinge e percorsi di amanti.E l’uso digitalizzato fa il resto. Cosa non fare per rendere ‘bello’ il tutto.
Regia adombrata al mistero e oscura sotto i baffi del suo personaggio.
Voto: 5/10 (**½) -cinema new.noir-
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paolo salvaro
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martedì 22 febbraio 2022
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poco giallo, molta soap rosa
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Kenneth Branagh torna a dirigere un altro film tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie e a rivestire i panni del celebre detective Hercule Poirot. Ritroviamo purtroppo anche in questa pellicola gli stessi difetti di Assassinio sull'Orient Express, se non ancora più marcati; entrambe le opere non si possono definire dei brutti film in senso stretto, ma nemmeno dei lavori degni di lode. Concedono troppo poco tempo a quello che dovrebbe essere il cuore d'un film giallo, ossia la parte investigativa, e per contro tendono a un'eccessiva spettacolarizzazione della vicenda e a uno svecchiamento sia dei personaggi che dei loro dialoghi assolutamente non necessario; infine ci presentano un Poirot un po' troppo "in forma" e sopra le righe per poterlo riconoscere come tale: credo che truccato in modo diverso Branagh potrebbe passare come un ottimo Sherlock Holmes (anche solo per il suo essere a sua volta inglese) mentre per quanto lui si sforzi di calarsi bene nella parte e reciti con grande metodo, non ha assolutamente il physique du role per portare in scena un Hercule Poirot convincente.
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Kenneth Branagh torna a dirigere un altro film tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie e a rivestire i panni del celebre detective Hercule Poirot. Ritroviamo purtroppo anche in questa pellicola gli stessi difetti di Assassinio sull'Orient Express, se non ancora più marcati; entrambe le opere non si possono definire dei brutti film in senso stretto, ma nemmeno dei lavori degni di lode. Concedono troppo poco tempo a quello che dovrebbe essere il cuore d'un film giallo, ossia la parte investigativa, e per contro tendono a un'eccessiva spettacolarizzazione della vicenda e a uno svecchiamento sia dei personaggi che dei loro dialoghi assolutamente non necessario; infine ci presentano un Poirot un po' troppo "in forma" e sopra le righe per poterlo riconoscere come tale: credo che truccato in modo diverso Branagh potrebbe passare come un ottimo Sherlock Holmes (anche solo per il suo essere a sua volta inglese) mentre per quanto lui si sforzi di calarsi bene nella parte e reciti con grande metodo, non ha assolutamente il physique du role per portare in scena un Hercule Poirot convincente.
Tema centrale attorno al quale ruota tutto il film è quello dell'amore che come sappiamo può portare le persone a fare sia le migliori che le peggiori cose, ossia rende un individuo capace di tutto. Ciascun personaggio, purtroppo Poirot compreso, è alle prese con varie forme di pene d'amore: c'è chi è tormentato da una vecchia fiamma che non si è rassegnata, chi rimembra nostalgicamente una persona ormai perduta, chi si è ormai rassegnato a una vita in solitudine, chi è costretto a nascondersi poichè la loro relazione desterebbe scandalo, chi si deve misurare con la disapprovazione dei genitori per il partner che ha scelto e così via. Il tutto si traduce con l'inserimento di diversi personaggi e situazioni palesemente non presenti nell'opera originale e che appesantiscono inutilmente una narrazione che dovrebbe essere assai più snella e incentrata più sull'omicidio, sulla ricerca dell'assassino e sul suo movente: una coppia omosessuale, una ragazza di colore, un giovane amico di Poirot e il suo passato da insospettabile stratega militare (bello l'omaggio a Orizzonti di gloria di Kubrick, ma un Poirot in trincea che cela dietro i baffi le cicatrici del passato anche no). Non basta prendere i costumi di scena giusti e le musiche dell'epoca per ricreare gli anni '30, dovresti farmeli sentire anche attraverso i dialoghi dei personaggi cosa che invece non succede mai. Addirittura a un certo punto uno dei personaggi ironirizza sul fatto che la polizia gli sparerebbe a vista solo perchè si tratta di un uomo di colore, chiaro riferimento a molti episodi di violenza e razzismo dei quali si è resa colpevole la polizia americana nel corso degli anni, ma totalmente fuori contesto e gratuito. Su molti altri aspetti pesa parecchio l'ingerenza di Michael Green, sceneggiatore americano.
Da punto di vista tecnico se non altro il film è valido e pur strizzando l'occhio al pubblico televisivo si colloca quantomeno al di sopra di una media produzione pensata per il piccolo schermo: Branagh si conferma un buon regista di mestiere, la fotografia fa il suo dovere anche se in certi punti risulta forse un po' troppo satura, la musica accompagna bene il film e quando serve riesce a creare la giusta tensione e la scenografia è forse la cosa più riuscita del film: ben messa in scena, studiata nei minimi dettagli e ben curata a livello di ambienti, ma anche un po' troppo invadente a livello di scenario; mi spiego, al primo campo lungo sul paesaggio ti vien da dire: "ah sì, l'Egitto. Bello, bello." Al secondo: "Ah il Nilo e le piramidi, bello." Al terzo: "Sì... però restiamo un po' sulla nave magari!" e al quarto ti sei decisamente rotto e vorresti che la storia andasse anche avanti. Purtroppo quando decide di farlo lo fa decisamente con il ritmo sbagliato, non brutto ripeto ma decisamente sbagliato e troppo d'azione per essere un giallo: gli interrogatori si svolgono in un battibaleno, tutte le vicende si susseguono troppo rapidamente per porterle metabolizzare e non avverti mai la nave come un luogo di sventura o claustrofobico, dietro ogni porta della quale potrebbe celarsi un assassino spietato e d'altro canto come puoi calarti per bene nel dramma intimo e umano dei personaggi, se ogni tre per due si taglia con un maledettto campo lungo sul Nilo? Paradossalmente delle vicende del giovane Bouc e della sua fiamma di colore arriviamo a conoscere ogni sfacettatura mentre si passa sopra con eccessiva rapidità al come l'omicidio è stato concepito, studiato e messo in atto e il tutto si risolve con eccessiva teatralità.
Nel complesso è comunque un buon film che poggia sulle solide basi d'un cast ottimamente assemblato e d'una scenografia hollywoodiana che fanno ben sentire il loro peso, ma che non bada a sufficienza a quella che dovrebbe essere la vera sostanza, ossia l'intreccio giallo che anima l'intera vicenda, resa fin troppo contemporanea e che cozza contro il suo essere invece ambientata nel lontano 1937. Chi aveva apprezzato il primo film di questo Poirot del 21° secolo sicuramente apprezzerà anche questo, chi invece lo aveva accolto in modo tiepido e con delle riserve, farà sicuramente altrettanto con questo seguito.
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