Il Corriere - The Mule

L'ultimo film, diretto e interpretato da Eastwood (con Alison Eastwod sua figlia nella realtà, Bradley Cooper e Tessa Farmiga), è una delle migliori opere di questo quasi 90enne autore/attore. Il protagonista, l'ultra ottantenne Earl, rimasto solo e senza denaro, ha più di un'assonanza con il personaggio di 'Gran Torino', Walt Kowalski. E anche la pellicola è sulla stessa poetica. Lo sceneggiatore è infatti lo stesso: Nick Schenk, che tratta l'incredibile storia vera di Leo Sharp, pubblicata sul New York Times: un veterano della seconda guerra mondiale diventato uno spacciatore di droga e corriere per la famiglia Sinaloa. Copertura perfetta per il cartello messicano. La pellicola però non si limita soltanto a raccontare questa appassionata e coinvolgente vicenda, ma, attraverso il suo protagonista si interessa anche a trattare e descrivere soprattutto la vecchiaia, le sue debolezze, le difficoltà, i suoi ostacoli. Lo mostrano e lo dimostra lo stile di regia, alcune parentesi narrative, alcune scene e inquadrature, dedite appunto ad evidenziare la vecchiaia e la decadenza. Una decadenza fisica ma anche individuale (è in fondo un egoista e razzista), psichica (l'arrivo in ritardo delle prese di coscienza dei propri sbagli o del soprassalto finale) e affettiva (egoista, lontano dalla sua famiglia) nella sintesi esistenziale impietosa del protagonista. Ma sono proprio i sentimenti e quella morale, rimasti a lungo sospesi, che torneranno a farsi sentire prepotentemente in lui e chiedere il conto. Se la vita, ingiusta e generosa, ce lo concede, l'occasione per rimediare non va gettata. Per questo c'è sempre, nel cinema di Eastwood, quel richiamo inevitabile e inesorabile alla scelta, ad una intensa scelta finale che comprenda il tutto e che è assunzione di responsabilità e ricongiungimento al tempo stesso. Una nuova maturità che fa riflettere nella sua complessità e senz'altro emoziona nella sua sincerità e autenticità. 'The Mule – il corriere' è una preziosa lezione di umanità, di moralità e responsabilità. Ma va anche a fondo del cuore dello spettatore e ci rimane...