francog
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domenica 1 maggio 2022
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imbarazzante
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Non e' un fatto male. Il cinema italiano non ha questo problema. Scenografie,fotografia,cast tutto fila ma e' il messaggio veicolato che e' carente.
Si salva solo la serraiocco .
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onufrio
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martedì 14 aprile 2020
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non è un film per giovani.. e per vecchi
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Un valido argomento dal quale trarne fuori una storia interessante diventa invece una commedia piatta ed insensata che si perde nella nullità di uno sceneggiatura scarna, in un Cuba superficiale e aggressiva. La storia non decolla, arranca già dall'incipit, e non porta spunti di riflessione su di un tema (Ragazzi Italiani all'estero per lavoro) così delicato ed importante.
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ennior
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giovedì 5 dicembre 2019
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cuba sfasciata dai giovani
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Cuba è un paese serio con una storia pesante e sofferta . E' anche un Paese "napoletano " ove i problemi (grossi ) vengono coperti dal sorriso cui si ricorre per dignità appresa . Il film ne da una caricatura fra l'altro densa di falsità ( non si vende ne si consuma droga, quanto meno pesante; chi ha provato a farlo è stato fucilato (Ochoa) ; in casi di scommesse clandestine basate sul pugilato disumano arriverebbe la Polizia dopo due minuti).Al contrrio aCuba si puo' vedere dell ottimo pugilato meritevole della definizione di "noble art" -Anche la prostituzione che pure c'è è osteggiata e non certo tollerata o favorita come avviene in Thailandia .
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Cuba è un paese serio con una storia pesante e sofferta . E' anche un Paese "napoletano " ove i problemi (grossi ) vengono coperti dal sorriso cui si ricorre per dignità appresa . Il film ne da una caricatura fra l'altro densa di falsità ( non si vende ne si consuma droga, quanto meno pesante; chi ha provato a farlo è stato fucilato (Ochoa) ; in casi di scommesse clandestine basate sul pugilato disumano arriverebbe la Polizia dopo due minuti).Al contrrio aCuba si puo' vedere dell ottimo pugilato meritevole della definizione di "noble art" -Anche la prostituzione che pure c'è è osteggiata e non certo tollerata o favorita come avviene in Thailandia . Quel che il film paventa invece è l'immagine di un Paese "vergine" terreno di conquista di giovani portatori di un turismo immaturo che con il loro comportamento facilone ed incolto contribuiranno a farla diventare un postribolo come già lo era prima della rivoluzione (era il bordello degli americani dove andavano a divertirsi alle spalle dei piu' poveri e emarginati) ...insomma la Storia si ripete e dagli errori del passato i giovani non voglione sapere nulla e cosumare con i paraocchi della stupidità , Diventerà un altro pezzo di mondo governato dalla moda imposta da ignoranti ed affaristi che " sotto il cappello, niente" ..................buona notte
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aki
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venerdì 17 novembre 2017
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film inutile
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Un film che finge di parlare di tutto ("Fuga di Cervelli", Cuba, Amore, Amicizia, etc, etc. etc.) e che in realtà non racconta nulla. Una storia superficiale con personaggi delineati appena. Una pellicola pensata esclusivamente per fare cassa grazie all'ambietazione caraibica. Non fa ridere, non fa piangere, non fa riflettere e non fa neanche venir voglia di fare un salto a l'Havana. In una sola parola: Inutile. Unica nota positiva il cast, meno peggio del regista.
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alberto
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venerdì 21 aprile 2017
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un filmetto carino
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Una delle tracce più frequenti nei temi scolastici, la fuga di cervelli, finalmente è affrontata da un pusto di vista un pò più originale, ma soprattutto realista, dato che i giovani per finire gli studi e inseguire i propri sogni si recano fuori patria accompagnati dalla speranza, che a volte si trasforma in illusione altre nel conseguimento degli obiettivi. Putroppo in terra il paradiso non esiste, il viaggio, l'emancipazione, come può diventare la soluzione a tutti i problemi, potrebbe anche provocarne altri.
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Una delle tracce più frequenti nei temi scolastici, la fuga di cervelli, finalmente è affrontata da un pusto di vista un pò più originale, ma soprattutto realista, dato che i giovani per finire gli studi e inseguire i propri sogni si recano fuori patria accompagnati dalla speranza, che a volte si trasforma in illusione altre nel conseguimento degli obiettivi. Putroppo in terra il paradiso non esiste, il viaggio, l'emancipazione, come può diventare la soluzione a tutti i problemi, potrebbe anche provocarne altri. La storia di questa pellicola infatti è un pò insolita ma per niente inverosimile e, molto saggiamente, nella consapevolezza della sua qualità, il regista Giovanni Veronesi, più attivo come sceneggiatore (ha vinto anche un David di Donatello e ha collaborato alla scrittura de "Il Ciclone"), la introduce con una carrellata di testimonianze (il titolo del film è tratto dalla trasmissione radiofonica) di giovani italiani tutti entusiasti di essere "fuggiti" dall'Italia, lanciando un messaggio monocorde. E tra i disertori figura anche un amico del protagonista, Sandro, un giovane cameriere molto incerto sul suo futuro ma desideroso di diventare uno scrittore, che vive col padre pugliese in costante impegno per arrotondare il misero guadagno del suo lavoro da edicolante. Col tempo nasce un'amicizia con un collega coetaneo, Luciano, che possiede dei contatti in grado di aiutarlo a fare fortuna a L'avana sfuttando la presenza poco diffusa del wi-fi. Dopo la bellissima scena in cui il padre, interpretato da un simpaticissimo Sergio Rubini, concede "un anticipo dell'eredità" con la consapevolezza che la felicità non ha prezzo, i due camerieri partono insieme e vengono accolti a Cuba da una ragazza carismatica quanto stravagante. Un trio davvero curioso e affascinante che non si dimentica, grazie alle ottime e spontanee interpretazioni di Filippo Scicchitano ("Bianca come il latte, rossa come il sangue"; "Allacciate le cinture"), Giovanni Anzaldo e la rivelazione Sara Serraiocco, che trasmette allo spettatore tanto: dal disperato desiderio di essere felice nonostante i tristi avvenimenti passati alla preoccupazione di apparire strana in certe occasioni. Nella seconda parte del film troviamo anche il mitico Nino Frassica, proprietario di una pizzeria, sempre grande mattatore e quasi magnetico nei suoi dialoghi stralunati contro i comunisti che offrono una comicità semplice e contemporaneamente spassosa. Ovviamente la location balneare è affascinante e le musiche dei Negramaro sono consone all'atmosfera che permea la vicenda: un misto di goliardia e malinconia, gioia di vivere e sofferenze del passato che vanno in cerca del loro sfogo. Una parabola molto carina su uno dei più banali ma anche più importanti messaggi di vita: niente è tutto rosa e fiori e per raggiungere i propri scopi non bisogna mai pensare che ci sia una strada più semplice, dando per scontato il successo. Anche se le statistiche parlano chiaro, la sceneggiatura di Ilaria Macchia, pur peccando di un finale un pò sbrigativo e filosofeggiante, è in grado di insegnarci che c'è chi ce la fa e chi no e che l'Italia non è l'unico paese che ha dei problemi.
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marce84
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mercoledì 5 aprile 2017
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nora è il punto di forza del film
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Il film di Veronesi parte dallo spunto delle testimonianze dei ragazzi italiani, che, non vedendo un futuro che li gratifichi nel loro paese, sono felici e realizzati in varie parti del mondo. Questo è solamente il punto di partenza per la storia dei due protagonisti Sandro e Luciano. Al regista interessa in particolare raccontare i due personaggi, alle prese con un futuro incerto, una vita tutta da costruire, in un paese sognato, ma allo stesso tempo che nasconde delle insidie e che li respinge. Il film è amaro e malinconico. Il punto di forza del film è il personaggio di Nora, interpretato superbamente da Sara Serraiocco: grazie a Nora il film è ironico, interessante, dolce, malinconico, strambo e tutta la storia acquista una forza vitale e un’energia diversa.
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Il film di Veronesi parte dallo spunto delle testimonianze dei ragazzi italiani, che, non vedendo un futuro che li gratifichi nel loro paese, sono felici e realizzati in varie parti del mondo. Questo è solamente il punto di partenza per la storia dei due protagonisti Sandro e Luciano. Al regista interessa in particolare raccontare i due personaggi, alle prese con un futuro incerto, una vita tutta da costruire, in un paese sognato, ma allo stesso tempo che nasconde delle insidie e che li respinge. Il film è amaro e malinconico. Il punto di forza del film è il personaggio di Nora, interpretato superbamente da Sara Serraiocco: grazie a Nora il film è ironico, interessante, dolce, malinconico, strambo e tutta la storia acquista una forza vitale e un’energia diversa.
La sceneggiatura ha qualche lungaggine e qualche calo di tensione di tanto in tanto, in particolare nella scena forzatamente ironica del discorso durante il funerale del nonno.
Il regista Veronesi sembra guardare i giovani protagonisti con compassione: come per dire, i giovani di oggi non hanno alcuna prospettiva in Italia e sono così disperati da andare all’estero e rischiare tutto: soldi, futuro, salute, rinunciare ad affetti e non sempre può andar bene, anzi. Il finale che ha un tocco di poesia è un punto di forza del film, che, grazie alle musiche di Giuliano Sangiorgi, emoziona e coinvolge.
Luciano, dall’anima a pezzi e dalle ferite sia dentro sia fuori per le botte subite durante i combattimenti, è metafora della situazione dei giovani in Italia: disperati, disillusi, con tanta rabbia dentro e senza punti di riferimento. A loro l’unica soluzione concessa è quella di scomparire poeticamente, proprio come fa Luciano, con un volo poetico, per riacquistare la propria essenza e quella leggerezza negata da una realtà crudele.
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scavadentro65
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lunedì 3 aprile 2017
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non è un paese..a prescindere dall'età...
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Mi sono fatto influenzare dalla grande simpatia ed oserei dire empatia che Giovanni Veronesi trasmette via etere e che ha dato spunto per realizzare questa pellicola. Purtroppo però la storia fa fatica a procedere, imperniata sul tema attualissimo e sentito della mancanza di lavoro per i giovani (ma anche per tanti maturi e attempati a prescindere..) ma che si perde in figure un po' stereotipate e in situazioni di già visto. La fuga verso il presunto Paradiso perduto effettivamente ha avuto talmente tante versioni letterarie e filmiche, da rendere ostica la novità. Il rapporto dei due protagonisti camerieri in Italia ardenti di voglia centroamericana con la ragazza profonda e già sgamata funziona poco, pur narrata con una fotografia e location da cinque stelle.
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Mi sono fatto influenzare dalla grande simpatia ed oserei dire empatia che Giovanni Veronesi trasmette via etere e che ha dato spunto per realizzare questa pellicola. Purtroppo però la storia fa fatica a procedere, imperniata sul tema attualissimo e sentito della mancanza di lavoro per i giovani (ma anche per tanti maturi e attempati a prescindere..) ma che si perde in figure un po' stereotipate e in situazioni di già visto. La fuga verso il presunto Paradiso perduto effettivamente ha avuto talmente tante versioni letterarie e filmiche, da rendere ostica la novità. Il rapporto dei due protagonisti camerieri in Italia ardenti di voglia centroamericana con la ragazza profonda e già sgamata funziona poco, pur narrata con una fotografia e location da cinque stelle. Per dirla tutta questo lungometraggio più che dare delle soluzioni pone dei problemi ai quali da risposte parziali, anche se ad onor del vero forse la funzione del cineasta è il racconto e la denuncia più che la risoluzione dei temi trattati. I dialoghi sono sovente scontati, e non ci sono quei sussulti che probabilmente a torto mi aspettavo. Il giudizio è di due stelle e mezza, ma lascia un po' di delusione nello spettatore. Forse il tono leggermente drammatico non è recepito da noi fruitori, abituati ai manuali d'amore e alla commedia amarognola ma prevalentemente rassicurante alla quale ci aveva abituato il comunque ottimo Veronesi.
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giovedì 30 marzo 2017
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un vuoto a perdere
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Condivido la recensione,ma penso che si debba dare un giudizio più severo sulla performance di Scicchitano e su quella a tratti insopportabile della Sarraiocco.Credo anche che debbano essere consigliate buone letture agli sceneggiatori.
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soljaris
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giovedì 30 marzo 2017
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i ragazzi italiani non sono questi!!!
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ULTIMA VERSIONE
Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il delicato tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio, vitalità e determinazione che caratterizzano chi decide di emigrare in cerca di un futuro. Sono degli sbandati privi di ideali e di progetti che ad un certo punto della loro vita decidono, con la complicità e i soldi dei loro genitori, di partire per Cuba per realizzare non si sa cosa.
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ULTIMA VERSIONE
Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il delicato tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio, vitalità e determinazione che caratterizzano chi decide di emigrare in cerca di un futuro. Sono degli sbandati privi di ideali e di progetti che ad un certo punto della loro vita decidono, con la complicità e i soldi dei loro genitori, di partire per Cuba per realizzare non si sa cosa. La violenza che il regista fa esprimere, in alcune scene, al personaggio di Luciano è stridente, spiazzante , in netto contrasto con la pulizia e umanità espresse dal suo volto e dal suo sguardo. Veronesi ha sposato, in modo acritico, la falsa ideologia secondo la quale l’aggressività è connaturata all’essere umano e può emergere in qualsiasi momento, in ogni individuo. Il film, insomma, non rende giustizia alle tante virtù delle nuove generazioni e veicola l’infelice idea che di esse hanno alcuni politici italiani.
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[+] film rovinato da troppa e inutile violenza.
(di giurg 63)
[ - ] film rovinato da troppa e inutile violenza.
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angerimini
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mercoledì 29 marzo 2017
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ambientazione sballata, quella non è cuba!!!!!!!
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Il film per sè potrebbe anche passare, clichet stra-abusato dei giovani in fuga, ma va bene diciamo che può andare...... L'ambientazione è a metà tra il fantastico e il fantasioso... La Cuba che si vede nel film assomiglia più ad un paese del sud est asiatico che alla pacifica isola caraibica... Combattimenti clandestini (mai visti a Cuba), musica techno in discoteca (mai vista a Cuba), prostitute transessuali dappertutto (clichet più thai che cubano) droga!!!!!!!!! (forse l'unico stato dove la droga non gira così tanto)!!!! è un vero peccato perchè si rende un'idea assolutamente fuorviante di Cuba e chi invece la conosce resta con forti dubbi anche sul film (che invece non sarebbe così male)!!! Sarebbe basta
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Il film per sè potrebbe anche passare, clichet stra-abusato dei giovani in fuga, ma va bene diciamo che può andare...... L'ambientazione è a metà tra il fantastico e il fantasioso... La Cuba che si vede nel film assomiglia più ad un paese del sud est asiatico che alla pacifica isola caraibica... Combattimenti clandestini (mai visti a Cuba), musica techno in discoteca (mai vista a Cuba), prostitute transessuali dappertutto (clichet più thai che cubano) droga!!!!!!!!! (forse l'unico stato dove la droga non gira così tanto)!!!! è un vero peccato perchè si rende un'idea assolutamente fuorviante di Cuba e chi invece la conosce resta con forti dubbi anche sul film (che invece non sarebbe così male)!!! Sarebbe bastato ambientarlo in Thailandia per renderlo credibile, così non funziona proprio!!!!!!
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