fede17
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domenica 5 febbraio 2017
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la battaglia pacifista di hacksaw ridge
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Il cinema di Nel Gibson scuote la coscienza degli spettatori in un film che racconta la storia di Desmond Doss, avventista del settimo cielo, che ha deciso di arruolarsi come soccorritore medico per servire il proprio paese. Gibson ci fa entrare nella storia di Desmond Doss per poi farci vivere la truculenta battaglia di Okinawa, che non guarda in faccia nessuno. Sebbene non piaccia a tutti il cinema esplicito e fin troppo realistico di Gibson, Hacksaw Ridge si prende il posto che merita nell'olimpo dei classici film di guerra hollywoodiani.
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dexter morgan
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lunedì 6 febbraio 2017
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fin dove la fede può spingere un uomo..
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Appena entrato in sala il film inizia con: "una storia vera"... non "tratto da...". Si inizia sapendo che qualcuno ha veramente lottato in quel modo, convinto della propria fede e certo che qualcuno lassù guidasse le proprie azioni. Si può essere credenti o meno, ma è certo che questo film, nell'interpretazione degli attori, nella regia e nella sceneggiatura oltre che nel raccontare la storia incredibile di un uomo, sia davvero pieno, forte ed emozionante. Sintetizzato in una preghiera semplice e profonda di un eroe al proprio Dio... "Ti prego mio Signore, aiutami a salvarne ancora uno.. aiutami a salvarne ancora uno!"
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giovedì 9 febbraio 2017
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per i ragazzi come me.
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Questo film mi ha colpito, perché vivo in una generazione in cui si sono persi valori di ogni genere, dove i ragazzi "giocano" con le armi, fanno i gangster, gli "uomini vissuti", quando di "uomo" e di "vissuto" hanno solo il sesso e gli anni che si ritrovano. Questo film dovrebbe essere visto da tutti, per sensibilizzare, per far capire che impugnare un arma non è uno scherzo, perché le armi uccidono e la morte, la morte non fa ridere. Oltre a questo insegna a non mollare, a non abbandonare chi è in difficoltà, di credere in qualcosa, avere fede in te stesso e di essere grato dei piccoli gesti, che sono quelli che ti danno la forza per andare avanti, a non voltarti e scappare, ma guardare dritto e combattere fino a che c'è qualcuno che grida il tuo aiuto.
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Questo film mi ha colpito, perché vivo in una generazione in cui si sono persi valori di ogni genere, dove i ragazzi "giocano" con le armi, fanno i gangster, gli "uomini vissuti", quando di "uomo" e di "vissuto" hanno solo il sesso e gli anni che si ritrovano. Questo film dovrebbe essere visto da tutti, per sensibilizzare, per far capire che impugnare un arma non è uno scherzo, perché le armi uccidono e la morte, la morte non fa ridere. Oltre a questo insegna a non mollare, a non abbandonare chi è in difficoltà, di credere in qualcosa, avere fede in te stesso e di essere grato dei piccoli gesti, che sono quelli che ti danno la forza per andare avanti, a non voltarti e scappare, ma guardare dritto e combattere fino a che c'è qualcuno che grida il tuo aiuto. Non tutti siamo forti e coraggiosi, ma ognuno è speciale a suo modo, e a suo modo può cambiare le cose, migliorarle, per gli altri, ma soprattutto per se stesso, e se nessuno crede in te e in ciò che fai, stringi i denti e dimostragli che si sbagliano.
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lorenzoferraro
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giovedì 9 febbraio 2017
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da applauso spontaneo
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Mi è piaciuto. Perché è fatto bene. La regia, ottima, è quella dei grandi classici americani, ma sotto un certo aspetto rinfrescata, perfetta per la storia incredibile che viene raccontata. Anderw Garfield è una gran conferma, perfettamente a suo agio nei panni di Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d'onore del Congresso. E proprio questa fede incrollabile che guida il protagonista, in contrasto con la violenza e l'inumanità della guerra, che a fine film fa riflettere lo spettatore, in tempi dove la fede appunto viene spesso calpestata, malamente. P.S. Quando sono andato a vederlo al cinema, a fine film è partito un applauso spontaneo. Riconoscimento che vale più di mille recensioni entusiaste.
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fedecap
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venerdì 10 febbraio 2017
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sono i miei occhi il paese più straziato
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La storia di Hacksaw Ridge vede protagonista Desmond Doss (Andrew Garfield, candidato all'Oscar per questo ruolo, attore in continua ascesa), giovane cristiano avventista, che decide di partire per la guerra in maniera particolare: senza imbracciare arma alcuna. Questa decisione scatena l'iniziale opposizione dei suoi superiori e la diffidenza della compagnia. Ma Doss, animato da un'incrollabile fede e aiutato dal padre (Hugo Weaving, ottima interpretazione), reduce della Grande guerra, riuscirà a convincere tutti e partire per Okinawa, un'inferno di sangue e morte. Quinta prova da regista per Mel Gibson, dieci anni dopo il pregevole Apocalypto. Come nei suoi precedenti film, Gibson non riparmia la sofferenza umana, portata allo stremo con budella e interiora sparse ovunque.
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La storia di Hacksaw Ridge vede protagonista Desmond Doss (Andrew Garfield, candidato all'Oscar per questo ruolo, attore in continua ascesa), giovane cristiano avventista, che decide di partire per la guerra in maniera particolare: senza imbracciare arma alcuna. Questa decisione scatena l'iniziale opposizione dei suoi superiori e la diffidenza della compagnia. Ma Doss, animato da un'incrollabile fede e aiutato dal padre (Hugo Weaving, ottima interpretazione), reduce della Grande guerra, riuscirà a convincere tutti e partire per Okinawa, un'inferno di sangue e morte. Quinta prova da regista per Mel Gibson, dieci anni dopo il pregevole Apocalypto. Come nei suoi precedenti film, Gibson non riparmia la sofferenza umana, portata allo stremo con budella e interiora sparse ovunque. Una visione crudele che di certo rafforza il realismo ma non la storia in sé. Difatti, nella seconda parte, quella della battaglia, assistiamo a sequenze con atti di eroismo puro (che sfiorano l'americanata) molto incentrate sui compagni di Doss (armati, non dimentichiamocelo) e ad una fotografia che frastorna gli spettatori: niente di più sbagliato per un personaggio come Desmond Doss. Il protagonista ci ricorda infatti di essersi sempre considerato modesto, cercando di far passare l'obiezione di coscienza come una cosa normale (e lo è). Se vuoi fare un film sul protagonista, devi adattarlo al protagonista, in tutto e per tutto. Cosa che Gibson non ha colto. Vi è poi una notevole scopiazzata a Full Metal Jacket con le sequenze all'interno dell'accampamento e il duro addestramento portato avanti dal sergente Howell (Vince Vaughn, avrei preferito qualcun'altro) e dal capitano Glover (Sam Worthington, fa il compitino, come sempre). Più che tributi al celebre film, queste sequenze mostrano la mancanza di idee ed il qualunquismo che anima la regia di Gibson. Il montaggio (di John Gilbert, candidato all'Oscar), a volte troppo frettoloso, si sposa male male con la colonna sonora durante le scene di combattimento. Un plauso invece al sonoro e al montaggio sonoro, candidati all'Oscar: di questi tempi i film bellici riescono più di altri in questa categoria, essendo film molto più 'rumorosi' di altri (vedi per esempio Black Hawk Down, American Sniper e The Hurt Locker). Detto questo, penso che la storia meritasse ben altra regia: sarebbe stato meglio un tocco più d'autore, che quello caotico di Gibson. Miglior film e regia da dimenticare.
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juri moretti
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venerdì 10 febbraio 2017
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la battaglia di gibbson
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Mel Gibbson dopo la passione di Cristo del 2004, ritorna alla regia con questo film, la battaglia di Hacksow Ridge, la storia di un ragazzo che si arruola all'esercito, come medico ma senza toccare un'arma.
Edward Macgregor interpreta un soldato semplice, che è contro a ogni tipo di violenza ed è molto devoto, nel bel mezzo della fine della seconda guerra mondiale.
Mel Gibbson, non si risparmia ad essere molto spietato, con varie scene di carneficina dove saltano braccia, teste e gambe.
Tutto sommato il film ha una grande regia è una fotografia molto discreta ed un'interpretazione ben fatta da parte da tutti gli altri attori...
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giovedì 8 giugno 2017
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troppo romanzato e naif
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La bella storia del primo obiettore di coscienza a servire nell'esercito americano e ad essere insignito della Medal of Honor per l'eroismo dimostrato nella battaglia di Okinawa viene trasposto da Mel Gibson in modo a mio avviso troppo superficiale e romanzato per essere credibile. L'onnipresente morale religiosa che però non riesce a diventare convincente e spirituale, l'irrealistica ricostruzione degli eventi bellici totalmente asservita allo splatter ed all'esagerazione, l'assenza di caratterizzazione dei personaggi (grave in particolar modo verso il nemico giapponese e solo alleviata dalla prestazione di Hugo Weaving tormentato reduce della Grande Guerra) pongono secondo me questo film ben al di sotto di altri film di guerra anche recenti.
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paolp78
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lunedì 5 aprile 2021
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fede religiosa e valore militare
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Film bellico tratto da una storia vera che offre l’occasione a Mel Gibson per realizzare un’opera con cui esalta due sentimenti molto cari all’autore americano, già posti al centro di sue precedenti lavori: la fede religiosa, in particolare quella cristiana, ed il valore guerriero.
Lo stile di Gibson è un po’ ruffiano e tende ad utilizzare molti elementi che enfatizzano la narrazione, rendendola marcatamente cinematografica in alcune sequenze, con conseguente perdita di realismo; per questo il film pare meno genuino e più artefatto rispetto ad opere simili, come ad esempio “Flags of our fathers” di Clint Eastwood.
La pellicola è convintamente militarista, esaltando l’amore patrio ed il senso del dovere: valori che non vengono mai messi in discussione.
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Film bellico tratto da una storia vera che offre l’occasione a Mel Gibson per realizzare un’opera con cui esalta due sentimenti molto cari all’autore americano, già posti al centro di sue precedenti lavori: la fede religiosa, in particolare quella cristiana, ed il valore guerriero.
Lo stile di Gibson è un po’ ruffiano e tende ad utilizzare molti elementi che enfatizzano la narrazione, rendendola marcatamente cinematografica in alcune sequenze, con conseguente perdita di realismo; per questo il film pare meno genuino e più artefatto rispetto ad opere simili, come ad esempio “Flags of our fathers” di Clint Eastwood.
La pellicola è convintamente militarista, esaltando l’amore patrio ed il senso del dovere: valori che non vengono mai messi in discussione. Le scene di guerra permettono la celebrazione del coraggio e del valore militare che spingono i soldati, ed il protagonista primo tra tutti, ad autentici atti di eroismo
Accanto a questi valori, vengono proposti quelli apparentemente confliggenti della fede cristiana, che assumono particolare dignità grazie alla fermezza con cui il protagonista si ostina a professarli non rinunciandovi mai, neppure quando pare che abbia tutto il mondo contro.
Gibson esibisce un’impeccabile tecnica nelle riprese dei combattimenti, che sono la parte del film che resta maggiormente impressa. Le scene sul campo di battaglia sono però eccessivamente dure, proponendo a ripetizione sequenze molto truculente, adatte a stomaci forti.
Apprezzabile anche l’inizio della pellicola, quella precedente all’arruolamento, con cui viene offerta una ricostruzione idilliaca e molto curata della sana vita del protagonista nella provincia americana.
Già vista e non particolarmente riuscita invece la parte dell’addestramento, con gli atti di nonnismo e le persecuzioni dei superiori
Andrew Garfield realizza una performance di notevole talento nei panni del protagonista; ci sono poi Vince Vaughn e Sam Worthington rispettivamente nei ruoli del sergente e del capitano che seguono il personaggio di Garfield dall’addestramento sino alla guerra e che dovranno ricredersi sul suo conto; infine la delicata parte del padre reduce ed alcolista è ben ricoperta da Hugo Weaving, mentre la bella innamorata è interpretata dall’attrice australiana Teresa Palmer.
Buone scenografie, ambientazioni e costumi.
Davvero suggestiva la ricostruzione del campo di battaglia; spettacolari e di grande effetto le sequenze delle cannonate sparate dalla nave militare.
Ottimo il montaggio, premiato con l’oscar.
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antonio ruggiero
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sabato 4 febbraio 2017
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bastano 78 fotogrammi per non dimenticare
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Ricordate il bel film Forest Gump. Bene. Ricorderete allora che Forest,tra le altre peripezie, finisce in Vietnam con il suo amico Bubba a fare la guerra . Durante un attacco nemico, con grande coraggio, Forest riuscirà a salvare molti suoi commilitoni ed anche il suo capitano. Per quell'atto eroico riceverà la Medal of Honor, la più alta onorificenza militare statunitense. Un identico e documentato atto eroico era stato compiuto nel 1945, sempre nel Pacifico, sull'isola di Okinawa, durante la seconda guerra mondiale. da parte di un 'vero' soldato statunitense, di nome Desmond Doss, che fu il primo obiettore di coscienza ad ottenere la Medaglia al Merito.
Credo che negli anni 40, gli statunitensi che rifiutassero di impugnare le armi fossero una assai piccola minoranza.
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Ricordate il bel film Forest Gump. Bene. Ricorderete allora che Forest,tra le altre peripezie, finisce in Vietnam con il suo amico Bubba a fare la guerra . Durante un attacco nemico, con grande coraggio, Forest riuscirà a salvare molti suoi commilitoni ed anche il suo capitano. Per quell'atto eroico riceverà la Medal of Honor, la più alta onorificenza militare statunitense. Un identico e documentato atto eroico era stato compiuto nel 1945, sempre nel Pacifico, sull'isola di Okinawa, durante la seconda guerra mondiale. da parte di un 'vero' soldato statunitense, di nome Desmond Doss, che fu il primo obiettore di coscienza ad ottenere la Medaglia al Merito.
Credo che negli anni 40, gli statunitensi che rifiutassero di impugnare le armi fossero una assai piccola minoranza. Intestardirsi poi a voler andare sul campo di battaglia, insieme ai suoi compagni, per difendere la Nazione, come soccorritore medico, fanno di Mr. Doss un eroe involontario ed indifeso -"hero without gun"- : soggetto interessantissimo per girarci intorno un buon film. A mio avviso, però, il regista Mel Gibson, nel riversare su pellicola questa "storia vera", non ha reso un buon servizio al nostro eroe. All'inizio facciamo la conoscenza del giovane, ed allampanato Raimond nel suo piccolo paese mobilitato dalla guerra, e di una bella infermiera, che poi diventerà sua moglie. Quindi l'arruolamento nell'esercito e le vicissitudini per riuscire ad ottenere il riconoscimento di obiettore, dovendo convincere i suoi superiori riluttanti, ed i suoi compagni di branda che lo accusavano di vigliaccheria.. Il film sbarca poi nell'inferno di Okinawa e si incupisce: fuoco e fiamme sullo schermo, esplosioni e sibili di proiettili in sala. Praticamente si entra in un Wargame senza fine, in cui si fa fatica a riconoscere il nostro coraggioso Desmond mentre si prodiga, impugnando la Bibbia e siringhe di morfina, a salvare ben 75 suoi compagni, compreso il capitano. Leggo che il film è stato girato in soli 59 giorni , ed è costato solo 40 milioni di dollari. Mi viene allora il sospetto che il regista, per raggiungere le due ore di proiezione, abbia infarcito il film di tutto il materiale girato sul campo di battaglia, senza risparmiarcene un solo metro. Peccato. Consiglio a Mr. Gibson di andarsi a vedere su internet la bellissima mostra del fotografo Robert Capa, che, con solo 78 fotogrammi in bianco e nero, scattati in Italia, ci ha raccontato in modo impareggiabile le atrocità della guerra. P.S. Un po' di gossip. L'attore Andrew Garfield, che interpreta il soldato Doss, per obbligo di copione, deve baciare la bella infermiera, l'attrice Teresa Palmer. Mi è sembrato di cogliere sul volto di Garfield una certa freddezza nel girare la scena. Cerco di approfondire. Su internet scopro che:...... durante la cerimonia dei recentissimi Golden Globes, tra gli attori Ryan Reynolds e Andrew Garfield ci è scappato un bacio, sembra molto appassionato.
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themaster
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giovedì 9 febbraio 2017
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film ispirato e antimilitarista solamente a tratti
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Mel Gibson è sempre stato un cane di regista e dopo quella schifezza di Braveheart,quel polpettone idiota reazionario de Il Patriota e il pretenzioso La Passione di Cristo,Gibson era riuscito ad impressionarmi solamente grazie ad Apocalypto di cui avevo apprezzato la regia e la potenza di certe immagini e con questo ultimo film Gibson si dimostra leggermente migliorato rispetto al passato,portando in scena un film la cui prima metà e sfilacciata e poco solida,la cui parte centrale sembra un plagio riuscito male ad un capolavoro della storia del cinema e l'ultima parte che esplode in una bellezza e in una qualità che farebbero invidia allo Spielberg degli ultimi quindici anni. Se infatti la descrizione del personaggio di Desmond Doss,della sua storia d'amore e della sua vita prima della guerra sono state a dire poco banali e soporifere,se la parte dell'addestramento è un plagio a Full Metal Jacket la cui unica cosa credibile è Vince Vaughn,quando si sbarca ad Okinawa la situazione cambia,la regia diventa improvvisamente consapevole,con movimenti di macchina degni di nota,attori in parte,effetti speciali e splatter incredibili e un montaggio sonoro che è tra i migliori che io abbia mai sentito,tuttavia al contrario la colonna sonora non mi ha colpito.
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Mel Gibson è sempre stato un cane di regista e dopo quella schifezza di Braveheart,quel polpettone idiota reazionario de Il Patriota e il pretenzioso La Passione di Cristo,Gibson era riuscito ad impressionarmi solamente grazie ad Apocalypto di cui avevo apprezzato la regia e la potenza di certe immagini e con questo ultimo film Gibson si dimostra leggermente migliorato rispetto al passato,portando in scena un film la cui prima metà e sfilacciata e poco solida,la cui parte centrale sembra un plagio riuscito male ad un capolavoro della storia del cinema e l'ultima parte che esplode in una bellezza e in una qualità che farebbero invidia allo Spielberg degli ultimi quindici anni. Se infatti la descrizione del personaggio di Desmond Doss,della sua storia d'amore e della sua vita prima della guerra sono state a dire poco banali e soporifere,se la parte dell'addestramento è un plagio a Full Metal Jacket la cui unica cosa credibile è Vince Vaughn,quando si sbarca ad Okinawa la situazione cambia,la regia diventa improvvisamente consapevole,con movimenti di macchina degni di nota,attori in parte,effetti speciali e splatter incredibili e un montaggio sonoro che è tra i migliori che io abbia mai sentito,tuttavia al contrario la colonna sonora non mi ha colpito. Nonostante una spettacolarizzazione quasi sopra le righe della guerra,le scene di violenza sono molto realistiche e angoscianti e la recitazione degli attori è sempre ispirata,soprattutto Andrew Garfield e Vince Vaughn,per non andare a parare sulla parte di Hugo Weaving che offre una performance incredibile. Ciò che Gibson non ha perso è la retorica snervante di una visione dell'America decadente,legata alla vecchia tradizione nazionalista e militaresca che risulta a tratti molto forzata e fastidiosa,almeno finchè non si assiste alle atrocità della guerra e non si comprende la visione di Desmond Doss,inoltre le immagini di repertorio offrono un valore aggiunto. La fotografia è molto bella,così come le scenografie e i costumi.
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