revine1995
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sabato 28 novembre 2015
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bello
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Bradley Cooper è Adam Jones nella pellicola che porta sul grande schermo la violenza delle grandi cucine ed il contrasto dolce-amaro del successo.
Redenzione e guida Michelin figurano come protagonisti del film che mette in scena i volti dei grandi cuochi, che abbiamo imparato ad identificare con chef Ramsey e Cracco; infatti la personalità di Adam Jones, tra coltelli e piatti, è un insieme di arroganza, bravura, rabbia e voglia di perfezione.
Il film si apre con la fine delle pena autoimpostasi da Adam, sgusciare un milione di ostriche in Luisiana, per poi spostarsi a Londra, dove, insieme ad una squadra di prescelti, lo chef da due stelle cerca, con tutta l’esperienza e l’arte che possiede, di prendere la terza; Sienna Miller è la ragazza con la vita difficile che affianca Bradley nella sua scalata verso l’olimpo dei cuochi.
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Bradley Cooper è Adam Jones nella pellicola che porta sul grande schermo la violenza delle grandi cucine ed il contrasto dolce-amaro del successo.
Redenzione e guida Michelin figurano come protagonisti del film che mette in scena i volti dei grandi cuochi, che abbiamo imparato ad identificare con chef Ramsey e Cracco; infatti la personalità di Adam Jones, tra coltelli e piatti, è un insieme di arroganza, bravura, rabbia e voglia di perfezione.
Il film si apre con la fine delle pena autoimpostasi da Adam, sgusciare un milione di ostriche in Luisiana, per poi spostarsi a Londra, dove, insieme ad una squadra di prescelti, lo chef da due stelle cerca, con tutta l’esperienza e l’arte che possiede, di prendere la terza; Sienna Miller è la ragazza con la vita difficile che affianca Bradley nella sua scalata verso l’olimpo dei cuochi.
Bradley Cooper si riconferma, questa volta forse un poco meno del normale, il grande attore poliedrico che ce lo fa amare ogni film sempre di più.
Il sapore del successo è un bel film, con un colpo di scena ben pensato e ben piazzato, che non annoia il pubblico, che fa amare la cucina raffinata e a volte troppo ricercata, e che si distingue anche per un ottimo cast (Uma Thurman, Alicia Vikander, Daniel Bruhl, Omar Sy e Riccardo Scamarcio). #RV1995
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(di giovanni)
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no_data
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lunedì 30 novembre 2015
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accattivante
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Decisamente scarna la prima parte, molto più ricca di contenuti la seconda nella quale si svolge in pratica l'intera trama del film.
Apparentemente noioso e caotico , la pellicola si snoda nei menadri della sua storia credibile perchè basata , sicuramente, sulla reale tenuta di classe di questi ristoranti che acquisiscono stelle in base alle loro peculiarità sia nel servizio che nella bontà dei loro piatti oltre che del rapporto con la sofisticatissima clientela . Da encomio per il protagonosta la sua prova decisamente ben riuscita calandosi perfettamente in un personaggio che, con la sua volontà di rinascere dal punto di vista professionale ed umano dopo un passato vissuto fra vizi legati a droghe/donne/alcool , trae ispirazione e forza dai suoi collaboratori , meticolosamente scelti fra i migliori chef del posto e non.
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Decisamente scarna la prima parte, molto più ricca di contenuti la seconda nella quale si svolge in pratica l'intera trama del film.
Apparentemente noioso e caotico , la pellicola si snoda nei menadri della sua storia credibile perchè basata , sicuramente, sulla reale tenuta di classe di questi ristoranti che acquisiscono stelle in base alle loro peculiarità sia nel servizio che nella bontà dei loro piatti oltre che del rapporto con la sofisticatissima clientela . Da encomio per il protagonosta la sua prova decisamente ben riuscita calandosi perfettamente in un personaggio che, con la sua volontà di rinascere dal punto di vista professionale ed umano dopo un passato vissuto fra vizi legati a droghe/donne/alcool , trae ispirazione e forza dai suoi collaboratori , meticolosamente scelti fra i migliori chef del posto e non. Voto 8
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oldboy muzza
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lunedì 18 aprile 2016
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film da...gustare
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Tra i tanti film a sfondo culinario che da un decennio a questa parte affollano i cinema e le televisioni, eccone finalmente uno che si distingue dalla massa. Buon prodotto, non banale né scontato sia per contenuti che per trama. Piacevole e (quasi) plausibile parabola di un cuoco che conosce l'ascesa, la caduta con relativa redenzione e la risalita, difficile ma inevitabile. Scansa l'epilogo banale quando pareva inevitabile e si rifugia nel sentimentale solo per brevi momenti. Scantona un po' troppo nello stereotipo dello chef esigente, maleducato e perfezionista ma se la cava, tutto sommato, piuttosto bene. Film discreto tutto da gustare, tanto per restare in tema.
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Tra i tanti film a sfondo culinario che da un decennio a questa parte affollano i cinema e le televisioni, eccone finalmente uno che si distingue dalla massa. Buon prodotto, non banale né scontato sia per contenuti che per trama. Piacevole e (quasi) plausibile parabola di un cuoco che conosce l'ascesa, la caduta con relativa redenzione e la risalita, difficile ma inevitabile. Scansa l'epilogo banale quando pareva inevitabile e si rifugia nel sentimentale solo per brevi momenti. Scantona un po' troppo nello stereotipo dello chef esigente, maleducato e perfezionista ma se la cava, tutto sommato, piuttosto bene. Film discreto tutto da gustare, tanto per restare in tema...
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no_data
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sabato 28 novembre 2015
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l'estremismo culinario, la società nel cibo.
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L'amore per il cibo si sta davvero perdendo? Anche la cucina è diventata luogo di arrivismo e di perferzione scientifica? Questo è quello che sembra dimostrare lo chef Adam Jones (Bradley Cooper), che ossessionato dalla ricerca del gusto insuperabile utilizza i suoi ingredienti come un ricercatore tratterebbe i suoi alambicchi, nel suo tour de force finalizzato alla terza stella. Tutto ciò è così lontano dalla cucina molecolare così violentemente additata dagli chef di categoria? "L'orgasmo culinario" tanto decantato da Adam si distacca paradossalmente dal suo stesso significato, decadendo in un meccanico studio di abbinamenti gastronomici.
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L'amore per il cibo si sta davvero perdendo? Anche la cucina è diventata luogo di arrivismo e di perferzione scientifica? Questo è quello che sembra dimostrare lo chef Adam Jones (Bradley Cooper), che ossessionato dalla ricerca del gusto insuperabile utilizza i suoi ingredienti come un ricercatore tratterebbe i suoi alambicchi, nel suo tour de force finalizzato alla terza stella. Tutto ciò è così lontano dalla cucina molecolare così violentemente additata dagli chef di categoria? "L'orgasmo culinario" tanto decantato da Adam si distacca paradossalmente dal suo stesso significato, decadendo in un meccanico studio di abbinamenti gastronomici. Di certo l'ambiente in cui si muove il protagonista per l'intera durata del film è specchio di una società che non lascia spazio alla vecchie maniere, maniere che Adam rimpiange in più occasioni ricordando i tempi dell'apprendistato dal mentore Jean Luc, l'unico posto dove si sia mai sentito a suo agio nel corso della sua difficile infanzia. Ma dov'è finita la gioia di una buona cucina? Dove la semplicità? Adam ne assapora un pizzico grazie alla figlia di Helene (Sienna Miller), per cui sforna una torta di compleanno mille volte più gratificante di un piatto servito ai raffinati e critici clienti abituali. Un risultato tutto sommato soddisfacente, non travolgente né eccessivamente originale ma efficace nell'offrire un panorama dell'economia della cucina contemporanea di alto livello, con tutte le sue contraddizioni ed i suoi caratteri. Si distacca da film come "Chef" & "La ricetta perfetta", entrambi relativi all'argomento, per la maggiore aderenza alla realtà e alle difficoltà che essa comporta.
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tim_darkshadows
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domenica 29 novembre 2015
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amore, cucina e bradley cooper
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Dopo un film davvero soddisfacente come "I segreti di Osage County" (che è fruttato anche due candidature al Premio Oscar alle sue protagoniste), John Wells abbassa leggermente il tiro con "Il sapore del successo", commedia in salsa culinaria con un cast ricco di star, alcune affermate e altre con carriere ancora in costruzione. Protagonista assoluto di questa pellicola è Bradley Cooper, qui ancora una volta alle prese con personaggi dal carattere estremo e poco equilibrato, che si conferma un attore di talento, a cui Wells affianca la talentuosissima Sienna Miller, con la quale riesce a ricreare la stessa chimica di "American Sniper", interprete che riesce benissimo a tenere testa al suo comprimario.
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Dopo un film davvero soddisfacente come "I segreti di Osage County" (che è fruttato anche due candidature al Premio Oscar alle sue protagoniste), John Wells abbassa leggermente il tiro con "Il sapore del successo", commedia in salsa culinaria con un cast ricco di star, alcune affermate e altre con carriere ancora in costruzione. Protagonista assoluto di questa pellicola è Bradley Cooper, qui ancora una volta alle prese con personaggi dal carattere estremo e poco equilibrato, che si conferma un attore di talento, a cui Wells affianca la talentuosissima Sienna Miller, con la quale riesce a ricreare la stessa chimica di "American Sniper", interprete che riesce benissimo a tenere testa al suo comprimario.
Wells dopo aver raccontato di una famiglia allo sbaraglio, questa volta si concentra su un cuoco anch'esso allo sbaraglio che cerca di tornare alla ribalta, e il suo talento registico si conferma, poiché riesce a rendere un film culinario più incisivo di tutti gli altri che si sono susseguiti nel corso degli anni, delineando perfettamente il suo protagonista, per cui la cucina ha un valore ben preciso, e quindi sono giustificabili le - forse troppe - inquadrature sui numerosi piatti di cucina. E oltre ad avere qualche motivazione in più per esistere rispetto agli altri film ambientati dietro i fornelli, la regia non fa altro che rafforzare il mordente della pellicola, regalando stuzzicanti inquadrature, un montaggio frenetico e accattivante, e una colonna sonora che accresce la tensione del film.
A completare il tutto, il cast ricco di grandi nomi convince, a cominciare da Bradley Cooper molto credibile nel suo ruolo, proseguendo per una adorabile Sienna Miller, per finire con attori che nonostante i ruoli con poche scene riescono a lasciare il segno, come Emma Thompson, Uma Thurman e Alicia Vikander.
Stuzzicante e ben riuscito.
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elpiezo
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venerdì 4 dicembre 2015
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intelligente!!!
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Godibile commedia “gastronomica” dove un abile cuoco proverà ad ottenere l'agogniata terza stella della famosa guida Michelin ed affermarsi definitivamente come un vero e proprio artista dei fornelli.
Tra i caotici piani cottura di una cucina di lusso i sogni e le ambizioni di Bradley Cooper, cuoco bello e sprezzante dal passato burrascoso in cerca di un improbabile riscatto personale.
Quasi una fiaba che si leva tra i fornelli di un celebre ristorante dove a esser cotti a puntino non sono solamente altisonanti pietanze per palati fini ma le indigeste asprezze di un'esistenza costruita col sudore, l'ennesimo confronto da superare dove la cucina rappresenta solamente un insolito campo di battaglia.
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donato prencipe
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martedì 22 marzo 2016
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"niente di nuovo in cucina"
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Bradley Cooper nell'insolita veste di chef di successo, Adam Jones, ci delizia con piatti da favola e qualche urla roboante nei meandri della cucina. Caduto nel baratro a causa del suo pessimo comportamento nei confronti di amici e colleghi, conseguenza dell'uso spasmodico di alcool e droga, oltre ad un'infanzia non propriamente idilliaca, fugge letteralmente da Parigi per provare a sconvolgere Londra con la sua cucina, provando a tornare alla ribalta con l'obiettivo di raggiungere la terza stella Michelin, assoluta onoreficenza in campo culinario. Per cavalcare i suoi propositi però dovrà scontrarsi con il passato, che fatica ad abbandonarlo continuando a tormentarlo con banchi di prova difficili da digerire e con l'evoluzione creativa che la cucina ha subito nell'era moderna.
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Bradley Cooper nell'insolita veste di chef di successo, Adam Jones, ci delizia con piatti da favola e qualche urla roboante nei meandri della cucina. Caduto nel baratro a causa del suo pessimo comportamento nei confronti di amici e colleghi, conseguenza dell'uso spasmodico di alcool e droga, oltre ad un'infanzia non propriamente idilliaca, fugge letteralmente da Parigi per provare a sconvolgere Londra con la sua cucina, provando a tornare alla ribalta con l'obiettivo di raggiungere la terza stella Michelin, assoluta onoreficenza in campo culinario. Per cavalcare i suoi propositi però dovrà scontrarsi con il passato, che fatica ad abbandonarlo continuando a tormentarlo con banchi di prova difficili da digerire e con l'evoluzione creativa che la cucina ha subito nell'era moderna. La "cucina" di John Wells (The company men), regista del film, si compone di Sienna Miller (American sniper), Omar Sy (Troppo amici), Daniel Brühl (Rush), Riccardo Scamarcio (Manuale d'amore 2), della dottoressa Emma Thompson e di un cameo di Una Thurman. Dopo i vari Masterchef, Hell's Kitchen e altri programmi ancora della tv, le cucine di alta scuola si trasferiscono, in questo caso, nelle sale cinematografiche, dispensandoci virtuosismi culinari e lanci di piatti che si frantumano al muro, così come la voglia di vedere ancora scene e teatrini del genere. Non stiamo parlando di un brutto film, è ben girato, con attori altrettanto bravi, però ciò che manca è una base di novità a quest'invasione di chef stereotipati che perdura oramai da diversi anni, anche troppi. La famosa sterzata su idee nuove di zecca e violente prese di posizione purtroppo non c'è stata, per cui ci limiteremo a vedere il film, spuntando i vari ingredienti al nostro ricettario di casa. Buon appetito!
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alex62
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venerdì 8 gennaio 2016
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un passo per volta...insieme
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C'è un momento, nella carriera di un attore, di un'attrice, quando si smette di cercare la perfetta risonanza con il personaggio, nel miraggio che ormai possa bastare quella faccia, quella tecnica consolidata e riconoscibile da un pubblico vastissimo, il suo pubblico, che ama una tipica fossetta, quella particolare nuance degli occhi, quel ciuffo di capelli ostinato nel cadere in avanti...è lì che la star rischia di perdersi, di smarrire il senso di una scelta di uno dei mestieri più duri e "inospitali" del mondo.
Bradley Cooper è arrivato a quel mitico punto di svolta; potremmo dire anche Ryan Gosling è giunto proprio lì; anche Emma Stone...non dipende né dall'età, né dall'esperienza, né dal numero di successi mondiali.
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C'è un momento, nella carriera di un attore, di un'attrice, quando si smette di cercare la perfetta risonanza con il personaggio, nel miraggio che ormai possa bastare quella faccia, quella tecnica consolidata e riconoscibile da un pubblico vastissimo, il suo pubblico, che ama una tipica fossetta, quella particolare nuance degli occhi, quel ciuffo di capelli ostinato nel cadere in avanti...è lì che la star rischia di perdersi, di smarrire il senso di una scelta di uno dei mestieri più duri e "inospitali" del mondo.
Bradley Cooper è arrivato a quel mitico punto di svolta; potremmo dire anche Ryan Gosling è giunto proprio lì; anche Emma Stone...non dipende né dall'età, né dall'esperienza, né dal numero di successi mondiali...è qualcosa di meno misurabile, di più sfuggente, d'inafferrabile.
Ecco un film di pochissime parole e di rara perfezione formale, la stessa perfezione che lo chef ha ricercato per tutta la vita; un film dove c'è un meraviglioso pudore nel mostrare la storia dei personaggi, ma ci si lascia immaginare che tutti quelli che si ritrovano riuniti in quella cucina infernale siano "orfani" smarriti...siano i "bambini perduti" di Peter Pan e il loro "chef" è proprio lui in persona: Peter Pan is back!
Questo se volessimo farci abbindolare da un giudizio facile e superficiale, ma bisogna scavare un po' più a fondo...per esempio dobbiamo richiamare alla memoria la prima, epica squadra di cucina raffazzonata tra guerra e delinquenza del meraviglioso "Caccia al ladro" di Hitchcock: da quella stupenda accozzaglia di canaglie ha attinto l'ispirazione perfino "Ratatouille"!...
Insomma ci sono letteralmente degli avanzi di galera, una decina di vite sbagliate, tutte da rifare daccapo che si uniscono e si ritrovano intorno al desco "familiare" più improbabile, ma tanto...cos'hanno da perdere!? Lì c'è una coppia formidabile: Sienna Miller (in una delle sue più alte performance) e Bradley Cooper, ormai sull'onda di un successo inarrestabile.
Ma dal passato denso di ombre dello chef riappaiono minacce di morte e di fallimento...il tema del film è proprio la paura di fallire, che è proprio quello che ti fa fallire.
Oggi tutti siamo condannati al fallimento, soprattutto nelle relazioni, il banco di prova più arduo per tutti noi "young adults" mal cresciuti, orfani di figure paterne autorevoli, che hanno cercato ostinatamente dei surrogati non all'altezza del compito...anzi li cercavamo apposta inadeguati, in modo che ci garantissero l'esperienza iterata del fallimento. In fondo ciò è rassicurante: tutto pur di non metterci in gioco alla pari con qualcuno che non sia costretto a fare tutto ciò che vogliamo, che non sia costretto a rispondere ad ogni nostra angheria con un: - Sì, chef!
E proprio quando si profila l'ennesima, forse l'ultima occasione del riscatto, della redenzione, ricercata, ottenuta con i più ardui sacrifici e penitenze inenarrabili, proprio quando possiamo cogliere l'occasione principe per vincere finalmente, per sentirci, anche se solo per un istante, in vetta...tutto crolla...
Oppure quell'occasione che sembra sfumata è invece la riprova che non c'è un destino cinico e baro, che ci tradisce sempre e che la Provvidenza ci chiama all'unica via della salvezza: incontrare l'altro, chiedergli aiuto...provarci insieme!!!
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giulio andreetta
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sabato 11 luglio 2020
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film piuttosto carente di slancio espressivo
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La situazione iniziale è semplice: un celebre chef (Bradley Cooper) sulla strada del fallimento, con alle spalle un passato per droga e alcolismo, decide di rimettersi in gioco e di aprire una nuova attività di ristorazione, in modo da riguadagnare gradualmente credibilità e ottenere l'obiettivo di conquistare tre stelline come valutazione di una celebre guida culinaria, (che rappresenterebbe un riconoscimento di massimo prestigio per la sua carriera). Riuscirà a mettere in atto i suoi propositi? Si tratta, tutto sommato, di un prodotto cinematografico realizzato in modo professionale, ma a mio avviso nella media delle produzioni holliwoodiane.
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La situazione iniziale è semplice: un celebre chef (Bradley Cooper) sulla strada del fallimento, con alle spalle un passato per droga e alcolismo, decide di rimettersi in gioco e di aprire una nuova attività di ristorazione, in modo da riguadagnare gradualmente credibilità e ottenere l'obiettivo di conquistare tre stelline come valutazione di una celebre guida culinaria, (che rappresenterebbe un riconoscimento di massimo prestigio per la sua carriera). Riuscirà a mettere in atto i suoi propositi? Si tratta, tutto sommato, di un prodotto cinematografico realizzato in modo professionale, ma a mio avviso nella media delle produzioni holliwoodiane. Non mi sembra ci siano grandi e originali intuizioni registiche, di sceneggiatura e così via. Un tratto pregevole del film è senza dubbio il suo valore illustrativo di quello che accade 'dietro le quinte', e cioè quale sia effettivamente l'organizzazione del lavoro nelle cucine di alcuni famosi ristoranti stellati. Indubbiamente il mestiere di chef non deve essere facile, vista la quantità industriale di cibo che deve essere cucinato al meglio e in tempi rapidi. Tuttavia, a parte un lodevole inizio, il film non sembra decollare, e rimane per l'intera durata in una sorta di limbo espressivo, senza vere e proprie trovate registiche o colpi di scena. Riccardo Scamarcio, nella parte del cuoco aiutante di Bradley Cooper, recita egregiamente.
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dhany coraucci
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lunedì 7 dicembre 2015
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la cucina come un campo di addestramento
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Questo è un film da vedere a stomaco pieno. Se per caso vi capita di entrare in sala con un certo languorino, o fate una corsa a comprarvi una confezione maxi di pop corn oppure lasciate perdere: sarebbe una tortura. I piatti cucinati sono squisitamente in primo piano e onnipresenti. Risolta la questione “cibo”, non credete poi di rilassarvi nella poltrona: la cucina di Adam Jones (Bradley Cooper) assomiglia al campo di addestramento di Parris Island in Full Metal Jacket e i suoi collaboratori cuochi a dei provetti Marines. Va bene, sto esagerando, comunque non avrei mai sospettato che per la preparazione di un filetto di merluzzo in padella occorresse tanta disciplina.
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Questo è un film da vedere a stomaco pieno. Se per caso vi capita di entrare in sala con un certo languorino, o fate una corsa a comprarvi una confezione maxi di pop corn oppure lasciate perdere: sarebbe una tortura. I piatti cucinati sono squisitamente in primo piano e onnipresenti. Risolta la questione “cibo”, non credete poi di rilassarvi nella poltrona: la cucina di Adam Jones (Bradley Cooper) assomiglia al campo di addestramento di Parris Island in Full Metal Jacket e i suoi collaboratori cuochi a dei provetti Marines. Va bene, sto esagerando, comunque non avrei mai sospettato che per la preparazione di un filetto di merluzzo in padella occorresse tanta disciplina. Tolti questi eccessi, la storia è abbastanza prevedibile, si cade e ci si rialza, meglio se con un piccolo aiuto da parte degli amici, come già nel '68 cantavano i Beatles. Nonostante la sua prevedibilità, comunque, l'ho trovata godibilissima e con un buon ritmo; John Wells, il regista, mi era già tanto piaciuto ne I Segreti di Osage County (2013) e lo ritengo particolarmente dotato nelle scene altamente drammatiche: qui ce n'è una sola, ma credetemi, è emozionante (quando Bradley disperato si reca nella “tana del lupo” del suo eterno rivale chef). Certo, non bisogna avere sviluppato delle allergie o delle intolleranze all'ingrediente principale del film che è Bradley Cooper, perché è lui il sovrano assoluto della sua cucina e del film e sebbene replichi un ruolo già visto, quello dell'emotivo irascibile, bisogna ammettere che è proprio bravo e... buono!
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