Foxcatcher |
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Un film di Bennett Miller.
Con Steve Carell, Channing Tatum, Mark Ruffalo, Vanessa Redgrave.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 134 min.
- USA 2014.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 12 marzo 2015.
MYMONETRO
Foxcatcher
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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A Caccia di Onore, Gloria e Amoredi jayleeFeedback: 14771 | altri commenti e recensioni di jaylee |
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domenica 15 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Foxcatcher è il nome della tenuta in cui il ricchissimo magnate dell'industria John Dupont finanziò e fece allenare sotto la sua "supervisione" il team olimpico di lotta a stelle e strisce dal 1987 al 1996. Protagonisti di questo progetto furono i fratelli Schulz. Non aggiungiamo altro alla trama, particolarmente rarefatta, e costruita sui dialoghi e sulle relazioni a due tra uomini, di cui la lotta libera ne è una metafora molto fine, con tutta la sua carica di aggressività, forza e eleganza (evidenti i parallelismi tra rapporto fraterno e relazione, padre-figlio, e con qualche accenno di carica omoerotica) che in Foxcatcher sono posti al centro di un improbabile triangolo, ognuno dei quali gioca un ruolo importante nella tragedia. Mark (C.Tatum) è il più fragile dei tre, solo e disperatamente bisognoso di amicizia ma, soprattutto, di una figura paterna che dapprima trova nel fratello, poi, quasi un complesso edipico, sostituisce/uccide tramite Dupont. Aggressivo, autodistruttivo, sempre sul punto di scattare, totalmente incentrato sul suo sport, visto come missione ma soprattutto unica ragione di vita. David (M. Ruffalo) è la figura di equilibrio, posato e responsabile (è, infatti, sempre raffigurato ingobbito, ancor più del fratello, quasi sostenesse un grande peso sulle spalle) con una famiglia sua che lo segue; ottimo atleta, ancor migliore coach, forte e centrato in sé, tanto da influenzare tutto l'ambiente e le persone intorno. Capisce e motiva il fratello come nessun altro - è lui, infatti, il primo a volersene distaccare - ma, allo stesso tempo, intuisce la morbosità del rapporto di Mark col suo sponsor, col quale lui invece negozia alla pari nonostante la differenza sociale. Ma la figura che si staglia su tutto, più un'ombra che un'aquila come ama soprannominarsi lui stesso, è John E. Dupont, ricco industriale di famiglia patrizia, ornitologo, filatelico, filantropo, patriota. Inintellegibile ed enigmatico, paranoico e schizofrenico, il vero Foxcatcher, ovvero "cacciatore di volpi", in riferimento al rapporto irrisolto con la madre (piccola ma significativa parte della Redgrave). Finanziatore di sportivi e di opere benemerite, ma anche collezionista di armi e carri armati (!) che usa come fossero trenini. Questa, l'interpretazione che ne dà un inedito (e quasi irriconoscibile) Steve Carell: all'eterna ricerca del riconoscimento altrui (stima, amicizia e amore: le prede che cerca disperatamente) anche a costo di doverlo comprare. Questo triangolo si inserisce, chiudendo il cerchio iniziale, nella Storia Americana (peraltro il sottotitolo del film con innumerevoli riferimenti alla Guerra di Indipendenza), in questo eterno gioco di una nazione (non solo gli USA) che ha bisogno di eroi (militari, sportivi, artistici), li onora e li ama, ma allo stesso tempo li compra, li fagocita e li uccide. Un Capitalismo buonista e solo apparentemente progressista, che esorcizza e giustifica la ricchezza di una élite ricca nei confronti di una massa che ha il riscatto sociale come obiettivo primario: il Sogno Americano come difesa di un sistema sempre più insostenibile. Foxcatcher appare molto più complesso di una semplice epica sportiva, con tonalità molto più simili a Truman Capote (finale incluso) che all'altro film sportivo di Miller, Moneyball. Seppur non allo stesso livello complessivo degli altri due, si tratta comunque di un film più che buono e ricco di interpretazioni davvero notevoli e sorprendenti (www.versionekowalski.it)
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