chiara becky
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lunedì 15 giugno 2015
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il ferroviere
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Dopo aver visto il trailer e con attori come Colin Firth e Nicole Kidman (sebbene un po' ingessata a causa del botox), le aspettative per questo film erano alte e non sono state deluse. Film commovente, intenso, ottimi attori e un grande messaggio nel finale non scontato. Assolutamente consigliato!
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andreamymovies.it
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venerdì 12 giugno 2015
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un viaggio in treno tra passato e presente
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Nei primi 20 minuti, "Le due vie del destino" ha tutti i caratteri di un classico film sentimentale. Lui, Eric Lomax, un ex-militare reduce dalla seconda guerra mondiale, incontra per caso lei, Patti, su un treno, "topos" che poi si rivelerà centrale nel film, e la storia tra i due si concretizza, incoronata dal matrimonio. Tuttavia, ben presto i toni del film cambiano: Eric fa un incubo in cui rivive gli attimi tragici del suo passato da soldato e inizia a mettere in crisi il suo matrimonio con un atteggiamento malinconico e del tutto strano e con uno sguardo triste e assorto che Patti si sforza di comprendere, ma invano. La verità, Patti la scopre parlando con un ex- compagno di guerra di Eric: i due erano tra i soldati inglesi mandati a Singapore, ridotti brutalmente alla condizione di prigionieri di guerra per costruire una ferrovia.
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Nei primi 20 minuti, "Le due vie del destino" ha tutti i caratteri di un classico film sentimentale. Lui, Eric Lomax, un ex-militare reduce dalla seconda guerra mondiale, incontra per caso lei, Patti, su un treno, "topos" che poi si rivelerà centrale nel film, e la storia tra i due si concretizza, incoronata dal matrimonio. Tuttavia, ben presto i toni del film cambiano: Eric fa un incubo in cui rivive gli attimi tragici del suo passato da soldato e inizia a mettere in crisi il suo matrimonio con un atteggiamento malinconico e del tutto strano e con uno sguardo triste e assorto che Patti si sforza di comprendere, ma invano. La verità, Patti la scopre parlando con un ex- compagno di guerra di Eric: i due erano tra i soldati inglesi mandati a Singapore, ridotti brutalmente alla condizione di prigionieri di guerra per costruire una ferrovia. Se tutti i militari britannici subiscono violenze atroci, narrate più che con crudo realismo, con una forte emotività dalla cinepresa del regista J. Teplitzky, il giovane Eric viene preso di mira più degli altri, per il suo coraggio,dal terribile ufficiale Nagase che gli fa provare torture fisiche, e non solo, che ancora tormentano l'Eric adulto del presente e gli impediscono di vivere con serenità. Così, per tutta la durata del film, si alternano,con continuità e molta suspance, i racconti amari del passato di Eric, e il suo travagliato presente, che subisce un burrascoso cambio di direzione quando i due coniugi scoprono che Nagase è ancora vivo. E così ritorna il fantomatico treno: il treno sul quale Eric ha conosciuto l'amore, ma anche il treno che ha accompagnato il periodo più sofferente della sua vita, quello della guerra. Eric non esita a prenderlo per andare in Thailandia, dove Nagase lavora, e vendicarsi delle tante torture patite ma è proprio quando il protagonista arriva a destinazione che si rivela la chiave centrale del film: è giusto vendicarsi e uccidere per cancellare le impronte sanguinose del proprio passato? Questa domanda se la pone Eric in un primo momento quando risparmia il nemico e torna a casa, e successivamente quando lo perdona definitivamente, andando in Thailandia, questa volta con la moglie. E non a caso Eric sceglie questa compagnia: perchè solo chi apre il proprio cuore all'amore può aprirlo anche al perdono. In tal modo, il riquadro storico della seconda guerra mondiale, illustrato sicuramente senza la dovizia di particolari dei più classici film di guerra, e la storia d'amore tra i protagonisti, anch'essa poco approfondita, fanno solo da sfondo al commovente ed esemplare percorso interiore che accompagna il protagonista, il quale finalmente smette di guardare al passato con rabbia e desiderio di vendetta. La vita è come un treno che viaggia tra passato e presente, e solo sganciando i vagoni più sofferenti del passato, potremo proiettarci su quelli tersi del futuro.
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happychild
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venerdì 3 aprile 2015
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magnifico firth
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Film molto ben riuscito. Il finale riscatta l'intera pellicola a volte un pò lenta, regalando emozioni profonde che punzecchiano gli occhi. Belli la fotogrofia, la luce e i colori. Ottima performance per Colin Firth, forse una delle migliori. Alcune scene lasciano il segno per la loro violenza.
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alexander 1986
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mercoledì 18 febbraio 2015
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film edificante su dolore e perdono
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Storia vera di Eric Lomax (Colin Firth), reduce dalla seconda guerra mondiale ossessionato dal trauma di un'esperienza di prigionia sotto i giapponesi a Singapore. Grazie all'amore della moglie Patti (Nicole Kidman) e ad alcune circostanze fortunate, troverà la forza di affrontare i suoi fantasmi e di ricominciare a vivere.
Tratto dall'autobiografia dello stesso Lomax, pubblicata nel 1995. Avendo già letto questa, constato la superiorità della trasposizione filmica. L'opera del regista australiano Teplitzsky dà infatti quella visione d'insieme sulla storia che non è possibile avere dal resoconto diretto di Lomax. Ciò succede perché nel racconto originale l'autore ha preferito tacere su molti dettagli per una dichiarata (e ingiustificata) questione di pudore personale.
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Storia vera di Eric Lomax (Colin Firth), reduce dalla seconda guerra mondiale ossessionato dal trauma di un'esperienza di prigionia sotto i giapponesi a Singapore. Grazie all'amore della moglie Patti (Nicole Kidman) e ad alcune circostanze fortunate, troverà la forza di affrontare i suoi fantasmi e di ricominciare a vivere.
Tratto dall'autobiografia dello stesso Lomax, pubblicata nel 1995. Avendo già letto questa, constato la superiorità della trasposizione filmica. L'opera del regista australiano Teplitzsky dà infatti quella visione d'insieme sulla storia che non è possibile avere dal resoconto diretto di Lomax. Ciò succede perché nel racconto originale l'autore ha preferito tacere su molti dettagli per una dichiarata (e ingiustificata) questione di pudore personale. Storia edificante e a tratti commovente. Chiari gli omaggi, nelle scelte espositive, ai grandi classici del genere. Soprattutto ai film di David Lean. Anche se siamo su dimensioni del tutto diverse.. Assurdamente bravo Colin Firth, forse persino meglio che ne 'Il discorso del re' (2010).
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vaalee
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giovedì 12 febbraio 2015
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guerra, amore, amicizia, vendetta, perdono
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Chissà se esistono ancora persone come il soldato Lomax. Questa storia (vera) tratta dal suo libro è la realtà che pochi conoscono ma che molti hanno vissuto durante la guerra. Una storia di coraggio, resistenza, crudeltà e redenzione. La dimostrazione che esitono uomini che possono commettere violenze ingiuste e crudeli, scampare alle ripercussioni e infine rendersi conti di aver agito mostruosamente e redimersi. Ma è anche la dimostrazione che esistono uomini così esemplarii, così umanamente superiori che riescono a comprendere l'inutilià della vendetta, che provoca solo ulteriore odio.
Colin Firth è sempre una garanzia.
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Chissà se esistono ancora persone come il soldato Lomax. Questa storia (vera) tratta dal suo libro è la realtà che pochi conoscono ma che molti hanno vissuto durante la guerra. Una storia di coraggio, resistenza, crudeltà e redenzione. La dimostrazione che esitono uomini che possono commettere violenze ingiuste e crudeli, scampare alle ripercussioni e infine rendersi conti di aver agito mostruosamente e redimersi. Ma è anche la dimostrazione che esistono uomini così esemplarii, così umanamente superiori che riescono a comprendere l'inutilià della vendetta, che provoca solo ulteriore odio.
Colin Firth è sempre una garanzia.
Da vedere.
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ragthai
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mercoledì 11 febbraio 2015
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film sulla guerra non banale
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Grande film! Inizio un po' in sordina, poi man mano l'intensita' emotiva prende il sopravvento. Scene crude ma funzionali alla trama.
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ele11
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lunedì 2 febbraio 2015
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stupendo
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Profondo, commovente e bello. Anche se l'inizio è un po noioso dopo merita
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astromelia
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domenica 16 novembre 2014
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se non fosse vero.....
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se non fosse storia realmente accaduta,probabilmente le due lacrime alla fine non mi sarebbero uscite,sarebbe stato impossibile credere che un uomo sia sopravissuto a tutto questo e pure vissuto fino a tardissima età,gli orrori della guerra,di qualunque guerra hanno devastato per secoli il mondo intero,distruggendo onore e dignità,colin firth si conferma nei suoi ruoli che lo rendono sempre al confine tra umanità e pazzia,personaggio contrastante e contrastato,la kidman statica e imbalsamata,più commedia che film per il resto,rimane il fatto realmente accaduto e come il finale sia stato opera di redenzione e di perdono , sorprendendo.
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the thin red line
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venerdì 7 novembre 2014
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e alla fine non successe nulla
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Tralasciando di commentare la trasposizione dal titolo originale a quello italiano scandalosa come spesso accade eviterò pure di raccontare la trama di questo film che non mi è piaciuto e anzi mi ha deluso profondamente per diversi aspetti e mi limiterò ad analizzarlo cercando di spiegare cosa non è funzionato. In primo luogo la sceneggiatura appare forte dal trailer ma si rivela piatta e insignificante e senza fantasia nel suo svolgimento; le storie di prigionia di guerra hanno fatto il loro corso cinematografico e continuano ad attirare spettatori forse per questo motivo sarebbe stato utile proporre qualcosa di innovativo magari con immagini più forti di ciò che effettivamente ci è stato proposto da "The Railway Man".
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Tralasciando di commentare la trasposizione dal titolo originale a quello italiano scandalosa come spesso accade eviterò pure di raccontare la trama di questo film che non mi è piaciuto e anzi mi ha deluso profondamente per diversi aspetti e mi limiterò ad analizzarlo cercando di spiegare cosa non è funzionato. In primo luogo la sceneggiatura appare forte dal trailer ma si rivela piatta e insignificante e senza fantasia nel suo svolgimento; le storie di prigionia di guerra hanno fatto il loro corso cinematografico e continuano ad attirare spettatori forse per questo motivo sarebbe stato utile proporre qualcosa di innovativo magari con immagini più forti di ciò che effettivamente ci è stato proposto da "The Railway Man". Francamente quando scrivo una recensione di un film che ho gradito non trovo difficoltà nell'analisi ma qui sono piuttosto basito. Questa pellicola non rende assolutamente l'idea di ciò che voleva raccontare e si perde presto per strada pur cercando con l'ottima tecnica del salto temporale di non farci annoiare (ma non funziona). Anche il finale è piuttosto deludente e non presente alcun colpo di scena: vendetta o perdono sarebbero stato lo stesso ma manca completamente di pathos. Come già detto la sceneggiatura davvero povera rovina un film comunque ben fatto a livello fotografico e ben supportato dall'interpretazione solida di Colin Firth che continua a migliorare. La regia non è male anzi avrebbe dei buoni spunti anche se la tecnica registica nelle sequenze della prigionia non si discostano dallo stile utilizzato nelle sequenze degli anni 80 a parer mio un errore madornale che intristisce lo spettatore e rende la visione meno interessante. Male anche la Kidman che a mio avviso non si presta alla parte con dovuta dedizione e manca totalmente di espressività. L'ennesima delusione in un periodo cinematografico davvero povero di novità e di buoni prodotti.
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veritasxxx
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venerdì 3 ottobre 2014
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colin firth e la bambola robot
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Dal titolo mi aspettavo tutt'altro genere di film, qualcosa del tipo "pensionato che viaggia senza meta sulla rete ferroviaria inglese seguendo uno schema geometrico trovato in una mappa disegnata dal padre di cui aveva perso le tracce da bambino che lo porta a fare scoperte inaspettate su di se, sul mondo e sullo stato dell'igiene delle toilettes nei carrozze dei treni". E invece no, c'è Colin Firth che da un po' di tempo a questa parte si è specializzato in ruoli drammatici e tormentati (A single man, Il discorso del re, Devil's knot) e in questa pellicola non fa nulla per uscire da quello stereotipo, c'è Stellan Skarsgård che ultimamente è presente in un film su tre prodotto in Europa (quasi quanto Morgan Freeman nei film americani), e c'è Nicole Kidman, su cui gradirei fare un discorso a parte.
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Dal titolo mi aspettavo tutt'altro genere di film, qualcosa del tipo "pensionato che viaggia senza meta sulla rete ferroviaria inglese seguendo uno schema geometrico trovato in una mappa disegnata dal padre di cui aveva perso le tracce da bambino che lo porta a fare scoperte inaspettate su di se, sul mondo e sullo stato dell'igiene delle toilettes nei carrozze dei treni". E invece no, c'è Colin Firth che da un po' di tempo a questa parte si è specializzato in ruoli drammatici e tormentati (A single man, Il discorso del re, Devil's knot) e in questa pellicola non fa nulla per uscire da quello stereotipo, c'è Stellan Skarsgård che ultimamente è presente in un film su tre prodotto in Europa (quasi quanto Morgan Freeman nei film americani), e c'è Nicole Kidman, su cui gradirei fare un discorso a parte.
Il problema delle attrici considerate belle è che a volte invecchiano male e Nicole, da buona australiana lentigginosa e con la carnagione chiara, è ovviamente una di loro: le rughe si notano molto di più rispetto a una collega latina come la Bellucci (attrice, vabbè), che a 50 anni ancora risulta essere una delle donne più sexy del mondo. Ma Nicole, a differenza di Monica, sa recitare; quindi qualche ruga in più magari non gli avrebbe più permesso di fare la parte della bella trentenne candida e sorridente, ma almeno si sarebbero aperte le porte per un intero campionario di ruoli più maturi su cui molte interpreti hanno fatto la loro fortuna (basti pensare a Meryl Streep). E invece no: Nicole, grazie a vari interventi di piallatura e lucidatura facciale, sembra avere sempre trent'anni . O meglio, non si sa che età abbia, perchè una ragazzina non lo è di sicuro, ma non ha più espressioni e quindi di anni potrebbe averne 20 o 70 o essere un robot costruito da qualche scienziato pazzo che da bambino collezionava bambole con la faccia della Kidman e ora ne vuole una che parli e reciti (ma non più di tanto, sennò salta il lifting e poi sono altri 6 mesi di convalescenza).
Chiusa la piccola parentesi, il film parte da un presupposto sbagliato: Colin Firth, che dovrebbe fare la parte dell'uomo sofferente e traumatizzato dalla guerra, che improvvisamente incontra la Kidman e trova in lei uno scopo per continuare a vivere sembra quasi una persona normale, a parte qualche piccolo attacco di ansia che a tutti capita dopo i 50 quando ci rendiamo conto quanto manca alla pensione, mentre Nicole, che dovrebbe essere l'angelo caduto dal paradiso che illumina le giornate del povero Colin, sembra una caricatura di qualche suora in incognito incapace di provare alcun sentimento o di esprimere frasi di senso compiuto tranne "o poverino", "chissà quanto deve aver sofferto" e "mannaggia la peppa e ora chi mi accompagna dal chirurgo plastico".
Il secondo appunto che ho da fare è sul ricordo delle violenze subite dal povero Firth durante la prigionia a Singapore: lo prendono a bastonate, lo costringono a inghiottire acqua fino a scoppiare, lo tengono in gabbia e gli dicono che non vale niente e che è ignobile rimanere in vita quando si ha perso l'onore. Bene, conosco coppie che nei loro giochi erotici fanno cose ben più estreme e degradanti nel privato delle loro camere da letto, godono come pazzi e sono felici da anni, e guai se non ci scappa una bastonata prima di Marzullo o non riescono a prendere sonno. Quindi alla fine, quando i due amici-nemici si riappacificano, io mi sarei aspettato più un bel bacetto tra i due maturi compagni di merende e un calcio in culo alla Kidman giù per la scarpata al posto dello scontato finale lacrimoso.
La guerra è finita, andate in pace. Che noia che barba che noia...
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[+] totale disaccordo
(di steoneo)
[ - ] totale disaccordo
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