Gravity |
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Un film di Alfonso Cuarón.
Con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 92 min.
- USA, Gran Bretagna 2013.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 10 giugno 2024.
MYMONETRO
Gravity
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Suspence nello spazio per il veterano Clooney e una Bullock da Oscar
di Curzio Maltese La Repubblica
È difficile immaginare un uso più straordinario del 3D di quello magistrale di Alfonso Cuaròn in Gravity. Il film che ha aperto l'ultima Mostra di Venezia ha diviso il pubblico e la critica, ma vale di sicuro la pena di vederlo per almeno un paio di ragioni. Una è appunto l'uso del tridimensionale. Tutto quello che avete visto finora al cinema è soltanto un gioco di effetti speciali, rispetto alla forza poetica delle immagine di Cuaròn. Gli astronauti persi nel buio dell'universo, in mezzo a frammenti di astronavi, lo sfondo azzurro del nostro pianeta, come promessa e speranza, sono immagini che non si dimenticano. Per ritrovare altrettanta forza espressiva in un film di fantascienza bisogna tornare al mitico Blade Runner. E in Gravity si vedono cose che noi umani non potevamo immaginare. L'altro motivo per vedere il film è Sandra Bullock in una prova da Oscar. Nel ruolo della dottoressa Ryan Stone, una biologa alla prima missione spaziale, perseguitata dal ricordo di una terribile tragedia familiare, la Bullock fornisce probabilmente la più straordinaria performance cinematografica di una lunga carriera. Ed è piuttosto incredibile che il regista sia arrivato a lei quasi per disperazione, alla fine di una lunga serie di rifiuti, da Angelina Jolie a Scarlett Johansson, passando per Marion Cotillard, Naomi Watts e Natalie Portman. Gravity è dunque per gran parte un one-woman-show, una storia di solitudine e di lotta per la sopravvivenza di una donna. Il compagno d'avventura George Clooney, nella parte affascinante del capo missione Matt Kowalski (frase già famosa: «Houston, ho un cattivo presentimento a proposito di questa missione») è appena qualcosa in più di una spalla. Detto questo, non è facile condividere l'entusiasmo di alcuni per un film dove la storia, scritta dallo stesso Cuaròn con il figlio Jonàs, sembra a tratti soltanto un pretesto per scatenare, in tutta la sua grandiosa ambizione, il talento immaginifico del regista. Non bastasse, Cuaròn con una certa dose di masochismo va a cercarsi costantemente paragoni imbarazzanti con i classici del genere. Appena si vede un astronauta perso nello spazio, il pensiero non può non correre all'Odissea di Kubrick. E da quel momento in cui i dialoghi fra Stone e Kowalski su vita e morte, passato e futuro, perdono gran parte del loro interesse. Sbalorditivo nell'avvio, noioso nella parte centrale, Gravity si risolleva con un finale stupendo, che non è bello rivelare, all'insegna di un salto all'indietro dalla fantascienza alle origini della specie. Il messicano Alfonso Cuaròn è in potenza uno dei più grandi registi internazionali, ma ormai ha varcato la soglia della cinquantina e rimane un enfant prodige d'immenso talento. Chi lo ammira dai tempi degli esordi (Solo con tu pareja), o almeno da Y tu mama tambièn, continua ad aspettarsi un capolavoro che non arriva. Al massimo, piccole schegge di capolavoro, com'è a tratti questo Gravity e prima I figli degli uomini o perfino il terzo capitolo di Harry Potter. L'impressione generale è che l'aumento dei bugdet, questo ormai sfiora i cento milioni di dollari, non comporti necessariamente una crescita artistica. Sandra Bullock è semplicemente perfetta e forse da questo film si apre per la protagonista di tanti blockbuster una nuova carriera.
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