Gravity |
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Un film di Alfonso Cuarón.
Con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 92 min.
- USA, Gran Bretagna 2013.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 10 giugno 2024.
MYMONETRO
Gravity
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gravitydi catcarloFeedback: 13499 | altri commenti e recensioni di catcarlo |
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martedì 15 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Uno sciame di detriti spaziali fa cascare come birilli tutti gli oggetti orbitanti che trova sul suo cammino. Il primo è uno Shuttle, fuori dal quale il comandante Kowalski (Clooney) e l'ingegnere medico Stone (Bullock) stanno eseguendo delle riparazioni. Passata la buriana, i due si ritrovano a essere gli unici sopravvissuti e iniziano una corsa contro il tempo – e i detriti – per cercare di tornare sulla Terra: appoggiandosi prima a una stazione internazionale e poi a una cinese, solo lei riesce nell'impresa dopo che lui si è sacrificato per regalarle una possibilità. Il nuovo film del messicano Cuarón è un ‘survivor’ spaziale costruito con grande abilità visiva e con una scrittura solida che, specie nella prima parte, fa trattenere più di una volta il fiato. La fantascienza (abbastanza poco ‘fanta’, oltretutto) è solo uno sfondo su cui dipingere ammalianti panorami spaziali e raccontare una storia di resistenza umana fino ai limiti e anche un po’ oltre, premiata alla fine da una sorta di nascita a nuova vita attraverso le difficoltà, con Stone che esce barcollando da un lago sconosciuto in una terra all'apparenza selvaggia (e si spera che qualcuno trovi il modo di localizzarla). Ma torniamo fra le stelle, dove pulsa il cuore del film. Le scene spaziali, meticolosamente costruite al computer prima di sovrapporvi i volti degli attori, sono di grande efficacia, tanto da giustificare per una volta e almeno in parte le tre dimensioni: sarebbero però sola decorazione – come, tanto per fare un esempio recente, in ‘Upside down’ - se la storia, seppur costruita su elementi minimi, non funzionasse a dovere tenendo vivo l'interesse dello spettatore ben aldilà delle immagini. A voler guardare il pelo nell'uovo, risulta più efficace la prima parte, dove interagiscono il logorroico Kowalski e la più riservata (oltre che inesperta) Stone, segnata da una tragedia familiare: quando il primo se ne vola via ad ammirare le stelle, rimane in scena la sola dottoressa che - prima con la razionalità e l'addestramento, poi con la forza della disperazione - affronta il caldo e il freddo, il russo e il cinese (intesi come lingue) per cercare di tornare a casa. Nei suoi panni, Sandra Bullock offre una prova davvero convincente, dove il ritratto di una donna che trova le energie necessarie nel superamento delle proprie fragilità è più importante di pur notevoli esibizioni atletiche che farebbero invidia a Bruce Willis. Al suo fianco, Clooney è, a parte una breve scena, quasi solo una voce grazie alla quale l'attore gigioneggia un po’ sfruttando la parlantina kowalskiana – chissà poi se il nome è stato dato a caso o c’è qualche legame con l’omonimo di ‘Punto zero’ – mentre dal controllo missione di Houston si fa sentire (poco) Ed Harris, che fu John Glenn in ‘Uomini veri’. Si tratta però di figure ai margini, quale più o quale meno, perché gli unici veri protagonisti del film restano Stone e la limpida visione dello spazio esterno, dove nessuno può sentirti urlare - la mancanza di rumore nel vuoto è rispettata - ma si può vivere, e far vivere, un'avventura emozionante: in novanta minuti ‘Gravity’ non inventa nulla dal punto di vista narrativo (da quello visivo sì, ma, come già detto, non sarebbe abbastanza) ma sa raccontare, senza intoppi o altre sbavature che non siano qualche dialogo un po’ così, una vecchia e bella storia.
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