melvin ii
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domenica 19 ottobre 2014
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new york e la musica
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Il biglietto d’acquistare per “Tutto può cambiare” è :5) Sempre
“Tutto può cambiare” è un film del 2013 scritto e diretto da John Carney con :Mark Ruffalo e Keira Knightley e Catherine Keener. Adam Levine
Non ho un orecchio musicale lo confesso. Sono stato solo una volta in vita mia a un concerto. Non ho il senso del ritmo e quando ballo ho l’elasticità di un robot.
Accendo la radio le rare volte ch faccio tapis roulant e la musica di qualsiasi tipo accompagna il mio lento faticare.
L’uomo emette suoni da una vita. Fischia, canticchia, rumoreggia.
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Il biglietto d’acquistare per “Tutto può cambiare” è :5) Sempre
“Tutto può cambiare” è un film del 2013 scritto e diretto da John Carney con :Mark Ruffalo e Keira Knightley e Catherine Keener. Adam Levine
Non ho un orecchio musicale lo confesso. Sono stato solo una volta in vita mia a un concerto. Non ho il senso del ritmo e quando ballo ho l’elasticità di un robot.
Accendo la radio le rare volte ch faccio tapis roulant e la musica di qualsiasi tipo accompagna il mio lento faticare.
L’uomo emette suoni da una vita. Fischia, canticchia, rumoreggia. La nostra vita senza musica è come un film in bianco e nero.
I musical non mi fanno impazzire, ma spesso alla fine mi ritrovo a cantare con i protagonisti.
La musica come la scrittura può essere catartica e darti l’opportunità di cambiare e d’essere diverso.
“Tutto può cambiare” è una ballata sulla vita, sull’amore e su come basti avere un progetto per tornare a essere vivo e magari felice.
Carney ci racconta come New York sia la città dei sogni, delle opportunità e anche delle solitudini, ma dove due persone deluse e triste per motivi diversi si possono incontrare in un pub e trovare insieme a forza per ricominciare.
Questa è la storia di Dan(Ruffal) produttore musicale in declino e con vita familiare complicata e di Greta(Knightley) giovane donna inglese che ha seguito Dave(Levine) il fidanzato musicista a New York sperando di realizzarsi in amore e come autrice musicale, ma rimanendo delusa da entrambi.
Due apparenti “sfigati” uniscono le forze grazie all’amore comune per la musica.
Dan è un produttore geniale e bizzarro che decide di realizzare il disco di Greta per le strade di New York mettendo su una band sui generis. Greta è una musicista idealista e soprattutto con il cuore spezzato. Una coppia che si trova e si forza a vicenda riuscendo a tirare fuori il meglio da ognuno.
La musica e New York sono i veri protagonisti della storia che invadono lo schermo e coinvolgono lo spettatore.
La storia in sé è semplice, delicata anche se già vista in altri contesti. La sceneggiatura e i dialoghi esaltano e delineano la musica come Musa ispiratrice dei protagonisti e scandendo i tempi della storia con un buon ritmo.
Convince la coppia Ruffalo-Knightley. Riescono a essere credibili e appassionati nei rispettivi. Forse Ruffalo con la sua fisicità e sguardo malinconico riesce a dare maggiore peso e intensità alla storia.
La Knightley si rivela una discreta cantante e con la sua voce monocorde comunque emoziona .
La regia è di buona fattura . Esalta con merito e talento la cornice naturale di New York abbinandola alla scelta di buona musica, creando buone suggestioni al pubblico.
Forse nella parte finale il ritmo cale e la storia diventa più compassata, ma restando comunque gradevole.
Una storia d’amore musicale e sulle emozioni che si provano vivendola.
La musica aiuta a cambiare e i protagonisti lo fanno anche in maniera sorprendente rispetto alle attese del pubblico.
Non andate via ai titoli di coda, c’è un secondo finale che vi aspetta, se possibile, meno melò e più divertente, dove emerge forte il messaggio in cui godere della bellezza di ogni forma d’Arte è un diritto del pubblico piuttosto che un guadagno da ottenere da parte ad ogni costo dei produttori.
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pergam
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sabato 1 novembre 2014
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un film non sentimentale né banale
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L'affermazione dell'indipendenza di una ragazza che aveva anteposto la realizzazione artistica del fidanzato alla propria. L'incontro di due anime tradite che realizzando un progetto musicale trovano la forza e l'ispirazione per tornare ad assaporare la vita, ciascuna a modo proprio.
Una storia semplice ma non scontata, raccontata fluidamente.Gli attori all'altezza di quanto richiesto dal film ad eccezione della Knightley in versione cantante.
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nerazzurro
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domenica 2 novembre 2014
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una commedia leggera con buona musica
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Una bella commedia bravi Mark Ruffalo e Keira Knightley che su una bellissima colonna sonora offrono una bella prova. Consigliato
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ultimoboyscout
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venerdì 23 gennaio 2015
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ubriachiamoci con le nostre lacrime.
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Dopo "Once", altra storia d'amore musicale, che vinse un Oscar e incassò circa 20 milioni di dollari a cavallo del 2006 (per un costo di appena 150mila...), John Carney, dublinese classe '72 con un passato come bassista nei "Frames", ci riprova. La pellicola è ambientata a New York e racconta di Greta, sfortunata cantautrice folk, appena mollata dal fidanzato Dave. Per pura casualità incontra Dan, produttore fallito e pure alcolizzato, che decide di produrre il suo primo album. Il regista riesce ancora una volta a mescolare, con una certa leggerezza, musica e sentimenti mantenendo una buona freschezza, aiutato da un'aggraziata Kiera Knightley e soprattutto da un superbo Mark Ruffalo che incarna il perfetto loser di talento.
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Dopo "Once", altra storia d'amore musicale, che vinse un Oscar e incassò circa 20 milioni di dollari a cavallo del 2006 (per un costo di appena 150mila...), John Carney, dublinese classe '72 con un passato come bassista nei "Frames", ci riprova. La pellicola è ambientata a New York e racconta di Greta, sfortunata cantautrice folk, appena mollata dal fidanzato Dave. Per pura casualità incontra Dan, produttore fallito e pure alcolizzato, che decide di produrre il suo primo album. Il regista riesce ancora una volta a mescolare, con una certa leggerezza, musica e sentimenti mantenendo una buona freschezza, aiutato da un'aggraziata Kiera Knightley e soprattutto da un superbo Mark Ruffalo che incarna il perfetto loser di talento. Difficile inquadrare "Tutto può cambiare", non è ovviamente un musical e nemmeno una commedia romantica standard, è un film dal gusto agrodolce con una forte anima romantica capace di coniugare sorrisi e lacrime, vittoria e sconfitta, con una pessima caduta di gusto nel finale tra un personaggio in bicicletta e ridicoli rimandi a Cupido. Il film parla di seconde possibilità e appuntamenti col fato, anche in questo non brilla certo per originalità, parla di ottimismo e di musica come carburante del sogno americano e di musica come scintilla per far esplodere la magia. Ed è proprio la musica, assieme ad un cast all'altezza, ad essere protagonista, ad essere al centro di un progetto ben supportato da tecniche di ripresa importanti (non da film indie) e da una qualità del suono che non poteva non essere raffinata e sofisticata.
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jacopo b98
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venerdì 8 maggio 2015
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un piccolo film amorevolmente realizzato
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Dan Mulligan (Ruffalo) è un produttore discografico ormai giunto al fallimento: ha esaurito i soldi, il suo socio di lavoro (Def) lo ha licenziato, è divorziato, ha una figlia (Steinfeld) che quasi non conosce, ecc. Greta (Knightley) invece è la fidanzata di un cantautore famosissimo (Levine), ma quando scopre che lui la tradiva si trasferisce dall’amico Steve (Corden). Dan sente cantare Greta una sera, per caso, in un locale. È “amore” a prima vista: Dan capisce subito che Greta ha un grande talento, e le propone un lavoro. Realizzare un disco da registrare per le strade di New York. L’avventura della registrazione del disco sarà un’occasione per entrambi per confrontarsi con le proprie esistenze.
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Dan Mulligan (Ruffalo) è un produttore discografico ormai giunto al fallimento: ha esaurito i soldi, il suo socio di lavoro (Def) lo ha licenziato, è divorziato, ha una figlia (Steinfeld) che quasi non conosce, ecc. Greta (Knightley) invece è la fidanzata di un cantautore famosissimo (Levine), ma quando scopre che lui la tradiva si trasferisce dall’amico Steve (Corden). Dan sente cantare Greta una sera, per caso, in un locale. È “amore” a prima vista: Dan capisce subito che Greta ha un grande talento, e le propone un lavoro. Realizzare un disco da registrare per le strade di New York. L’avventura della registrazione del disco sarà un’occasione per entrambi per confrontarsi con le proprie esistenze. L’irlandese John Carney ha scritto e diretto questo piacevolissimo film musicale. Non è un musical, ma non mancano molte scene in cui si canta o è comunque la musica a farla da padrona. È un piccolo dramma in cui si ride (parecchio) e ci si commuove (talvolta), ma con il suo tocco leggero, la dolcezza dei suoi personaggi, costruiti amorevolmente, Carney ci lascia un piccolo film, che fa piacere vedere, in quanto leggero, ma non banale. Gli attori sono tutti bravissimi, tra tutti i due protagonisti, un Ruffalo esilarante e una commovente Keira Knightley. Da vedere.
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eugen
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venerdì 19 agosto 2022
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john carney very good
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Begin Again"(JOhn Carnery, anche autore di soggetto e sceneggiatura, 2013)e'un film al tempo stesso"intelligente"che sa comprendere, intendo, in accezione dunque non solo razionalistica,. dove il cinema non puo'e non deve limitarsi alla dimensione razionale.-razionalistica e aneche emozionale--sognante quanto avviene in una metropoli, per non dire nella moderna metropoli, the Big Apple, New York, ovviamente, anche quanto rimane"dietro l'apparenza luminosa", quando di sera si contemplano dalla panchina di un parco "quanto di bello e di brutto"avviene nell'oscuirta'.mi riferisco a una scena precisa del fikm, quasi nel sottofinale). La vita di un produttore di musica, "finito"a livello finanziario(e'in perdita e non piu'credibile)ma anche familiare(divorziato, non ricoda neanche piu'l'eta'della figlia, ormai maggiorenne, che scambia per quindicenne)e di una giovane cantautrice si incrociano nella metropoli, cogliendo in qualche modo anche le vite di tutto un mondo musicale e orbitante attorno alla musica, che e'anche, certo, ma non solo, "sottobosco", se vogliamo.
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Begin Again"(JOhn Carnery, anche autore di soggetto e sceneggiatura, 2013)e'un film al tempo stesso"intelligente"che sa comprendere, intendo, in accezione dunque non solo razionalistica,. dove il cinema non puo'e non deve limitarsi alla dimensione razionale.-razionalistica e aneche emozionale--sognante quanto avviene in una metropoli, per non dire nella moderna metropoli, the Big Apple, New York, ovviamente, anche quanto rimane"dietro l'apparenza luminosa", quando di sera si contemplano dalla panchina di un parco "quanto di bello e di brutto"avviene nell'oscuirta'.mi riferisco a una scena precisa del fikm, quasi nel sottofinale). La vita di un produttore di musica, "finito"a livello finanziario(e'in perdita e non piu'credibile)ma anche familiare(divorziato, non ricoda neanche piu'l'eta'della figlia, ormai maggiorenne, che scambia per quindicenne)e di una giovane cantautrice si incrociano nella metropoli, cogliendo in qualche modo anche le vite di tutto un mondo musicale e orbitante attorno alla musica, che e'anche, certo, ma non solo, "sottobosco", se vogliamo... Raramente il cinema, sopratuttto negli ultimi anni, decenni, ha saputo cogliere quello che sarebbe la sua vera ragione d'essere, ossia quelle immagini, quei suoni(la musica, ma anche, volendo distinguere tra suoni e rumori, dicotomia in parte obsoleta, questi ultimi...., dove certo anche la parola ha una sua funzione-.le parlante"tre lacaniano , certo, non era una sciocchezza, anzi...),ma rimane prioritario quanto l'effetto stroboscopico sa darci sullo schermo... MOlto bene Mark Ruffalo e Keira Knightlery, ma anche tutte/i le(gli)altre(i ) inteprreti, in un film che definire "corale", "plurale", una volta tanto non e'banale ne'retorico, El Gato
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andrea alesci
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giovedì 5 novembre 2015
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la musica è come una collana di perle
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Si può cambiare aspetto. Si può cambiare compagno/a. Si può cambiare punto di vista. Tutto può cambiare in un film che si muove al ritmo dei suoni di New York, negli angoli di vite al punto cieco e invertite d’improvviso dalla sferzata della musica. Dal caso che – con un bell’espediente di montaggio ripetuto a seconda delle diverse prospettive – salda i percorsi traballanti del produttore discografico Dan Mulligan (Mark Ruffalo) licenziato dall’etichetta indipendente che aveva fondato un tempo; e dell’autrice Gretta James (Keira Knightley) appena lasciatasi con il fidanzato cantante-in-ascesa Dave Kohl (l’Adam Levine frontman dei Maroon 5) dopo averne scoperto il tradimento.
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Si può cambiare aspetto. Si può cambiare compagno/a. Si può cambiare punto di vista. Tutto può cambiare in un film che si muove al ritmo dei suoni di New York, negli angoli di vite al punto cieco e invertite d’improvviso dalla sferzata della musica. Dal caso che – con un bell’espediente di montaggio ripetuto a seconda delle diverse prospettive – salda i percorsi traballanti del produttore discografico Dan Mulligan (Mark Ruffalo) licenziato dall’etichetta indipendente che aveva fondato un tempo; e dell’autrice Gretta James (Keira Knightley) appena lasciatasi con il fidanzato cantante-in-ascesa Dave Kohl (l’Adam Levine frontman dei Maroon 5) dopo averne scoperto il tradimento.
In un locale che fa musica dal vivo s’incrociano le traiettorie di Dan e Gretta: lei sale sul palco e, chitarra in mano, canta una canzone cui nessuno presta attenzione; nessuno tranne quel produttore allo sbaraglio, solo al bancone con in mano un bicchiere strapieno di bourbon ma che subito capta la bontà delle parole sussurrate da quella ragazza e il potenziale di una melodia che il regista John Carney ci mostra, facendo suonare in un magico crescendo pianoforte, violoncello, violino, batteria come se ad azionarli fossero musicisti invisibili.
Ed è il lato della vita vera che appare nei dettagli delle vie di New York, in quelle strade che saranno studio di registrazione e seduta di terapia per le fragilità nascoste di due involontari protagonisti: Dan lo sconquassato marito allontanatosi dalla moglie Miriam (Catherine Keener) e dall’adolescente figlia Violet (Hailee Steinfeld); e la talentuosa cantautrice Gretta, che soltanto nelle parole della musica può ritrovare il suo equilibrio perduto.
Comincia così una bizzarra avventura on the road per questa coppia di sognatori in frantumi, pronti a dar vita al primo album musicale interamente realizzato nelle rumorose strade newyorchesi, contando sulla partecipazione dei più disparati musicisti: due fratelli violinisti in fuga dall’ovattato mondo della classica; un pianista ridottosi ad accompagnare le prove di un’accademia di danza per bambine; un batterista e un chitarrista della crew di un rapper milionario (Cee Lo Green) che Dan aveva lanciato anni prima; e come coordinatore audio Steve, l’amico di Gretta che quella sera disperata la portò in quel bar dove la sua voce incontrò l’orecchio di un produttore senza speranza.
Ed è la musica che si fa strada con questa folle idea di andare contro alla normale ‘costruzione di artisti’ da parte delle etichette discografiche, com’è avvenuto per Dave. La musica di una band improvvisata che trova in Gretta/Knightley il fulcro dell’ottimismo, quello che ricompone le fratture tra Dan e la sua famiglia (al cospetto dell’Empire State Building ci sarà anche la figlia Violet in un brano dell’album). La musica che suonano (come Lost Girls e Coming Up Roses composti da Gregg Alexander) è il balsamo della rinascita e la forza di un film che diventa tributo al frammentato caos della metropoli per eccellenza: New York.
Lì sta il pregio maggiore di un’opera ben assortita, che fa perno su una musica in grado di trasformare le banalità di un attimo in effervescenti perle. Ed è quel che accade a Dan e Gretta mentre condividono nello stesso momento le canzoni delle loro playlist, grazie a uno splitter che unisce i suoni in cuffia. E poi – come suggerisce il titolo originale Begin Again – sarà un nuovo inizio. Il principio di un cambiamento racchiuso nelle volatili tracce di un album.
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veritasxxx
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martedì 28 ottobre 2014
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nulla cambia...ma potrebbe?
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Quello che trovo insopportabile è vedere dei buoni attori che si specializzano in un ruolo e interpretano all'infinito la stessa parte. Capisco che non è l'interprete a decidere la storia, ma sembra di vedere sempre lo stesso personaggio che passa da un film all'altro. E questa volta tocca al buon Mark Ruffalo, che nel pieno dei suoi quarant'anni e con la sua aria da cowboy urbano belloccio e un po' maledetto fa il tipo scanzonato e un po' fannullone di cui tutte si innamorano perche un pelo bianco sulla barba tira più di un carro di buoi in questi tempi di magra di idoli eterosessuali.
Il film narra la storia di Greta (Keira Knightley nella parte dell'inglesina smorfiosetta che compone canzoni ed è tanto timida ma ha talento da vendere ed un cuore così) e del suo compagno musicista (interpretato dal vero cantante dei Maroon 5) il quale, abbagliato dalle lusinghe del successo intercontinentale, dà il ben servito alla sua bella per godersi la vita con la segretaria della casa discografica che evidentemente sa come far distrarre le rockstars in tournée.
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Quello che trovo insopportabile è vedere dei buoni attori che si specializzano in un ruolo e interpretano all'infinito la stessa parte. Capisco che non è l'interprete a decidere la storia, ma sembra di vedere sempre lo stesso personaggio che passa da un film all'altro. E questa volta tocca al buon Mark Ruffalo, che nel pieno dei suoi quarant'anni e con la sua aria da cowboy urbano belloccio e un po' maledetto fa il tipo scanzonato e un po' fannullone di cui tutte si innamorano perche un pelo bianco sulla barba tira più di un carro di buoi in questi tempi di magra di idoli eterosessuali.
Il film narra la storia di Greta (Keira Knightley nella parte dell'inglesina smorfiosetta che compone canzoni ed è tanto timida ma ha talento da vendere ed un cuore così) e del suo compagno musicista (interpretato dal vero cantante dei Maroon 5) il quale, abbagliato dalle lusinghe del successo intercontinentale, dà il ben servito alla sua bella per godersi la vita con la segretaria della casa discografica che evidentemente sa come far distrarre le rockstars in tournée.
Ma arriva Dan, ex produttore di una storica etichetta discografica, e vede Greta strimpellare la chitarra in un locale dell'East Village e scoppia la scintilla. Greta non sa cantare e neanche suonare tanto bene (anche chi non capisce nulla di musica può dirlo), ma nel film incredibilmente tutti sono pronti a calarsi le braghe per avere accesso al suo talento. Queste cose succedono solo al cinema, ed è per questo che si pagano 8 euro infatti: per avere accesso ai sogni e illudersi che possano capitare anche a noi.
E quale migliore idea di autoprodurre il disco della giovane autrice e registrarne i pezzi per strada, in posti diversi della grande mela e con l'occasione fare un po' di pubblicità alla città più vitale e multiculturale d'America (tanto che ci vivono pure gli inglesi), che tolto Central Park sembra un centro commerciale a cielo aperto?
La vita è bella, la musica è ancora meglio e bastano un paio di violini e qualche arrangiamento folk e il nuovo fenomeno musicale è pronto per andare sul web - gratis - alla faccia delle majors. Oggi Suor Cristina, domani Keira Knightley, non c'è che dire. Se qualche volta diventasse famoso un musicista tanto per cambiare, il mondo sarebbe un posto migliore.
E ovviamente, l'unico dettaglio di nota del film - il confronto tra il carattere timido e riservato tipicamente british di Greta e la vita sregolata dello spericolato e americanissimo Dan tra litigi con la casa discografica e bevute di whiskey al roxy bar - va totalmente perduto nel doppiaggio italiano, rendendo assolutamente inutile la visione dell'ennesima favoletta romantica (e pudica, perchè Dan ha famiglia e quando beve gli puzza troppo l'alito per i modi sofisticati di Greta, quindi niente pomiciatina della buonanotte).
Tutto può cambiare...ma cosa? Ah si, Mark Ruffalo...cambia agente, please.
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flyanto
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mercoledì 29 ottobre 2014
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l'ascesa di una cantautrice nella grande mela
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Film in cui si racconta di una giovane donna che si è trasferita a New York col proprio compagno, un noto cantante, con la speranza, in quanto autrice di testi di canzoni, di inserirsi anch'ella prima o poi nel mondo dello spettacolo. In seguito al tradimento di lui la protagonista lascia il fidanzato e mentre nel frattempo si esibisce in un locale come cantante viene scoperta da un discografico sull'orlo del fallimento che ne riconosce il talento e che dopo varie vicissitudini la porterà al successo.
Questa pellicola è girata dal regista John Carney ma purtroppo non ripete la riuscita del suo precedente "Once" in quanto al contrario che in quest' ultimo la vicenda si presenta come un racconto banale, scontato, prevedibile e molto semplicistico.
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Film in cui si racconta di una giovane donna che si è trasferita a New York col proprio compagno, un noto cantante, con la speranza, in quanto autrice di testi di canzoni, di inserirsi anch'ella prima o poi nel mondo dello spettacolo. In seguito al tradimento di lui la protagonista lascia il fidanzato e mentre nel frattempo si esibisce in un locale come cantante viene scoperta da un discografico sull'orlo del fallimento che ne riconosce il talento e che dopo varie vicissitudini la porterà al successo.
Questa pellicola è girata dal regista John Carney ma purtroppo non ripete la riuscita del suo precedente "Once" in quanto al contrario che in quest' ultimo la vicenda si presenta come un racconto banale, scontato, prevedibile e molto semplicistico. Rispondendo probabilmente ad una richiesta principalmente della produzione americana l' irlandese Carney crea una storia alquanto romanzesca e stucchevole, appunto, molto ben distante dall'atmosfera melanconica e senza dubbio più realistica che si ritrova invece in "Once". E così si assiste ad un evolversi di eventi affatto originali, tediosi vista la loro prevedibilità e neppure troppo sostenuti da una colonna sonora di brani musicali toccanti ed incisivi. Siamo anche in questo settore molto lontani da quelli struggenti ed artisticamente di maggior spessore dell'opera precedente.
Le performances degli attori, da Keira Knightley a Mark Rufalo, considerando anche il purtroppo ruolo di secondo piano di Adam Levine, leader dei Maroon Five, non sono affatto eclatanti ma, del resto, il copione non richiedeva di più. Un'ultima annotazione, a mio parere doverosa, riguarda purtroppo la bella attrice Keira Knightley in veste di cantante: intuendo benissimo la sfida che probabilmente sia il regista che l' attrice hanno voluto affrontare, la Knightley come cantante vale poco, in quanto risulta senza voce ed alquanto stonata e pertanto nemmeno così piacevole a sentirsi.
Peccato, un'occasione sprecata sotto tutti i punti di vista.
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