Lincoln |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader.
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Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 150 min.
- USA, India 2012.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 24 gennaio 2013.
MYMONETRO
Lincoln
valutazione media:
4,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ritratto intimo ma spento di una grande conquistadi Nick SimonFeedback: 2964 | altri commenti e recensioni di Nick Simon |
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sabato 13 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Più che un film sul 16° Presidente degli Stati Uniti, l'opera di Steven Spielberg è una risoluta rievocazione di ciò che ha reso Abramo Lincoln una personalità storica virtuosa ed eterna: l'abolizione della schiavitù. La pellicola infatti svela i macchinosi meccanismi politici americani e racconta le faticose trattative che portarono all'approvazione del 13° Emendamento; l'estrema accuratezza della narrazione ed i meriti tecnici non sono tuttavia bilanciati da adeguate spinte emozionali e strettamente artistiche. L'arduo compito di raffigurare Abramo Lincoln è affidato a Daniel Day-Lewis, che attraverso una performance calibrata, trattenuta ma profondamente intima, riesce pienamente nell'impresa. L'attore è sempre abilissimo nel catalizzare l'attenzione sul proprio personaggio, talvolta mettendo in ombra i restanti aspetti della pellicola. Spielberg, consapevole di ciò, ha voluto tenersi leggermente in disparte: è la prestazione attoriale ad essere infatti premiata con svariati riconoscimenti tra cui l'Oscar, piuttosto che la regia. Daniel Day-Lewis lavora molto sulla postura, sulla mimica facciale, e soprattutto sul tono di voce di Abramo Lincoln. Quest'ultimo aspetto è stato aspramente criticato dal pubblico statunitense, che ha definito la voce nasale, squillante, inappropriata per un uomo di simile statura morale. In realtà, verificata la totale inesistenza di reperti audio dell'epoca, in fase di produzione si è posto il gigantesco problema di raccogliere testimonianze dirette, magari da persone i cui nonni o bisnonni avevano assistito ai discorsi presidenziali di allora. Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, la scelta di Pierfrancesco Favino è opinabile, ma sicuramente non disastrosa. La sceneggiatura è corposa, massiva e caratterizzata da un linguaggio ricercatissimo, a volte poetico; tuttavia alcuni dialoghi risultano intricati e difficili da seguire, e le relative sequenze si sovraccaricano. L'insieme globale è preciso in ogni aspetto storico-sociale, affascinante nei costumi e nelle scenografie, ma prolisso e povero di emozioni. Il protagonista offre piccoli sprazzi di drammaticità, ma i toni e l'intensità salgono nettamente solo grazie alla presenza scenica di Thaddeus Stevens, e soprattutto di Mary Todd Lincoln. Sono Tommy Lee Jones e Sally Field, infatti, ad alimentare le speranze di chi ama la vivacità dello spettacolo: il pubblico resta in attesa di quel momento che toglie il fiato, ma esso non arriva, o comunque arriva tardi. Gli unici momenti di fascino quasi commovente sono infatti concentrati nel finale, e supportati da una colonna sonora finalmente trascinante, non sommessa come per la maggior parte del film. Spielberg rimane troppo nascosto dietro la macchina da presa, e non riesce a trasmettere quella fantasia, quella gioia della scoperta, e soprattutto quel perenne e fanciullesco stupore verso il mondo che da sempre caratterizzano il suo stile cinematografico.
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