Qualcosa nell'aria

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Un film di Olivier Assayas. Con Clement Metayer, Lola Creton, Felix Armand, Carole Combes, India Menuez.
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Titolo originale Après mai. Drammatico, durata 122 min. - Francia 2012. - Officine Ubu uscita giovedì 17 gennaio 2013. MYMONETRO Qualcosa nell'aria * * * - - valutazione media: 3,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
renato volpone domenica 20 gennaio 2013
la giovane ricca borghesia annoiata di sempre Valutazione 1 stelle su cinque
64%
No
36%

Olivier Assayas ci propone un film che ci parla del maggio francese, dei moti rivoluzionari dei giovani parigini nei primi anni settanta, dei loro amori, delle loro aspirazioni. Due ore di proiezione per tornare alle situazioni politiche, sindacali e studentesche di quell'epoca.  Ne esce un ritratto scarno che tocca con leggera fuggevolezza tutte le problematiche post  adolescenziali: lo studio, il lavoro, la droga, l'aborto e così via. L'impressione è quella di vedere i giovani di oggi collocati in quegl'anni solo per via degli oggetti che appartenevano all'epoca, per il resto la realtà è molto "presente". Il film ci parla di figli della ricca borghesia, rivoluzionari più per noia o ribellione ai genitori più  che per convinzione, e non ne esce per niente l'impegno e la passione, le scene sono meccaniche, asettiche, prive di coscienza interiore. [+]

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zoom e controzoom martedì 22 gennaio 2013
perchè ora ? Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Se dovessi usare un'unica frase : quanto fumavamo ! Ma il film è un lavoro molto più complesso di quel che si può capire dalla definizione e la frase non direbbe nulla soprattutto a chi quel periodo non l'ha vissuto. Così era, ed è da quelle storie con quella difficoltà di scelte, che siamo arrivati alle situazioni dei giorni nostri. Tecnicamente valido, solo con qualche piccola incertezza di montaggio e della sovraesposizione delle immagini, forse eccessiva se non indicativa di un scelta concettualmente significativa, deve aver richiesto un certo lavoro per la ricostruzione storica di cose, ambienti e costumi..già perchè quel periodo è già storia anche se non mi pare di ricordare i tutti quei caschi in testa dei manifestanti, ma molto di più le randellate della polizia e il lancio furiosodei sanpietrini. [+]

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kimkiduk giovedì 21 marzo 2013
la storia di assayas Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Se si valuta il film pensandolo ad un film sul '68 possiamo anche dire che è fatto male; se si valuta per quello che penso io sia, la storia della vita di Assayas, è più che passabile e diventa anche interessante. Gilles è Assayas e la storia diventa quella di ragazzi francesi impegnati nei riflessi e nei fumi appena post '68. Fa male rivedere nella prima parte del film come in quegli anni si credeva in qualche cosa, come si lottava, si parlava, si stava insieme .... e pensando ad oggi per chi ha più di 50 anni viene davvero da piangere. Poi la seconda parte racconta della disgregazione del tempo, di un periodo pieno di valori assoluti che diventano anno dopo anno sempre più ricerca del personale; chi va da babbo, chi lavora davvero, chi torna a casina, chi rinnega la lotta, chi va "a ritrovarsi" in Nepal o Afghanistan. [+]

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moulinsky martedì 29 gennaio 2013
modifiche acettabili Valutazione 1 stelle su cinque
53%
No
47%

Mai affidare a un parigino un film presunto su Sessantotto e dintorni (in realtà la vicenda parte nel '71 e quindi di che stiamo parlando?). La spocchia prende il sopravvento e si finisce per parteggiare pasoliniamente con i pulotti, i bidelli costretti  a ripulire gli spray (DISSOLUTION?), financo i giovani fasci relegati al ruolo di guardiani delle scuole e a prendere con fatica appunti sul Moleskine sui partecipanti non ai comitati sulla fantasia al potere ma ai corsi di nuoto, mentre loro i giovani mediamente belli molto di sinistra per taglio di capelli e outfit peruviano, scrivono su Rouge, si macerano a compulsare poesie, schizzare disegni, girano con i sogni dentro le cartelle ma hanno sempre i paparini comprensivi anche col Parkinson dietro l'angolo (una metafora?) e pronti a staccare biglietti intercontinentali per Kabul (ma che ci vado fare io a Kabul?), finanziare grand tour in Italia, apparecchiare piatti pronti ai self service, trovar loro un lavoro anche quando gli sputano addosso (memorabile la discussione padre e figlio su Simenon). [+]

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salamov martedì 5 febbraio 2013
manca il respiro della storia Valutazione 2 stelle su cinque
60%
No
40%

Film non molto riuscito come realizzazione. Il miglior lascito è la sensazione temporale e fisica della scomposizione della passione della politica nei suoi molteplici rivoli successivi, il misticismo, l'arte, la droga ed il terrorismo. Tuttavia, ancora una volta, quell'epoca storica è descritta dal punto di vista della piccola e media borghesia la quale, ora, esercita una egemonia culturale su quell'epoca sovrapponendo il proprio individualismo alla storia collettiva. Viene completamente ignorato il fatto principale dell'epoca che è stata la conquista della soggettività politica e culturale di una parte notevole del proletariato giovane. La possibilità che esso ha avuto di accedere alla istruzione e alla cultura, alla politica e alle forme artistiche (ad esempio il teatro politico) si è scontrata proprio con i limiti della politica e della cultura piccolo borghese che, come è nelle sue caratteristiche, si è inserita nella novità trasformandola a proprio vantaggio con invenzioni anche suggestive come nell'affermazione del 'personale è politico'. [+]

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salamov martedì 5 febbraio 2013
manca il respiro della storia Valutazione 2 stelle su cinque
57%
No
43%

Film non molto riuscito come realizzazione. Il miglior lascito è la sensazione temporale e fisica della scomposizione della passione della politica nei suoi molteplici rivoli successivi, il misticismo, l'arte, la droga ed il terrorismo. Tuttavia, ancora una volta, quell'epoca storica è descritta dal punto di vista della piccola e media borghesia la quale, ora, esercita una egemonia culturale su quell'epoca sovrapponendo il proprio individualismo alla storia collettiva. Viene completamente ignorato il fatto principale dell'epoca che è stata la conquista della soggettività politica e culturale di una parte notevole del proletariato giovane. La possibilità che esso ha avuto di accedere alla istruzione e alla cultura, alla politica e alle forme artistiche (ad esempio il teatro politico) si è scontrata proprio con i limiti della politica e della cultura piccolo borghese che, come è nelle sue caratteristiche, si è inserita nella novità trasformandola a proprio vantaggio con invenzioni anche suggestive come nell'affermazione del 'personale è politico'. [+]

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alex2044 lunedì 21 gennaio 2013
un après mai che non coinvolge Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

La dote migliore di questo è l'assoluta mancanza di compiacimento. Olivier Assayas non ha voluto in questa storia autobiografica alcuna forma consolatoria . Esemplare il dialogo fra il protagonista ,molto giovane, ed alcuni compagni di viaggio più maturi che inneggiavano alla Cina di Mao , entusiasti loro piuttosto scettico lui. Per il resto il film non mi ha convinto completamente . Gli attori ,escluso il protagonista ,non sono particolarmente bravi e purtroppo il film non trasuda simpatia.

[+] io invece ne sono stata conquistata (di lady madonna)
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matteo sabato 13 febbraio 2021
i giochi di piccoli figli di papà Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
0%

Se volete farvi un'idea distorta sul '68 francese e sui movimenti che ne seguirono questo è il film che fa per voi.  Giovani figli di papà che giocano a fare i rivoluzionari, si drogano, fanno sesso e guidano auto d'epoca, questo è il piattume che Assayas intende per movimenti di contestazione che evidentemente non ha vissuto e non ha avuto voglia di conoscere. Certo non è facile rappresentare lo spirito di un'epoca come quella, ma qui manca tutto: mancano le passioni autentiche, i conflitti sociali, la militanza, la rabbia e il dolore. Manca l'autenticità. Tutto è banalizzato e ridotto a 4 vinili, due motorini, capelli lunghi e scarabocchi con velleità d'artista. [+]

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stefano capasso mercoledì 26 ottobre 2022
scelte di vita e di formazione personale Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
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Nella Parigi dei primi anni ’70 un gruppo di ragazzi del liceo artistico è parte attivo nei movimenti di lotta studenteschi. Tra loro, Gilles, è combattuto tra il desiderio di partecipare con i compagni e quello di percorrere altre vie, legate alla pittura e al cinema. Non riesce dunque ad emergere, e prima Laure, e poi Christine lo lasciano per uomini più “impegnati” nel campo artistico e politico. Dopo varie esperienze decide, finalmente, che la sua strada è quella di fare del cinema.
Olivier Assayas ricostruisce un periodo nevralgico della storia, e della sua in particolare. Sono gli anni dell’impegno politico, dei grandi ideali e dei grandi sogni. [+]

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